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Autore: Uptrand    20/07/2014    13 recensioni
Le vicende sono ambientate dopo Antiche Minacce. Dasha ha finalmente raggiunto il suo scopo diventando una delle donne più potenti della galassia, ma deve guardarsi le spalle perché il Consiglio le è apertamente ostile. Problemi arrivano anche da Omega dove muovendosi nell'ombra qualcuno vuole far scoppiare una guerra tra Aria e Dasha, un conflitto dalle conseguenze impossibili da immaginare considerando le risorse di entrambe.
Nel frattempo Olivia e Steve scoprono che l'Alleanza, che hanno fedelmente servito, potrebbe trasformarsi nel loro peggior nemico.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Olivia si svegliò nel letto della sua camera nell'appartamento sulla Cittadella, poteva sentire il respiro di Arturus che beatamente continuava a dormire accanto a lei.
Il turian era il figlio di Garrus Vakarian e di Tali'zorah vas Normandy e per questo le sue squame erano meno dure degli altri turian e più chiare. Una linea blu, un tatuaggio tipico delle tradizioni turian, gli passava in verticale sopra l’occhio sinistro.
Con le punta delle dita prese a seguire i contorni  delle scaglie della cresta e vide il volto di Arturus assumere un'espressione beata, come aveva imparato per i turian quel gesto aveva lo stesso valore di un massaggio sulla schiena per un umano. Continuò così per un po', alla fine sentendo i morsi della fame si alzò per fare colazione.
Aperta la porta sentì subito il profumo del caffé pronto, segno che il suo fratellino doveva già essersi alzato essendo i loro genitori al momento sulla Terra presso il QG dell'Alleanza di Mumbai.
«Giorno Steve.» Disse scendendo le scale.
«Ciao Olivia.» Gli rispose il fratello.
Vedendoli nessuno avrebbe pensato a qualche parentela. Lei con una capigliatura rosso fuoco, un viso lentigginoso e dei bellissimi occhi verdi. Lui dai tratti più comuni, con occhi e capelli castani.
Lei si servì e sedette vicino al fratello «Perché mi sembri stranamente serio già di prima mattina? Aspetti qualcosa?» Chiese mentre  Steve controllava la sua casella di posta già a quell'ora.
Lui si agitò un attimo a disagio sulla sgabello, aveva sempre odiato dare spiegazioni.
«Sto aspettando un messaggio dall'esercito.»
«Eh?» Ad Olivia le ci volle qualche secondo per capire di cosa parlava. Anche se le differenze erano minime nell'Alleanza esistevano due corpi distinti almeno dal punto di vista burocratico, l'esercito e la flotta, ma da tanto tempo erano stati uniti nell'Alleanza che le differenze tra il personale navale e quello di terra ("marine") erano davvero minime.
Le unità terrestri erano una sezione specializzata della flotta, proprio come le squadriglie di caccia di complemento. Per una questione di orgoglio, i marine continuavano a mantenere alcuni gradi della loro antica tradizione militare. Se detto per intero il grado di Steve sarebbe stato Primo Tenente dell'Esercito, mentre il suo era Primo Tenente della Flotta, ma si trattava di una dicitura anacronistica che nessuno usava più.
«Ti aspetti una risposta di mattino presto?»
«Sulla Terra siamo oltre meta mattinata.» Obiettò lui.
«Ok, ma cosa stai aspettando?» Insistette lei. Se Steve non glielo voleva dire glielo avrebbe estorto, era uno s.p.e.t.t.r.o. dopotutto.
«I-Io....» Steve si zittì non riuscendo a proferir parola. Questo destò la completa attenzione di Olivia, se il fratello si agitava tanto da balbettare con lei il messaggio per lui doveva essere davvero importante.
«Ho sostenuto l'esame per ottenere la licenza come capo istruttore di fanteria e specialista nell'uso della tuta da combattimento Distruttore N7.»
Olivia per poco non si soffocò con quello che aveva in gola a sentire quell'affermazione. Quando poté nuovamente respirare disse «Tu odi insegnare e dare spiegazioni! Inoltre come istruttore dovresti quasi sicuramente lasciare la SR3!»
«Vero, ma se devo spiegare lo faccio.» Questo era corretto, la dedizione al fratello al dovere era sorprendente. «Riguardo ad abbandonare la Normandy posso sempre rifiutare il nuovo incarico e rimanere dove sono ora, in ogni caso la licenza mi permette di occupare il ruolo di capo istruttore se faccio domanda al riguardo. Per adesso so solo che se ho superato l'esame dovrò recarmi a sostenere anche un test dimostrativo.»
«Pensi di farcela? Di avere buone possibilità.» Chiese lei
«Come ti ho detto cercano qualcuno con esperienza nel ruolo di Distruttore e in quella classifica sono tra i primi e so...grazie ad un piccolo aiuto di Asiria...che sono pochi quelli prima di me che si sono presentati.» Dopo questa informazione Olivia non poté fare a meno di chiedersi cos'altro poteva aver chiesto alla figlia dell'Ombra e di Javik. In quel momento un allarme acustico avviso Steve dell'arrivo di un messaggio che lesse subito.
Lui, furibondo, non gli riuscì a trattenersi e urlò « La domanda è stata respinta! Trovato personale qualificato! Che diavolo significa? C’era un test pratico da sostenere!» Continuò a leggere il messaggio e il suo viso passo dalla rabbia allo stupore e lesse ad alta voce «Le preghiamo di comunicare a sua sorella il Tenente Olivia Williams Shepard che è richiesta la presenza in una serie di dimostrazioni con l’armatura da Distruttore, a tal fine le viene conferito il titolo di capo istruttore di fanteria. Il comando desidera usare l'immagine del Tenente, ben nota al pubblico, per dare inizio a una campagna pubblicitaria per migliorare le relazioni tra i civili e l'Alleanza. Le chiediamo anche di accompagnare il Tenente Olivia Williams Shepard vista la sua esperienza pregressa nel ruolo di Distruttore e di istruirla al riguardo.»
Steve, finito di leggere, fissava sconcertato la sorella intenta nel frattempo a leggere e-mail che le arrivata assieme a quella del fratello che la informava del suo nuovo compito.
«Bene...» - disse Steve rabbioso - «…vengo messo da parte per la star della famiglia, sono certo che sarai un perfetto distruttore, come in tutto quello che fai.» Si alzò dirigendosi a grandi passi verso la porta dell'appartamento. Olivia lo seguiva per cercare di fermarlo e calmarlo.
«Steve! Cazzo...non so niente di questa storia....non so neanche come si usi la tuta da combattimento T8-V» Indifferente alle sue parole, Steve uscì.
Dietro di lei una voce assonnata chiese «È pronta la colazione?». Arturus si era alzato.
*****
Olivia si lavò abbondantemente la faccia, si asciugò e guardò nello specchio. Nell'immagine riflessa spiccava in bella vista un livido sopra l'occhio, l'unico segno rimastogli di quando aveva indossato un'armatura da Distruttore. Qualcuno ai piani alti, non sapeva chi, le aveva affidato un incarico e un ruolo sottraendoli a suo fratello, il risultato era stata una figura decisamente pessima in un test dimostrativo davanti ad alcuni alti ufficiali in cui aveva collaborato con gente esperta e aveva la sensazione che si fossero divertiti a prendersela con una novellina.
Il peggio era stato quando dagli altoparlanti le avevano comunicato che doveva uscire dall'area del test per inadeguatezza e i mormorii che ne erano seguiti, incrociando un paio di ufficiali aveva sentito dire da uno di questi «...solo perché è uno Shepard.» , dovette mordersi il labbro per evitare di rispondere.
Ma la cosa che gli dava più pensiero erano i suoi rapporti con Steve. Il fratello aveva fatto di tutto per evitarla, rifiutandosi perfino di aiutarla riguardo all'uso corretto di un'armatura T8-V e questo la feriva perché era stata la prima volta che gli negava un aiuto, ma ancor peggio era stato non venirla neanche a salutare quando era partita per il corso ad Alti Ufficiali Alleanza Terrestre da cui sarebbero usciti i futuri “alti papaveri” dell'Alleanza.
Il corso era stato ideato dopo la guerra e non aveva una durata precisa, vi si poteva partecipare una volta diventati almeno Secondo Tenente e vi si rimaneva formalmente iscritti fino al grado di Capitano.
Ogni tre mesi si veniva richiamati sulla Terra per un periodo di almeno due o tre settimane durante i quali gli ufficiali erano tenuti a corsi di formazione a aggiornamento, ma poteva capitare che fossero spediti anche a servire a bordo di altre navi per la durata di quel periodo o a svolgere altri incarichi, nel suo caso era stata costretta a servire come Distruttore al posto di Steve.
La cosa più difficile però per tutti era far coincidere i propri incarichi con quelli del corso, si diceva che i test e le prove non avevano nessuna importanza e che l'unica cosa valutata era l'abilità della persona di svolgere i propri doveri e quelli del corso senza venir meno a nessuno dei due, da parte sua riteneva che in questa frase ci fosse una buona dose di verità.
Ogni mesi infatti un certo numero di ufficiali si ritirava e una volta fuori dal corso era vietato ripresentarsi, per questo non aveva potuto rifiutarsi di rubare il posto al fratello, se lo avesse fatto poteva dire addio al suo sogno di essere un giorno Ammiraglio di Flotta. Questo non precludeva a priori ogni possibilità di carriera, ma le promozioni sarebbero andate sempre e per prime a chi  risultava ancora iscritto.
Fuori dal Bagno «Olivia Williams Shepard è attesa dalla direttrice.» disse l'altoparlante.
Lei lo fisso, interdetta, come se avesse detto la cosa più stupida del mondo. Pensierosa s'incamminò.
Direttrice dell'accademia Hackett era “La Strega”, originaria del Texas, aveva una quarantina d'anni e sulla sua carriera c'erano solo voci, alcune dicevano che era un ex-operativo di Cerberus altre che avesse rifiutato una promozione ad ammiraglio. Decise di lasciar perdere le insinuazione per  concentrarsi su quello che sapeva. Alla Hackett la sua parola era legge, veniva considerata il regolamento dell'Alleanza fatto uomo, anzi donna. Le poche volte che l'aveva vista, sempre da lontano, emanava una sensazione di perfezione.
Da come portava addosso l'uniforme, al suo portamento, alla lunghezza delle unghie tutto sembrava renderla lo stereotipo dell'ufficiale perfetto. Al suo passaggio tutti si controllavano la divisa, le voci si facevano bisbigli, le schiene dritte e sembrava che la temperatura fosse scesa di dieci gradi. Le sue lezioni erano chiare e le spiegazioni non lasciavano dubbi, il suo giudizio però era sempre corretto e imparziale e più di una carriera era stato innalzata o affondata da questo.
Che fossi credente o no, l'accademia aveva un dio a cui niente sfuggiva di quello che accadeva. L'unica nota in quella immagine di perfetto ufficiale erano i capelli. Rossi. Olivia conosceva solo tre persone che li avevano di quel colore e tonalità: lei, sua nonna ed ex-ammiraglio di flotta Hannah Shepard e la “Strega”. Se non fosse stata sicura dell'impossibilità della cosa avrebbe pensato a quello come un indizio di qualche lontana a parentela.
Alla fine si arrestò davanti a una porta, era giunta all'ufficio. Su di essa campeggiava in bella vista una targa con la scritta “DIRETTRICE COM. VALENTINA  QUENNY”.
L'ufficio della direttrice era sorprendetemene austero, conteneva un divano, una scrivania e un paio di sedie e un opera d'arte appesa al muro che le sembrò una Cittadella stilizzata di colore viola. Seduta dietro alla scrivania c'era la direttrice.
Valentina, una donna dotata di una severa bellezza, vedeva il mondo con freddo realismo, aveva occhi castani penetranti e fra i più astuti che lei avesse mai visto. Esordì ad Olivia un sorriso e disse « Il suo rendimento è calato, strano trattandosi di una delle migliori cadette del corso. Qualcosa da dire?»  Domandò mentre la fissava con sguardo indagatore.
Stava per rispondere quando venne anticipata «Si è trovata in una situazione anomala dovendo vestire i panni della fanteria pesante, il suo curriculum è chiaro, sia per addestramento e capacità quello non è un ruolo adatto a lei. Ha provato a far notare la cosa a chi le ha impartito l'ordine?»
«Si...»
«...ma non ha risolto niente, si è solo scontrata contro un mucchio di sorrisi, frasi gentili e un’infinita burocrazia.»
Stavolta non provò neanche a rispondere, si limitò a far si con la testa
«Ogni ordine diretto agli ufficiali di questa accademia passa prima da me e io quell'ordine per lei non l'ho mai visto. Pare fossi l'unica all'oscuro. Lei sa il perché?»
«No.»
«Per cosa l'Alleanza è famosa e criticata più di ogni altra cosa da tutti, Turian esclusi?» Chiese d'un tratto.
«Per la severità del suo regolamento.» Rispose Olivia senza pensarci, era una vecchia battuta che tutti conoscevano.
«Esatto, secondo lei in che ottica sono visti gli s.p.e.t.t.r.i. Da quest'ultima?»
Olivia dovetti pensarci un po' su non essendosi mai posta la questione «Positiva.»
«Sbagliato...» - Affermò la direttrice, come se l'avesse appena corretta durante una lezione «...almeno in parte. L'idea di avere umani tra la fila degli s.p.e.t.t.r.i. è stata un idea del governo di allora, dei politici. L'ammiragliato si è limitato ad ubbidire, vi fu una richiesta ufficiale di cosa pensassero ma non la comunicarono mai, sapendo che la pressione politica era tale che una risposta negativa da parte loro non sarebbe mai stata accolta.»
Olivia aveva ascoltato con interesse questa vicenda storica, ma non capiva cosa centrasse.
Come avesse appena finito il capitolo di un libro e aperto un altro la “strega” chiese «Mi dia il suo significato di elite militare?»
«Un gruppo chiuso di persone che godono di alcuni vantaggi in ambiente militare.»
«Esatto, un gruppo che può significare anche una famiglia. Mi dica i nomi di alcune famiglie con una lunga tradizione militare nell'Alleanza e prima?»
Olivia dovette di nuovo pensarci un attimo, in quanto non era argomento di studio ma solo di pettegolezzo. Disse qualche nome.
«Esatto, ma ne ha dimenticato due: i Williams e gli Shepard.» Lei sorrise a quell'affermazione, non le aveva  dimenticate ma le sarebbe sembrato di essere presuntuosa a citare quei nomi.
«Gli Shepard sono senz'altro meno famosi o almeno lo erano, ma uno di loro è sempre stato presente nell'Alleanza fin dalla fondazione, ma il primo alto ufficiale fu Hannah Shepard. Possiamo dire lo stesso dei Williams che hanno saputo dare diversi ufficiali di alto rango, anche se il loro nome è decaduto dopo Shanxi.»
Olivia si sentì in diritto di precisare «Era decaduto.»
«Non commetto errori quando spiego Tenente....è decaduto, almeno per chi da importanza a queste cose.» -Vedendo che non capiva continuò a spiegare - «È innegabile che se i Williams sono risaliti è dovuto agli Shepard. Per i cosìddetti tradizionalisti militari si sono solo approfittati del fatto che sua madre si è infilata nel letto del suo comandante. Indipendentemente dai meriti di lei e i suoi sentimenti per John Shepard.»
Olivia adesso era decisamente offesa, ma non era ancora sicura di capire cosa significasse questa discussione
«Come se non bastasse non le manca la determinazione per fare di testa propria, la prima volta che ha comandato la Normandy SR2 lo ha fatto dopo averla rubata dal QG del C-sec.»
Olivia avrebbe voluto chiederle come faceva a saperlo, ma la “Strega” aggiunse «Ha inoltre collaborato con delle criminali, o meglio ex, per affrontare la recente crisi denominata “Oscurità” mantenendo quanto promesso invece di arrestarle...ammirevole, ma in molti non condividerebbero questa opinione.»
Olivia si alzò in piedi sull'attenti «Cosa significa tutto questo? Di cosa stiamo parlando?» - chiese spazientita e solo dopo ricordandosi  con chi parlava - «Signora» aggiunse sperando che quell'infrazione del protocollo fosse perdonata e immagino fosse così quando vide una piccola vena sulla fronte di lei prima gonfiarsi e dopo sparire.
«Si sieda, non ho finito di spiegare.» Ubbidì e come se nulla fosse la direttrice continuò «Ricapitolando abbiamo una famiglia decaduta, una che in tempi recenti è salita alla ribalta  e lei...il “frutto” di questa unione che diventato uno s.p.e.t.t.r.o. Tre delle cose che i “tradizionalisti” non sopportano riuniti in una sola persona...decisamente troppo per loro, per questo vogliono farle lasciare l'Alleanza.»
Olivia strabuzzò gli occhi a quelle parole, in quanto non pensava di aver fatto assolutamente niente per essere presa di mira da queste fantomatiche persone.
«Vi sono persone convinte che lei dovrebbe essere congedata per dare un esempio e mantenere l'Alleanza proprio come loro desiderano. Dovrebbe sapere che anche i suoi genitori s'imbatterono in simili problemi.» Olivia fece segno di si, sapeva bene come per diversi motivi che le erano sempre sembrativi ridicoli, il  padre non era stato preso in considerazione al rango di ammiraglio, ma molti ritenevano che il ruolo di s.p.e.t.t.r.o. non poteva andare di pari passo con quest'ultimo. Come ulteriore complicazione sua nonna, Hannah Shepard, all'epoca rivestiva già tale ruolo e questo avrebbe voluto dire avere madre e figlio entrambi ammiragli all'interno dell'Alleanza, qualcuno temeva che si potesse stabilire un qualche tipo di nepotismo.
Questi furono senz'altro i motivi dati alla stampa, ma ce ne furono anche altri come il fatto che i suoi genitori avessero una relazione. Il regolamento dell'Alleanza non ammette eccezioni e vieta ogni tipo di relazioni tra colleghi della stessa nave, questo era anche parte del motivo per cui Hackett trasferì ufficialmente la Normandy e il suo equipaggio al diretto comando del Consiglio. Nonostante questo alcuni ufficiali storsero il naso per il fatto che si chiudesse un occhio solo perché si trattava “dell'eroe della galassia”, così come molti politici temevano che una storia d'amore tra i primi due spettri umani potesse trasformarsi in una barzelletta per la galassia, arrivando a chiedere ai suoi genitori di separarsi anche solo per qualche anno oppure alla madre di non rimanere in cinta.
«Ora capisce da chi arrivava quell'ordine che le ha fatto guadagnare quel livido sopra l'occhio?»
Ora ad Olivia pareva tutto chiaro, ma riusciva ancora a stento a crederci.
«Si ricordi che gli eroi vanno bene nei momenti di crisi ma una volta passato diventano un peso per chi governa...se John Shepard fosse morto dopo aver distrutto i Razziatori alcuni avrebbero sorriso a quella notizia.»
Olivia non riusciva a credere a quello che le era appena stato detto, era questa l'Alleanza che tutta la sua famiglia serviva fedelmente. «Come tutto questo si ricollega a lei? Non possono semplicemente sbatterla fuori con qualche scusa, non col nome che porta...ma è molto più facile se affida alla persona dei compiti che non può svolgere, il risultato sarà lo stesso una carriera mediocre  sempre se l'interessata non decide di congedarsi.»
Molte cose furono improvvisamente chiare a Olivia “che dannato pasticcio e ci sono proprio in mezzo” pensò, preoccupata. Scosse il capo con sgomento.
«In pratica devo scegliere se rinunciare o meno al mio sogno di diventare ammiraglio un giorno?»
«Non solo questo, prima o poi perderà anche il comando della sua nave e forse molto di più.»
«Perché mi avverte? Perché dovrei fidarmi?» disse guardando la direttrice dritto negli occhi e tralasciando ogni formula.
Stavolta la direttrice parve evitare di accorgersene «Se alcuni avrebbero sorriso alla morte di suo padre, altri non l'avrebbero fatto. Avete alleati e sono tra questi, d'altronde non ho saputo tutto questo da sola. Bisogna salire molto in alto per queste informazioni e non lo sono abbastanza.»
«Non mi ha ancora detto perché dovrei fidarmi?»
«È un ufficiale, ha le capacità di giudizio per scegliere. Di sicuro non la terrò per mano, ma se si fiderà la aiuterò ad uscire da questa faccenda.»
Le due donne si scrutarono in silenzio, alla fine Olivia fece un cenno di assenso.
La direttrice aprì un cassetto della scrivania e lo porse al Tenente che ne lesse il contenuto «Ma questa è una domanda...»
«...per il corso N7 indirizzata a lei, firmata e approvata con la sua firma.»
«Come?»
«Non perdo tempo quando conosco le risposte o ha cambiato idea per una firma falsa?»
Olivia avrebbe voluto dirle diverse cose ma non voleva litigare con quello che, forse, era il suo unico alleato se la storia era vera. «No. Ma in ogni caso diventare un N7 come dovrebbe aiutarmi?»
«Dovrebbe aver capito che anche nell'Alleanza ci sono regole non scritte e a volte valgono più quelle del regolamento, a volte, e gli N7 beh...sono i nostri migliori soldati è nessuno potrebbe metterne in dubbio preparazione e competenze.»
Valentina, come se fosse stata punta, si alzò energicamente dicendole « Mi segua!» lei le andò dietro.
Fu condotta nel piano sotterraneo dell'accademia in alcune stanze che non venivano usate abitualmente, fermandosi davanti a una porta di queste «Lei però è solo meta del problema, l'altra parte è qui dentro.»
Entrandovi Olivia non aveva idea di cosa trovarci, di sicuro non quello che vide. Nella stanza illuminata da alcune luci vi erano due uomini con indosso la divisa e i gradi di sergente e ai loro piedi una figura imbavagliata, legata a mani e piedi.
«STEVE!» Esclamò lei. La rabbia che traspariva dal volto del fratello era spaventosa al punto da conferirgli un aspetto inumano e un rossore rabbioso gli pervadeva il volto.
«Problemi?» Chiese la direttrice, mentre per un secondo le sue pupille si dilatarono per la sorpresa. I due uomini apparivano doloranti e pieni di lividi.
«Non ha voluto sentire ragioni, abbiamo quasi distrutto un bettola di locale negli agglomerati della Cittadella e ha usato la testa di Browsky per rompere un tavolo in due.» Disse uno dei due sergenti e indicando poi il compagno, che ripeté la storia aggiungendo nuovi particolari.
La “Strega” si chinò su di lui «Tenente lei non corre pericolo, siamo tutti ufficiali, sua sorella è qui e dalle mia mostrine capisce che sono un comandante dell'Alleanza. Quindi adesso la libererò e le consiglio di controllarsi.»
Olivia era stata trattenuta indietro dalla stessa direttrice, solo per questo non si era precipitata a liberare il fratello, ma ora non poteva fare a meno di chiedersi se era una buona idea. Sapeva bene che quando Steve era furioso ragionarci era impossibile. La “Strega” gli tolse il bavaglio.
«Non so chi cazzo sei, ma sei sicuramente una bastarda senza spina dorsale, una testa di merda senza palle, fai la voce grossa ma scommetto che sei abituata a prenderlo in quel posto!» Gli urlò contro. Olivia desiderò di poter scomparire.
La direttrice si alzò in piedi, dicendo «Liberatelo.» e fece segno a Steve con la mano di farsi sotto.
Dieci minuti dopo lui era chino sulle ginocchia e teneva una mano sul fianco destro dolorante «Basta così Tenente, penso abbia capito l'importanza di rivolgersi nel modo opportuno a un superiore, mi aspetto per domani una lettera di scuse di cento parole in triplice copia e scritta a mano.» Affermò Valentina. La direttrice da parte sua non aveva ricevuto neanche un colpo, non dava segni di affaticamento e la divisa non era sgualcita. «Abbiamo cose di cui discutere. sempre se lei ha finito di comportasi in maniera infantile?»
Olivia desiderò che se ne fosse stata zitta, sapeva che era troppo furioso per ritirarsi, lo vide trarre un profondo respiro e rimettersi in piedi. Olivia si protese in avanti, pronta nel caso che Steve tentasse nuovamente di scagliarsi contro la direttrice e decisa a fermare uno scontro il cui vincitore era ormai certo «Adesso basta! Pensa a quello che fai e a chi dovresti renderne conto.» Gli urlò contro.
A quelle parole Steve esitò e lo sguardo perse un po' della sua ferocia,  le sue parole avevano aperto un varco. Senza dire niente lui si sedette a gambe incrociate esattamente dove si trovava, ma non proferì parola.
Gli spiegarono la situazione e alla fine la direttrice gli chiese «Sarebbero opportuno che anche lei entrasse nel corpo N7, dovrebbe essere facilitato in questo essendo già un N4.»
«Si, signore.» Gli rispose Steve ancora furente e sforzandosi appena di nasconderlo. Come per Olivia però i documenti erano già stati firmati, spediti e accettati ben prima della sua risposta.
Al momento di uscire dalla stanza Olivia gli disse «Pare che lavoreremo di nuovo assieme fratell-ino» e gli posò una mano sul braccio in un gesto di affetto, ma lui si liberò con uno strattone che non mostrava la minima simpatia.
*****
Il corso N7 pensato inizialmente solo per i candidati al programma N dell'Alleanza aveva subito negli anni diverse modifiche, sebbene quasi tutti i partecipanti provenissero dal programma N e avessero la qualifica di N6, adesso era aperto a tutti coloro che secondo gli istruttori N7 avessero le capacità per superarlo.
Essi contattavano l'interessato tramite un messaggio e doveva scegliere se accettare o no, consapevole che non ci sarebbe mai stata una seconda chiamata. Ma quello che rendeva particolare questo corso non erano le tecniche di combattimento, facilmente apprendibili in qualsiasi altro programma dell'Alleanza, ma che cercava di tirare fuori dagli uomini e donne che vi partecipavano tutto quello di cui erano capaci mettendoli di fronte a situazioni estreme. Gli altri corsi formavano le abilità dell'individuo, il corso N7 l'anima e la forza di volontà.
Il campo d'addestramento al quale erano destinati Olivia, Steve e altre centottantacinque persone era situato nella zona settentrionale delle montagne rocciose. Con loro sorpresa scoprirono che per Campo s'intendeva proprio campo, perché gli unici edifici in muratura servivano a proteggere l'equipaggiamento, oltre ad essere impossibile comunicare con qualcuno all'esterno tranne che con la trasmittente del centro di comando.
Avevano contatto i loro genitori prima di partire, ma non avevano fatto in tempo a ricevere una risposta. Mangiavano e dormivano in tenda, facevano vita all'aperto e scoprirono che il moto era il modo migliore per tenersi caldi e lo facevano abbondantemente.
Essendo tutti ufficiali nessuno fu sorpreso di cosa veniva loro richiesto, la differenza rispetto a qualsiasi altro corso non era il cosa ma la quantità. Vennero divisi per pattuglie formate da quattro membri ciascuno e con un capo-pattuglia nominato di giorno in giorno.
Essendo un gruppo misto di donne e uomini, si era provveduto che sotto una tenda ci fossero solo persone dello stesso sesso, ma li finiva ogni distinzione. Siccome in missione era difficile avere un po' d'intimità, fu pensato di chiarire fin da subito che questa non esisteva a cominciare dai bagni, termine generoso per definire dei gabbiotti in plastica, che erano unici per uomini e donne.
Il primo giorno, poco prima dell'alba un altoparlante trasmise la marcia militare, mentre un istruttore gridava «Tutti fuori! Scat-tare.»
In meno di un minuto i prescelti a diventare N7 furono perfettamente allineati all'esterno in pantaloni, maglietta e scarpe tutto fornite dall'Alleanza, per iniziare gli esercizi proprio mentre il sole si affacciava timidamente all'orizzonte.
Di fronte a loro un ufficiale donna, vestita alla stessa maniera, i calzoni con la piega impeccabile e scarpe lucide si presentava arzilla, ben sveglia, con i nervi distesi e l'aspetto riposato. Ma quello che catturò l'attenzione di Olivia e Steve fu una capigliatura rosso fuoco.
L'ufficiale disse « At-tenti! Sono il Comandante Quenny, vostro comandante di Compagnia. Quando vi rivolgerete a me dovete salutare e dire signore. Saluterete e direte signore a chiunque porti un bastone da istruttore.» Disse mentre teneva in mano una canna robusta che usò per indicare una decina di persone, uomini e donne, sull'attenti dietro di lei con addosso i gradi di caporale e sergente.« Qualsiasi fosse il vostro grado esso non ha importanza qui! Si è N7 o non si è niente.»
Lei si avvicinò alle nuove reclute « Ma guarda! Come ti chiami?»
«Tenente Steve Williams Shepard, Signore!»
«Tenente!» - il tono di Valentina era disgustato, sprezzante.- «Come se un ridicolo grado e un buon nome valessero qualcosa, inoltre  sto ancora aspettando una lettera da lei ma questa sarà di trecento parole e...» - puntò il bastone - « La vede quell'armeria laggiù?»  Come tutti, Olivia guardò nella direzione indicata e non vide niente, tranne il paesaggio sconfinato e un edificio che pareva sorgere lungo la linea dell'orizzonte «Fuori dai ranghi! Un giro attorno all'armeria. Olivia Williams Shepard!»
«Si signore?» Gridò scattando fuori dai ranghi.
«Ha il compito di farlo correre e vi consiglio di sfruttare il tempo che passerete assieme.»
«Signorsì, comandante!» e partì di corsa dietro a Steve. Lei tornò a rivolgersi a quanti erano rimasti.
Al loro ritorno si unirono agli altri in una serie di esercizi che li lasciarono grondare di sudore.  Valentina conduceva gli esercizi, eseguendoli con loro e urlando ordini.  A guardarla, non aveva una piega fuori posto, e quando terminarono neanche il fiatone e giunti al termine condusse la compagnia al trotto verso le tende. Olivia non poté fare a meno di notare che correre era l'attività più diffusa al campo, trottavano sempre e dappertutto.
Due settimane dopo tolsero a loro le brande. Le piegarono e a spalla le trasportarono fino a un magazzino distante sei chilometri, in salita. La terra nuda divenne il loro letto, ma la cosa non aveva molta importanza per dei soldati esperti, per molti era come fare un salto indietro nel tempo quando si erano arruolati. 
Avevano imparato i trucchi del mestiere, sapevano come approfittare di ogni momento disponibile per dormire e a svegliarsi all'istante appena veniva urlato un comando.
Gli unici momenti liberi, che era in alcune occasione possibile ritagliarsi, erano dopo cena dove ognuno poteva rilassarsi come preferiva. Le attività più diffuse erano scrivere, parlare dei problemi mentali degli istruttori, ma soprattutto delle proprie esperienze e prerogative degli scapoli delle loro colleghe al campo.
Fra questi non furono pochi quelli che ci provarono, non fu certo la timidezza da una parte o dall'altra a creare difficoltà, ma nessuno parlò mai di qualche “successo” perché da entrambi le parti vi erano soldati professionisti con un unico scopo: ottenere il titolo di N7 e non avrebbero permesso a qualcosa di distoglierli da questo obiettivo.
Un giorno si misero in marcia per un esercitazione normale, senza coperte in spalla e senza razioni e saltando la colazione. La cosa non sorprese nessuno, tutti si erano nascosti addosso zollette di zucchero e gallette rubate alla mensa. Continuarono a marciare tutto il pomeriggio e solo poco prima del buio fu ordinato l'alt e solo dopo il “rompere le righe la situazione fu chiara. Avrebbero passato la notte li dove si trovavano. Divisi per pattuglie misero assieme quello che ciascuno aveva preso alla mensa, non si poté definire un pasto ma ognuno riuscì a mettere qualcosa nello stomaco e anche se potevano tentare di cacciare qualcosa era un'attività non consigliabile da eseguire al buio in un territorio montuoso che non conoscevano.
Accantonato per qualche ora il problema del cibo rimaneva quello del freddo, la soluzione adotta fu quella più semplice, “fare le pecore”, ammassarsi gli uni sugli altri. Provarono anche a raccogliere della legna per accendere un fuoco ma ne trovarono troppo poca anche solo per giustificare la fatica di tentarci.
Le donne si ammassarono per conto loro, cosa che suscitò qualche battuta seguita dall'immediata risposta e un coro di fischi e insulti se qualche maschio provava a intrufolarsi, nonostante la situazione il morale era alto e sembrava più un campeggio che una esercitazione per quei soldati che andarono avanti a scherzare per un per po'. La soluzione però era tutt'altro che comoda, se si restava all'esterno si gelava e se si  era sotto il mucchio, gli altri ti soffocavano con il loro corpo e il loro tanfo.
« Breck me ne frego se hai il baffo seduttore, tieni le tue mani lontani del mio culo!» Echeggiò forte la voce di Olivia, nel buio di una notte in cui la luna piena brillava come un diamante, che si era allontanata per un bisogno e al ritorno trovò il soldato ad importunarla.
«Ma davvero?Non sapevo che gli Shepard l'avessero d'oro.» Gli rispose Breck un bestione dalla faccia da contadino più alto di Steve e più largo di spalle. Lui però non si mosse ma si piantò ben saldo con i piedi per terra mentre un sorrisino gli si faceva largo in volto, aveva la chiara intenzione di litigare. «Punto un paio di gallette che mi sono avanzate contro il tuo culo, mi pare equo.»
«Una razione da campo che ho rubato direttamente dalla cucina.» Rispose Olivia.
Breck la aggredì all'improvviso, lei allungo un calcio che lo raggiunse in pieno ventre. Il bestione resse il colpo pronto a continuare.
«Basta così!» - Ordinò il capo-pattuglia di giornata Okiyua Jumishu, aveva tratti asiatici e un viso che ricordava un furetto - «Finirete per farvi male realmente e non è questo che l'Alleanza vuole, come non desidera che il suo s.p.e.t.t.r.o. più recente sia umiliato.» Disse indirizzando ad Olivia un ghigno sprezzante
«Qualche parentela con l'ammiraglio Jumishu?» Chiese Olivia
«Sono suo figlio.» Lei annuì mentalmente, forse ora sapeva da chi guardarsi.
«Mi scuso per Breck è troppo orgoglioso della sua forza e di essere il campione della nostra base.» quindi si voltò per andarsene. Mentre lei annotò che i due dovevano essere senz'altro alleati fra loro.
Un sasso colpi a tradimento il “campione” in fronte, questi senza riflettere si lanciò sull'aggressore: Steve.
I due si misurarono in una prova di forza che rivelò a Steve che Breck era forte come sembrava, liberatosi della presa di quest'ultimo riuscì a mettere un minimo di distanza.
Breck sapeva quello che faceva e nulla tradì la sua mossa, eseguendo una finta afferrò Steve intorno alla vita per gettarlo a terra. Lui reagì tirando una poderosa testata all'indietro e la morsa si allentò quanto bastava a Steve per liberarsi e prendendo a sua volta l'avversario in una presa al polso e braccio che lo costrinse a terra.
«Fermatevi subito!» Ordinò Okiyua  ma senza convinzione, con la scusa di separare i due avversari gettò della terra che aveva raccolto in faccia a Steve che non riuscì a trattenersi dallo sfregarsi energicamente gli occhi e solo un disperato scatto con la testa gli permise di schivare un colpo che potenzialmente gli avrebbe cavato un occhio.
Passata l'occasione i due si scrutarono un momento prima di farsi nuovamente sotto.
La presa effettuata da Steve rimase ben salda e quando gli passò una gamba dietro quella avversaria Breck cade al suolo, ma era un lottatore esperto e nel cadere tentò di puntellarsi con le braccia sul suolo per rialzarsi ma Steve gliele spostò di scatto, facendolo crollare a faccia in avanti.
Breck tentò ancora di rialzarsi, ma Steve lo afferrò per i capelli e gli sbatté la faccia contro il suolo più volte, ripetendo la manovra l'avversario effettuò gemendo un ultimo tentativo di sollevarsi.
Una volta che fu sicuro che l'avversario non si sarebbe rialzato, si sollevò da lui desideroso di sistemare Okiyua per lo “scherzo” di prima. Nel cercalo tutto quello che vide fu un groviglio di gambe e braccia, Olivia e  Jumishu si stavano affrontando con diversi colpi di arti marziali. Distratto da quella nuova minaccia, Steve stava puntando su di lui, Okiyua  abbassò la guardia per un momento e il gomito di Olivia lo colpì al mento, dalla bocca gli colava un rivoletto di sangue, doveva essersi morso la lingua.
Le rivolse un saluto come nei tornei a sottolineare che lo scontro era finito e si allontanò, lei rispose allo stesso modo e si girò intercettando Steve che con passo deciso seguiva  Jumishu «Per stasera basta così Steve!»
Lui si fermò, ma non disse niente limitandosi a fare un verso di qualche tipo e dandole le spalle.
Olivia si sentiva furiosa, non era per colpa sua se aveva ricevuto quell'incarico, aveva spiegato la situazione a Steve, aspettando pazientemente che la rabbia gli passasse, ma lui rimaneva sordo e cocciuto.
Un momento più tardi lui si trovò con la faccia nella polvere e con la sorella seduta sulla schiena.
«Adesso parliamo!» Gli disse Olivia.
Steve aveva l'impressione di aver raggiunto il fondo dell'abisso. Si sentiva stanco sia per le esercitazioni che per la recente lotta e tra i vari dolori che avvertiva sentiva la spalla sinistra dolorante e infine a torturalo c'era Olivia sulla sua schiena.
Al momento aveva difficoltà a trovare qualcosa che gli interessasse, era più che pronto a dimettersi. Forse era tempo di ammettere con se stesso che aveva sbagliato ad accettare la proposta della direttrice Quenny. Diverse volte aveva pensato a cosa avesse fatto nel caso di una convocazione al N7 ma riflettendoci era sicuro che avrebbero sempre trovato qualcuno migliore di lui da reclutare. Quando aveva accettato l'offerta gli era sembrato di entrare dalla porta di servizio ma non gliene era importato, quando sei in una festa a nessuno importa da dove sei entrato.
«Dobbiamo rimanere così per tanto?» chiese avvilito alla sorella.
«Dimmelo tu...vorrei chiarire le cose tra noi, dovresti sapere che non ho mai voluto quell'incarico.»
«Si.»
«Allora, cosa c'è che non va?»
«Olivia...quel ruolo...quel posto nella squadra è l'unica cosa in cui sono certo di essere bravo, veramente bravo. Non dico di essere inadeguato agli altri compiti, ma in questo in qualche modo riesco a essere sopra la massa, ad eccellere e ad asserti veramente d'aiuto.  Se me lo togli non mi rimane molto di cui essere fiero per me stesso. Non so... ho avuto paura di trovarmi fuori posto a bordo della SR3, di essere lasciato indietro.»
Olivia ascoltò in silenzio e diede un pugno in testa al fratello che si lascio sfuggire solo un «Ahi!»
«Guarda che ti capisco, ma non potevi parlarne con qualcuno? Il tuo problema e che sei troppo serio e timido e così ti sei trovato in questa condizione. Scommetto che hai pensato di dare le dimissioni da questo corso e magari lasciare la SR3?»
«Si» e nuovamente sentì il pugno della sorella «Mettiti seduto.» gli disse e avverti il sollievo sulla schiena quando Olivia si alzo. Ubbidiente si mise a sedere «Quando eravamo piccoli ti piaceva se ti massaggiavo schiena e spalle» e senza aspettare risposte si mise all'opera mentre continuava a parlare a Steve che si faceva trascinare della discussione. Alle fine lui si alzò e stese più che poté braccia e gambe emettendo versi di soddisfazione nel sentire i muscoli che si tendevano.
«Fa freddo. Ritorniamo a dormine in mezzo gli altri,sorell-ina?»
Olivia si concesse un sorriso di soddisfazione. Pace era fatta. « Non è un idea attraente, ma non ci sono alternative...andiamo.»
Nonostante nessuno fosse un novellino continuava a diminuire il numero di coloro che andavano avanti nelle esercitazioni man mano che queste si facevano più difficili sulle montagne, sui ghiacci dell'Artico, sul deserto del Sahara, e ultimo sulla luna dove bisogna stare molto attenti perché danneggiare il respiratore poteva costare una vita.
Nel frattempo erano successe molte cose: addestramento di guerra, esercitazioni, manovre. Via via che i ranghi si assottigliavano, Valentina smise di occuparsi degli esercizi collettivi, dedicando più tempo al singolo individuo e completando l'opera dei caporali istruttori. Veniva insegnato cosa era possibile improvvisare con un bastone e del filo di ferro e come usare al meglio le armi più moderne: bombe incendiarie, dirompenti, lanciamissili. Queste armi venivano adoperate in un ambiente simulato e le granate emettevano una grande quantità di fumo o qualsiasi altro gas con cui gli istruttori, che andavano in giro nelle simulazioni con indosso una camicia bianca, le avevano volute riempire e soprattutto imparavano a dormire sempre di meno essendo oltre la metà degli esercizi fatta di notte.
Poco dopo colazione Olivia, assieme ad altre due persone, era entrata nell'ufficio del comandante Quenny, linda e impeccabile come sempre  nonostante supervisione e spesso partecipasse all'addestramento, mentre Olivia era tutta sporca, essendo la compagnia tornata da una esercitazione sul campo ma aveva anche un labbro spaccato, sangue sul mento e sulla camicia. Gli altri due erano Okiyua , la cui faccia doveva aver sbattuto contro qualcosa, e il caporale Leivy.
Lei parve sorpresa «Che succede caporale?»
«Mi metto a rapporto del comandante di Compagnia per motivi disciplinari. Mentre la pattuglia si trovava in combattimento simulato sono venuti meno all'osservanza delle regole e degli ordini tattici.»
Valentina era perplessa «Questi sono errori da reclute. Quali sarebbero le regole e l'ordine tattico trascurati?»
«Il cadetto Olivia ha abbandonato la sua unità per ricongiungersi con quella del cadetto Jumishu, suo secondo in questa esercitazione. Il motivo fornito dalla cadetta è che Jumishu si è rifiutato di obbedire a un ordine diretto. A prova di questo le registrazione delle comunicazioni durante l'esercitazione confermano quanto sostenuto.»
Quenny si fece gelida «Potete negare le accuse a vostro carico?»
«Signornò!» Risposero all'unisono
«Sentiamo le vostre campane?»
Fornirono le loro versioni. Okiyua si era rifiutato di ubbidire a un ordine diretto di Olivia perché lo considerava sbagliato, costringendola ad abbandonare la sua squadra che doveva tenere la pozione in cui si trovava ed era impossibilitata a muoversi. Per questo lei aveva commesso due errori, si era esposta a un pericolo inutile essendo l'ufficiale al comando e si era separata dai suoi uomini trovandosi in una situazione dove gli era impossibile essere di qualche utilità.
Il comandante Quenny si fece severissima «Benissimo Jumishu sarà privato di ogni privilegio per trenta giorni e condannato a restare in tenda durante le ore di riposo. Farà tre ore di servizio extra tutti i giorni agli ordini del caporale di guardia, un'ora prima della ritirata, un'ora prima della sveglia, e la terza durante l'ora di intervallo per il rancio di mezzogiorno. La sera starà a pane e acqua.»
Il comandante si volse a Olivia e indicò alcuni grossi libri « Quello è il codice militare troverai tutti gli accenni necessari al fatto che un superiore non può andare in giro da solo abbandonando la sua squadra, non importa il motivo, anche se la tua fosse stata un'idea lungimirante avresti sempre commesso uno sbaglio, non ha importanza da quale angolo guardi la cosa ed essendo un ufficiale esperto la cosa è ancora più grave. Del resto quello che penso io oppure tu, non ha nessuna importanza: quello che conta è il regolamento » - Valentina sospirò - «Vedi Olivia, ti ho spiegato queste cose perché è inutile punire qualcuno se lui non sa perché viene punito. Ma siccome penso ci sia possibilità di  fare di lei un ufficiale competente, tenteremo una punizione amministrativa. Dieci frustate. Caporale Leivy. »
«Signorsì.» Rigido come una statua, se ne era stato li senza aprir bocca.
«Portali fuori.»
Mezz'ora dopo era appena suonata l'adunata per la rivista e Olivia si trovava nella postazione di guardia quando Valentina vi entrò e avvicinandosi a lei le mise qualcosa in mano «Morsica questo, fa molto bene». Era un paradenti in gomma, di quelli usati nelle esercitazioni di corpo a corpo.
Lo mise in bocca e poco dopo venne ammanettata e portata via.
Le guardie, entrambe donne, fecero alzare le braccia a Olivia e assicurarono le manette a un grosso uncino che sporgeva da in cima a un palo, quindi le alzarono la camicia speciale usata in queste occasioni.
A seguire la sentenza in questi casi era un membro della compagnia, venne fatta passare una scatola che conteneva tanti sassi quanti erano i cadetti,  tutti bianchi tranne uno di colore nero. Steve sull'attenti al suo posto aspettava che la scatola arrivasse a lui, non sapendo se sperare o no di essere lui a prendere il nero. L'estrazione continuava fino a quando tutti i soldati non avevano estratto e la scolta rimaneva vuota a dimostrare che non vi erano imbrogli. Alla fine colui che aveva pescato il sasso nero si fece avanti. Breck.
Il “bestione” si fece avanti con la frusta in mano e il caporale di guardia cominciò a contare e a scandire il tempo che doveva esserci tra di esse. Breck diede le dieci frustate e fu chiaro dal rumore che fecero che non si limitò nell'usare la forza nelle sue braccia.
Tutta la disciplina del mondo non era sufficiente a celare l'espressione di odio sulla faccia di Steve, poteva accettare l'idea della punizione applicata ad Olivia ma non la forza e l'evidente piacere con cui Breck la stava eseguendo.
****

In infermeria, vi fu portata subito dopo la punizione, Olivia dovette ammettere di non aver mai sofferto tanto e scoprì che le pause tra un colpo e l'altro erano peggiori delle frustate stesse e che il paradenti fu di grande aiuto, non era sicura che sarebbe riuscita a sopportare tutto senza urlare se ne fosse stata priva. Un rumore concitato, proveniente da fuori attirò la sua attenzione, facendo attenzione a come si muoveva uscì a vedere.
In un quadrato formato da tutti i cadetti  Steve e Breck si stavano per affrontare, il regolamento non proibiva questi eventi a patto che fossero presieduti da qualcuno con i galloni come arbitro. Il caporale Leivy ricopriva quel ruolo e stava riassumendo le regole stabilite «Sono permessi tutti i colpi, tranne quelli mortali o che possono causare gravi lesioni. L'incontro avrà fine quando lo deciderò io. Volete inserire altre regole?» i due fecero di no con la testa.
I due uomini si affrontarono nuovamente colpo su colpo, Breck era decisamente più forte. A Steve piaceva stare su Tuckanka e da Grunt e dalla compagnia Aralakh aveva imparato molte delle loro mosse. Con forza si buttò verso Breck, abbassandosi all'ultimo colpendolo sulle ginocchia e trascinandolo con tutto il suo peso a terra, prima che potesse reagire gli afferrò il braccio sinistro con una mossa krogan ideata per rompere un braccio di un loro simile. Nonostante il frastuono e l'incitamento della folla, il rumore del braccio di Breck che si spezzava fu ben udibile come il suo urlo.
Solo allora Steve lo lasciò andare mentre il caporale chiamava una squadra medica e gli ordinava di presentarsi a rapporto all'istante dal comandante. Breck venne portato via in barella, la diagnosi risultò essere lussazione della spalla e frattura multipla scomposta in tre punti. Il giorno dopo arrivò una navetta adibita ad ambulanza a prelevarlo, per lui il corso N7 era finito.
Olivia scattò sull'attenti quando il Comandante Quenny entrò nel proprio ufficio dove lei era in attesa e le domandò «Voi Shepard non mi state facilitando il lavoro. Di questo se ne rende conto?»
«Signornò, signore.» Rispose Olivia e un attimo dopo temette che la sua risposta fosse interpretata come comica.
«Se vuole saperlo ho dato a Steve una punizione che ricorderà, oltre le solite cose avrà il compito di leggere le notizie e gli ordini alla mattina e sera negli altoparlanti per un mese.» Olivia deglutì di fronte alla perfidia di quella donna.
«Fortunatamente ciò che accade al corso qui rimane, qualsiasi punizione verrà cancellata dagli atti una volta terminato e voi resterete senza macchia, ma spero abbiate imparato qualcosa da esse.» e indirizzò un occhiataccia ad Olivia
«Signorsì, signore!» Rispose lei non sapendo cos'altro dire.
«Dubito avrete altri problemi con Jumishu e potrete completare il corso in tranquillità. Sapeva che  Okiyua Jumishu rientrava nella rosa di candidati che l'Alleanza voleva al comando della SR3, l'idea che la nuova Nomandy restasse sempre a uno Shepard non piaceva a molti. Da quello che so e visto è  molto orgoglioso e si deve essere legato al dito il modo in cui lei ha ottenuto il comando.»
«Signorsì, signore» Disse mentre ripensava a come aveva ottenuto il comando. La SR3 era stata rubata da Dasha e Isabella mentre Steve e Ilary erano saliti di nascosto a bordo per un momento d'intimità. Lei per seguirli aveva rubato la Normandy SR2 con l'aiuto di Kasumi e così facendo aveva fatto fallire il piano del signor Woods, il mandate di Dasha e Isabella che però si era visto tradito da loro e che avevano tentato di portare avanti il piano per conto proprio. Suo padre, assieme agli altri eroi della SR2 , a cui era stato dato il compito di selezionare l'equipaggio nella nuova nave scelsero lei per comandarla.
«Almeno una cosa positiva l'abbiamo ottenuta» - mostrò in mano un foglio - «Suo fratello si è finalmente deciso a consegnarmi la lettera di scusa che avevo chiesto, ovviamente per il ritardo ha avuto un'altra punizione. Dovrà consegnarmi una di queste lettere ogni giorno per le prossime due settimane e chiaramente diverse tra loro, sarebbe troppo facile imparare a memoria il testo e scriverlo in poco tempo. Mi pare voglia chiedermi qualcosa cadetto?»
«Signorsì, perché lei è qui essendo la direttrice della Hackett? Non penso sia qui solo per me e Steve, anche fosse non vedo come avrebbe potuto farsi assegnare a questo campo.»
Valentina trasse qualcosa da una tasca e glielo lancio. Olivia prese al volo l'oggetto e quando lo guardò sgranò gli occhi, si trattava di una mostrina di riconoscimento N7 e il nome riportato sopra era :Valentina Quenny. «Sono la direttrice dell'accademia Hackett ma ho anche il compito di individuare e selezionare i possibile N7 che si presentano alla mia scuola, di norma il mio dovere con voi si conclude quando salite su una delle navette per i campi di addestramento, ma non mi è proibito spingermi oltre se lo desidero. Ora ho un lavoro da fare, se non c'è altro..» Olivia salutò ed uscì. Valentina si mise al lavoro ma non prima di aver mandato un messaggio tramite extranet, nello spazio del destinatario scrisse Amm. H. Shepard.
Incominciò quindi la seconda parte dell'addestramento vero e proprio. Una squadrone alla volta veniva trasportato  su altro pianeta o base dove avrebbero affrontato corsi di combattimento in assenza di gravità, caduta libera, volo con jetpack, tecniche di combattimento acquatico, leadership, linguistica e medicina da campo per esseri umani e alieni.
Il corso alla fine terminò. Dei centoottantasette iniziali solo trentaquattro l'avevano superato.  Il comandante Quenny tenne un breve discorso, ognuno dei presenti ebbe  il suo attestato, furono passati in rivista per l'ultima volta, poi la compagnia venne sciolta. Olivia e Steve erano N7.
Lui guardò il suo certificato con un'espressione strana «Mmmh...Adesso che siamo N7 e abbiamo ricevuto la meritata ricompensa potremo stare in pace e tranquilli?»
«Non nel mondo reale, a un guaio ne segue sempre un altro. Definiamolo piuttosto un buon inizio.» Suggerì e Steve non la contraddisse.
   
 
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