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Autore: ERV_original_stories    19/07/2014    1 recensioni
Nessuna parità. Nel regno di Imirdyr da sempre i maghi vengono rinnegati, allontanati a causa dell'ignoranza popolare, temuti per i loro poteri. Il malcontento dilaga e le invasioni barbare imperversano nell'est. Nubi nere si addensano sul destino del regno. Emergerà mai un eroe in tutta questa oscurità?
"Si...tre idiote." -cit
Questa storia fantasy è scritta e illustrata da noi tre ragazze, porteremo avanti il progetto cercando di aggiornare regolarmente (ogni settimana) salvo imprevisti. Buona Lettura!
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 4: L'inferno a Thyag


Thyag era in fiamme. Tutto era avvolto da quel rosso distruttore. Urla di dolore e disperazione ovunque. Le persone scappavano da una parte all'altra, chi già in fiamme e chi ancora integro. Una giovane madre in lacrime era uscita dalla sua casa ormai in preda al fuoco, con il suo neonato stretto a se. Reyeha la riconobbe, era la sua vicina Lidehy diventata mamma la luna scorsa. La ragazzina guardava terrorizzata quello che stava succedendo. Era pietrificata, con le lacrime che le rigavano le guance. Ora gli occhi erano fissi su Lidehy che stava cercando di scappare, da un nemico che Reyha non riusciva a vedere. Poi un'immenso animale planò sulla donna e la afferrò tra le possenti fauci. Un drago. Il villaggio era stato attaccato dall'enorme drago rosso che era passato il giorno prima di lì.  Reyeha cadde all'indietro spaventata a morte, per poi rialzarsi velocemente e correre giù, nella camera dei genitori. Non c'erano. Cominciò perciò a cercarli per tutta la casa, ma scoprì che questa era deserta. Fu allora che la madre entrò di colpo. Aveva il fiatone, i capelli fuori posto e la gonna bruciata da una parte. Era sporca di cenere ovunque, e stava tremando.

-Andiamo Reyeha! Dobbiamo scappare!-

-Ma fuori c'è il drago! E papà dov'è!?-

La donna ebbe un tremito più forte degli altri e poi disse semplicemente:

-Papà non verrà, è inutile che lo aspettiamo...Senti Reyeha, dobbiamo correre nel bosco! Hai capito!? Qualsiasi cosa accada tu vai nel bosco!- Reyeha annuì terrorizzata e confusa.

La donna aprì leggermente la porta per controllare la situazione fuori. Per ora potevano uscire, nessun immenso animale in quel momento oscurava il cielo. Prese la figlia per la mano e guardandola negli occhi ripeté ancora una volta scandendo bene le parole:

-Ricorda: qualsiasi cosa accada tu scappa nel bosco.-

Poi aprì la porta e cominciò a correre in fretta con la figlia attaccata a lei. Era una corsa disperata, contro il tempo e contro la morte. Dovevano fare in fretta, prima che il drago le puntasse. Sentirono un ruggito. Reyeha si girò, ma dietro di se non c'era nessun rettile volante gigante. Guardò in alto, e il terrore si amplificò a quella vista. Non era un solo drago che stava attaccando, bensì cinque! Ben sei draghi stavano volteggiando sopra Thyag. Cosa ci facevano tanti draghi li? Perchè li stavano attaccando!? Il terrore. Non era mai successo che un paesino dell'Est fosse attaccato da ben cinque draghi. Non era mai successo che nessun paesino in tutta Imirdyr fosse attaccato da cinque draghi! Anche perchè i draghi non attaccavano in gruppo, loro erano animali solitari. Tutto quello che stava succedendo era da non credere. Reyeha iniziò a piangere e le lacrime a offuscarle leggermente la visuale. 

La madre, alla vista delle lacrime della figlia guardò anch'essa il cielo notturno nel quale volavano le creature. La paura stava crescendo anche in lei. Ma si convinse a restare forte.  Si rigirò e aumentò la velocità del passo. Riuscirono a tenere quel ritmo per poco però, perché il panico, le lacrime e la scarsa agilità fecero inciampare Reyeha. La madre si fermò subito e tornò indietro dalla figlia. Reyeha, tese la mano alla madre per farsi aiutare ad alzarsi, ma la madre la prese da sotto le ascelle e con tutta la forza che aveva prese la bambina e la lanciò in avanti. Reyeha andò a sbattere violentemente contro il suolo, per poi rotolare per un altro metro e mezzo circa. Le faceva male tutto, però doveva rialzarsi. Era distesa a pancia in giù e si poggiò sui gomiti per riuscire a sollevarsi da terra. Lo sguardo le andò alla madre per capire perché l'aveva fatto, e tutto quello che vide quella sera fino ad allora non fu nulla paragonato a ciò stava per vedere. Anche la madre era distesa a terra, a pancia il giù con il peso poggiato sul gomito destro, mentre la mano sinistra era distesa verso lei.

-Scappa!- Fu tutto ciò che riuscì a urlarle prima che un'enorme drago d'acqua le venisse in contro e le staccasse di netto il busto. Tutto quello che rimaneva della madre erano le gambe in una pozza di sangue.

L'attimo dopo dentro Reyeha ci fu la devastazione totale. Ma fu subito riportata alla realtà quando vide l'enorme dragone bluastro girare e venirle in contro con le fauci aperte. Non sapeva se fosse il terrore che era diventato troppo grande o il trauma per ciò che aveva appena visto, ma non fece un passo. Si era arresa. Stava li distesa ad aspettare di essere mangiata. Non chiuse nemmeno gli occhi. Il dragone le veniva in contro a grande velocità, con le movenze sinuose, che solo i draghi d'acqua riuscivano ad avere. Quando pensava che fosse finita, il dragone la evitò di pochissimo e le volò sopra la testa, per poi rimanere a volteggiare in aria a poca distanza da lei. Era viva. Il perché non lo sapeva.

Vide altri draghi volare nella sua direzione e sentiva il loro battito d'ali che si fermava e rimaneva sopra di lei. 

Si girò lentamente e si distese sulla schiena, il viso rivolto verso l'alto, verso tutti e sei i draghi le che volteggiavano a diverse altezze sopra, come fossero un tornado. Un'improvvisa stanchezza la percorse da capo a piedi, sentiva ancora le lacrime scendere, non poteva e non voleva fermarle. Sentì una voce lontana che urlava qualcosa, ma nella confusione e nella distruzione che si era creata al villaggio poteva essere rivolta a chiunque. Voleva solo addormentarsi, lasciarsi andare al buio che il sonno portava con se. Era sfinita sia a livello fisico che psichico. Le gambe di sua madre erano a qualche metro da lei, ed erano tutto ciò che era rimasto della donna dolce e gentile che alla fine aveva dimostrato di possedere un coraggio disumano. Uno coraggio che lei non avrà mai pensò.

All'improvviso si ricordò. Sua madre! L'ultima cosa che le aveva detto era di scappare. Forse non avrà mai il suo coraggio, ma cercò di trovarne almeno un frammento, per potersi rialzare. Era in piedi. Ancora sotto i draghi, che non le prestarono molta attenzione. Fece un passo tremante, poi un altro, lenti per non attirare gli animali. Dopo il terzo passo iniziò a correre piano, e quando vide che i draghi non si mossero iniziò a correre velocemente. Era quasi arrivata al margine con la foresta e non ci avrebbe messo molto ad entrarci dentro. Una volta li sarebbe stata coperta dagli alberi, diventando un preda più difficile da individuare e da catturare. Correva come non mai, il terrore e la paura le avevano dato una velocità che non aveva mai avuto. Voleva ignorare il rumore delle possenti ali che muovevano l'aria tutt'intorno a se. Un rumore che non si allontanava ma la seguiva. Non si girò mai indietro, non voleva vederli e non voleva accettare che la seguissero. 

-E' solo il vento! E' solo il vento!-

Si ripeteva a bassa voce. Nonostante ciò non smise di correre. Era ormai l'alba quando giunse davanti a un enorme tumulo roccioso, ricoperto sulla sommità da muschio e altre piante. Aveva una piccola apertura, grande abbastanza da passarci e piccola abbastanza da tenere fuori i draghi. Decise di entrarci. Non sapeva cosa ci fosse dentro, ma era sfinita e non sarebbe riuscita ad andare avanti in ogni caso. Una volta dentro fece un'ultimo sforzo per allontanarsi un po dall'entrata e poi si lasciò andare alla stanchezza, cadendo in sonno senza sogni.

  
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