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Autore: Allegra_    19/07/2014    9 recensioni
Manhattan, New York.
Lucinda Price è tutt’altro che una semplice diciassettenne in cerca del vero amore: lei è una vera e propria barbie programmata per aspirare sempre e comunque alla perfezione
La sua vita procede tranquilla e monotona tra premi di concorsi di bellezza, lodi scolastiche per il suo andamento, una famiglia più che ricca, un gruppo di amici alquanto popolare in tutta la città, il ragazzo dei suoi sogni e gli ideali principeschi a cui aspira perennemente.
Ma la sua routine subirà un vero e proprio sconvolgimento quando, a causa di una banalissimo progetto di letteratura, verrà a conoscenza dell’esistenza nella sua stessa classe dell’individuo più diverso da lei presente nel mondo.
Christopher Anderson è la reincarnazione del mistero.
Se ne sta sempre in disparte, non parla quasi mai con nessuno, vive in una famiglia che sembra non appartenergli per nulla, in quanto sprizza energia e vitalità da tutti i pori, mentre lui sembra quanto di più spento possa esserci.
Ma che cosa succede quando luce e buio si fondono?
Uno scoppio.
Oppure una meravigliosa storia d’amore.
Leggete per scoprirlo
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 14 : Ciò Che Significhi Per Me
 
 
Non posso biasimarti per aver pensato
che non mi hai mai conosciuto davvero,
ho provato a negare
ma mi sono sentito sbagliato,

 come non mai.
 
Allungai le braccia stiracchiandomi appena, avvolta nelle caldissime coperte di flanella che Jazmin mi aveva rimboccato un paio d’ore prima.
Erano due giorni ormai che me ne stavo chiusa in casa senza poter uscire, schiava della febbre fino alla punta dei piedi.
Non che fosse stata chissà quale sorpresa: avevo corso per kilometri sotto la pioggia d’inverno, sarebbe stato assurdo se fossi stata completamente sana in quel momento.
Quella mattina comunque, stavo per riprendere il controllo delle mie gambe dopo quarantotto ore in cui ero rimasta paralizzata e senza autonomia.
<< Jaz! >> strillai, sperando che riuscisse a sentirmi dal piano di sotto.
<< Arrivo subito! >> urlò in risposta, iniziando a salire le scale con passo rapido.
Afferrai il cellulare posato sul comodino scoprendo che, anche quel giorno, le mie amiche sarebbero venute a farmi visita per l’ora di pranzo.
Non avevo raccontato loro di Chris, nonostante lo sguardo indagatore di Sam avesse cercato per tutto il tempo di ricavare informazioni dal mio ormai spento, ma sapevano praticamente tutto ciò che era successo tra me e Matt nei minimi dettagli.
Sam si era subito mostrata d’accordo, non senza evitare qualche “Se l’è meritato, quello stronzo!”
Anche Danielle e Charlie mi avevano appoggiata, ricordandomi che con lui non ero mai stata davvero me stessa e rassicurandomi sul fatto che avrei incontrato la persona che mi avrebbe amato per ciò che ero.
Sam aveva ridacchiato a quel punto, alludendo palesemente al fatto che io quella persona l’avevo già incontrata.
E aveva assolutamente ragione.
Soltanto Amanda era sembrata estranea a quel clima di euforia generale.
<< Questo cambierà molte cose Lù, credo che tu lo sappia. >> aveva mormorato, mangiucchiandosi le unghie nervosamente.
Certo che lo sapevo: lasciare Mattew avrebbe totalmente rivoluzionato la mia immagine, per non dire rovinato.
Ma in fondo, quanto poteva contare la mia popolarità in confronto a quella che sarebbe poi stata la mia felicità?
Era così buffo per me elaborare quel tipo di pensieri, ma ormai erano diventati di routine.
Stavo iniziando a togliermi la pesante maschera che mi ero costruita a fatica in diciassette anni anche se, per quanto mi costasse ammetterlo, era grazie a quella che ero riuscita ad ottenere la mia popolarità e non sapevo fino a che punto sarei riuscita a resistere senza.
Non sapevo neppure se, essendo me stessa, sarei mai riuscita a salire un gradino nella scala sociale e questo mi rendeva esageratamente agitata e confusa.
Lucinda Price non era la barbie perfetta che aveva sempre finto di essere, c’era molto di più in lei: un cuore che batteva a ritmo irrefrenabile, un animo buono e dolce, uno spirito di ribellione agli schemi, la paura di non essere abbastanza, l’indole spiritosa e frizzante, l’istinto materno che un giorno sperava di poter mettere in atto con dei bambini propri.
Ma era possibile che quella ragazza riuscisse a diventare popolare?
Dopotutto lei non aveva nulla di speciale.
La vera me non aveva nulla di speciale.
 
Pensavo di proteggerti
da tutto quello che io ho passato,
ma so che ci siamo persi per la strada.
 
<< Signorina Price, è ora di pranzo >> m’informò Jazmin entrando in camera e avvicinandosi a me che me ne stavo ancora pigramente distesa sotto le coperte.
<< Vedo che stamattina abbiamo dormito tanto! >> ridacchiò poi.
Le sorrisi pensando a quanto fosse bello averla con me, sempre pronta ad accudirmi e ad assicurarsi che stessi bene.
<< Le sue amiche arriveranno tra poco >> disse << A proposito, come vi sentite stamattina? >>
<< Ti ho detto mille volte di darmi del tu >> la richiamai << E comunque oggi va meglio, credo che scenderò in cucina a pranzare >>
Si avviò quindi di sotto, mentre io mi recavo in bagno a fare la doccia.
Indossai un semplice leggins blu e una larga e caldissima felpa verde prato, pettinai i capelli in una coda scomposta ed evitai di truccarmi.
Stavo riscoprendo la semplicità in quei giorni e dovevo ammettere che non era proprio niente male riuscire a stare lontana dalle montagne di trucco e dai vestiti appariscenti tipici del mio armadio.
Scesi di sotto e vi trovai le solite quattro squinternate impegnate a discutere animatamente su qualcosa che in quel momento mi sfuggiva.
<< La moribonda ha imparato a camminare! >> squittì Sam correndo ad abbracciarmi.
<< Fai piano! >> le intimai, mentre stritolava il mio povero corpo.
<< Luce, tesoro, hai proprio bisogno di mangiare >> mormorò Charlie schioccandomi un bacio su entrambe le guance << Sei così dimagrita! >>
Annuii, evitando di affrontare davanti a tutte l’argomento cibo con chi sapevo avesse molti più problemi di me, ma tenendo a mente di riproporlo quando ci saremmo ritrovate da sole.
<< Temo che mia sorella abbia ragione >> disse Danielle stringendomi a sé << Ma hai tutto il tempo del mondo per rimetterti in sesto. >>
Mi avvicinai quindi alla mia migliore amica che, invece di salutarmi allegra come tutte le altre, si limitò a sbattermi in faccia l’ultima copia del giornalino scolastico.
<< Leggi qua >>
 
Colpo Di Scena Alla Liberty High School
- Articolo di Mellory Golden
 
Lucinda Price, studentessa, capitano delle cheerleader, nonché L delle Ladies, lascia il suo fidanzato storico non senza destare scalpore in tutto l’istituto. Cosa sarà mai accaduto tra i due? Ecco alcune testimonianze.
 
<< Andiamo Am! Non è necessario che legga tutte quelle stupidaggini! >> sbottò Charlie cercando di strapparmi dalle mani il giornale che però trattenni con forza.
<< Ho bisogno di sapere. >> dissi decisa, continuando poi la mia lettura, mentre lei e Amanda si scannavano con gli sguardi.
 
<< Ha definito la nostra storia fasulla, dopo anni di fidanzamento, e ha criticato il nostro sistema sociale dicendo che riserva troppa attenzione ai pettegolezzi su noi due invece che esclusivamente alla sua persona. >> ci dice Mattew Dawson, ex fidanzato della Price.
 << Ha rinnegato i suoi sentimenti nei miei confronti, decidendo però di tenersi l’anello d’oro che le avevo regalato al suo compleanno poco tempo fa, giurandole l’amore che lei non ha mai davvero ricambiato. >> aggiunge poi.
 
<< Lucinda ha innumerevoli volte tradito Mattew, ma ovviamente noi membri delle Ladies abbiamo acconsentito a tacere per preservare la sua immagine >> ci spiega Ingrid Shiller, amica e compagna di squadra della Price.
<< Proprio così. Per non parlare di tutte le volte che ha cercato di diffamarlo e farlo espellere dalla squadra di football con cori che noi cheerleader ci siamo rifiutate di eseguire >> l’appoggia Deborah Stones, altra amica e compagna di squadra di Lucinda.
 
Quelli che sembrano essere i suoi migliori amici si rifiutano poi di rilasciare interviste, dando man forte alle dichiarazioni precedentemente lette.
Che stiano cercando di proteggere Lucinda la quale, in più, ha messo in scena una finta quanto improvvisa febbre per evitare di presentarsi a scuola?
Come reagirà la ragazza una volta tornata alla Liberty High?
Vi terremo aggiornati con i prossimi numeri.
 
<< Sono solo un mucchio di stronzate! >> urlò Sam, appena ebbi finito di leggere ed ebbi alzato gli occhi su di loro << E noi ci siamo giustamente rifiutati di controbattere >>
<< Avremmo dovuto farlo invece >> la contrastò Amanda << Vero, Luce? >>
Dan e Charlie restarono in silenzio, mentre le due mi guardavano in attesa di un responso.
Ma io cosa pensavo davvero?
Certo, nemmeno una delle parole stampate su quelle pagine rifletteva la realtà, ma il silenzio dei miei amici e la mia assenza non avevano fatto altro che contribuire a rendere realistica quella ridicola invenzione.
Non potevo però essere sicura che le cose sarebbero andate meglio se avessero anche loro lasciato delle dichiarazioni: dopotutto, la gente avrebbe benissimo potuto decidere di credere a quelle idiote della Shiller e della Stones, piuttosto che alle mie amiche.
<< Avete fatto bene a stare in silenzio >> dichiarai << Ma lunedì mattina io vengo a scuola e metto fine a quest’assurdità >>
Non sapevo ancora cosa avrei detto, ma ero più che decisa a farla finita con la finzione e ad iniziare a vivere nel mondo reale, dove ciò che pensavo e provavo andava messo sopra a ciò che gli altri avrebbero potuto inventare e ipotizzare sul mio contro.
<< Detto questo, andiamo a mangiare >> annunciai, notando che Amanda e Sam avevano ricominciato a guardarsi in cagnesco, mentre Charlie mi seguiva con lo sguardo e Dan si fissava le scarpe in imbarazzo.
Erano così diverse quelle quattro che sarebbe stato difficile farvi capire come riuscissi a tenere a tutte nella stessa maniera.
Eppure era così: adoravo le mie amiche, non c’era bisogno di altre spiegazioni.
 
 Eccomi, con tutto il mio cuore
spero che tu capisca.
So che ti ho distrutto,
ma non farò mai più lo stesso errore.
Mi hai portato più vicino

a quello che sono davvero:
vieni, prendi la mia mano,
voglio che il mondo veda
cosa significhi per me.
 
Guardai l’orologio fisso alla parete: le sei e mezzo.
Impegnata com’ero a mettere lo smalto non m’ero neppure accorta che il tempo fosse passato così velocemente.
Dopo pranzo avevo guardato un film con le mie amiche, poi Amanda e Charlie si erano recate agli allenamenti delle cheerleader, mentre Dan aveva un appuntamento dal dentista e Sam doveva aiutare Harry a riparare non ricordavo cosa.
Così avevo deciso di rilassarmi dipingendo le mie unghie con un brillante rosa confetto, da sola in casa dato che Jazmin era scesa a fare la spesa.
Ad un tratto un rumore di passi giunse alle mie orecchie insieme al cigolio della porta d’ingresso che si apriva lentamente.
Sarà tornata Jaz, mi dissi con noncuranza, mentre uscivo appena dalla mia stanza per chiederle se si fosse ricordata di comprarmi una nuova crema idratante.
Proprio in quel momento però, le note provenienti da una chitarra invasero l’atmosfera.
La mia governante non sapeva suonare e neppure avevamo uno strumento in casa che non fosse la mia voce, quindi chi se ne stava lì, alla fine delle scale, a suonare?
Una scossa di paura mista a curiosità mi fece tremare la spina dorsale, mentre riflettevo mentalmente se ritornarmene in camera e chiudere a chiave la porta oppure scendere e scoprire di chi si trattasse.
Ad un tratto poi, una voce iniziò a cantare ed allora capii.
 
Sappi semplicemente che mi dispiace
non avrei mai voluto farti sentire così piccola.
La nostra storia sta appena iniziando,
lascia che la verità abbatta questi muri.
 
Non poteva essere: non riuscivo a crederci.
Corsi fino alle scale e mi fermai appena al primo gradino, guardandolo mentre suonava e cantava per me quella meravigliosa canzone.
Christopher era ancora più bello di come l’avevo lasciato due giorni prima, con i capelli neri sempre in disordine, un semplice jeans con un caldo maglione blu e gli occhi grigi che mi scrutavano imperturbabili.
Mi sorrise lievemente tornando poi a cantare e io non riuscii a fare altro che restare lì, immobile, a pendere dalle sue labbra.
 
E tutte le volte che ti penso
penso a come mi hai spronato:
mi hai mostrato come diventare migliore.
 
No, sei tu che l’hai mostrato a me.
E in quel momento scomparve tutto.
L’ ingiustificato pedinamento, le risposte che mi avevano uccisa dentro, il mio schiaffo, i pensieri, le lacrime, la disperata corsa sotto la pioggia.
Scomparve tutto mentre lo guardavo e mi rendevo conto di non desiderare altro che lui, lui che sembrava non riuscire a togliermi gli occhi di dosso mentre mi dedicava le parole di quella canzone che non avevo mai ascoltato prima.
Scesi qualche gradino tenendo lo sguardo fisso nel suo, così attraente da poter essere definito magnetico.
La canzone terminò e Chris abbandonò la chitarra sul pavimento, guardandomi ancora e aspettando una mia reazione che ancora non arrivava.
Poi, presa da tutta l’euforia che provavo in quel momento, scesi di corsa le scale e gli saltai al collo, stringendolo forte a me e avvolgendo le gambe attorno al suo bacino, destabilizzando per un attimo il suo equilibrio.
Ma fu soltanto un attimo, perché subito le sue mani mi strinsero i fianchi per sorreggermi, e le sue labbra si aprirono in un meraviglioso sorriso bianchissimo.
<< Non è vero che ti sono intollerante, Luce >> mormorò fissando le mie labbra << Non avrei mai dovuto dirtelo, ti chiedo scu...>>
<< Sssh >> soffiai schioccandogli un leggero bacio a fior di labbra << Sta’ zitto e baciami. >>
E così fu.
Mi strinse maggiormente a sé e riempì il nostro secondo bacio con la dolcezza e la passione che soltanto lui riusciva a darmi.
Sentii la pelle andare a fuoco per il contatto così diretto con il suo corpo e lasciai che le mie mani giocassero con i suoi capelli, mentre le mie labbra divoravano le sue azzardando piccoli morsi ogni tanto.
Una sensazione che non avevo mai provato si fece strada dentro di me, invadendo la mia testa con pensieri sdolcinati, facendo si che scosse elettriche mi percorressero la schiena e che il cuore mi battesse così forte da voler uscire dal petto e fondersi con il suo.
Amore, credevo proprio che fosse quello il nome adatto a tutto ciò.
 
Mi fai sentire me stesso,
invece di essere qualcun altro.
Voglio vivere questa sensazione ogni giorno,
dici quel che nessun altro ha mai detto,
sai esattamente come arrivare a me.
Sai che sei tu quello di cui ho bisogno.



 
Here I Am!
Allora, inizio con il dire che vorrei dedicare questo capitolo a tutte voi che avete recensito e letto quello scorso nonostante il mio periodo d'assenza.
Siete fantastiche ragazze, davvero.
Ad essere sincera non sono per niente soddisfatta di ciò che ho scritto, ad eccezione dell'ultima parte che devo dire mi piace abbastanza.
Sono molto curiosa di sapere cosa ne pensate: accetto tutte le critiche, tranquille!
Volevo precisare che la canzone cantata da Chris è quella le cui frasi sono sparse un po' in tutto il capitolo e si intitola What You Mean To Me: io la adoro e in più ho pensato che fosse azzeccatissima per il rapporto appena instauratosi tra i nostri Luchis.
A presto, un bacio <3
   
 
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