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Autore: layla84    02/09/2008    5 recensioni
Harry, dopo aver sconfitto Voldemort, partecipato ai processi, fatto sbattere ad Azkaban la maggior parte dei Mangiamorte ancora in libertà e aver fatto destituire i Dissennatori si era dato alla macchia. Nel senso che, da un giorno all’altro nessuno, nemmeno i suoi più cari amici, aveva più avuto sue notizie. Ed ormai erano passati sei anni..
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Finalmente sono riuscita a pubblicare anche i secondo capitolo.
Era già scritto fa un po’, ma ero talmente presa da ‘Step by step’ che in questi giorni non avevo il tempo di revisionarlo per poi poterlo postare.
Mi scuso per il ritardo, sperando di farmi perdonare con questo primo confronto tra Draco ed Harry.
Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate e se la storia vi piace :)
Vi aspetto alla fine del capitolo per la risposta ai vostri commenti.













Si ritrovarono faccia a faccia.
Otto anni dopo aver combattuto contro.

L’ultima volta che si erano visti era stato il giorno della battaglia.
Non si erano incontrati nemmeno il giorno del processo e adesso se lo ritrovava davanti in una discoteca, in un locale babbano..ma che ci faceva Malfoy in una discoteca, per la miseria?

“Uh..Potter?”
Testa leggermente inclinata di lato, capelli biondi liberi dal gel – finalmente – che rilucevano sotto tutte quelle luci colorate arrivando a circa metà del collo.
Camicia grigia, colletto appena slacciato che lasciava intravedere la pelle candida.
Malfoy era uno schianto, questo lo doveva ammettere.
Era poco più alto di lui e Harry si riscoprì incatenato al suo sguardo.
Niente cattiveria nei suoi occhi, soltanto tanta, tanta sorpresa e non sapeva come interpretare quell’occhiata.
L’unica cosa sicura era che in quegli anni gli occhi di Draco erano diventati meno freddi e sicuramente più magnetici.

“M-Malfoy..”
Non ne voleva sapere la sua stramaledettissima voce di restare calma.
Cominciò a sentire un leggero sudore freddo dietro al collo rendendosi conto della pericolosità della situazione.
Doveva andarsene via di lì più in fretta possibile prima che l’altro gli combinasse qualche brutto tiro, solo che al momento non riusciva a muoversi da quella posizione.
Quasi non sentì la voce di Fred dietro il bancone.
“Vi conoscete voi due, Harry? Perché ti ha chiamato Potter?”
“…”
“E’ un soprannome, abbiamo frequentato la stessa scuola”
A quelle parole il moro alzò lo sguardo su quello del biondo, ma gli occhi grigi erano tornati del solito freddo ed altezzoso colore che Harry conosceva bene.

Però gli aveva tenuto il gioco.
Solo che lui lo sa bene, i Malfoy non fanno niente, senza volere qualcosa in cambio.

“Su Harry” disse il biondo calcando di proposito il suo nome con un sopracciglio alzato “sono anni che non ci vediamo, che ne dici di andare a farci due chiacchiere?”
E senza dargli il tempo di rispondere lo strattonò per un gomito e lo costrinse a seguirlo.
“Barista! Porta i drink al divanetto laggiù e di ai miei amici che mi farò vivo io con loro domani!”
Disse soltanto, spingendo velocemente Harry per la pista senza curarsi di controllare che Fred avesse capito quello che gli aveva chiesto.

Il moro si voltò curioso verso il punto indicato del Serpeverde per vedere chi fossero questi ‘amici’ di Malfoy.
Gli si gelò il sangue nelle vene: Blaise Zabini e Pansy Parkinson se ne stavano tranquillamente tra loro a parlottare in un punto appartato del locale.

Chiedendosi da quando i purosangue come loro frequentassero certi posti si ritrovò ben presto all’aria aperta.
Il fresco della notte lo riscosse subito.
Più o meno dovevano essere state quasi le 2, a quell’ora pochissime macchine passavano anche da quella zona centrale e fuori dalla discoteca un paio di ragazzi si stavano organizzando per ritornare a casa.
La maggior parte delle persone erano ancora dentro a divertirsi.

Si voltò verso Malfoy per capire che intenzioni avesse e se si doveva preparare a combattere.
Nemmeno vide la mano che lo sbatté violentemente contro il muro, sentì solo il rumore sordo delle sue spalle contro la pietra dura.
Doveva ammettere che si trovava in una situazione delicata, schiacciato tra Malfoy e quella sudicia parete, gli occhi del biondo ridotti a due fessure ed una rabbia trattenuta a stento che lo inchiodavano sul posto.
Malfoy non gli aveva fatto mai paura, ma in quel momento quello che provava si avvicinava sicuramente a quella emozione, più che a tutte le altre.
Sentiva la mano del biondo tremare sopra il suo giubbotto di pelle e rinunciò a qualsiasi azione da parte sua, conscio che il biondo in quel momento avrebbe anche potuto ucciderlo.
“Spiegami Potter” il ringhio basso che uscì dalla sua bocca fu solo un sussurro “spiegami che cazzo di fine hai fatto in tutti questi anni e soprattutto spiegami, perché non capisco, che diavolo ci fai in un posto come questo se tutti ti credono morto?”

E finalmente Harry sentì sottopelle una scossa, l’adrenalina di nuovo in circolo, il cuore che batteva forte nel petto, il fiato corto.
Si sentì vivo, per la prima volta dopo anni.

Spintonò lontano Malfoy, si risistemò con un gesto della mano la giacca stropicciata e guardò l’altro con evidente sarcasmo.
Se pensava di trovarsi davanti il vecchio ‘Potter’ si sbagliava di grosso.

“Non penso Malfoy, che una sola di queste cose siano affar tuo” iniziò con una voce così calma che si stupì della propria bravura “non credi?”

Quanto gli mancava litigare con Draco Malfoy.

Il biondo come ovvio che fosse non prese affatto bene l’ironica risposta dell’altro e si avventò su di lui con la chiara intenzione di picchiarlo e lui non se lo fece ripetere due volte.
Non chiedeva niente di meglio che una sana scazzottata con Malfoy.

Il primo pugno che andò a segno fu quello di Harry, impattò violentemente contro la mascella del biondo che dovette voltare la testa per incassate il colpo e il moro ne approfittò per spintonarlo lontano.
Draco si mantenne in equilibrio e si ributtò su di lui, facendo ruzzolare entrambi a terra e approfittandone per colpirlo allo stomaco con un paio di pugni.
Andarono avanti per una decina di minuti a suon di pugni e spintoni, fregandosene delle persone che li osservavano incuriosite poco lontano.
Smisero solo quando, entrambi stremati, si accasciarono a terra, l’uno accanto all’altro.

Ci erano andati giù pesanti ed erano entrambi conciati piuttosto male, sopratutto Draco che aveva un sopracciglio spaccato e un labbro gonfio.
Il moro lo fissò un attimo, soppesando la situazione, poi sfilò la bacchetta da sotto la maglietta e la puntò con sicurezza contro il viso del biondo che in risposta allargò gli occhi, allarmato.
Malfoy non ebbe il tempo materiale di fare alcunché che Harry con un paio di semplici incantesimi aveva già guarito le sue ferite e lo aveva ripulito dal sangue, apprestandosi poi a fare lo stesso per se.
“Al diavolo sfregiato, pensavo mi volessi lanciare un Oblivion..”
“E chi ti ha detto che non lo farò?” sogghignò ironico guardandolo con la coda dell’occhio e vedendo che anche l’altro lo stava fissando.
Poi Malfoy sospirò e si passò stancamente una mano sugli occhi.
Una volta riaperti lo sguardo era completamente diverso, come se quei pochi istanti fossero serviti per riprendere il controllo della situazione.
“Sei rimasto il solito stupido..ma per favore!”sbottò abbassando la mano di Harry, mentre questi teneva la bacchetta puntata contro se, il moro lo guardò, stupito dal gesto.
“Faccio io. Imbranato come sei non riuscirai a riaggiustarti il naso. Si Potter non mi guardare così, ti ho rotto il naso” rispose poi all’occhiata eloquente di Harry.
“E’ già la seconda volta..”
Solo un secondo più tardi, dall’espressione confusa di Draco capì di averlo anche detto, oltre che pensato.
“E ci sarà pure la terza se non stai fermo”alzò la bacchetta e pronunciò vari incantesimi in sequenza.
Harry senti un formicolio al naso e se lo tastò per valutare il lavoro di Malfoy.
“Sembra a posto..”
“Ovvio”
Draco lo scrutò di nuovo con quello sguardo indecifrabile, poi si alzò tendendogli la mano, mano che Harry afferrò senza pensarci su nemmeno un attimo.
Solo un secondo più tardi si rese conto di essere caduto in trappola.
Vide l’altro non accennare a mollare la presa e si divincolò inutilmente, ma ormai il biondo lo aveva in pugno.
“Tutto inutile Potter non mi scappi ora!” con un ghigno di soddisfazione il Serpeverde gli mostrò le due bacchette che teneva in mano, aggiungendo “adesso, volente o nolente, mi racconti tutto..andiamo”
Non ebbe quasi il tempo di notare la stretta di Malfoy, talmente forte da spezzargli per poco il polso, che la solita – odiosa – sensazione di strappo all’ombelico diede inizio alla smaterializzazione.

L’unica cosa vagamente sensata che passò nella mente di Harry in quel frangente fu l’idea alquanto bizzarra di poter apparire a Malfoy Manor, davanti a Lucius e Narcissa.





Invece, smentendo le sue aspettative, si smaterializzarono in una bella casa molto spaziosa, nel salotto per l’esattezza.
Draco lo mollò con uno strattone e, bacchetta alla mano, bisbigliò verso le pareti un qualche incantesimo indefinito.
Poi si buttò sul divano in pelle blu a tre posti che si trovava davanti a Harry e disse solo uno “Spiega” che non era né una domanda né non una richiesta ma solo un ordine, in puro Malfoy-stile.

Prima di rispondere Harry cercò di fare chiarezza nei suoi pensieri, visto che era successo tutto talmente in fretta che non aveva avuto nemmeno il tempo di valutare una contromossa.
Al momento si trovava alle strette, questo era chiaro, gli incantesimi pronunciati da Malfoy gli impedivano di smaterializzarsi fuori da li, senza contare che la sua bacchetta era stretta nella mano del biondo.
Non capiva cosa poteva volere da lui il Serpeverde, perché qualcosa Malfoy la voleva, sicuramente, altrimenti non si sarebbe scomodato a portarlo fin lì.

Per prendere tempo si guardò in giro.
Quella era proprio una bella casa.
Arredata bene. Tra lui e il divano c’era un basso tavolino in vetro, a coprire il pavimento un bel tappeto che sembrava decisamente costoso.
Sulla parete accanto, opposta rispetto all’ingresso si trovava la cucina.
Da quell’angolazione Harry poteva vedere solo qualche sedia e una parte del tavolino in legno scuro.
Si, era una casa decisamente bella, per gli standard babbani.

Ma che ci faceva Malfoy in una casa babbana??

Un sorriso strafottente comparve sul suo volto, visto che ormai era in gioco, tanto valeva giocare secondo le sue regole allora.
“Sai Malfoy non ti ho mai sopportato e stasera avrei preferito incontrare chiunque al posto tuo. Nonostante tutto non sono così ingenuo da non capire che non ho possibilità di scelta, quindi ti propongo uno scambio, tu mi spieghi che ci fai qui” e seguì le sue parole con un gesto eloquente delle mani “e io ti racconterò cos’è successo a me”
Sprofondò sul divano di fianco al biondo, poggiando sfrontatamente i piedi sul tavolino basso e beccandosi un’occhiataccia dal padrone di casa.

“Potty, prima cosa giù le tue zampacce dei miei mobili, secondo non sei tu qui a dare ordini, se non te ne fossi accorto questa è casa mia e terzo..ok ci sto, però poi voglio un resoconto dettagliato e completo su cosa cavolo hai combinato per non farti trovare da nessuno.”
La voce aveva mantenuto la solita inflessione strascicata ma lo vide trattenere la rabbia serrando le mani che teneva sulle gambe in pugni.
Malfoy doveva star facendo appello a tutta la sua volontà per non ricominciare a prenderlo a pugni, visto che le nocche erano nuovamente sbiancate fino a diventar ancora più bianche del solito, nonostante tutto però aveva accettato la sua proposta.
La cosa lo stupì non poco, c’era qualcosa di indefinito nel comportamento del biondo che non riusciva ad afferrare.
Qualcosa che aleggia nell’aria, ma che non riusciva a mettere ben a fuoco.
Ed Harry, in vita sua, aveva imparato che fidarsi del suo istinto era quasi sempre la soluzione migliore.
Lo osservò, pronto a notare il minimo indizio che lo potesse portare sulla giusta strada, ma Malfoy continuava a guardare il vuoto davanti a se, come a cercare le parole più adatte per iniziare.

Un silenzio teso aleggiò per qualche secondo, prima che il biondo cominciasse a parlare.
“Ti ricordi il processo, quello al quale hai deposto? Prima che tu uscissi completamente fuori di testa intendo..”

“Contro di te e la tua famiglia?” rispose Harry senza raccogliere la provocazione.

“Esatto quello! Sono stato assolto da tutte le accuse e così anche mia madre e..mio padre” lo vide arrischiare un’occhiata in sua direzione a saggiarne le reazioni.

“Tuo padre si è comprato la giuria?” domandò soltanto.
Draco lo osservò per un momento con un sopracciglio alzato “Secondo te? Ovvio Potter! Pensavo ti saresti infuriato venendone a conoscenza”
“Non sono affari miei, non più..non vedo perché dovrei prendermela per una cosa che non mi riguarda”

“Sei veramente cambiato Potty”
Era una semplice affermazione, il tono usato era quello monocorde che tante volte aveva sentito usare a Malfoy in classe o in sala grande, solo che adesso c’era una nota in più a colorare quella voce, qualcosa di indefinito, che stonava con il testardo atteggiamento d’indifferenza del biondo.
Sembrava quasi un tono..triste? Possibile?

“Pure tu Malfoy” disse accennando nuovamente all’appartamento e riprendendo il discorso, tranciando di netto i fili dei suoi pensieri.

Pensare troppo a volte fa male.

La sua attenzione comunque venne ben presto catturata nuovamente dal racconto di Draco.
“E’ estremamente semplice. Una volta scagionato completamente da tutte le accuse mi sono cercato un lavoro, ho fatto un concorso al Ministero e mi hanno preso. Su Potter non fare quella faccia, non ho comprato nessuno per averlo, che tu ci creda o no! Comunque, nello stesso periodo ho deciso di andarmene da casa dei miei, vivo qui da quasi cinque anni e mi ci trovo bene. In realtà la vita che fanno i babbani mi piace abbastanza”

Harry lo osservò nuovamente con fare ironico, a fargli capire che non si era bevuto nemmeno una parola.

“Ok, ok! In realtà nel modo magico la famiglia Malfoy non è ancora ben vista, sai ex Mangiamorte e cose simili ed io per questioni di immagine ho dovuto far finta di troncare ogni rapporto con loro. E’ stata l’unica condizione imposta dal Ministero per potermi assumere. Questo era una casa che apparteneva alla mia famiglia già da un po’ e che nessuno collegherebbe mai a mio padre, visto che è in una zona completamente babbana. Nonostante tutto ovviamente i primi tempi la maggior parte dei colleghi non mi degnava di uno sguardo”
Lo sguardo di Harry rimaneva fisso sul viso dell’altro a valutarne ogni minimo cambiamento, ogni singolo tratto accennato, ma il volto candito rimase una perfetta maschera di immobilità.
Solo gli occhi vagavano per la stanza, quasi a scatti, a nascondere un disagio nascosto.

“Le cose adesso però sono migliorate” il tono di Malfoy divenne di colpo più allegro, quasi orgoglioso, mentre riprendeva a raccontare “Sono stato promosso da poco, sto facendo una brillante carriera all’interno del Ministero e ultimamente tutti cercano di ingraziarsi i miei favori. Non mi trasferisco perché beh, ormai mi sono affezionato. In realtà alcune cose dei babbani non sono male, sul serio. E..e..”

“E cosa Malfoy?”

Forse il tono era risultato più duro di quello che intendeva perché Draco alzò su di lui uno sguardo risentito e lo fulminò con i suoi occhi argentati.
“E forse non te ne sei mai accorto Potter, troppo preso a pensare ai tuoi problemi, ma la guerra non ha cambiato solo te. Vedere la morte in faccia ha cambiato anche le mie priorità e si, non ho problemi ad ammetterlo, in passato sono stato uno sciocco, stupido, arrogante ragazzino. Però sono fiero di quello che sono diventato. Tutti sono andati avanti dopo la guerra, a quanto pare solo tu sei rimasto ostinatamente ancorato al passato ed al bambino odioso che eri a Hogwarts”

“Io non ero..Malfoy non sai di cosa parli!”

“Oh si che lo so, lo so benissimo. Sei rimasto il ragazzo complessato che eri un tempo, troppo preso dalle tue paranoie da non accorgerti di chi ti stava intorno!”

“Sono cambiato..”

“Non che no-“

“Sono cambiato, Malfoy, non sai quanto!” la voce vacillò mentre soppesava la possibilità di raccontare tutto al biondo, poi ci rinunciò concludendo in un sussurro “Non ne hai nemmeno una vaga idea!”

Harry dalla sua posizione non riusciva a vedere lo sguardo dell’altro e per cambiare discorso ed evitare ulteriori domande si decise a mantenere il patto, per poi sparire il più velocemente possibile da quella città.

Era stata una pessima idea tornare a Londra.

“Non hai idea di quello che ho visto durante la guerra, di TUTTO quello che ho visto. Tu sapevi che avevo una connessione con Voldemort, no?” lo guardò e vide che sussultava a quel nome.
Prese il suo silenzio come un si e continuò imperterrito.

“Spesso durante la guerra la connessione si apriva e io potevo vederlo mentre torturava o uccideva, ho visto anche te, sai? Ti costringeva a torturare un prigioniero ed eri così spaventato.. ed io tutte le volte me ne stavo lì, inerme, senza poter far niente, senza aver il minimo controllo sulla cosa e mi odiavo per quello. Tu, tu e le altre persone che vedevo, tutti quelli che morivano, soffrivano, solo per colpa mia. Poi c’è stata la battaglia e davvero lì ho pensato di non farcela ad un certo punto.
E’ stato dopo aver scoperto il tradimento di Silente che mi sono ripromesso che, nel caso fossi sopravvissuto, me ne sarei andato lontano da tutti e tutto, almeno per un po’.

Lontano dal dolore.

All’inizio pensavo di tornare, di restare fino a che non mi fossi ripreso, ma poi i giorni passavano, diventavano settimane mesi e man mano mi sentivo meglio.
Finalmente ho avuto modo di essere me stesso, di fare quello che fanno tutti i ragazzi della mia età. Sono riuscito a divertirmi senza sentirmi addosso tutte le responsabilità che mi avevano riversato dopo la fine della guerra e senza il Ministero che ogni giorno mi voleva a disposizione per i loro affari.
Semplicemente, per una volta, ho pensato solo a me stesso. E non me ne pento per niente. E’ un bel modo di vivere, dovresti provarlo anche tu”

“E la bacchetta?” lo incalzò il biondo senza cadere nella sua provocazione.

“Incantata. Magia antica. Ho fatto un incantesimo perché non localizzassero me o la mia magia oltre che la bacchetta”

“Ci devi aver pensato a lungo” Una semplice affermazione.

“Si, ma la fuga è stata una decisione istintiva. L’incantesimo era pronto da un po’, quel giorno mi sono semplicemente deciso, non so perché. Comunque ecco, questa è la mia storia Malfoy, soddisfatto ora?”
Erano a pochi centimetri di distanza, le gambe di Harry allungate sul tavolo di fronte sfioravano di tanto in tanto un ginocchio del biondo.

“Abbastanza direi..e adesso Potter?” Malfoy aveva poggiato il collo al divano, chiuso gli occhi e reclinato la testa all’indietro.
Da quella posizione la voce gli era uscita dalla gola particolarmente bassa e roca.

Harry si spostò rapidamente da lì, come un animale braccato, facendo trasalire l’altro.
“Adesso cosa? Cosa intendi Malfoy?”

“Adesso intendi tornare?” Gli occhi di Draco si conficcarono nei suoi con precisione assoluta.
Non ammettevano menzogne, quegli occhi.

“No, assolutamente! Il fatto che tu mi abbia scoperto non vuol dire niente, anzi. Io faccio quello che voglio e al momento non ne ho nessuna intenzione. In realtà penso che non lo vorrò mai”

“Vuoi scappare per tutta la vita per caso?”

“Non sto scappando Malfoy!” Il suo fu un ringhio basso “E se anche fosse, te lo ripeto, non sono affari tuoi”

“Però ci sono persone che aspettano il tuo ritorno” Il tono dell’altro secco e pungente, forse anche un po’ arrabbiato, proprio come il suo.

“No che non ce ne sono. Tutti mi pensano ormai morto” Affermò il moro, giusto per chiarire il concetto.

“Lo pensi davvero? In effetti è strano, pensavo che la prima cosa che mi avresti chiesto fossero notizie dei tuoi amici”
Il moro scrollò le spalle indifferente.
“In realtà non è che mi interessi particolarmente di loro. Ultimamente non provo interesse quasi per niente” vide il sopracciglio biondo dell’altro inclinarsi in una curva perfetta verso l’alto e si affrettò a spiegare.

“Te l’ho detto adesso penso solo a me. Non mi interessa cosa fanno Ron ed Hermione, come stanno o cosa pensano. Non sono affari miei. Non più.”

“Hanno avuto un figlio” accennò appena Draco mentre si spostava di lato i ciuffi che gli nascondevano lo sguardo, cercando di cogliere un minimo cambiamento nel volto del moro “Ha quasi un anno adesso, si chiama Harry James Weasley”

Avesse ricevuto quella notizia qualche anno prima probabilmente Harry sarebbe corso da loro per vedere il piccolo appena nato almeno una volta.

Ma a quanto pare quella parte di lui è stata persa per sempre perché adesso non prova assolutamente niente. Vuoto totale.

“Saranno dei buoni genitori così come sono stati dei buoni amici, non posso far finta di essere qualcuno che non esiste più però. Il loro amico Harry Potter è realmente morto, l’ho ucciso io stesso il giorno in cui me ne sono andato via. Se ne sono fatti una ragione loro, perché tu no?” chiese infine, infastidito per tutta la situazione assurda in cui si trovava.

“Perché io, a differenza loro, ho rivisto lo sguardo di Potter, più volte, stasera. Potter non se ne è andato, semplicemente è stato rilegato da qualche parte dentro di te!”
Harry non riuscì a commentare, semplicemente rimase lì ad osservare Draco, seduto su quel grande divano blu scuro che contrastava terribilmente con i suoi capelli biondi.
Si studiarono, in silenzio, dopo anni di lontananza, fino a che il moro decise di averne abbastanza.

Era stato fin troppo accondiscendente.
Era stato ai patti e gli aveva spiegato in parte le motivazioni che l’avevano spinto ad andarsene e adesso l’unica cosa che voleva era mettere più chilometri possibili tra lui e il Serpeverde.
Ovviamente non gli aveva detto degli incubi.
Non ci teneva a far sapere una cosa così importante, specialmente a Malfoy, ma il biondo sembrava ugualmente soddisfatto delle sue risposte.

Si alzò con calma sentendo che l’altro lo seguiva con lo sguardo.
Si voltò in sua direzione e lo osservò un attimo prima di parlare.

“Adesso, visto che sono stato un bravo bambino e ho fatto quello che mi avevi chiesto fammi uscire di qua. Avrei di meglio da fare che starmene qui con te, la discoteca mi aspetta!”

Probabilmente era stato il tono canzonatorio del moro, oppure il suo modo di fare strafottente, fatto sta che per una volta Draco Malfoy rimase senza parole e gli rese la bacchetta senza mostrare nessun tipo di reazione alle sue parole.
Lo accompagnò semplicemente alla porta e vi si appoggiò invitandolo ad uscire.
Harry pensava di aver quanto meno raggiunto il livello del biondo in fatto di indifferenza e furbizia, ma dovette ricredersi quando la voce del Serpeverde lo raggiunse mentre stava già sul vialetto in procinto di smaterializzarsi.

“Hey, Potty Potty! Non crederai davvero che dopo stasera tu possa andartene indisturbato da qui, vero?? Dimmi..quanto sei disposto a pagare per la tua liberta?” il tono era identico a quello che nei corridoi di scuola lo prendeva perennemente in giro.
“Cosa??”
Mentre il moro lo osservava confuso, Malfoy chiarì il concetto.
“So il tuo segreto Potter, non penserai davvero che me lo terrò per me solo per farti un piacere. Dovrai pagare il mio silenzio e per farlo dovrai sottostare ai miei ordini”

“Tu sogni Malfoy! Perché mai dovrei? Mi basta smaterializzarmi per..”
“..per far si che io vada al Ministero e racconti a tutti di questa magia antica con cui ti sei nascosto in tutto questo tempo. Non penso ci impiegherebbero molto a capire di cosa si tratti sai?”
“Non puoi..”
“Si che posso Sfregiato. Io sono un Serpeverde, ricordi? Mai fidarsi dei Serpeverde”

Dopotutto un Malfoy è sempre un Malfoy.
Certe cose non cambiano mai.

La rabbia pervase Harry dalla testa ai piedi. Se lo sarebbe dovuto aspettare!
Stupido lui a confessare una cosa così importante come se niente fosse.
Cosa stava pensando, mentre spiattellava a Malfoy tutto il suo piano??
Se fossero venuti a conoscenza di quell’incantesimo avrebbero potuto rintracciarlo facilmente.
L’aveva incastrato, dannazione.

Si voltò piano verso il biondo, gli occhi socchiusi e le mani strette a pugni lungo i fianchi.

“Cosa vuoi Malfoy?”

La voce del biondo gli parve ancora più strascicata del solito mentre pronunciava la sua condanna.
“Voglio tenerti sotto controllo, almeno finché non mi stanco. Le condizioni sono queste e tu non hai possibilità di scegliere Potter. Ovviamente non andrai da nessuna parte, rimarrai a Londra e farai tutto quello che ti dirò, ogni volta che ti chiamerò dovrai correre ed essere sempre a mia disposizione e poi..qualcosa mi verrà in mente strada facendo, non preoccuparti, sarà divertente vedrai!”

Harry scattò così in fretta che Draco quasi non lo vide, si ritrovò le mani del moro che stringevano il suo colletto e la faccia del Grifondoro a due centimetri dalla sua.
“Perché?”
“Perchè l’idea di poter comandare a bacchetta il salvatore del mondo magico mi diverte Potter, nient’altro”
“Io non accetterò mai ordini da te..”
Il biondo se lo scrollò di dosso con uno scossone e fece un passo indietro, per poterlo vedere meglio negli occhi.
“Bene, fa come credi allora. Domani, alle 17,00 alla caffetteria davanti la discoteca di stasera. Vedi di essere puntuale. Altrimenti capirò che non ti interessa mantenere l’anonimato e mi comporterò di conseguenza, a te la scelta”
Detto questo si richiuse la porta alle spalle e lasciò Harry da solo nel piccolo vialetto, immobile come una statua di sale.

Voleva emozioni forti, ecco, Malfoy lo aveva accontentato.

Se ne tornò direttamente al suo appartamento, livido di rabbia.
Se Malfoy pensava sul serio di poter dar ordini a lui si sbagliava di grosso.
Sarebbe bastato un suo Oblivion ben fatto ed il biondo si sarebbe dimenticato tutta quella serata.
Harry non lo aveva fatto semplicemente perché il modo di fare del biondo lo aveva incuriosito non poco e voleva scoprire cosa nascondesse, perché sicuramente c’era qualcosa dietro a tutto quello.
Non era poi di poco conto il fatto che rispetto al principino viziato che Harry ricordava, il Draco Malfoy che aveva incontrato quella sera era profondamente cambiato.
Tutti gli anni passati a litigare per qualsiasi cosa, a combattere in schieramenti opposti, a sopportare le cattiverie gratuite del biondino avrebbero dovuto far si che Harry non gli rivolgesse nemmeno la parola, nonostante tutto invece c’era qualcosa in quegli occhi grigi che Harry non riusciva proprio ad interpretare ma che lo faceva essere sicuro del fatto che il cambiamento avvenuto nel biondo dovesse essere più radicale di quanto dava a vedere.

Ecco, proprio in base a quella sicurezza, anche sapendo di andare incontro all’enorme rischio di vedersi smascherato, Harry decise di tenergli il gioco, almeno per un paio di giorni.
Solo per vedere se la cosa potesse risultare divertente o meno, si disse.
Se le cose avessero preso una brutta piega gli sarebbe bastato l’incantesimo di memoria, per poter sparire di nuovo nel nulla.
Povero Malfoy, non sapeva con chi aveva a che fare e se pensava di aver trovato Potter si sbagliava di grosso.
Harry Spungen non era di certo come il ragazzino Grifondoro che conosceva.
Il biondo avrebbe avuto una brutta sorpresa probabilmente.












Passiamo subito a rispondere ai commenti sia quelli fatti al prologo che quelli fatti al primo capitolo^^

Per antote: Sono contenta ti sia piaciuto l’inizio della storia, vedrai che con questo secondo capitolo le cose si cominceranno a delineare maggiormente. Spero che questi primi chap siano stati all’altezza del prologo :)

Per Maira_Hermione96: Mi fa piacere ti piaccia la storia e spero seguirai anche i prossimi capitoli ;) Grazie mille per i complimenti!!

Per ragazza silenziosa: In realtà ho creato questa storia proprio attorno all’immagine di un Harry più adulto e decisamente più menefreghista, cercando di dimostrare come appaia cambiato anche a chi come Ernie lo aveva conosciuto, al punto da essere quasi irriconoscibile. Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo..ti piace il ‘nuovo’ Harry?^^

Per Lalia: Tocchi una nota dolente, solitamente i riassunti sono la mia croce, visto che vorrei in poche righe riuscire ad esprimere al meglio le caratteristiche della storia, ed invece alla fine solitamente scelgo di mettere alcune parti cruciali del racconto. Sono contenta di averci azzeccato questa volta :) Visto che il prologo ti aveva incuriosito, fammi sapere che ne pensi, ora che la storia si sta delineando..

Per hay_chan: Sono contenta che segui dall’inizio la storia e sono d’accordo con te: Harry è un po’ sfortunato, ma quello lo si è sempre saputo, attira i problemi lui, ha una specie di calamita. Anche se, Draco è da considerarsi un problema? :P

Per dany23: Mhh, chissà se si è girato per caso o meno? Io ho la bocca cucita su questo, diciamo che magari più avanti avrai una risposta :P

Per _G0tik4_: Grazie per i complimenti^^ Anche se l’aggiornamento non è stato così veloce, spero di essermi fatta perdonare con il confronto tra i due :)

A presto
Layla84

  
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