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Autore: Eliatheas    02/09/2008    12 recensioni
Silenzio. Io non parlo. Lei non parla. Tutto questo ci porta alla situazione sopracitata: il silenzio. “Ehm...Ted, ci sei ancora?” E poi anche quello sfuma, lasciando spazio ad un solo sentimento: il disagio. “Ehm...sì. Come va?” Che domanda stupida. Certe volte il livello della mia stupidità sale da -1 a 10 in un solo secondo. Ormai non mi stupisco più. E’ normale, ormai. “Be’...considerando che mi hai svegliato nel bel mezzo della notte, mi hai versato del the bollente sul pigiama e hai rotto due tazze e tre piattini del servizio buono di nonna Molly...direi bene” sentenzia Victoire.
Piccola one - shot su Ted Lupin e Victoire Weasley.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Goffaggine Imbarazzante

Silenzio.
Io non parlo.
 
Lei non parla.
Tutto questo ci porta alla situazione sopracitata: il silenzio.
“Ehm...Ted, ci sei ancora?”
E poi anche quello sfuma, lasciando spazio ad un solo sentimento: il disagio.
“Ehm...sì. Come va?”
Che domanda stupida. Certe volte il livello della mia stupidità sale da -1 a 10 in un solo secondo. Ormai non mi stupisco più. E’ normale, ormai.
“Be’...considerando che mi hai svegliato nel bel mezzo della notte, mi hai versato del the bollente sul pigiama e hai rotto due tazze e tre piattini del servizio buono di nonna Molly...direi bene” sentenzia Victoire, nascondendo un sorrisetto divertito dietro l’espressione impassibile che è adattissima al viso di sua sorella Dominique, ma che lei non riesce ad eguagliare completamente.
“Poteva andare peggio, Victoire” dico, mettendo su un broncio offeso e raccogliendo i cocci del terzo piattino che ho fatto cadere a terra, per poi buttarli rassegnato nella spazzatura. “Avrei potuto ferirti con i cocci”
“Non dirlo” Mi fulmina con i suoi stupendi occhi castani e si siede al tavolo della cucina con la tazza di the che si è versata senza combinare disastri tra le mani. “Potrebbe capitare. Con te non è mai finita”
“Okay, Vic” sospiro, sedendomi accanto a lei e guardandola offeso. “Ora possiamo cambiare argomento invece di dedicarci alla mia goffaggine?”
“Goffaggine?” Victoire mi guarda con occhi sbarrati e la bocca spalancata, ma è bellissima ugualmente. Credo sia leggermente stupita. “Ted, tu sei un’arma di distruzione di massa! Tu sei capace di rompere dieci vasi con un solo movimento! Tu puoi demolire questa casa se non fai attenzione a dove inciampi! E la chiami goffaggine?”
La fulmino con lo sguardo e storco il naso.
“Vedo che sei bravissima a cambiare argomento, Victoire” mormoro, ancora più offeso e lei scoppia a ridere, divertita. “Cosa c’è?” chiedo stizzito.
Lei indica i miei capelli.
“Stai benissimo con questi capelli” sogghigna. Mi guardo i capelli e, devo ammetterlo, sono piuttosto comici. Lunghissimi e neri, ma un nero smorto, che non brilla neanche un po’.
“Non è colpa mia se cambiano secondo il mio umore!” sbotto infastidito, ma poi scoppio a ridere anche io. “E poi io non sono così pericoloso!”
Victoire inarca un sopracciglio, scettica.
“Ted, tu saresti capace di uccidere chi ti sta accanto con un tuo incidente” afferma, molto sicura di sé.
Storco il naso.
Non è vero.
Ok, forse è vero, ma poco.
E’ vero che proprio l’altro giorno ho quasi ucciso James, facendolo cadere dalla scopa sulla quale si allenava, ma lui è ancora vivo e non mi odia.
Ed è vero che qualche giorno fa ho lanciato per sbaglio un vaso nella direzione di Rose e che l’ho colpita in pieno. E che l’ho fatta ruzzolare per una rampa di scale, ma sono cose che capitano. Lei non ha detto niente, anzi, mi ha anche coperto e ha raccontato a sua madre che era semplicemente caduta tirandosi il vaso contro. E’ stata così carina. Mi ha anche sorriso mentre la portavano al San Mungo.
Ma tutto questo non ho intenzione di dirlo a Victoire. Lei la prenderebbe come conferma che io sono pericoloso e scapperebbe lontano da me.
 E io non posso sopportare la sua lontananza.
“Allora come mai non ti è successo niente?” chiedo, con aria di sfida, mentre  i capelli tornano ad essere azzurri, corti e spettinati. I miei soliti capelli.
“Mi hai appena versato una tazza di the bollente sul pigiama, Ted” mi ricorda lei, con un sorriso vittorioso, scostandosi una ciocca di capelli rossi dall’occhio e questo gesto manda le mie palpitazioni molto vicino alle mille al secondo. “Credo che tu abbia una visione del niente piuttosto distorta”
Inclino la testa di lato e faccio una faccia offesa, ma lei scuote la testa e ride.
“No, Ted. Ho ragione. Tu sei pericoloso” dice, tutta contenta di avere ragione per l’ennesima volta. Se non l’amassi così tanto la odierei.
“E allora perché mi resti ancora accanto? Dovresti fuggire a gambe levate” commento alzando le spalle e ordinando a me stesso di non fissarla più del dovuto.
“Nah. Ormai sono abituata a rischiare la vita ogni giorno”
Sorride e io la fisso in adorazione. Come può essere una donna così bella? Non c’èntrano nulla l’ottavo di sangue Veela o i geni francesi di sua madre. E’ lei che è bellissima, con i suoi capelli rossi che le ricadono dolcemente sulle spalle e sulla schiena, con gli occhi castani e grandi e il sorriso sempre sulle labbra. Anche se è bassa e mi arriva a malapena al petto, anche se per guardarla mi devo chinare.
“E poi mica posso lasciarti tutto solo per il semplice motivo che con te rischio la vita?”
“Oh, stai con me perché altrimenti ti farei pena?” chiedo, con un sopracciglio inarcato, mordicchiandomi il labbro inferiore.
“Non voglio lasciarti solo, Ted” Lei sorride e mi stringe forte le mani, mentre io arrossisco furiosamente e credo che i miei capelli siano diventati rosso fuoco.
“Ah” dico solo, mentre mi agito un po’ sulla sedia. “E...perché?”
“Perché mi piaci” ammette Victoire, candidamente, senza neanche distogliere il suo sguardo dal mio viso. Io la guardo stupito e sbarro gli occhi, agitando un po’ la mano sotto la sua.
Mi piaci...in quale senso? Mi piaci come amico o...” Sono talmente stupito che non riesco neanche a parlare. Lei mi guarda divertita, ma non si azzarda nemmeno a venirmi in aiuto. “O come ragazzo? Dimmelo, perché potrei impazzire”
Lei ride divertita e mi guarda, innocente. Non lo fa apposta. E’ come una bambina.
“Be’, quando ero più piccola, tu sei stato il mio migliore amico e mi piacevi come amico. Col tempo, ti ho visto crescere e diventare più alto di me, ti ho visto perdere la testa per quella Melanie di Serpeverde e mi sono sentita invasa dalla gelosia. Ti ho visto cambiare colore di capelli ogni dieci secondi e giocare con i miei cugini. E col tempo, mi sono presa una cotta per te”
La guardo stupito, mentre lei sorride ancora, un po’ rassegnata.
E poi la bacio.
Be’, forse bacio non si può definire. Ho leggermente poggiato le mie labbra sulle sue, con una mano sul suo viso e l’altra fra i suoi bellissimi capelli rossi.
“Diciamo che per me è molto più che una cotta, ma fai finta di non averlo sentito. Non mi piace dire quello che provo. E’ imbarazzante” sussurro sulle sue labbra, mentre lei sorride divertita.
“Ma ti piaccio perché sono bella?” chiede, un po’ contrariata, scostandomi da sé e guardandomi con un sopracciglio inarcato. Io mi siedo di nuovo sulla mia sedia, ma ormai non riesco a stare fermo.
“Ti sei mai chiesta il significato della parola modesta?” le chiedo e lei ride, ma torna subito seria e capisco che aspetta davvero una risposta. “Vuoi saperlo davvero?”
Annuisce, mordicchiandosi il labbro inferiore. Ed è maledettamente bella in questa posa imperfetta, con il volto teso e l’espressione d’attesa.
“Ti amo, Victoire” sussurro, obbligandomi a guardarla negli occhi, per non sembrare troppo codardo. “Ma non ti amo perché sei perfetta o perché hai gli occhi più belli che io abbia mai visto. Ti amo perché sei bella in ogni tuo gesto, intelligente in ogni tua parola, dolce in ogni tuo sorriso, mia in ogni tuo sguardo”
Lei sorride intenerita e si alza dalla sedia. Si siede sulle mie gambe e mi abbraccia, quasi commossa. Mi bacia la tempia, la guancia e, infine, le labbra. Tutto il mondo va a ritmo con i miei battiti. Ed è la sensazione più bella del mondo.
“Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere” mormora, prima di tornare a baciarmi. Io la tengo stretta a me e passo una mano fra i suoi capelli rossi, mentre con l’altra mano accarezzo il suo viso.
“L’esclusiva mi rende euforico!”
Victoire mi guarda con un sopracciglio inarcato.
“Va bene, puoi tornare a baciarmi. Non dirò più nulla”
“Come se ti dispiacesse”

“Oh, ciao Ted. Sei venuto a fare da tata a Louis?”
Louis, dodici anni, campione in carica di “Scombino la cameretta in tre secondi o poco più” mi sorride da dietro suo padre, che mi guarda con un sorriso smagliante.
Povero me, oggi è il giorno della mia morte.
“Ehm...veramente sono venuto a prendere Victoire. Usciamo” rispondo, imbarazzato.
Bill Weasley annuisce sorridendo ancora. Credo che non abbia capito.
“Uscite con i vostri amici?” chiede, mentre mi fa entrare e sorride.
Quel sorriso mi fa paura.
“Ehm...no”
Divento rosso. I capelli diventano rossi.
Tutto diventa rosso.
“Come mai?” chiede il signor Weasley, interessato.
Per Merlino, sono il ragazzo di tua figlia! Ancora non ti è chiaro?
“Oh, ciao!”
Victoire, mia splendente salvatrice!
Victoire, bellissima come sempre, scende le scale con grazia ed eleganza. I lunghi capelli rossi sono sciolti lungo le spalle, il vestito azzurro le fascia delicatamente il suo corpo minuto e...è meravigliosa.
“Ted, perché trattieni il respiro?” mi chiede Bill Weasley, inarcando un sopracciglio.
Secondo te? Perché c’è puzza di Ricciocorno Schiattoso?
“Ciao, Ted” Victoire mi si avvicina, imbarazzata e stringe convulsamente la sua pochette azzurra.
Ma dobbiamo proprio dirlo a suo padre che stiamo insieme? Cioè, stiamo insieme da un giorno, per Merlino.
Be’, ma io la amo da tutta la vita.
“Non uscite con i vostri amici? Come mai?” chiede il signor Weasley alla figlia meravigliosa che è anche la mia ragazza.
Credo che le alternative siano due: o il signor Weasley davvero non capisce o fa finta di non capire.
Non so quale preferire.
“Be’...papà...io...”
Victoire tentenna e io trattengo il respiro, per paura.
“Stiamo insieme” dico infine, buttando fuori tutta l’aria respirata.
“Eh?”
Bill Weasley diventa improvvisamente rosso in viso.
“Ted, ricordati che ti amo” mi sussurra Victoire, mentre il padre procede verso di noi con il passo di un Ippogrifo.
“Insieme?” ruggisce. “Insieme?”
“Be’, dipende dal concetto che intende, comunque, dal concetto che intendo io...sì” sproloquio, senza sapere cosa dire o fare.
Credo che ci rimetterò la pelle, ora.
E il ghigno sadico di Bill Weasley mi fa capire che, per una volta nella vita, ho ragione.
Ma vorrei tanto aver sbagliato anche stavolta.

“Dai, non è andata così male” ridacchia Victoire, divertita, mentre io la fulmino con lo sguardo. Ma non ce la faccio a rimanere arrabbiato con lei per più di tre secondi, quindi rido anche io.
“No, tuo padre mi ha solo fatto una ramanzina coi fiocchi” ribatto, sistemandomi il colletto della camicia e prendendo la mano di Victoire.
“Poteva andare peggio” dice lei, con un sorrisetto di scuse.
“Non so decidere se il fondo lo abbiamo toccato quando ci ha chiesto da quanto tempo stavamo insieme o quando ci ha raccomandato di prendere le dovute precauzioni prima di...com’è che ha detto?”
“Prima di amarci completamente” risponde la mia ragazza.
Io e lei ci guardiamo, poi scoppiamo a ridere.
“Ah, già”
“Io credo che la parte migliore sia stata quando ci ha detto che in casa nostra non avremmo potuto amarci completamente. Era leggermente furioso”
“Poteva andarci peggio” ripeto, prendendo il viso di Victoire fra le mani e baciandola sulle labbra.
“Non dirlo” sussurra lei, ad un soffio da me. “Con te non si può mai sapere. Vogliamo parlare della tua goffaggine?”

 

Ok, lo so.
E’ stupidissima.
Però Ted Lupin mi piace da impazzire e volevo provare a scrivere qualcosa su lui e Victoire.
Spero vi piaccia.

   
 
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