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Autore: cenere41    18/07/2014    1 recensioni
Granducato di Toscana, XVIII secolo. Un amore inatteso, forte, passionale tra due mondi contrapposti, seppur uniti dal potere economico. Una passione che sfida le regole e le convenzioni dell'epoca creando intrighi, gelosie prima dell'atteso finale tra il marchese Alessandro e Lucilla, figlia di un ricco commerciante di seta.
Genere: Avventura, Fluff, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Storico
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- Non comprendo il motivo del vostro rifiuto a lasciarmi andare, padre.- Lucilla era seduta davanti al pesante scrittoio in legno che si trovava nello studio del padre, il quale nonostante la scarsa cultura che lo caratterizzava, aveva voluto che quel luogo fosse uno tra i più vistosi e costosi in circolazione. Difatti anche se egli considerava l'erudizione come qualcosa di inutile nella vita quotidiana, aveva voluto spendere una fortuna per riempire quella stanza di mobili sontuosi e di una ricca e fornita biblioteca: perchè come egli diceva spesso,agli occhi della buona società tutte queste stupidaggini erano importanti e quindi egli vi si adattava solamente per essere in qualche modo accettato tra i loro membri. Ma tutti quegli sforzi erano stati inutili, poichè i nobili mal sopportavano la carenza alquanto notevole di buone maniere e l'invadenza ossessiva del proprio genitore, reo di voler comprarsi a qualsiasi costo un posto tra i ceti più elevati.
- Te l'ho già detto, mi sembra. La settimana prossima è previsto un altro ricevimento a cui voglio che tu prenda parte.-
Rispose l'uomo con un moto spazientito.
-Vi prego padre, ne ho presenziato già a due questo mese...almeno quest'altro risparmiatemelo. Desidero andare a trovare mia cugina. E' da quando si è sposata ed ha lasciato Pistoia, che non ho sue notizie. Le ho spedito delle lettere, ma non ho ottenuto risposta. Francamente sono alquanto preoccupata per lei.- Ribadì la giovane con tono accorato.
-Non ne vedo il motivo!Candida ha accalappiato uno dei migliori partiti del Granducato. E' una contessa adesso, con tutti i privilegi che un tale titolo comporti. Dovresti prendere esempio da lei invece di perdere tempo in stupide ed inutili congetture!- il tono di rimprovero era onnipresente nella voce del genitore, quando le si rivolgeva.
-Ma voi sapete benissimo che la sua unione con il conte Federighi è stata la conseguenza di uno scandalo causato da mio zio e con la vostra complicità, ragion per cui è possibile che il marito si sia voluto vendicare su di lei, per essere stato costretto dagli eventi a sposarla.- Cercò di spiegare la ragazza.
- Adesso smettila! Non ti permetto alcuna critica verso mio fratello e tanto meno verso la mia persona.- Scattò il padre, rosso in viso.- Invece di apprezzare i nostri sforzi per garantirvi un matrimonio facoltoso e un posto in società. Tu e quella sciocca di tua cugina non fate altro che protestare inutilmente. I nobili sono soltanto dei boriosi e sciocchi presuntuosi. Credono che la loro posizione gli dia il diritto a trattare con disprezzo noi altri, che ci siamo guadagnati tutto  lavorando duramente. Ma noi siamo più furbi. Basta vedere come abbiamo messo nel sacco l'arrogante conte Federighi.- Sorrise ironicamente tornando col pensiero a quando, alterando il contenuto di una bevanda, avevano fatto in modo che la nipote, presenziando ad un ricevimento proprio a casa del conte, si sentisse poco bene e che fosse Rodrigo stesso,in quanto padrone di casa a soccorrerla, portandola all'aperto per farla riprendere. Però ciò non era bastato e il giovane si era visto costretto ad allentare lo stretto corpetto per consentire alla ragazza una migliore respirazione. Era stato in quel momento che erano stati sorpresi da una nobile tra le più pettegole del Granducato. In questo modo il suo caro fratello aveva preteso ed ottenuto che il conte salvasse la reputazione della propria figlia nell'unico modo possibile:sposandola.
- Saranno dei presuntosi come dite voi, padre...ma il vostro modo di agire non ci aiuta certo ad entrare nelle loro grazie. Difatti nè io e nè Candida siamo mai state ben accette tra i  nobili, neanche dalle loro giovani rampolle. Ed io francamente sono stanca di essere oggetto di scherno e soprattutto di essere una dama di tappezzeria in quei balli a cui voi tenete a farmi partecipare.-
- La colpa di ciò è tutta tua, sciocca ragazza!- L'apostrofò il padre.- Cerca di comportarti come loro: ridi, anche davanti alle battute più stupide, civetta coi giovanotti....tenta di accalappiarne qualcuno, diavolo di una scellerata ragazza!- Davanti allo sguardo di costernazione della figlia, continuò:-Possibile che l'unica cosa che ti interessi siano i tuoi dannatissimi ed insulsi libri?! A volte rimpiango di averne acquistato tanti...mi sembri un topo da stiva, più che una signorina ben educata! Non curi abbastanza la tua persona...sei sempre in disordine! E cerca almeno di tenere a posto quei capelli! A cosa serve spendere tanto denaro in vestiti e parrucche se non ci metti anche tu un pò d'impegno?!- Terminò in tono secco.
- Se io vi prometto d'impegnarmi di più, come voi desiderate....e se vi giurassi che sarei di ritorno in tempo per il ricevimento a cui volete che partecipi...mi lascereste andare?- Chiese Lucilla con sguardo fermo.
-Ci potrai andare...ma solo dopo il ricevimento in questione e solo dopo che mi avrai dimostrato che hai veramente intenzione di cambiare il tuo modo di essere in società. Come vedi, tutto dipende da te, mia cara figliola!- Asserì il padre con un sorriso malizioso.
 Non appena uscita dallo studio del padre, Lucilla liberò un sospiro sconsolato. Era tutto inutile, il padre non l'aveva mai compresa e probabilmente non l'avrebbe fatto mai. Per lui era di fondamentale importanza che facesse un buon matrimonio, non gli importava d'altro...di certo non le importava la sua opinione, nè la sua felicità purtroppo, poichè il genitore era fermamente convinto che non esistesse ragione di essere infelice ottenendo un posto di rispetto in società. Ma stavolta non si sarebbe piegata al suo volere, pensò caparbiamente. Voleva vedere Candida e lo avrebbe fatto!  Era troppa la preoccupazione che la pervadeva e se avesse dovuto partire di nascosto, lo avrebbe fatto, sfidando persino le ire paterne. Una volta parlato con lei e sinceratesi che stesse bene, sarebbe tornata ed avrebbe partecipato allo stramaledetto ricevimento, placando in tal modo la rabbia del genitore.

-Mi chiedo qual buon vento ti porta di nuovo qui!?- il conte Federighi accolse con un sorriso sornione ed un abbraccio caloroso, il suo fraterno amico Alessandro.
- In realtà morivo dalla voglia di rivedere la faccia da ebete che mostri negli ultimi tempi...soprattutto in presenza di tua moglie, amico mio. Giuro...sei un vero spasso!- Il giovane ricambiò l'abbraccio, rispondendo con lo stesso tono scherzoso dell'altro alla domanda che gli era stata posta.
- Ma non mi dire! Ti credevo impegnato con le tue solite conquiste, marchese. Anzi...pensavo che fossi doppiamente preso in tal senso, visto che non ci sono più io a contenderti le dame più belle del Granducato.- Lo rimbeccò il conte.
-Forse è proprio per questo che la cosa non è più divertente come prima. E poi se non ricordo male non è che te ne accaparrassi più di me. Veramente se non erro te ne ho soffiata più di una ed in più di un'occasione anche.- Lo stuzzicò Alessandro.
- Credo che la tua memoria vacilli, fratello. Ero io che ti portavo via le tue conquiste e molto spesso per giunta!-
-Mah...se lo dici tu!-
In realtà ambedue riscuotevano molto successo tra le dame della nobiltà, sia esse nubili che sposate. Era dotati entrambi di gran fascino e di un notevole carisma, pur avendo caratteristiche fisiche alquanto diverse. Rodrigo era alto e slanciato, con spalle larghe, muscolose e fianchi stretti; gli occhi erano verdi ed i capelli lunghi ricci e biondi, mentre Alessandro era anch'egli molto alto, ma al contrario dell'amico era dotato di un fisico massiccio, senza un filo di grasso, ma con torace possente e gambe muscolose. I capelli anch'essi lunghi e ricci erano però di colore nero e gli occhi, di un blu intenso che gli donavano uno sguardo particolare che mandava in visibilio ogni dama che si trovava al suo cospetto. Entrambi i giovani portavano i capelli legati in una coda di cavallo, come in uso dell'epoca, rifiutandosi però d'indossare le parrucche volute dalla moda attuale.
-Allora...come sta la sposina?- Riprese il marchese.
Nel sentir nominare la moglie, gli occhi del conte si addolcirono ed un sorriso spuntò sulle sue labbra.
-Bene!E molto felice anche!-
- Mi fa piacere...e credo che lo stesso si possa dire di te...no?- 
-Mai stato più felice in vita mia, credimi!- Rispose l'altro.
- Allora non rimpiangi la vita dissoluta che conducevi sei mesi fa?- Lo prese in giro ancora.
-Assolutamente no! Anche se non lo avrei mai detto.-
-Mi scusi, signor conte.- Li interruppe il maggiordomo.- C'è una visita per la contessa!-
Rodrigo corrugò la fronte con fare confuso.- Una visita per mia moglie...a quest'ora del mattino?-
-Sì, signore. E' una signorina che dice di essere una parente della Contessa. Una cugina per l'esattezza.- Specificò il domestico.
- Una cugina? E qual è il suo nome?- Chiese Rodrigo.
- Dice di chiamarsi Lucilla Sereni, signore e chiede di essere ricevuta immediatamente dalla signora Contessa.- Rispose l'uomo con un leggero fastidio.
-Capisco...grazie, Max...dille di attendere.- Lo concedò il conte.
-Che c'è? Perchè quell'aria molesta, Rodrigo?- Lo interrogò il marchese.
-Non aspettavamo visite...e di certo non quella di una parente di Candida e sicuramente non a quest'ora. Purtroppo tale comportamento non fa altro che confermare quanta mancanza di tatto e di buone maniere possiede la famiglia della mia amata moglie...- 
- Che intendi fare, quindi? Mandarla via?- Gli chiese l'amico.
- Non mi tentare! Lo farei con gioia, ma temo che Candida non me lo perdonerebbe mai! Sia come sia, ella ama la sua famiglia.-rispose il conte con tono mesto.
- Devi farmi un favore, Alessandro. - Gli chiese mettendogli una mano sulla spalla. - Ricevila tu, mentre io vado a svegliare mia moglie.Fai gli onori di casa.-
Il marchese esalò un sospiro di fastidio- Va bene, lo faccio per te, ma soprattutto per Candida. Ma cercate di far presto...non credo di reggere molto la compagnia e le svenevolezze di una giovane arrampicatrice sociale.- E detto ciò si avviò a compiere quanto chiestogli dall'amico.
  
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