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Autore: Angel_Mary    17/07/2014    1 recensioni
Cosa accadrebbe se Angelina scegliesse di stare insieme a George, perché è effettivamente innamorata di lui e non del gemello, tragicamente scomparso, durante la Battaglia Finale?
Un George apparentemente spensierato, un'Angelina piuttosto esuberante, due famiglie, quella Weasley e quella materna di Angelina, i cui componenti potrebbero essere classificati come non raccomandabili, il tutto condito con un matrimonio - alquanto improbabile - da organizzare con la speciale partecipazione di una wedding planner, una Katie Bell dolce come lo zucchero filato, un'Alicia Spinnet pronta a sputare fuoco, un Lee Jordan incapace di resistere al fascino di una delle damigelle d'onore e un Oliver Baston che sarà messo davanti a un fatto, tragicamente, compiuto.
Come, dove, quando e perché la coppia più mal assortita - alcuni ci dicono, ben assortita - della famiglia Weasley ha deciso, preda di un atto del tutto folle, sconsiderato e irrazionale, di essere una vera coppia!
Una GeorgexAngelina diversa dal solito! Sono arcistufa di vedere l'Ex Capitano di Grifondoro ammogliata al fascinoso George, solo perché è la fisica copia di Fred, perché il marchio Weasley NON delude MAI!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angelina Johnson, Famiglia Weasley, George Weasley | Coppie: Angelina/George, Arthur/Molly, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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MIDNIGHT IN BIRMINGHAM.
 
 
“George, bontà divina, smettila di guardarmi così!” disse un’esasperata Angelina al volante della sua utilitaria, mentre un imbronciato George guardava la strega con puro astio. Non riusciva ancora a capacitarsi di come Angelina l’avesse convinto a farsi trascinare a Birmingham, città natale della sua dolce metà, per una serata al pub con i suoi amici Babbani e per un pranzo con la sua famiglia il giorno seguente. Mentre Angelina era intenta a destreggiarsi nel traffico, George le aveva fatto notare quanto la sua gonna tendesse ad accorciarsi una volta seduta. Da quando il giovane mago  le aveva fatto presente quel dettaglio, Angelina non smetteva di burlarsi di lui per la sua comprovata gelosia: quando uscivano da soli, non gli erano mai importati i centimetri di stoffa che le coprivano le gambe. George sbuffò spazientito, era passata solo una settimana dal famoso articolo della Skeeter, e da allora entrambi non avevano più avuto pace. Dovunque andassero, da soli o in coppia, venivano sempre fermati: chi voleva un autografo, chi una foto con la coppia, chi decideva di offendere deliberatamente Angelina e chi, stanco di quella situazione, si alleava con la coppia offrendo loro una via di scampo.
“Dai, George, non andrà così male. E poi, stanotte, ti lascerò anche la mia stanza! Ritieniti fortunato, per quest’atto caritatevole!” lo canzonò lei, non immaginando quali fossero i pensieri del suo compagno di viaggio.
“Io avrei preferito condividerla con te, la tua stanza …” si lasciò sfuggire George, mentre Angelina stava per inchiodare: un ragazzino aveva deciso di attraversare la strada senza preoccuparsi delle macchine in corsa; la giovane strega con un movimento della testa, cercò di spostarsi i capelli che le erano caduti davanti agli occhi, e poi rispose “me ne compiaccio, ma stasera andrà così, George”, riconobbe l’insegna del pub e sterzò a destra. Il ragazzo sospirò sonoramente “chi è che viene esattamente?” chiese ad Angelina, che era intenta a destreggiarsi nelle manovre di parcheggio “Oltre a Nathan, intendi?” gli rispose con malizia.
“Si, oltre l’idiota. Chi avrò l’onore di conoscere?” ribatté lui senza battere ciglio, aveva imparato a non cadere nelle subdole provocazioni della … sua ragazza.  Angelina sorrise trionfante, appena notò di aver posizionato l’automobile nelle linee del parcheggio, presa dall’entusiasmo prese tra le mani il viso di George e lo baciò in maniera passionale, dimenticandosi cosa le avesse chiesto lui poco prima. “Angie, se hai cambiato idea, possiamo andare da qualche parte, potrei trasfigurare la macchina e …”
“George!” gridò meravigliata Angelina, senza staccare le braccia dal collo del ragazzo.
“Angelina!” rispose lui con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
“Da quando pensi solo a quello?” gli chiese la ragazza con cipiglio militaresco, che gli fece ricordare quello di sua madre nei suoi momenti peggiori. Lui sorrise “se fosse per me, non saremmo mai venuti qui a trovare l’idiota …” le rispose cordialmente, lei alzò gli occhi al cielo, si allontanò da lui, togliendo le chiavi e poi disse “per tua informazione, ci saranno mio fratello, mia cognata, Veera, Cassie e suo marito Henry. Non ci sarà solo Na …”
“L’idiota” l’interrupe lui divertito.
Lei scosse la testa, prese la borsa e riprese “forza, scendi; gli altri dovrebbero essere già arrivati!” e con malcelata grazia scese dalla macchina, cercando di non arrancare sui tacchi a spillo. George uscì dall’abitacolo con aria rassegnata, vedeva Angelina fin troppo entusiasta e questo lo rendeva scorbutico: cosa c’era di tanto divertente nel trascorrere una serata in un pub Babbano?
“Quell’aria da vecchio barboso non ti si addice, George!” trillò lei, mentre finiva di aggiustarsi la gonna e si controllava per l’ennesima volta che il mascara non si fosse sciolto. Il giovane Grifondoro non era mai stato un mago paziente, infatti, mentre ancora la sua compagna si controllava nei finestrini dell’automobile, esclamò “per le mutande di Merlino, Angelina! La smetti di comportarti da dodicenne?” si fermò un momento per guardarla, visto che l’aveva colta di sorpresa e riprese “la gonna continuerà a essere sempre troppo corta e quella cosa che hai messo sugli occhi, è ancora lì. Perché ti agiti tanto? Su chi è che dovresti far colpo?” concluse astioso. Angelina sorrise trionfante: era riuscita per l’ennesima volta a tirare fuori quel lato della personalità di George, che più di una volta lui stesso aveva provato a sopraffare. Poi inaspettatamente, si avvicinò a lui e lo abbracciò “non l’hai ancora capito? Gelosone!” scoppiandogli a ridere in faccia. George le lanciò uno sguardo malizioso, prima di prenderla per mano e trascinarla “voglio proprio vedere questo pub, chissà se le cameriere mi rideranno in faccia!” continuò lui. Angelina riprese a ridere “vedremo …!”
Una volta entrati nel pub, George vide un signore, molto probabilmente il proprietario del locale, che faceva segno ad Angelina di avvicinarsi, la quale non mancò di trascinarlo di peso.
“Oh, avanti, George! Non fare il bambino!” e gli scoccò un bacio a fior di labbra, come se volesse suggellare una promessa. Il signore, appena vide il gesto della ragazza sgranò gli occhi e cominciò a sorriderle.
“Ecco spiegato come mai non ti fai più vedere al pub, disgraziata!” la canzonò il signore, nella mente di George, invece, risuonò un campanello d’allarme: da quando Angelina frequentava assiduamente un pub Babbano?
“Steve!” strillò la ragazza, che lo abbracciò, non lasciando la mano di George, l’uomo chiamato Steve, sciolse l’abbraccio e cominciò ad osservare quel ragazzo con i capelli arancioni, domandandosi se fossero naturali o tinti.
“Ragazzo, dì un po’” disse Steve rivolgendosi a George, il quale fu abbastanza sorpreso che un uomo della sua età si rivolgesse in quel modo a lui “dice a me?” chiese titubante.
“Si, proprio a te … devi essere molto fortunato, se questa signorina decide di passare tutto il suo tempo libero con te!” concluse con un ghigno trionfante, mentre Angelina cercava di fare segno a Steve di non rivelare quel piccolo segreto. Infatti, George si voltò verso di lei con  sguardo vispo e malandrino: avrebbe preso in giro Angelina per l’eternità. Steve, notato lo scambio di sguardi tra i due giovani, li informò “gli altri li trovate al solito tavolo …” poi si rivolse esclusivamente ad Angelina “vi porto il solito?”, lei parve riflettere, guardò George e alla fine annuì con il capo “Noi raggiungiamo gli altri … ci vediamo dopo!” trillò, infine.
George sospirò ancora una volta, non aveva mai visto la ragazza così allegra.
“Pronto ad affrontare questa serata in stile babbano?” chiese una sorridente Angelina. Lui la osservò: non moriva dalla voglia di rivedere Nathan, né tantomeno affrontare le sue cugine dopo quel famoso articolo, ma in qualche modo aveva già scelto e avrebbe accettato tutto senza fiatare.
 
Alicia si guardò allo specchio: era dimagrita parecchio negli ultimi tre anni, i suoi capelli erano sempre biondi, ma non più luminosi come lo erano stati un tempo, si era abituata a vedere l’azzurro dei suoi occhi opaco, senza più quel bagliore di vitalità. Si era sentita finalmente libera di poter rivelare quel grande segreto ai suoi migliori amici, a Katie, a Oliver e a Lee. Aveva sofferto parecchio ed era stata molto abile nel mascherare ciò che viveva ogni giorno; aveva provato a dimenticare Fred frequentando altre persone, a uscire con le sue migliori amiche, a divertirsi con le sue colleghe, ma quando aveva letto il famoso articolo pubblicato da Rita Skeeter su Angelina, George e Fred, aveva perso la forza di andare avanti. Era stato un bene che a sorreggerla ci fossero state le persone a cui voleva più bene.
Stava aspettando Lee. Sorrise al pensiero di cenare insieme a lui: erano sempre stati buoni amici e l’idea di provare a frequentarlo, la rallegrava. Non si era preoccupata di apparire particolarmente sofisticata, e nemmeno una donna misteriosa. Lee la conosceva per quello che era, non aveva sentito il bisogno di vestirsi in modo particolare, avrebbero fatto una passeggiata per il centro della Londra Babbana e avrebbero mangiato qualcosa in un Pub. Appena udì suonare il citofono, smise di rimirarsi allo specchio, il suo cuore, inaspettatamente, accelerò. Era una sensazione che non provava da molto tempo, aveva creduto che non sarebbe più stata in grado di vivere. Sorrise e si precipitò a rispondere.
“Si?”
“Alicia, sono Lee. Scendi?” la sua voce suonava metallica, lei era sempre più emozionata.
“Si, arrivo!”
Appena Alicia aprì il portone, sul volto di Lee comparve un grande sorriso. Le aveva chiesto di uscire senza aspettarsi che lei accettasse sul serio.  Ne aveva parlato parecchio con George, e lui stesso gli aveva consigliato di provarci, Alicia era una ragazza intelligente, simpatica, divertente, a volte leggermente insopportabile e con dei modi di fare non troppo femminili, ma sia Angelina sia Katie sia Alicia erano cresciute con loro giocando a Quidditch, non potevano avere la pretesa che fossero delle streghe dall’animo estremamente gentile.
Avrebbe voluto dirle che la trovava bella, ma tenne quel complimento per sé, in fondo si trattava di Alicia, non della prima ragazza su cui doveva fare colpo.
Si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia “Allora, andiamo?” chiese, mentre le porgeva un braccio. Alicia scoppiò a ridere “Merlino, Lee. Sembriamo due nonnetti!” gli rispose sorridendo. Cominciarono a camminare verso il centro, volevano raggiungere Covent Garden e cercare di mangiare lì.
“Come mai sei così silenzioso stasera?” domandò Alicia, lasciando il suo braccio, per aggiustarsi la borsa.
“Sai pensavo al fatto che non avrei mai immaginato di avere un appuntamento con te!” rispose sincero. Alicia sorrise, pensava alle medesime cose e prima ancora che potesse rendersi conto di qualcosa, lui le prese la mano e ripresero a camminare.
 
Parecchie ore e molte birre più tardi, Angelina e George – la ragazza più brilla del mago – entrarono in casa di Christopher e Roxanne in punta di piedi con il timore di poterli svegliare. Angelina camminava scalza visto il suo equilibrio precario, mentre George continuava a domandarsi come mai non l’avesse affatturata quando gli aveva proposto quel week-end folle.  Lei lo prese per mano guidandolo verso la camera in cui lui avrebbe dormito, da solo. 
“A volte dimentico quanto tu possa essere brutale!” esclamò George, una volta al sicuro tra le mura della camera da letto di Angelina. Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata “e allora se sono brutale adesso, cos’erano i miei allenamenti in confronto?” domandò in tono sarcastico.
“Sei conscia anche tu della tua brutalità” affermò lui “fa davvero piacere saperlo!”  
Angelina lo gelò con uno sguardo, mentre tirava fuori dal suo armadio un vecchio pigiama,  dopo aver chiuso l’anta, il suo sguardo cadde su una fotografia: la squadra di Quidditch di Grifondoro del loro ultimo anno. Non si era nemmeno accorta che aveva sospirato e che George le era arrivato alle spalle e la stringeva tra le sue braccia.
“Fred ci torturerebbe se vedesse tutte queste smancerie …” sussurrò George, Angelina sorrise debolmente, “come sta Alicia?”
“Stasera lei e Lee andavano a cena fuori …” si fermò un momento per osservare la foto: Fred e George stavano giocano con le loro mazze da Battitori, “credo che a Lee piaccia Alicia”.
“Penso che starebbero bene insieme” rispose George, mentre cominciava a giocherellare con i capelli della compagna, “Angie, posso farti una domanda?”
Angelina si voltò per guardarlo negli occhi “me ne hai già fatta una, te ne concedo un’altra, solo perché sei tu” scherzò lei.
“Hai mai pensato di fare un provino per qualche squadra di Quidditch?”
Angelina sgranò gli occhi. Quell’idea le aveva sfiorato la mente più di una volta, ma con la Guerra, la ricostruzione, la pace ritrovata, la voglia di stare più tempo possibile con le persone che amava, alla fine erano passati tre anni dall’ultima Battaglia e non era ancora riuscita a far concretizzare quel sogno.
“Ormai, ho perso l’allenamento …” disse abbattuta. 
George, invece, si illuminò “se vuoi, potrei aiutare il mio Capitano preferito!” le disse e le scoccò un bacio sulla guancia, accarezzandole un braccio.
“Lo faresti davvero?” chiese sorpresa Angelina.
“Sembri sorpresa” obbiettò lui.
“Pensavo che tu non volessi …” non ebbe il coraggio di terminare quella frase. Quando parlavano di qualcosa che potesse ricordargli Fred, temeva spesso di urtare la sua sensibilità. In realtà, non avevano mai veramente parlato di lui, anche se più di una volta lo avevano nominato.  George la scrutò cercando di trovare una risposta ai suoi pensieri. Perché ha sempre paura di parlare di te, Freddy?
“Amo il Quidditch e non vedo il motivo per il quale non dovrei aiutarti” rispose, senza dare voce ai suoi pensieri. Angelina non rispose, abbassò lo sguardo e lo abbracciò con più forza. “Fred mi manca ogni giorno di più: quando sono al negozio, quando sono alla Tana e anche quando sono con Oliver e Lee. Se dicessi il contrario sarebbe una bugia.” Le prese il viso tra le mani e le diede un leggero bacio sulle labbra. Angelina non trovava il coraggio di guardarlo negli occhi, ma George continuò “anche se avverto la sua mancanza …” cercò di soppesare le sue parole, non voleva mostrare i suoi sentimenti di più di quanto stesse già facendo, “ho deciso di andare avanti. E dovresti averlo capito …” la rimproverò dolcemente. Visto che sono più di due mesi che non vedo ogni notte il suo corpo senza vita in Sala Grande, ed è solo grazie a te, amore.
Solo dopo aver ascoltato quelle parole, Angelina ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi “ecco, io” non trovando le parole, decise di abbracciarlo e di baciarlo. Non avrebbe voluto separarsi da lui nemmeno per un istante.
 
“Darleen, tesoro, cosa stai leggendo?” Victoria era sempre stata una donna un po’ fuori dal comune, aveva cresciuto tre figlie scavezzacollo, le quali avevano educato le loro figlie nella stessa maniera in cui lei aveva fatto con loro. Erano tutte delle ragazze forti, pronte ad aiutare la loro famiglia e le persone a cui volevano bene, e sempre solidali tra di loro. Lei e suo marito Charles erano rimasti molto rammaricati dalle parole che quella giornalista aveva speso per Angelina, e Chrles stesso aveva mandato una lettera di protesta al diretto della Gazzetta del Profeta. Aveva saputo che Kelly e Margaret ad Hogwarts avessero fatto il possibile per non far trapelare la notizia, visto che Darleen  si era prodigata nell’informarla e di chiederle consiglio. Sua nipote era distesa sul grande divano accanto al camino nel loro salone, era impegnata nella lettura di un libro che la stava appassionando in modo particolare. Infatti, non si era nemmeno accorta che sua nonna si era avvicinata e che le avesse posto una domanda.
“Nonna, per Salazar, mi hai fatto spaventare! Che è successo?” Dalreen si sollevò dalla sua precedente posizione, per guardare in faccia sua nonna.
“Ti avevo chiesto cosa stessi leggendo” sorrise di rimando Victoria.
“Oh, Storia di Hogwarts” rispose lei allegra, recuperando il volume per riprendere la lettura. Victoria sorrise, in fondo tutti loro sapevano quanto Darleen fosse eccitata all’idea di andare ad Hogwarts “non pensi che sia ora di andare a dormire? Domani sarà una lunga giornata …” concluse sospirando.
Il giorno seguente avrebbe avuto tutta la sua famiglia, eccezion fatta per Kelly e Margaret, riunita per un pranzo, sarebbe stato presente anche George. L’ultima volta che aveva parlato con sua figlia Roxanne, le era sembrata abbastanza preoccupata, le aveva raccontato che Angelina e George ora non potevano più fare un passo a Diagon Alley senza che qualcuno non li fermasse, gli occhi dei passanti erano sempre puntati su di loro, e a lavoro Angelina aveva ricevuto parecchie lettere da ascoltatrici impertinenti, curiose della loro relazione e della loro vita privata. Quella settimana più di una volta, aveva ascoltato le due rubriche radiofoniche guidate dalla nipote, e spesso era capitato che Angelina aveva imprecato contro qualcuno in diretta, lei l’aveva trovato spassoso, ma era conscia del fatto che presto o tardi sarebbe scoppiata.
“Cosa ti preoccupa nonna?” Darleen si era seduta e guardava incuriosita la nonna.
“Pensavo al pranzo di domani, Darleen”
“Oh, nonna, volevo chiederti: hai notato anche tu che Cassie ultimamente è un po’ strana?” chiese Darleen, Victoria, invece, fu fulminata da un’ipotesi che non aveva nemmeno lontanamente preso in considerazione.
 
Kelly aveva finito il giro della sua ronda notturna. Si sentiva molto stanca: i compiti, i M.A.G.O alla fine dell’anno, le responsabilità derivanti dalla sua posizione di Caposcuola, e come se tutto ciò non bastasse, i suoi incubi non avevano nessuna intenzione di arrestarsi. Aveva dato una mano nella ricostruzione della scuola subito dopo la fine della Guerra, aveva visto rinascere dalle macerie come una Fenice la sua amata Hogwarts, aveva conosciuto, anche se solo di sfuggita, la maggior parte dei membri dell’Esercito di Silente e dell’Ordine della Fenice. In quelle giornate tanto faticose, si era trovata, più di una volta, a lavorare fianco a fianco con Ginny Weasley. L’aveva sempre ammirata, per la sua forza d’animo, per il suo coraggio, per la sua caparbietà e per la sua forza. Kelly, anche se non era riuscita a raccontarle ciò che lei aveva vissuto in quegli anni tetri nella Casa di Serpeverde, era riuscita a guadagnare la stima di Ginny, perché era stata la prima Serpeverde a voler partecipare alla ricostruzione e la prima che quella mattina così gioiosa, ma anche tanto dolorosa per molti, che aiutava Madama Chips con le persone feriti, con i corpi senza vita delle tante persone che avevano combattuto. Kelly, ad insaputa di Ginny, di Angelina e di George, si era occupata anche di Fred. L’aveva ripulito di tutta la polvere e aveva tolto il sangue rappreso. Era stata un’esperienza terribile per lei, che al suo primo anno ricordava i gemelli Weasley a cavallo delle loro scope nel momento in cui stavano diventando leggenda. Spesso sognava tutti quelli che aveva visto vivi nei corridoi della scuola, e lei puntualmente si svegliava di soprassalto nel suo dormitorio insieme alle sue compagne di Casa, alcune di loro figlie o sorelle degli ex Mangiamorte.  Non si accorse nemmeno che qualcuno aveva cominciato a seguirla, mentre lei si dirigeva nei sotterranei per raggiungere la sua Sala Comune. Si accorse di non essere sola nel corridoio, quando udì dei passi familiari.
“Loson, se fossi in te, non proverei a fare quello che avevi pensato” disse lei atona. Logan sgranò gli occhi all’ombra delle torce, com’era possibile che Kelly non si fosse minimamente spaventata? Lui era rimasto ancora a bocca aperta per la sorpresa. Lei, invece, si era girata dalla sua parte e lo osservava con le braccia conserte “non saresti in grado di spaventare nemmeno Mirtilla Malcontenta.”
“Tu sei simpatica come un Ippogrifo!” rispose prontamente lui.
“Si può sapere perché mi stavi seguendo?” contrattaccò lei, pronta a dare inizio a una delle loro solite discussioni, ormai famose in tutto il castello.
“Io non ti stavo seguendo!” esclamò Logan, irritato. Kelly fece schioccare la lingua, roteò gli occhi e si aggiustò una ciocca di capelli dietro le orecchie “allora, cosa stavi facendo? Il tuo turno è finito due ore fa!” Logan le indirizzò un sorrisetto “così ti ricordi anche quando ho le ronde!” esclamò gioioso come se qualcuno gli avesse detto che i M.A.G.O. erano stati cancellati. Kelly rimase basita “Idiota, siamo Caposcuola, è nostro compito sapere i turni degli altri!” rispose a denti stretti. Kelly stava cominciando ad annoiarsi, la stanchezza stava avendo il soppravvento, e aveva promesso al professor Lumacorno che il giorno seguente avrebbe aiutato degli studenti del primo anno con un compito di Pozioni “hai altro da dire? Sai, vorrei tanto andare a dormire senza sentire altre idiozie” concluse. Logan, per un attimo tentennò “tra tre settimane ci sarà l’ultima uscita ad Hogsmeade dell’anno, mi domandavo se volessi venire con me a fare una passeggiata. In fondo sarà l’ultima volta che vedremo il villaggio da studenti” chiese con aria coraggiosa. Kelly rimase seria il tempo necessario che quella richiesta raggiungesse il suo cervello, poi scoppiò a ridere “dammi un buon motivo per il quale io dovrei accettare!”
“Perché Grifondoro e Serpeverde dovrebbero cooperare?” rispose lui  con aria professionale. Kelly si ammutolì, quella era sempre la solita frase che la Preside McGranitt diceva loro, quando uno dei due non voleva fare qualcosa insieme all’altro.
“Io vado a dormire, Loson. Ho visto e sentito troppe idiozie per i miei gusti, oggi” rispose lei piccata. Logan parve non demordere “perché me lo devi, visto che ti ho aiutato con quell’articolo della Skeeter?” disse, trionfante.
Kelly sgranò nuovamente gli occhi “sei uno schifoso calcolatore!” berciò la giovane strega alterata “e hai sbattuto la testa contro il Platano Picchiatore, questo è scontato!”
Logan sorrise “lo prendo per un si?”
“Buttati dalla Torre di Astronomia, deficiente!”
 
Roxanne Thomposon in Johnson si era abituata a non avere più i suoi figli in giro per casa e inizialmente, quando non si udiva Angelina strillare contro il fratello, si era sentita molto triste. Christopher, al contrario, era riuscito ad abituarsi più velocemente all’assenza di Jacob e Angelina e più di una volta aveva dovuto consolare Roxanne per la loro assenza. Erano una famiglia felice, avevano superato momenti difficili insieme, ma alla fine entrambi erano molto orgogliosi dei loro due figli. Christopher aveva letto anche lui l’articolo di quella giornalista, ma non si era preoccupato molto, aveva conosciuto George e insieme a suo suocero Charles, avevano stabilito che Angelina era stata molto fortunata a trovare un tipo come lui: simpatico, brillante, un gran lavoratore con tanta pazienza per sopportare il carattere, non sempre docile, della figlia. Roxanne, al contrario, conscia di tutti i trascorsi tra Angelina e George, si era fatta prendere dal panico: le piaceva George, ma temeva che a causa di quell’articolo tornassero alla luce alcuni traumi vissuti da entrambi. Per questo, quella notte non aveva smesso di rigirarsi tra le lenzuola, vigile.
“Rox, perché non dormi?” chiese Christopher assonnato.
“Chris, sono le tre e i ragazzi non sono ancora tornati!”
“George è un bravo ragazzo. Ora torna a dormire” le disse in risposta il marito, prima di darle un bacio sulla guancia.
Roxanne gli sorrise, ma non si sentiva serena, così decise di alzarsi, di bere un bicchiere d’acqua e di controllare se Angelina e George fossero tornati o meno.
In punta di piedi raggiunse il piano inferiore, dov’erano situate le camere da letto dei ragazzi. Era tutto buio, le porte chiuse e con passo felpato raggiunse la stanza di Jacob, socchiuse la porta. Era vuota. Probabilmente non erano ancora tornati. Poi, nel silenzio udì un leggero singhiozzo provenire dalla stanza di Angelina. Si avvicinò, aprì la porta e intravide sua figlia e George abbracciati. Angelina dormiva, ma probabilmente stava avendo un incubo, perché vedeva George stringerla tra le braccia, provando a rassicurarla, poi si svegliò e lui le sorrise.
“Era solo un incubo. Stai tranquilla …”
Roxanne trattenne il respiro per non farsi scoprire, era sicura che Angelina e George avrebbero dormito insieme. Richiuse la porta, e si riavviò più serena nel suo letto con la piena consapevolezza che c’era già qualcun altro pronto ad occuparsi di sua figlia.
 
 
 
NdA:
Finalmente sono in vacanza!
Scusate il tremendo ritardo, ma la sessione estiva ha prosciugato tutte le mie forze. Spero che il capitolo sia all’altezza delle vostre aspettative – se c’è ancora qualcuno pronto a leggere le mirabolanti vicende di George, di Angelina e della sua mirabolante famiglia.
Cosa ne pensate di Alicia e Lee? E di Kelly? A lei tengo particolarmente, perché con l’inserimento della famiglia di Angelina, ho cercato di porre dei nuovi punti di vista e delle esperienze di vita diverse da quelle a cui siamo stati abituati dalla Rowling. Spero di non aver combinato un pasticcio e aspetto di sapere cosa ne pensate.
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Angel
 
 
 
 
 
 
  
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