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Autore: Alessandro11    19/07/2014    0 recensioni
Qualunque evento della nostra vita è soggetto alla nostra interpretazione. C'è sempre una verità soggettiva che attribuiamo ad una determinata situazione o persona. L'ossessione di dare un senso alla nostra vita la rende così fragile e umana. Ho sempre voluto esprimere qualcosa in tutto ciò che scrivevo, un unico messaggio. Questa storia è la mia personale ricerca di quel messaggio. Il nostro cuore ci fornisce la chiave di lettura di ciò che ci circonda.
Mi andava di raccontare qualcosa. La chiamo storia, ma non so di preciso cosa sia. E' come una sorta di autobiografia in cui realtà e finzione si confondono. E' il mio personale punto di vista, un frammento di esistenza a vostra disposizione. La trama non mi è ancora chiara, tuttavia spero che tutti voi apprezziate questo viaggio attraverso il sogno.
In questa storia cerco di intrecciare più storie passate e di spiegare tutto attraverso una sola logica. In altre parole è come se cercassi continuamente di completare un puzzle. Sono in costante ricerca dei pezzi per completarlo.
(NB: C'ho sempre tenuto all'uso di un certo linguaggio medio-alto. Tuttavia devo confessare che da un po' non scrivo/leggo. Non odiatemi.)
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da tempo il mio cuore soffre. Scalpita insofferente dentro la prigione nella quale io l'ho rinchiuso; le catene lo trattengono, ma egli cerca continuamente il modo di fuggire. A causa della prepotenza che subisce da me, il nostro rapporto si è incrinato: le perdita dei sensi, come quella che ebbi la notte in cui ero andato sulla spiaggia per stare un po' da solo, fu solo il primo dei mille sintomi che mi rovinarono la vita.

La mia storia ebbe inizio la 26esima notte dopo il 6° plenilunio, anno 22° dalla caduta del muro. La mia prima vera notte della fiaccolata estiva. La notte in cui io e Telo finimmo su quella spiaggia a parlare dei nostri casini. Perchè non le scrivi qualcosa dal cuore? Glielo darai la notte della fiaccolata estiva. La notte in cui presi carta e penna e scrissi una lettera per la ragazza che mi aveva lasciato. Quella notte non avevo idea di quello che sarebbe successo, eppure tutto si sviluppò a partire da quel momento. Fu aperta una finestra su un universo completamente diverso da quello nel quale vivevo io, cioè dall'unico universo che per me esisteva veramente. Una finestra dalla quale inizialmente era permesso solo a me affacciarsi.

La cosa più incredibile, ancora più incredibile di tutto ciò che avrei vissuto da lì in avanti, era che tutto ebbe origine da una semplice lettera.

 

C'era una volta un cuore insoddisfatto della propria giovane vita. Seppe di esserlo sin dal momento del suo risveglio, intraprese tuttavia la propria strada, con determinazione, sicuro che durante il proprio percorso avrebbe trovato una ragione per vivere. La sua più grande speranza era riposta nelle parole degli anziani cuori, i quali aveva egli incontrato nel luogo in cui tutti i cuori ritornano. Essi dissero che ogni cuore era destinato, prima o poi, ad incontrare il proprio cuore gemello, un cuore con il quale avrebbe trovato un'intesa perfetta e con il quale avrebbe potuto condividere le emozioni della vita che gli era stata miracolosamente concessa dalla luce.

Per questo motivo egli continuava a camminare lungo il percorso che il destino aveva tracciato per lui, e anche se cadeva, il cuore insoddisfatto si rialzava sempre. Un cuore giovane ha pur sempre diritto di sognare. La ricerca del proprio cuore gemello era il sogno che lo portava avanti, la ragione per la quale ogni momento buio poteva essere illuminato da una luce purissima.

Si sa, le cose accadono sempre per un motivo, quantomeno nel mondo dei cuori. Esiste davvero un destino, un filo al quale tu e altre entità come te – altri cuori – siete connessi.

Il cuore insoddisfatto incontrò il cuore intenso: un cuore la cui essenza era un grumo di passioni e di emozioni. I cuori non si innamorano, si scelgono; ma se il cuore insoddisfatto fosse stato un umano, si sarebbe detto che si era innamorato a prima vista. Chissà come, quei due si scelsero. Iniziarono quindi a camminare insieme mano nella mano, verso l'orizzonte. Il destino.

Mentre camminavano, i due cuori si parlavano molto. Più tempo passavano insieme, più il cuore insoddisfatto si convinceva che il cuore intenso fosse il proprio cuore gemello. Le parole degli anziani cuori sembravano finalmente aver avuto un riscontro nella realtà. Finalmente il cuore insoddisfatto avrebbe trovato la propria ragione di essere. I due avevano molte cose in comune, prima fra tutte il fatto che fossero entrambi cuori giovani assetati di felicità. Ma la felicità è soggettiva, ogni cuore può percepirla in un modo tutto proprio. Il tempo passava. Lentamente, ma passava. Il cuore insoddisfatto pensava che sarebbe potuta essere tutta così la propria modesta vita da cuore: un cammino verso l'orizzonte, mano nella mano con il proprio gemello;

Ma si sa, il destino non lascia scampo, e non sempre si fa comprendere, non sempre sa essere chiaro con coloro i quali condiziona l'esistenza. Il destino può farsi amare e può farsi odiare. Il cuore insoddisfatto odiò il destino, quando quel giorno di fine estate, arrivati ad una radura, lui e il cuore intenso si fermarono: davanti a loro il cammino si biforcava in due direzioni opposte. Mentre i due riflettevano insieme su quale tra le due strade intraprendere, due forze della natura osservavano la situazione: si trattava del Vento dell'Est e del Vento dell'Ovest. Essi avevano captato che qualcosa di diverso tra quei due cuori c'era: uno intendeva proseguire verso Ovest, laddove il Sole, morente, regalava i più bei colori e la brezza ti accarezzava; l'altro preferiva la speranza riposta nell'Est, luogo in cui ogni cosa nasce e dove infinite vie aspettano i viaggiatori. Le due forze, fomentate dalla Discordia, macchinavano per dividere i due cuori che si erano fermati nella radura.

Prima che potessero dar loro il tempo di accorgersene, soffiarono entrambi, ognuno nella propria direzione e violentemente strapparono l'unione che i due cuori avevano costruito insieme.

Il cuore insoddisfatto finì a Ovest, ma la sua vita non aveva più senso. Invano e più volte tentò di tornare indietro, ma il vento gli soffiava contro e la radura non si vedeva più. Il fatto di aver perso per sempre il proprio cuore gemello lo assillava e lo irrequieto. Il pensiero di non poter sapere cosa sarebbe accaduto al cuore intenso da lì in poi lo faceva impazzire. L'idea di restare solo lo uccideva. Perdere un cuore gemello fa male, ma questo gli anziani non l'avevano detto.

Il cuore insoddisfatto si trascinò lungo la strada finchè potè, ma arrivato dinanzi ad una montagna ripidissima sapeva che nelle condizioni in cui si trovava non sarebbe mai riuscito ad arrampicarsi. Ormai della speranza che fin dal giorno del suo risveglio lo aveva portato avanti non era rimasto niente. La stanchezza si faceva sentire: i suoi movimenti erano sempre più lenti e fiacchi; che motivo aveva di continuare? Il cuore insoddisfatto si accasciò ai piedi della montagna, convinto di finire lì i suoi giorni. Come biasimarlo?

Ma biasimare non è una cosa che il destino fa: il destino agisce, corre, e soprattuto non si ferma mai. Le ragioni per le quali ci capita questa o quella cosa non sono così chiare, a primo impatto. Eppure, con l'aiuto del tempo, ce ne facciamo una ragione, e, con un po' di filosofia, riusciamo perfino a comprendere le vere intenzioni del grande progetto di cui tutti siamo una minima parte.

Ebbene il destino del cuore insoddisfatto non sarebbe stato quello di finire lì, appassendo come un fiore nel deserto. In suo aiuto vennero cinque cuori amici molto diversi tra loro, ma tutti con l'unico obiettivo di riportarlo sulla strada. I cuori, quando sono insieme, sono così: nonostante le divergenze, portano sempre avanti l'obiettivo comune. Il cuore insoddisfatto fu fortunato: in pochissimo tempo si ritrovò sulla vetta della montagna: da lì si poteva vedere il tramonto dell'Ovest, ed era uno spettacolo meraviglioso. Sembrava quasi volesse parlargli, fargli capire che la vita non si ferma e che era ora di continuare il proprio cammino da giovane cuore. Del resto, una volta saliti sulla vetta, dall'altro lato della montagna la strada era in discesa.

Fu così che il cuore insoddisfatto proseguì per un pezzo con i cinque cuori amici, parlando ora con uno, ora con un altro, ora con un altro ancora. Erano tutti di un'essenza molto piacevole, che alleggeriva il peso della vita e che permetteva di volare. Il cuore insoddisfatto sapeva anche fra loro poteva celarsi il cuore complementare, del quale anche aveva sentito parlare presso gli anziani: due cuori complementari erano stati definiti come due cuori affini, ma dall'essenza necessariamente opposta; la forza del legame sarebbe però stata proprio in questo: non troppo simili nè troppo diversi, come due facce della stessa medaglia, cosicchè si sarebbero dimostrati l'un l'altro di essere i compagni di viaggio più sinceri e l'appiglio più sicuro in ogni momento. Per questo iniziò a passare più tempo con ognuno di loro singolarmente, nella speranza di trovare il cuore complementare e di imparare qualcosa dai cuori che lo avevano salvato da un triste destino.

Decise di iniziare dal cuore verde foglia. Egli aveva un'essenza tranquilla e comprensiva, come uno di quei boschi verdi nel quale un esperto montanaro sa rifugiarsi. Questo fu il primo amico del cuore insoddisfatto, perchè fu quello che, non appena lo l'ebbe visto accasciato ai piedi della montagna, subito gli diede da bere. Eppure, nonostante quella pace che il cuore amico gli infondeva, e, anzi, proprio a causa di quella, il cuore insoddisfatto sapeva che la propria essenza non avrebbe mai potuto combaciare appieno con quella dell'altro. Dal cuore verde foglia, il cuore insoddisfatto apprese la pazienza che si deve usare nell'ascoltare l'altro.

Poi fu il turno del cuore grigio pece, il quale possedeva un'essenza multiforme, ma pigra; eppure, reagendo all'essenza del cuore insoddisfatto, questo cuore amico dava segno di essere un cuore molto diverso da quello che sembrava in apparenza: in realtà celava una notevole componente di insoddisfazione tendente alla ricerca della felicità, e per questo fu il cuore amico con cui il Nostro passò più tempo cercando di capire se fosse lui il cuore complementare che cercava. Tuttavia, a lungo andare, il cuore insoddisfatto si fece sempre più consapevole che proprio a causa della troppa somiglianza tra i due avrebbe dovuto continuare altrove la propria ricerca. Dal cuore grigio pece il cuore insoddisfatto imparò che ogni cuore reagiva alla vicinanza di un proprio simile, e reagiva diversamente a seconda di chi si trovava davanti.

Si avvicinò quindi lo scalmanato cuore giallo sabbia, un cuore di poco più giovane, che aveva un'essenza vorticosa e indomabile come un uragano. Quello passato insieme a lui fu il periodo più divertente, perchè il cuore insoddisfatto si prestava bene alle lunghe corse sulle colline e alle rilassanti nuotate nei laghi che il suo amico amava tanto fare. Inoltre, in virtù di quanto appreso dal cuore grigio pece, si accorse che il cuore giallo sabbia, nonostante la giovane età, celava tutta la sua frustrazione dietro le grosse risate che si faceva ogni poco: si venne presto a sapere che aveva anch'esso avuto un incontro con un cuore gemello – un incontro terminato con una separazione, proprio come era accaduto tra il cuore insoddisfatto e il cuore intenso. Essi dunque cominciarono a confidarsi, in virtù di quella parte della loro vita passata che avevano in comune. Tuttavia, anche in questo caso, la ricerca del cuore complementare non si era ancora conclusa: a causa delle ferite del passato che per entrambi non si erano ancora pienamente rimarginate, il destino fece intendere loro che ben presto avrebbero comunque dovuto dividersi per affrontare la propria personale battaglia contro se stessi, così da poter scacciare i propri fantasmi interiori. Dal cuore giallo sabbia il cuore insoddisfatto imparò a non giudicare mai dalle apparenze.

Dei cinque, rimanevano solo due cuori amici, arrivati a questo punto.

Uno era quello che più degli altri lo aveva aiutato a risollevarsi dal torpore in cui era caduto ai piedi della montagna: il cuore rosso fiamma. L'essenza di questo cuore era molto intensa – ma non al pari di quella del cuore intenso – e scoppiettante come il fuoco di un falò che si accende su una spiaggia. La sincerità e l'essere spontaneo erano le migliori qualità che possedeva, ma era un cuore molto turbato nell'animo. Per "quel" particolare tipo di sensazioni, il cuore insoddisfatto si giudicò quasi subito non ancora pronto, e per questo fu il cuore amico con il quale passò meno tempo cercando di capire se fosse o meno il cuore complementare; inoltre non fu facile al cuore rosso fiamma che la sua ricerca doveva andare avanti. Dal cuore rosso fiamma il cuore insoddisfatto imparò a controllare le emozioni.

Ancora un altro cuore amico e la sua ricerca si sarebbe conclusa, che fosse o meno il cuore complementare che tanto aveva cercato. Nel frattempo era passato circa un anno da quando, quel giorno di fine estate, il cuore insoddisfatto aveva perso il cuore gemello.

Fino a quel momento, il cuore azzurro cielo aveva pazientemente aspettato che fosse arrivato il proprio turno, osservando con curiosità le interazioni degli altri cuori con cui stava condividendo quel cammino che dalla montagna portava al freddo inverno. La voglia che aveva di viaggiare lo rendeva sempre affascinato dalle cose nuove e la purezza dei suoi sentimenti lo rendeva un cuore dall'abbraccio sconfinato, come quello di un limpido cielo azzurro che non conosce nuvole; questa era la sua essenza. Fu questo il motivo per cui il cuore insoddisfatto capì quasi subito che la ricerca si era conclusa: il Nostro era dotato di ali, ma non gli era mai riuscito di volare in nessun altro cuore, chè le essenze che fin'ora aveva incontrato disponevano di uno spazio relativamente limitato. Qualunque battaglia lo attendesse, il cuore insoddisfatto sapeva, in quel momento, che l'avrebbe superata, con l'aiuto del cuore azzurro cielo: quel cuore affine – simile, sì, ma diametralmente opposto – sarebbe stato il suo compagno di viaggio più sincero e l'appiglio più sicuro. Sarebbero stati questo, l'un l'altro. Dal cuore azzurro cielo il cuore insoddisfatto imparò la freschezza del sorriso che spazza via l'oscurità.

I due cuori complementari si sentivano invincibili: la giovinezza di entrambi, il pensiero di poter contare l'uno sull'altro sempre, la voglia di avventure. Furono questi gli elementi per cui il passo di entrambi fu sempre più veloce: iniziarono dunque a correre lungo la strada che il destino aveva predisposto per loro, a volte dividendosi per gioco, solo per il gusto di ritrovarsi sempre. Quello fu ció che si chiama "periodo felice". Nonostante le ferite del cuore insoddisfatto fossero tutt'altro che guarite, egli poteva finalmente vivere serenamente la propria esistenza, fino al momento in cui avrebbe dovuto affrontare la prossima prova; poteva finalmente vivere senza rimorso.

Le bellezza e la forza del destino sta nel fatto che esso non sia un punto di arrivo, ma piuttosto una retta infinita, un percorso che si deve necessariamente percorrere; talvolta gioca brutti scherzi, ma spesso si dimostra clemente e perfino paterno, così paterno da voler concedere perfino una seconda occasione: mise infatti sulla strada del cuore insoddisfatto il cuore illuminato, un cuore semi puro, dall'essenza semplice ed efficace come la luce che rischiara la notte più buia. Che fosse stata la cura di quelle ferite? Che potesse, grazie al cuore illuminato, cicatrizzarle una volta e per sempre? Questo il cuore insoddisfatto se lo chiedeva, nonostante ben sapesse che, se fosse stata quella la battaglia da affrontare, non si sentiva per niente pronto: un nuove cuore gemello, ammesso che potesse essercene un secondo per lui, era qualcosa di troppo grande per adesso, considerando la grossa delusione subita.

Eppure quel cuore illuminato era affascinante. Rendeva tutto così semplice. Prese per mano il cuore insoddisfatto ed iniziarono a camminare insieme verso l'orizzonte. Dal canto suo, il cuore azzuro cielo si sentiva da una parte contento per il suo amico, dall'altra iniziò a pensare che avrebbe tanto voluto anche lui il suo cuore gemello. In ogni caso, il legame affine formatosi tra i due amici non ne risentì per niente, anzi si rafforzò.

Arrivò l'autunno e un altro anno stava per aprirsi. Il cuore insoddisfatto sentiva di poter davvero stare bene con il cuore illuminato, ma il passato continuava a tormentarlo: per questo vi erano giornate in cui staccava la propria mano da quella del potenziale gemello e smetteva di camminare verso l'orizzonte; in quelle giornate restava tutto il tempo per conto proprio a riflettere: cosa avrebbe dovuto fare? In questi momenti un pensiero al cuore intenso correva sempre, segno che non si era ancora dimenticato del cuore gemello dal quale si era diviso alla radura. Un pensiero correva ovviamente anche al cuore illuminato, al quale succedeva immediatamente il senso di colpa che lo attanagliava nel sapere che qualcun altro soffriva a causa sua. Eppure il cuore illuminato si dimostrò sempre forte e comprensivo, attendendo sempre il cuore insoddisfatto lì dove lo lasciava andare.

Arrivò l'inverno, e la neve bianca rese tutti i cuori che camminavano insieme molto riflessivi e schivi tra loro: ma era un'altra prova del destino, che mirava a saggiare la solidità dei legami che avevano intessuto tra loro; la prova fu superata, ma l'insicurezza del cuore insoddisfatto, quella no...

Arrivò la primavera e il Sole sciolse il gelo che attanagliava tutti i cuori, soprattutto il cuore insoddisfatto. Egli si ricordò cosa aveva imparato dal cuore azzurro cielo: spesso la vita vuole vederci positivi e ottimisti; se noi per primi siamo positivi, tutto intorno ruoterà di conseguenza. E il sorriso del cuore illuminato, il potenziale gemello che continuava a rimanergli accanto nonostante tutto, quel sorriso lo rendeva felice ogni giorno di più.

Arrivò l'estate e il cuore insoddisfatto era convinto a cercare in tutti i modi superare le proprie paure ed essere finalmente libero dal passato. Come gli anziani avevano prospettato, la forza gli provenne dal cuore azzuro cielo, il quale cercava anch'esso il proprio cuore gemello. Arrivò dunque in quell'estate un cuore blu mare, dall'essenza limpida e cristalina come il mare più calmo; la freschezza che emanava era al livello del cuore azzuro cielo, se non più forte. Una componente di insicurezza si manifestò fin da subito nell'animo dell'amico del cuore insoddisfatto, ma egli stesso, in virtù delle esperienze passate e delle ferite subite, gli concesse la propria forza e lo convinse a farsi avanti. Il cuore blu mare si dimostrò essere il cuore gemello che l'azzuro cielo tanto cercava, e la loro unione fu consacrata alla presenza di tutti i cuori amici. Fu un giorno di gioia e di risate, il più bello di tutta l'estate.

Tutto ciò fu di aiuto al cuore insoddisfatto e, come detto prima, questa fu la forza che gli era mancata nel superare le proprie indecisioni: vedendo che il proprio amico era riuscito a buttarsi in un cammino condiviso in tutto e per tutto con un cuore gemello, si convinse che poteva fare lo stesso anche lui. Quella stessa sera prese la mano del cuore illuminato, giurandogli che mai più l'avrebbe lasciato; i due iniziarono dunque a camminare verso l'orizzonte, coscienti di essere gemelli

Cos'è il destino? A quei tempi il cuori insoddisfatto si era fatto l'idea che il destino fosse una madre che vuole sempre vedere felici i propri figli, e gioiva quel cuore, al pensiero che tutto si era risolto.

Ma il destino ha diversi conoscenti, molti dei quali sono poco raccomandibili: una fra questi era la Suggestione; ella non sopportava che un animo docile e comprensivo come quello del cuore illuminato dovesse sosttostare ai capricci di un cuore insoddisfatto, la cui essenza era una massa di fili ingarbugliati, un labirinto dal quale sarebbe stato impossibile uscirne illesi. Macchinò dunque di salvare il cuore illuminato, da quello che, secondo ella, sarebbe stato un triste destino.

Alla fine dell'estate, recatasi alle spalle del cuore illuminato, sussurrò queste parole. "Non ti sei dunque annoiata di aspettare sempre? Ora lui dice che starà sempre con te, ma tu lo sai meglio di me, quanto capriccioso sia questo tuo gemello. Vuoi che ti lasci nuovamente sola? Dai retta a me: gli anziani cuori mentono a voi cuori giovani: essi, parlandovi dei cuori gemelli, omettono di dire che non per tutti i cuori esisterà un unico cuore gemello e, l'esempio lo hai davanti: proprio per questo tuo cuore insoddisfatto tu non sei che il suo secondo. Anche hai un'altra possibilità, io l'ho visto. Dammi retta e salva la tua giovane esistenza, finchè puoi". Il cuore illuminato fu subito scosso dalla Suggestione e il conflitto che iniziò dentro di sè lo rese per molti giorni diverso agli occhi di tutti: schivo, pensieroso e senza sorriso. Il cuore insoddisfatto avrebbe voluto sapere cosa stava accadendo al proprio gemello, ma l'altro non dava cenno di volergli parlare e ciò lo reneva molto triste e impaurito; il cuore insoddisfatto temeva, ma mai avrebbe creduto di poter essere abbandonato nuovamente. Non poteva accadere.

Ma nuovamente Suggestione sussurrò alle spalle del cuore illuminato: "Voltati e vattene subito. Non parlargliene, altrimenti ti convincerà a restare. Vedi quel bosco laggiù? Oltre quei quattro alberi c'è una nuova strada, una strada che ti porterà in un luogo sicuro. Va', giovane cuore, e la tua esistenza sarà salva.".

Il potere di Suggestione era forte: poteva riportare a galla tutte le insicurezze, anche quelle che si credevano essere sepolte nel più profondo. E così quello che gli fu detto fece: una notte, senza dire niente, il cuore illuminato fuggì nel bosco.

Il cuore insoddisfatto non poteva crederci, ma non era disposto a perdere nuovamente il proprio cuore gemello. Avrebbe fatto di tutto pur di riprenderselo, perchè ora non era più l'ingenuo dei tempi della radura, ma un cuore che sapeva quello che voleva. Così corse nel bosco, alla ricerca del proprio gemello.

 

Quando le consegnai la lettera, quello che dissi subito alla ragazza che mi aveva lasciato era che mi conosceva bene e sapeva che non avrei mai scritto una vera lettera d'amore; le dissi che dal mio punto di vista era molto più vero questo racconto fittizio, attarverso il quale potevo parlare sinceramente di ciò che mi era accaduto negli ultimi due anni. Era la mia storia, ed era la chiave di lettura di tutti i comportamenti che lei non capiva. Come mi venne in mente questa cosa dei cuori davvero non so. La lettera gliela portai a casa subito dopo averla completata, durante quella mia prima vera notte della fiaccolata estiva. Telo aveva avuto ragione: quel racconto pazzo, frutto dei pensieri di un adolescente fin troppo riflessivo, fece i suoi miracoli. Quella ragazza me la tenni stretta ancora per un po', almeno fino a Natale. Poi ci lasciammo comunque, il motivo fu che eravamo troppo diversi.

Il mondo dei cuori che avevo creato quella notte però mi rimase, come un'ossessione: volevo saperne di più, volevo capire in che modo funzionavano, in che modo avevano a che fare con me e con tutte le persone di cui ero circondato. Quel mondo divenne un universo velo, e si intrecciò con la realtà. Ben presto dunque non fu più il cuore insoddisfatto ad essere ricalcato in base alla mia natura, bensì fu l'opposto: ero io che oramai dipendevo dal mio cuore, un cuore insoddisfatto che cercava la propria ragione d'essere e che era assetato di felicità.

Mi rifugiavo spesso nel mondo dei cuori. Anche se agli inizi ero smarrito e non comprendevo, ben presto iniziai a farne parte io stesso. Le forze che lo governavano si dimostrarono comprensivi nei miei confronti, e mi mostrarono che esse facevano parte anche dell'universo dal quale io provenivo. Mi insegnarono dunque a saper trovare una traccia di esse nella realtà. Fu così che ebbe inizio il mio viaggio.

  
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