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Autore: Bluelectra    19/07/2014    7 recensioni
E se il Destino avesse assegnato a Dudley Dursley una figlia speciale? E se il Destino, che spesso sembra imprigionare dentro una morsa, si rivelasse la miglior arma per spiccare il volo?
Dal Capitolo 5:
"Ci è stata rivolta una domanda di ammissione alla famiglia da parte di Albus Severus Potter, in quanto cugina di secondo grado dei qui presenti Potter," Angie si chiese come diamine ragionassero quei Grifondoro... Ammessa alla loro famiglia?! Lei ce l'aveva già una famiglia! Ed era pure affezionata a loro.
"Quindi per entrare a far parte della famiglia devi sottoporti ad una... Prova. Ognuno di noi ha il diritto di farti una domanda, a cui devi rispondere sinceramente, escluse me e Rox che possiamo farne due."
"Perché?" chiese candidamente Angie.
"Perché siamo i capo-famiglia e comandiamo noi." disse sbrigativa Roxanne.
"Accetti?" chiese Victoire sempre con lo stesso tono grave e un cipiglio serissimo.
"Ma figurati! Non vedi che se la sta facendo sotto!" disse con tono irriverente James Potter che sedeva sul poggiolo di una finestra con accanto Dominique.
Angie guardò Potter e fissandolo dritto negli occhi rispose con un sorriso:
"Accetto."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Un piccolo extra per chiarire la ragione per cui Albus detesta Derek Schatten.
 
Un tradimento.

Albus finì di sciacquarsi le mani sotto il getto di acqua fredda e poi, acchiappando una salviettina di carta, se le asciugò. Erano appena iniziate le vacanze estive e lui si sentiva già stanco!
Aveva trascorso tutto il viaggio facendo la spola tra lo scompartimento che divideva con Angie e gli altri ragazzi e quello della sua famiglia. Provava una fortissima empatia per le trottole che venivano sbalzate da una parte all’altra senza controllo.
Si passò le dita sulle palpebre massaggiandole lentamente e poi con un sospiro aprì la porta del bagno del treno. Non appena alzò lo sguardo si trovò davanti un paio di occhi scuri come la pece e dei capelli biondi spettinati a regola d’arte.
“Ciao Albus.” salutò cordialmente Derek facendo un gesto del capo.
Albus raddrizzò le spalle e si erse in tutta la sua bassa statura da undicenne.
“Schatten.” mormorò e fece per sorpassarlo quando il giovane parlò ancora con tono affabile:
“Credo che ci vedremo ancora quest’estate a casa tua. Sai, James mi ha invitato un’altra volta.”
Albus arricciò leggermente le labbra e si irrigidì all’istante.
E così riccioli d’oro pensava di infilarsi nella loro famiglia indisturbato?! Beh gli avrebbe fatto capire che qualsiasi cosa lui avesse fatto o detto ci sarebbe sempre stato almeno un Potter che non lo avrebbe accettato.
“Mi sembra una cosa meravigliosa.” disse col sorriso gelido che aveva imparato a fare da Angie, gli diede le spalle e fece un passo allontanandosi, ma all’ultimo minuto ci ripensò e si voltò verso Derek con espressione fintamente crucciata. “Oh ma forse quest’anno, riccioli d’oro, dovresti controllare di essere completamente solo prima di usare la Metropolvore. Buon viaggio.”
E se ne andò, non prima però di aver avuto la soddisfazione di vederlo impallidire sotto la pelle ambrata.
 
Agosto 2017 Villa Potter Godric’s Hollow, un anno prima
Albus camminava lungo uno dei corridoi infiniti della villa che un tempo era appartenuta ai suoi nonni e che suo padre aveva deciso di ristrutturare, per viverci con la propria famiglia.
Sua madre lo aveva mandato a cercare Derek, un amico di Hogwarts di James che stavano ospitando per alcuni giorni, per avvisarlo che il pranzo era in tavola.
Gli avevano dato una stanza al piano terra nella stessa zona dello studio di suo padre, che Al stava sorpassando proprio in quell’istante diretto verso la fine del lungo corridoio.
“No padre.”
Una voce smorzata raggiunse le sue orecchie e lo fece inchiodare all’istante.
Una voce che proveniva dall’ufficio di Harry la cui porta era chiusa.
Albus si avvicinò senza fare rumore sulle assi antiche e scricchiolanti del parquet e accostò l’orecchio alla serratura della porta.
“Maximillian è importante per me. Non credo che tu ti reda conto di quanta delusione e rammarico mi procurerebbe un tuo fallimento.” disse una voce molto più profonda e calda di quella che aveva parlato in precedenza.
“Lo so padre, ma sto diventando suo amico, credo che ora si fidi di me…” rispose quella che Al riconobbe come la voce di Derek.
Ma che cosa ci faceva nello studio di suo padre?! Forse stava comunicando con la Metropolvere, aveva visto suo padre infilare solo la testa nelle fiamme verdi e dare messaggi rapidi senza dover compiere fisicamente il viaggio. Ma perché il padre lo aveva chiamato Maximillian?
“Non mi importa della fiducia di un ragazzino!” tuonò il padre “Io voglio che abbia la fiducia di tutta quella maledetta famiglia! Mi serve Maximillian!!!”
“Lo so, padre.” ammise con tono remissivo il giovane Schatten.
“Tieni bene a mente i miei avvertimenti e i tuoi compiti. Non sei lì a divertirti, né a fare l’idiota col figlio di Potter! Tu sei lì perché ti ci ho mandato io e perché devi lavorare per me…”
Albus si allontanò disgustato dalla porta e prese a camminare senza una meta.
Quel ragazzino, che sembrava tanto educato e simpatico, era in realtà un vile opportunista che mirava a conquistare la sua famiglia per non si sa quale gioco di potere del padre.
Se fosse stato James a udire quella conversazione, probabilmente avrebbe fatto irruzione nella stanza strepitando, e aveva un tale buon cuore che probabilmente si sarebbe lasciato convincere dalla prima menzogna costruita per giustificarsi.
Ma lui era diverso, lui era molto più attento ai dettagli e se doveva accusare qualcuno voleva essere certo della colpevolezza. Non avrebbe mai potuto andare da suo padre e blaterare a caso su congiure inesistenti, né avrebbe potuto confidarsi con James che sembrava veramente legato a Derek. Inoltre non credeva che un ragazzo privo di bacchetta e con limitate conoscenze magiche potesse davvero nuocere alla sua famiglia.
Eppure uno strano e inspiegabile senso di angoscia si fecero strada nel suo animo al pensiero di avere accolto un traditore.
  
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