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Autore: gatta1290    18/07/2014    1 recensioni
una ragazza che vive una vita isolata nella classe del liceo che frequenta. un giorno però accade una cosa imprevista, entra un nuovo alunno nella classe e questo tende ad isolarsi. lei cercherà di fare amicizia con lui e scoprirà una cosa imprevedibile... -Capitolo 7 modificato-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mie dita tremarono.
Non sapevo come fermarle.
Continuavo a leggere il testo e non aver il coraggio di rispondere.
Ma che ti prende ora Maria? È solo un uscita fra amici.
Non riuscivo più a muovere le dita.
Mi arrivò un altro messaggio.
“senti se non vuoi è uguale per me. Dicevo solo per farti piacere”
Presi forza e digitai il testo dopo questi intensi attimi.
“tranquillo esco con te. In fondo mi farà bene uscire un po’”
“perfetto. Allora ci si vede domani mattina! ciao”
Mi girai con la testa verso il soffitto.
Mi stavo chiedendo il perché ero nervosa per un testo del genere.
In fondo eravamo amici. Di che mi stavo preoccupando?

Suonò la sveglia come ogni mattina.
mi alzai e mi vestii con una felpa con cappuccio e pantaloni tipo leggins.
Andai di sotto e feci colazione.
Sfortunatamente una colazione in solitaria stamattina, mio padre era a letto e mia madre immaginavo che fosse ancora fuori per lavoro.
Dopo aver fatto colazione andai di sopra, mi misi le scarpe e presi il mio zaino.
Uscii di casa ma poi mi ricordai che non avevo le chiavi.
Rientrai e vidi l’orologio.
Era un po’ tardi e rischiavo di rimanere fuori dal cancello stamattina, così presi la scorciatoia.
Arrivai davanti al condominio dove abitava Thomas, pensai di aspettarlo.
Si ero in ritardo però forse ne valeva la pena fare un po’ di strada assieme.
Aspettai cinque minuti ma non usci.
Feci per andarmene e in quel momento venne fuori.
Era vestito con una maglietta nera, pantaloni che gli fasciavano le gambe e scarpe da ginnastica.
Alzò lo sguardo e mi vide.
“ehi che ci fai qui?”
“volevo cambiare strada stamattina”
“o volevi vedermi?” – disse con un sorriso
“veramente sono, anzi siamo in ritardo stamattina e questa è la mia scorciatoia”
“sei sicura sia così tardi?”
“certo! Manca meno di un quarto d’ora prima che suoni la prima campanella”
“cavolo non immaginavo fosse così tardi”
“ma non hai una sveglia o un orologio?”
“si ma però mi sa che è indietro. Andiamo”
Mi prese la mano e cominciò a correre.
Sentii brividi e una scarica di emozioni che mi trapassarono il corpo.
A qualche secondo prima del suono della campanella oltrepassiamo il cancello.
Giusto in tempo!
Non so perché ma sentivo di essere scrutata.

“stamattina sono venuti insieme”
“lo vedo”
“e si stanno pure stringendo la mano! Che rabbia!”
“così impari a non provarci prima”
“ma senti qui miss sapientona!”
“beh ma scusa. Si fanno le cose prima che succedano! Non dopo! Poi guarda come sono affiatati!”
“ancora un'altra parola e ti mando all’altro mondo..”

Sentivo tutti gli occhi addosso.
Tutti mi guardavano.
Oddio chissà come ero rossa adesso!
Finalmente entrammo nell’edificio.
“stai bene?”
“si.. perché?”
“forse non lo sai ma sei rossa”
“non so se hai notato i sguardi”
“no, che sguardi?”
“quelli di tutta la scuola!”
“e a te che ti frega?”
“lo so. Non me ne dovrebbe fregare ma però odio stare al centro dell’attenzione!”
“beh dopo un po’ ci fai l’abitudine”
Salimmo le solite rampe di scale e arrivammo in aula.
Io andai al mio posto e lui mi seguì.
“che fai?”
“ti faccio compagnia. Non sopporto stare nelle prime file e poi da qui si vede meglio la lavagna”
Entrarono tutti i compagni e ci guardarono.
Non avevano mai visto un maschio e una femmina vicino?

Arrivò l’ora dell’intervallo.
La salvezza.
Non riuscivo a seguire le lezioni. Avevo la mente sempre persa altrove.
“vieni sulla terrazza?”
“ok”

“certo che c’è davvero una bella visuale qui”
“già. Ma la cosa più bella e che si sta in pace” – disse adagiandosi la sigaretta sul labbro – “allora stasera vuoi che venga io a prenderti?”
“volevi venire tu?”
“guarda, non so se le mode sono cambiate ma io ho sempre visto l’uomo che andava a prendere la donna”
“no. E solo che..”
“non vuoi che io veda i scheletri che hai nell’armadio? Oppure cadaveri?”
“ma figurati. Solo che.. mi sembra strano un appuntamento del genere”
“non hai mai avuto amici maschi”
“già..”
“allora stasera vengo io.. va bene per le 18?”
“perfetto!”
Mentre lo dissi suonò la campanella.
L’orrenda campanella.

Finirono le lezioni e andammo a casa.
Fortunatamente c’era mio padre, aveva anche preparato il pranzo.
“allora come è andata oggi?”
“bene”
“sono contento. Sai stasera c’è una festa giù in paese. Vuoi che ci andiamo?”
“mi dispiace papà, devo uscire stasera”
“con chi? Le tue amiche sono sparite dai tempi del killer”
“un compagno di classe”
“e dove ti porta?”
“non lo so”
“allora sarà una sorpresa! Brava la mia bambina che si sfoga! Quando viene?”
“alle 18”
“bene, così vedo chi è”
“va bene papà”
Finì il pranzo ed andai in camera.
Ero un po’ nervosa per stasera.
Ma possibile che sia nervosa per cose stupide?
Non devo mica uscire con il fidanzato! È solo un compagno di classe!
Però dovrò sempre essere all’altezza.
Cominciai a sfogliare i vestiti che avevo nell’armadio.
  
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