Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Tomoko_chan    16/07/2014    16 recensioni
Il post guerra è forse più doloroso della guerra stessa, perché la salita è più ripida di quanto non fosse prima. Il ritrovamento casuale di una tecnica antichissima del Clan Uzumaki riporterà indietro nel tempo una preoccupatissima Hinata e un Naruto ultra bisognoso dell'affetto dei genitori. Un viaggio che è effettivamente la ricerca di quel qualcosa che manca: perché una guerra sconvolge e lascia tante ferite, tante cicatrici, ma ti lascia senza amore. Un viaggio che metterà a dura prova i sentimenti di Naruto, che cercherà ancora una volta l'aiuto della nostra moretta. Come finirà?
***
[NaruHina doc.] [Accenni MinaKushi]
Vincitrice del contest "Il linguaggio dei fiori" indetto da Naruhinafra sul forum di EFP e dei premi "Miglior affinità di coppia", "Miglior IC", "Premio Grammatica" e "Premio fiore".
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kushina Uzumaki, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto, Minato/Kushina
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In cerca di... (te)​
 
♦ Qualcosa in cui credere.

 
<< Come, scusa? >> chiese Minato, allibito, come previsto.
<< Sono tuo figlio, che c’è da capire, ‘ttebayò! >> ripeté Naruto, euforico.
Sia Minato che Hinata si schiaffarono una mano sulla fronte, increduli. Anche la ragazza aveva perso la speranza, ormai.
<< Hyuga? >> richiamò l’uomo, con uno sguardo sconcertato ma internamente stupito di vedere un ragazzino così somigliante a lui imprecare come la moglie << Puoi dirmi che sta succedendo? >>
<< Posso spiegarvi tutto, Hokage-sama. >> rispose la ragazza, nascondendo la sua timidezza nel tono referenziale << Ma sarà una cosa molto, molto lunga. >>
L’uomo parve rassegnarsi, emettendo un sonoro sospiro.
<< Va bene. >> accordò << Seguitemi nel mio ufficio. >>
Non attese risposte e cominciò a camminare lungo le scale. Di tanto in tanto, veniva salutato da qualcuno con tono molto cordiale, mentre da altri in modo molto più amichevole. Ci volle quasi una mezzora per raggiungere l’ufficio più alto di Konoha, quello dell’Hokage, e quando arrivarono Minato si sedette subito, dando uno sguardo veloce agli impegni che aveva quella mattina. Hinata si chiuse la porta alle spalle, poi raggiunse Naruto davanti alla scrivania, che era ancora tutto eccitato.
<< Siete fortunati, oggi non ho molto da fare. >> annunciò l’Hokage, rivolgendo poi uno sguardo eloquente alla ragazza << Avanti Hyuga, parla. Come posso chiamarti … ? >>        
<< Io sono Hinata Hyuga, piacere di conoscerla. >> sospirò, preparandosi a parlare << E’ una storia molto lunga, ma per quanto possa sembrare assurdo, quello che dice il mio amico è assolutamente vero. Noi veniamo dal futuro, per merito di un ciondolo molto particolare appartenente al Clan Uzumaki. Sono certa che sua moglie lo conosca. >>
Minato la guardò con i suoi occhi chiari << Conoscete mia moglie? >> chiese, poi si diede dello stupido da solo << Ma com’è possibile? >>
<< E’ una tecnica proibita appartenente al Clan Uzumaki. >> spiegò Hinata << L’ho trovata per caso in un libro di tecniche scritto da Mito Uzumaki. Non so bene come sia possibile, so solo che l’oggetto si attiva quando entra in contatto con il particolare chakra degli Uzumaki, attraverso quello che è in poche parole un riconoscimento tattile, per poi trasportare i presenti nel periodo che l’Uzumaki stesso ha pensato mentre attivava il meccanismo. >>
<< E perché siete venuti qui? >> domandò ancora l’uomo << Siete qui per avvisarci di un pericolo imminente? >>
<< In verità non possiamo dirvi molto del futuro, perché non dovremmo cambiare quello che c’è qui, adesso. Rischieremmo di cambiare il luogo da dove veniamo. >> Hinata arrossì un poco, imbarazzata << Siamo arrivati qui per sbaglio. >>
Per un attimo Minato rimase a bocca aperta, stupito. Poi si riprese.
<< State combinato un bel casino, allora. >> affermò il biondo << Perché non siete tornati subito nel vostro futuro? >>
<< Perché avevo bisogno di vederti, di starti vicino. >> ammise Naruto, che fino a quel momento non aveva aperto bocca << Sei mio padre. >>
I due si guardarono, in silenzio, con occhi totalmente simili, i muscoli della mascella e del collo irrigiditi.
<< Come faccio a sapere che è la verità? >> chiese ancora l’uomo, titubante.
<< Perché purtroppo sappiamo quello che succederà d’ora in avanzi. >> disse Naruto, con un sorriso amaro << Perché sono uguale a te e alla mamma. Perché come voi desidero diventare Hokage. Perché so che la mamma ha molto sofferto quando era piccola, perché la emarginavano e giudicavano, come con me. Perché so che quando la mamma è euforica, dice sempre “dattebanè”. Perché so che è molto pericolosa quando si arrabbia. Perché so che vi siete innamorati perché sei stato l’unico a non vederla come semplice incubatrice del Kyuubi ma come ragazza, apprezzando i suoi capelli rossi, unici. Perché so che mi chiamerete Naruto come l’eroe del primo libro di Ero-sennin. >>
Minato deglutì, provato da quel discorso, mentre Hinata aveva addirittura le lacrime agli occhi, emozionata.
L’uomo annuì. << A questo punto mi sorge un unico, naturalissimo, dubbio. >> lo guardò nuovamente negli occhi, emozionato << Perché hai così bisogno di noi? >>
Fu la volta di Naruto di deglutire, emozionato. Non resse lo sguardo: il solo pensiero di quello che sarebbe accaduto di lì a poco rischiava di far sgorgare lacrime e lacrime. Volse il viso verso la finestra, per poi chiudere gli occhi, affranto.
Minato annuì ancora, vagamente, mostrandosi consapevole, seppur triste << Capisco. >>
L’aria si fece pesante, quasi oscura, mentre un silenzio pieno di parole non dette si inseriva fra di loro.
Hinata non seppe bene che fare. Avrebbe voluto raccogliere un po’ di coraggio e stringere la mano di Naruto, per ricordargli che lei era sempre lì per lui, però quel giorno avevano litigato spesso e non era sicura che lui avrebbe accettato quel gesto.
<< Ascoltatemi… >> Minato interruppe quel silenzio, ma non sembrò poi molto convinto di quello che stava per dire. Sembrava sfinito << Fatevi un giro, andate a pranzare, pago io. Io ne devo parlare con Kushina. Poi… poi tornate qui, verso le tre. Intesi? >>
<< Va bene. >> confermò Hinata, titubante << Grazie, Hokage-sama. >>
Hinata andò verso la porta e Naruto la seguì, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo eloquente al padre. Poi i due uscirono, percorrendo il tragitto di prima al contrario per arrivare nuovamente in strada. Rimasero fermi sulla soglia del palazzo dell’Hokage, incapaci di decidere che cosa fare.
Il biondo era rimasto in silenzio. Era strano vederlo così taciturno, assolutamente fuori dal normale: era pensieroso, forse anche ansioso. Hinata si morse un labbro: doveva fare qualcosa.
<< Tranquillo. >> mormorò, domandandosi quanto fosse stupida da uno a dieci << Andrà tutto bene… te lo prometto, Naruto-kun. >>
Il ragazzo si voltò verso di lei ed incrociò il suo sguardo sincero e determinato, facendola però arrossire leggermente. Le regalò un sorriso ansioso, tentando invano di rassicurarla.
<< Credi che crederanno davvero a quello che gli abbiamo detto? >> chiese Naruto << Pensi che… insomma, loro mi accetteranno? >>  
Hinata sorrise, allungando lentamente una mano verso quella del biondo, intersecando le sue dita con quelle dell’altro, sicura che adesso non l’avrebbe rifiutata. Tentò di dargli forza.
<< Sono i tuoi genitori, Naruto-kun! >>
Il ragazzo strinse la sua mano, adesso più sereno, regalandole un sorriso a trentadue denti.
<< Grazie, Hinata-chan! >> disse il biondo, contento, per poi ricominciare a correre come un pazzo << Vieni, andiamo a vedere se Ichiraku esisteva già in quest’epoca! >>
Ormai Hinata si era abituata alle folli corse di Naruto, così sorrise quando venne nuovamente presa per mano e travolta da quell’uragano biondo. Era contenta di essergli vicino in quella avventura stramba e insensata, perché aveva modo di conoscerlo meglio e di essere contagiata da quella allegria.
In breve arrivarono al negozio, che si trovava esattamente nello stesso luogo anche così tanti anni prima, e Naruto sorrise appena scostò la tendina per entrare, senza abbandonare la mano di Hinata, perché vide Teuchi, più giovane, con qualche ruga in meno, al di là del bancone.
<< Buongiorno ragazzi! >> salutò l’uomo, mentre i due si sedevano << Cosa vi servo? >>
Solo in quel momento, Naruto si accorse che stringeva ancora la mano della ragazza. La guardò, arrossendo, per poi scostare la mano lentamente.
<< Ah… hmm… io prendo del ramen di miso, con tanti Naruto… >> non smise mai di guardarla, imbarazzato, ma totalmente incantato da quegli occhi << E tu, Hinata? >>
<< Per me… lo stesso, grazie. >> anche Hinata era arrossita, imbarazzata, e non riuscì proprio a sostenere quello sguardo, così abbasso il viso e prese a torturarsi le mani, come sempre, il calore dell’altro ancora sui polpastrelli.
Le due ciotole di ramen arrivarono ben presto; Naruto continuava a guardarsi intorno, mentre consumava cibo su cibo, cercando di scoprire più differenze possibili con il Teuchi che conosceva lui. Addirittura, a un certo punto arrivò anche sgambettando una Ayame piccolissima, la figlia dell’uomo, di tre o quattro anni. Non poté fare a meno che mettersi a ridere e giocare con la bambina.
Pranzarono con calma, scambiandosi battute e gustandosi il loro Ramen. Verso le tre del pomeriggio, i due decisero di tornare alla magione, e veloce come se ne era andata la tensione nel biondo tornò. Rimase in silenzio, camminando frettolosamente, mentre Hinata non sapeva più che dire con esattezza. Soltanto quando arrivarono davanti al palazzo dell’Hokage ebbe il coraggio di andargli più vicino e sfiorare le sue dita, quasi casualmente, per poi intrecciare la mano alla sua, prontamente stretta. Naruto non la guardò, fissando invece il suo obbiettivo come fosse in missione, mentre traeva forza e serenità da quella mano allacciata alla sua. Senza bisogno di parole, anzi, con la sua sola presenza, Hinata era in grado di sorreggerlo dove vacillava: non seppe spiegarselo.
Insieme tornarono a camminare verso il palazzo, tornando a salire le scale che li separavano da ciò che in quel momento occupava tutti i loro pensieri più grandi e ansiosi. In breve arrivarono davanti all’ufficio dell’Hokage. Naruto rivolse uno sguardo preoccupato ad Hinata che, come sempre, tentò di trasmettergli forza e sicurezza. Il biondo annuì e, per la prima volta in tutta la sua vita, dato che era sempre entrato nell’ufficio con irruenza, si accinse a bussare: presto la voce salda di Minato li invitò ad entrare.
Naruto aprì la porta e fece passare prima Hinata, un po’ per galanteria, un po’ per vera e propria paura del destino che si accingeva ad affrontare. Quando entrò vide Minato appoggiato alla scrivania, stranamente, con un espressione abbastanza preoccupata in volto, ma ciò che più lo colpì fu il vedere lei, sua madre, in piedi in mezzo alla stanza, il pancione rigonfio, le mani davanti alla bocca socchiusa, lo sguardo incredulo.
Rimase sulla soglia, non sapendo bene cosa fare: aveva conosciuto quella donna per poco tempo, ma sapeva quanto lei lo amasse, quanto fosse sincero il suo affetto. Il suo silenzio, però, lo disarmava. Deglutì, ansioso, senza staccare gli occhi da quella madre giovanissima e bellissima.
Kushina, all’improvviso, stese le braccia verso di lui, mentre le sfuggiva una lacrima << Vieni qui da me, Naru-chan! >>
Naruto corse, emozionatissimo, ed abbracciò la madre con calore, le mani fra i suoi lunghi capelli morbidi, il pancione dove c'era un se stesso molto più piccolo a separarli. Kushina piangeva, Naruto pure: non aveva desiderato altro che quell’abbraccio negli ultimi giorni, dopo la guerra. Minato sorrise, nel guardarli, mentre ad Hinata batteva forte il cuore, emozionata. I due sciolsero il loro abbraccio, ma la donna non ne aveva ancora abbastanza e così si alzò sulle punte, sfiorando con un bacio la fronte del biondo, che sorrise, asciugandosi le lacrime.
<< Quanto sei grande, Naruto-chan! >> mormorò la donna, accarezzando i capelli biondi del ragazzo con fare materno << Sei così bello! >>
Naruto arrossì, sorrise, portandosi poi una mano alla nuca, imbarazzato << Perché ho una madre bella come te! >>
La donna gli schioccò un altro bacio sulla guancia, per poi guardare, molto incuriosita, Hinata, che arrossì subito, in soggezione.
 << Non mi presenti la tua ragazza, Naru-chan? >> domandò, con un sorriso malizioso in volto.
Hinata arrossì molto di più, superando nuovamente il suo record, prendendo a guardare le punte dei suoi piedi, improvvisamente molto interessanti. Anche Naruto aveva avuto più o meno la stessa reazione e cominciò a farfugliare, non trovando le parole adatte. Kushina rise di gusto e Minato si avvicinò a loro, circondando protettivo le spalle della moglie.
<< Basta, Kushina, credo che li hai torturati abbastanza! >> disse, trattenendo a stento una risata << Lei è Hinata Hyuga, una amica del nostro caro Naruto. >> non mancò di sottolineare quella parola a cui non credeva neanche lui più di tanto.
<< Hinata Hyuga? >> chiese la donna, improvvisamente pensierosa << Oh, ma sei la figlia di Hana e Hyuga, la futura erede del Clan? >>
La mora annuì, ancora rossa in viso.
<< Oh, ma che bell’acquisto che hai fatto, Naru-chan! >>
<< ‘kaa-chan! >> << Kushina! >> la ripresero contemporaneamente i due uomini biondi, imbarazzati per il comportamento della donna.
Kushina ignorò le loro proteste e le si avvicinò ancora, prendendole le mani fra le sue.
<< Non sei ancora nata, ma devo dire che Hana-san ha fatto un buon lavoro con te. >> le disse la donna, con un sorriso dolce in volto << Le assomigli tantissimo. Sei davvero una giovane donna bellissima. >>
Kushina non lo sapeva, ma con quelle poche parole aveva scalfito il cuore della ragazza, che sentiva moltissimo la mancanza della madre. Sapere che le somigliava da una persona importante come Kushina era gratificante quanto commovente, ed infatti a stento tratteneva le lacrime.
Lo stesso Naruto, a vederle parlare così vicine, così docilmente, ebbe un tuffo al cuore. Non seppe come spiegarselo, ma vederle parlare e abbracciarsi lo fece emozionare tantissimo. Capì che quelle due donne che aveva davanti erano le più importanti della sua vita.
<< Sarete stanchi. >> disse Minato, cambiando argomento << E Kushina non può stare molto in giro nelle sue condizioni. >> la guardò con un sorriso affettuoso, per poi tornare a rivolgersi ai ragazzi << Che ne dite di accompagnarla a casa? >>
I due annuirono con lo stesso identico sorriso sulle labbra.
<< Bene allora. >> concordò dando un bacio sui capelli alla moglie per salutarla << Ci vediamo a cena, ragazzi. >>






 


Angolo Autrice~
Dovevo tornare prima, lo so, sono in ritardo, lo so. Ma che ci volete fare? Ormai lo sapete come sono fatta!
Quanto ho amato questo capitolo! E quanto è biricchina la nostra Kushina xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto!

 
   
 
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Tomoko_chan