~~-Tu che ci fai qui?- chiesi al ragazzo seduto sul mio letto. Sbiancai. Ero in camera da più di dieci minuti e lui non aveva ancora aperto bocca. Se io non avessi aperto la luce lui sarebbe rimasto in silenzio senza dire nulla? -Harry, ti ho chiesto cosa ci fai nella mia stanza?- Tecnicamente era quella di Louis, ma nessuno dei due diede troppo peso a quel dettaglio.
-Ho bisogno di te..-
Non riuscii ad aprire bocca. Anzi, in realtà la mia bocca era aperta, ero sconvolta. Ma non ne uscirono parole. Era in piedi davanti a lui, lui si passò le mani tra i capelli ricci che amavo tanto, mi guardò dal basso e mi avvicinò a se. Stringendomi tra le sue braccia. La sua testa contro la mia pancia.
Di rimando gli accarezzai i morbidi capelli. Lui allentò la presa e si lasciò coccolare dalle mie carezze. Poi spostò il braccio destro e poggiò la sua mano sulla mia pancia, accanto al suo viso, per allontanarsi da me. Alzò la testa e io mi inginocchiai davanti a lui. Ora i nostri visi erano allineati. Mi morsi il labbro inferiore. Sentii il mio cuore accelerare a quella vicinanza ma riuscii comunque a guardarlo negli occhi.
Gli accarezzai la guancia, quando lui abbassò lo sguardo, era incredibile il fatto che un ragazzo tanto sicuro di se non si sentisse più così per colpa mia.
-Harry, io devo dirti una cosa..- dissi facendomi coraggio.
-Hai fatto la tua scelta suppongo...-disse girando la testa di lato.
-Si..- Dai Clover è il momento. Dillo.
-Bene. Scusa, non dovrei essere qui, io...- gli misi il pollice sulle labbra. Così da farlo tacere e da poter sentire un'altra volta le sue labbra sulla mia pelle. Accarezzai delicatamente quel suo muscolo teso, sperai che fosse perché si stava trattenendo dal baciarmi le dita o perché fremeva sotto quel contatto, ma non lo seppi mai.
Mi alzai e mi sedetti sulle sue gambe mentre lui mi guardava attento e con le labbra socchiuse.
Lo abbracciai e lo strinsi a me. Ma lui non si mosse. Sentii il suo cuore accelerare contro il mio petto.
-Harry, io..-
-Era un abbraccio d'addio. Ti prego dimmelo subito perché io non ce la faccio a sopportare tutto questo dolore...-
-Harry..-
-Voglio bene ai miei amici, ma innamorarmi di te è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare..-
-Harry..-
-No, ascoltami. Se stai per dirmi che hai scelto uno dei miei amici non voglio baci d'addio, ne abbracci, ne carezze, non voglio la tua compassione, voglio solo..- sta volta non lo bloccai a parole, non aveva senso; non mi lasciava parlare e non mi ascoltava. Lo baciai.
Le mie mani sulle sue guance, le mie labbra che premevano sulle sue, le mie gambe premute una contro l'altra per l'emozione e per la pressione del bacio.
Le sue labbra si schiusero e finalmente vi potei far entrare la mia lingua. Non desideravo altro che le nostre lingue a contatto poiché quel contatto mi mancava, mi mancava lui anche se ci vedevamo ogni giorno, ance se sedevamo vicini, non era la stessa cosa. Io avevo scelto Harry. Ora il problema era dirlo agli altri, ma non volevo pensarci adesso che Harry aveva ceduto alle mie labbra, forse perché mi desiderava troppo o forse perché aveva capito che ero io a desiderarlo.
Mi strinse a se. Restammo li per qualche minuto infinito. Poi il ragazzo mi allontanò.
-Non devi approfittarti così di me, piccola.- disse lui scuotendo la testa. - mi fai soffrire.-
-E se io non lo facessi per farti soffrire?- dissi accarezzandogli la guancia ruvida. - Se lo facessi perché ti amo? Se lo facessi perché ho scelto te?- dissi tutto d'un fiato.
-Hai..hai scelto me? Davvero?
-Alla fine c'è l'hai fatta signor Styles!- dissi per poi sussurrare l'ultima parte.- Mi hai portato via il cuore..
-Dio, piccola. Mi hai reso il ragazzo più felice al mondo!- esclamò il ragazzo con gli occhi lucidi.
-Sai è un po' quello che ogni Directioner cerca di fare, rendere i propri idoli i ragazzi più felici del mondo!
-Bè, tu ci sei riuscita!
-Harry, non dirmi così!- dissi cercando di bloccare le lacrime. Non l'avevo realizzato fino alla sua frase. E ora, piangevo a dirotto.
Quando riuscì a cessare di piangere, e fu difficile, con Harry Styles che mi accarezzava le guance nella penombra, ripensai agli altri ragazzi.
-Devo dirlo agli altri..-
-Ti aspetto qui.-
-Non sparirai come in un sogno? Se mi sveglio sarai ancora qui, pronto a stringermi tra le tue braccia?-
-Sempre.-
Le sue parole furono convincenti. Ci stringemmo in un altro abbraccio e mi baciò la guancia, poi uscii dalla stanza.
-Non andartene.- Sussurrai quando chiusi la porta. Come se avessi paura del contrario.