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Autore: Diana_dreamer19    20/07/2014    0 recensioni
Lui, Harry Styles, un ragazzo che maschera la parte buona di sé stesso e la sua dolcezza con un comportamento immaturo.
Lei, Azzurra Evans, una ragazza che da fuori può sembrare una ragazza ordinaria, come le altre, ma che appena la conosci bene ti rendi conto che non è così, perché lei non è come tutte le altre, lei è diversa.
Cosa succede quando tutto quello in cui abbiamo sempre creduto si distrugge sotto i nostri occhi? Quando l'amore entra nella nostra vita senza che noi lo vogliamo, quando ormai non ne vogliamo più sapere?
"Forse la soluzione di tutto è sempre la fiducia, la fiducia in lui e nell'amore, nonostante il passato, nonostante il presente e nonostante un ipotetico futuro. Nonostante tutto e tutti"
"I’ve been spending the last 8 months thinking all love ever does
Is break and burn and end
But on a Wednesday in a cafe I watched it begin again".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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FIRST CHAPTER
“I can't get my mind off you”
 
Boscastle (Cornovaglia)- Inghilterra, 10 settembre 2013
Tornavo a casa, camminando lungo una delle poche strade di Boscastle; che posticino di merda. Non certo per la località, oddio, è davvero bellissima, con le casette in mattoni che sorgono ai lati delle stradine immerse nel verde dei prati inglesi e nell’azzurro dell’ Oceano Atlantico; oh era davvero bellissima e particolare, il problema erano gli abitanti. Boscastle è un villaggio davvero piccolo e di conseguenza con pochi abitanti che non conoscono nessuno al di fuori degli altri compaesani; questa gente è nata, vissuta e morirà qui; non viaggerà, non conoscerà persone nuove e luoghi nuovi e di conseguenza la sua mentalità rimarrà sempre uguale: chiusa ed ignorante.
E’davvero fastidioso vivere con persone che da mattina a sera non fanno altro che spettegolare sugli altri, esprimendo opinioni offensive senza nemmeno conoscere le cose e giudicando senza sapere nulla.
Questa era una delle riflessioni che facevo spesso tornando a casa, con le cuffie nelle orecchie. In questo caso la mia riflessione era accompagnata dalla voce di Chris Martin che cantava sulle note di Viva la Vida. Ad un certo punto, però, le note della canzone vennero sovrastate dal brusco rumore di un auto, allora mi girai e soltanto in quel momento mi resi conto di essere in mezzo alla strada, fu troppo tardi però perché la macchina era già a pochi centimetri da me. In quella frazione di secondo sinceramente non so cosa devo aver pensato, so soltanto che ho avuto paura, tanta, fino a quando non sentì una mano tirarmi alla mia destra e io frastornata caddi in quella direzione. Mi resi conto di essere salva e dopo pochi secondi capì cosa era successo. Guardai in basso e la prima cosa che vidi furono due grandi occhi verde smeraldo che mi guardavano sorpresi, semicoperti da dei riccioli neri; mi accorsi che ero praticamente sdraiata sopra il ragazzo che mi aveva appena salvato la vita e quindi mi alzai di fretta. La prima cosa che riuscii a dire fu
“Oddio grazie non mi ero accorta dell’auto  e … insomma grazie mille, davvero”

 Lui mi guardò stranito, ma con un leggero sorrisino in viso e disse
“Tranquilla, l’importante è che adesso stai bene, solo … quando cammini cerca di non stare esattamente in mezzo alla strada, sai, ti potrebbero vedere troppo tardi, insomma io ti avrei visto, perché … beh insomma, qualcun altro potrebbe non vederti “
 disse gesticolando.
 “Oh no, sai è che in un paese così piccolo non faccio così attenzione quando cammino per strada e poi avevo le cuffie e quindi mi ero persa un po’”
dissi imbarazzata.
“Ah si capisco … a proposito io mi chiamo Harry, mi sono trasferito qui da Londra, sono arrivato questa mattina … tu sei? 
“Azzurra”
Risposi,
“Azzurra Evans”
 “Bene, piacere di conoscerti, sai che sei la prima persona che ho conosciuto di qui?” ”Oh, beh spero di non averti fatto una così brutta impressione del posto, sai, non tutti gli abitanti qui sono così rincoglioniti come la sottoscritta!”
 Dissi con tono sarcastico. Harry scoppiò in una piccola risata e disse
 “Non l’ho mai pensato...per curiosità, tu che scuola frequenti?”
”La Wiston Churchill High School”
”Oh, perfetto, vuol dire che almeno conoscerò una persona! “
 “Perfetto!”
 Dissi io. In quel momento mi suonò il cellulare, vidi che era mia madre e risposi.
“Si mamma?”
 “Azzurra, dai vieni che sei in ritardo e è pronta la cena!”
“Si si, sto arrivando”
“Ok, sbrigati eh”
 “Si mamma si, ciao”.
 Misi giù il telefono, guardai Harry e dissi
“Scusa ora devo andare, mia mamma mi cerca”
“Ah okay, senti, non è che domani potremo andare a scuola assieme? Sai è il mio primo giorno e … non so nemmeno come arrivarci…”
 “Certo, va benissimo, guarda, questo è il mio numero”,
Gli dissi, per  poi dettarglielo cifra per cifra, mentre lui se lo salvava sul suo cellulare.
 “Grazie mille, a domani!”
 Disse lui, ma prima che se ne andasse io risposi
“Beh, credo che qui sia io a doverti ringraziare, davvero grazie mille, a domani”
 Lui rispose con un sorriso e disse
“figurati”
Io gli sorrisi a sua volta e mi girai per tornare a casa, salutandolo dicendo
“ciao, chiamami poi per metterci d’accordo per domani!”.
Arrivata sulla soglia di casa bussai e dopo pochi secondi venne ad aprirmi mia madre, la prima cosa che mi disse fu
“Alleluja! Sei riuscita ad arrivare!”
“Dai mamma,mi sono solo fermata un po’ di più da Aria perché dovevamo finire di studiare”
Dissi, non volendo raccontarle quello che era successo, si sarebbe preoccupata e avrebbe incominciato a dirmi che a sedici anni, fra tre mesi diciassette sarebbe stata l’ora di scendere dalle nuvole.
La sera dopo cena andai in camera mia; era così strano, non riuscivo a togliermi dalla testa quei due occhi verdi che mi guardavano e quelle fossette che si formavano sulle sue guance quando rideva.
No, basta dovevo smetterla, avevo già fatto questo errore una volta. Mentre ero seduta sul letto col PC che girovagavo su instagram il telefono iniziò a squillare. Mi allungai per riuscire ad arrivare al comodino e quando lo presi notai che era il numero era sconosciuto; pensai subito ad Harry e quando risposi ebbi conferma della mia teoria. Una voce roca rispose
“Ciao Azzurra, sono Harry, volevo dirti che domani posso farmi trovare sotto casa tua alle 8.30, così poi andiamo a scuola insieme … ti andrebbe bene?”
 “Perfetto!”
“Okay. Buonanotte allora”
“Buonanotte”Dissi, per poi riattaccare il telefono.
La mattina seguente mi alzai, mi lavai e andai a prendere qualcosa dall’armadio. Mi misi un paio di Jeans azzurro chiaro e una camicia blu, con sotto una canotta bianca. Andai a fare colazione e poi andai in bagno, per lavarmi i denti e truccarmi leggermente. Misi il mascara e il burro cacao, poi andai a infilarmi le converse bianche e uscii di casa.
Stranamente Harry non era ancor arrivato … eppure erano le otto e mezza passate … aspettai altri dieci minuti dopodiché decisi di chiamarlo, avendo paura che mi avesse dato buca. Io sono così … sono troppo insicura di me stessa e penso sempre di non essere abbastanza per gli altri … credo che questo derivi dal fatto che durante l’ultimo periodo delle elementari e il primo anno delle medie non mi ero certo trovata bene con le ragazze che vivevano nel mio stesso paese e che avevano la mia età. Ogni mattina arrivare a scuola era una tortura, passavano il tempo a deridermi e a prendermi in giro per quello che indossavo, che pensavo o per qualunque altra cosa. Forse anche questo è uno dei motivi per il quale appena avrò finito la scuola voglio andare via da qui, viaggiare e conoscere persone e luoghi nuovi. Quando ci penso, a quelle mattine infernali durante le quali l’unica cosa che avrei voluto fare era correre fino al mare e buttarmici dentro, stando sotto l’acqua da sola per un’eternità e uscire soltanto quando tutto sarebbe finito, mi sale una rabbia tremenda, perché a pensarci bene l’unico motivo per il quale venivo derisa era il fatto che la pensavo in modo diverso dalle altre ragazzine , quelle che erano considerate “le migliori” e a differenza di tutte le altre ero l’unica che invece che andare dietro a loro, imitandole,  avevo il coraggio di dire le mie opinioni e staccarmi dal resto del gruppo. Ah certo, perché anche se fai la stronza con tutti, hai il cervello di una gallina e sei una troia fa lo stesso, perché tanto pesi 40 kg, ti vengono dietro tutti e ti vesti con  i vestiti che credi siano di moda. Ma allora okay, va bene, spero solo un giorno si renderanno conto di cosa conta davvero nella vita prima o poi, davvero, lo spero per loro.
Prima di riuscire a premere il pulsante di chiamata vidi Harry scendere per il vialetto di casa mia correndo; quando fu più vicino a me, con il respiro affannato disse
“Scusa, ieri sera mi sono completamente dimenticato di mettere la sveglia e quindi mi sono svegliato esattamente 10 minuti fa”
 Queste sue parole mi fecero sorridere.
“Tranquillo, basta che adesso ci muoviamo”

 Dissi, sorridendo.
Arrivati in classe, Harry si sedette vicino a me e restò lì seduto per tutto il resto della giornata, che passò abbastanza in fretta, dato che io e Harry passammo la maggior parte del tempo a scherzare. Per me non fu un così grande problema, dato che a scuola sono sempre andata bene, anche se non esageratamente, cioè voglio dire, ho sempre avuto una buona media, ma non sono mai stata la classica secchiona che passa giornate a studiare e in classe alza sempre la mano … studiavo quel che serviva; per quanto riguarda Harry, invece, credo che come primo giorno non sia stato un buon inizio, tenendo conto del fatto che da quel che mi aveva raccontato durante la lezione di storia la sua media non era delle migliori.
Alla fine delle lezioni mi fermai a parlare con Harry nel cortile della scuola e, ascoltandolo raccontarmi dei suoi problemi nella sua ex- scuola di Londra mi venne un’idea, quindi gli chiesi
“Harry, che ne dici se alcuni di questi pomeriggi venissi da me a studiare? In modo che ti possa aiutare con alcune materie?”
”Sarebbe perfetto”
 Rispose lui, e in viso gli si formò un enorme sorriso, contornato da due fossette sulle guance.
“Beh, potremo incominciare da oggi pomeriggio … vieni a casa mia per le tre?”
“Certo … ah e sta volta te lo prometto, sarò puntuale!” disse lui.
“Ci conto Styles!” Gli risposi, voltandomi dall’altra parte e agitando la mano per salutarlo.
ANGOLO AUTRICE: Questa è la mia prima storia e anche se il primo capitolo è un po' cortino spero vi interesserà...fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni e se mi dite che vi piace vi prometto che andrò avanti presto. Accetto critiche se costruttive. Alla prossima!
  
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