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Autore: Somniavit08    16/07/2014    1 recensioni
Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto, colui che aveva vinto, in parte, il signore oscuro. Un ragazzo incredibile dinanzi gli occhi della gente comune. Fin troppo spesso il povero Harry aveva udito quelle parole, che sembravano forzate, strozzate in gola: "Lieta di conoscerla, signor Potter". Quella sua esistenza, gli aveva fatto vivere la vita a pieno, questo era certo, ma non come la desiderava. Non riusciva più a pensare, lo sventurato sopravvissuto. Era lì, e sembrava essere assente.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Harry! Miseriaccia Harry, vuoi parlarmi?" 
"Si, Ron, dimmi" risposi distrattamente. La mia testa era altrove, non importava dove, ma non doveva trovarsi lì. 
"Pensavo che uno schifoso Serpeverde ti avesse lanciato un Petrificus Totalus, amico mio" mi disse, e nel frattempo i frammenti del cosciotto di tacchino che stava masticando imbandirono la tavola .
Finsi un sorriso, uno di quei sorrisi che tranquillizzano la gente, uno di quei splendidi sorrisi che sapeva fingere il professor Allock, ma meno splendente. Le sue parole mi echeggiavano in testa senza sosta "La fama è un'amica volubile Harry, la celebrità se ne viene e se ne va, non dimenticarlo". La fama mi perseguitava non se ne era ancora andata, purtroppo, il professore si era sbagliato. 
Non potevo amarla, non come faceva Ron, non potevo. 
L' atmosfera era festosa, fin troppo, la sala grande era meravigliosa. Le candele donavano all' ambiente una luce soffusa ed accogliente, erano sospese nel vuoto, a mezz' aria, ma a questo mi ero abituato da molto tempo. I colori sgargianti delle quattro case di Hogwarts incorniciavano il tutto, i calici dorati brillavano. Ma niente era più bello di lei, Hermione, che avrei desiderato definire mia. 
Mi sedeva davanti, cercavo di non guardarla, se avessi cominciato a guardarla sicuramente non avrei più smesso. Mi era solito durante le lunghe lezioni guardarla, osservarla. Desiderarla. Guardavo la sua lunga ed arruffata chioma color miele, che fluttuava per pochi secondi, quando, come da sua abitudine, alzava imperterrita la mano. Tante volte cercai di far cadere l'attenzione su di lei per far accrescere la sua felicità "Credo che Hermione lo sappia professore". Lei sapeva tutto, non potevo guardarla negli occhi, riusciva a scrutarmi fin nei miei più reconditi meandri. 
Lei era la signorina Granger, io il suo migliore amico e non dovevo essere nient' altro. Non potevo più resistere, mi alzai, non ricordo neanche la scusa che ebbi il coraggio di farfugliare, camminai, sembravo ubriaco, dovevo allontanarmi da lei, ero ubriaco di lei.
Corsi , o almeno così mi sembrava. Mi ritrovai davanti quel quadro "Guazzabuglio" esclamai, chiudendo la porta dietro di me. Avevo sentito dei passi, qualcuno mi aveva seguito, conoscevo bene quei passi, era lei. 
Era sua abitudine confortarmi, era una delle tante cose che amavo di lei. Non volevo farmi vedere così, mi precipitai nel dormitorio maschile, fui molto stupido, Hermione con un semplice contro-incantesimo evitò l'incantesimo di sicurezza che non permetteva alle ragazze di entrarci. 
"Harry? Povero, cosa ti è successo?"
Piangevo, piangevo perchè non potevo dire nulla. Lei mi stringeva, mi stringeva al suo corpo fragile, che alcoltempo mi donava forza. Avrei voluto tornare a quell' istante per tutta la mia esistenza. Aveva gli occhi lucidi, le facevo pietà, come un povero cucciolo indifeso, forse ero soltanto questo. "Hey, cosa c'è che non va?" Mi accarezzava dolcemente, quelle carezze erano contemporanee al battito del mio cuore che ormai aveva rapito. 
Continuavo a piangere, a singhiozzare come un bambino. 
Hermione era lì, mi guardava, ma non come io guardavo lei. Mi appoggiò delicatamente sul viso le maniche del suo pullover, per tentare di fermare il mio pianto, prese la mia mano, la strinse a se, vicino il cuore. La baciò. Nulla di più, le sorrisi. Mi sembrava la cosa più giusta da fare, ma non la migliore. 
"Dai andiamo, gli altri si staranno preoccupando, non credi?" Mi disse lei con tono docile ma fermo. Acconsentì. Mi prese per mano, le sue mani erano piccole e soffici, entravano perfettamente nelle mie, erano perfette come lo era lei per me. Vidi Ron e gli altri nella sala comune, mi fissavano, non sapevo cosa fare, Hermione altrettanto.
"Solo un po' di mal di testa ragazzi, la cicatrice mi tormenta". 
Tirarono un sospiro di sollievo, ci avevano creduto. 
Volevo un qualcosa di più, volevo stringerla a me per l' eternità. 
"Ragazzi, è una così bella giornata! " esclamò lei piena di enfasi. Ron continuò "Dovremmo andare a trovare Hagrid!", continuava spesso le sue frasi, avrei voluto farlo io. 
Ci incamminammo, il paesaggio era splendido, il vento mi parlava, mi diceva di non guardarla, di fingere ancora. 
"Miseriaccia, ho dimenticato la bacchetta" riconobbi Ron. "Non c'è alcun problema, vai a prenderla, ti aspettiamo da Hagrid" questa volta la voce era quella di Hermione. Continuammo a camminare, mi prese di nuovo la mano, non me ne spiegavo il perchè, le sorrisi nuovamente, lei mi sorrise. Avevo infranto la mia principale regola, la stavo guardando negli occhi. 
Era la mia occasione, l'occasione che aspettavo dal primo giorno, il giorno in cui l'avevo vista per la prima volta. 
Non ebbi il coraggio di avvicinarmi. Arrivammo da Hagrid. Il portone era abbastanza piccolo per un mago di quella stazza, la guardavo, la guardavo da quando lei mi aveva rivolto quel bellissimo sorriso. Prendemmo il thè, Hagrid ci parlava, ma io non riuscivo a prestare un minimo di attenzione. Ringraziai ed uscimmo. 
Ron ancora non ci aveva raggiunto, avrà avuto un contrattempo, pensai tra me. 
" Harry, cosa ti succede? Sei triste, non ti avevo mai visto così" sussurrò la mia dolce Hermione. La strinsi a me, un impeto, un attimo. Non mi respinse, mi abbracciò, posò la sua testa sulla mia spalla. "Ci sono io, qui con te" mi disse, "Ci sarò per sempre". 

   
 
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