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Autore: Hypnotic Poison    20/07/2014    5 recensioni
Il Dipartimento Speciale di Investigazione era un reparto riservato dell'Agenzia di Intelligence per la Pubblica Sicurezza. Dislocato lontano dal palazzo del quartier generale, era uno di quei reparti di cui tutti sapevano, ma che nessuno conosceva davvero.
Genere: Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo quattro: I bet you look good on the dance floor



Minto si ripassò il rossetto davanti allo specchio, facendo schioccare le labbra una volta per assicurarsi che fosse perfetto. Si ravvivò poi i capelli, lasciati sciolti in morbide onde che le incorniciavano il volto, stando attenta a fare in modo che le coprissero le orecchie. Si fidava di Taruto e dei suoi congegni, ma le precauzioni non potevano mai essere troppe.


Il laboratorio delle munizioni profumava stranamente di borotalco, il che faceva presupporre alle ragazze che Taruto avesse provato uno dei suoi esperimenti che molto spesso risultavano in un botto.
Il ragazzo, che sembrava troppo giovane per tutto quello che riusciva a fare, stava presentando loro tutto quello che avrebbero utilizzato per la missione di sabato. Dire che Retasu era strabiliata era poco; non aveva mai immaginato che potessero arrivare a ottenere risultati di quel genere.
Questi sono gli ultimi auricolari ergonomici testati,” spiegò Taruto, mostrando loro dei curiosi oggettini color carne “Sono praticamente invisibili, e li abbiamo modellati sulla forma precisa del vostro orecchio, così da garantire la migliore attaccatura possibile. Non si vedono e non si staccano, ed è come se il vostro interlocutore sia a due centimetri da voi.”
Li poggiò cauto su un ripiano di metallo, prendendo le due pochette nere che aveva richiesto a Minto e Retasu. Picchiettò leggero sulle fibbie a forma di fiore: “Qui abbiamo inserito una telecamera che possa riprendere i vostri dintorni, non si sa mai che possa tornare utile per qualche particolare.”
Riposte le borsette, mostrò loro dei piccoli microfoni che, spiegò arrossendo, sarebbero stati meglio sistemati “dove, uh, non si sarebbero visti e ehm, avrebbero consentito il miglior suono.”
Puoi dire reggiseno, Taruto-chan”, intervenne sarcastica Minto, il viso appoggiato alla mano “Non ti mangiamo, promesso.”
Arrossendo ancora di più, e con Ryo che borbottava qualcosa contro la ragazza tra le risate delle altre, il giovane tecnico prese una scatolina che sembrava contenere tanti piccoli bottoni chiari.
Queste sono i nuovi prototipi di cimici che dovrete mettere sui nostri soggetti. Sono studiate per essere il meno invasive possibili, ma state comunque attente a dove le piazzate.”
Come sei bravo, Taru-Taru,”gongolò Purin, abbracciandolo di scatto e schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia “Senza di te il nostro lavoro sarebbe venti volte più difficile.”
Be', sì, uhm...” lanciò un'occhiata nervosa a Shirogane, che stava facendo finta di niente sfogliando ancora una volta i suoi appunti “Ecco, è tutto direi.”


Andiamo?”
La voce tesa di Retasu distolse Minto dai ricordi di due mattine precedenti, e guardando l'amica attraverso lo specchio annuì. “Fammi solo chiamare il taxi.”
Retasu strinse nervosamente la borsetta; non avere gli occhiali era una delle cose che più la mettevano a disagio e la facevano sentire scoperta. Lo stretto tubino nero senza spalline, tra l'altro, non era decisamente uno dei capi d'abbigliamento che lei avrebbe normalmente indossato, mentre non era stata stupita che fosse stato pescato dall'armadio di Ichigo. Eppure, non poteva negare che le negasse, insieme ai tacchi non troppo alti e al perfetto trucco che Zakuro le aveva fatto. Per una volta, si sentiva insieme diversa e simile alle altre ragazze che vedeva in giro; si sentiva, a modo suo, pronta.
Arrotolandosi uno dei boccoli, lasciati sciolti per quell'occasione, attorno al dito, sorrise a Minto che le fece segno verso la porta.
E' ora di andare.”
La corsa in taxi fu breve, costellata dalle luci che sfrecciavano veloci accanto a loro. A poca distanza dal Pure Water, accesero microfoni e auricolari.
Shirogaaaaane,” trillò la mora, facendo finta di parlare al cellulare per non dare nell'occhio con l'autista “Stiamo arrivando.”
«Bene», la voce del capo arrivò forte e chiara alle orecchie di entrambe «Io e Taruto siamo appena fuori, nel parcheggio delle limousine.»
Retasu sgranò gli occhi: “Il dipartimento vi ha dato una limo?”
«Il solito furgone sarebbe stato un po' troppo sospettoso qui davanti, non credi?»
Sono curiosa di sapere come avete fatto a incastrare tutta l'attrezzatura lì dentro,” ridacchiò Minto, ricontrollandosi l'ultima volta nello specchietto “Siamo arrivate, scendiamo.”
«Vi vediamo,» Shirogane, da dentro la lunga auto nera, controllò i diversi schermi che Taruto, in qualche modo sconosciuto perfino a lui, era riuscito a sistemare, attaccandoli ad un piccolo generatore portatile che gli aveva garantito avrebbe resistito fino alla fine della serata. Il giovane tecnico era seduto accanto a lui, munito anch'egli di cuffie, e digitava veloce sulla tastiera principale per tenere sotto controllo ogni telecamera ed ogni apparecchiatura.
Minto e Retasu si misero in fila, già calate nella parte; uno dei buttafuori di quella sera era uno dei loro, e le fece passare senza problemi dopo pochi minuti.
Il locale era già colmo di gente, nonostante fossero solo le undici e un quarto, caldo e odoroso di alcol e sudore.
«Purin è alla vostra sinistra,» esclamò Ryo, ed entrambe si voltarono per osservare la piattaforma rialzata e dotata di pali, sulla quale stavano ballando circa sei ragazze. «E' quella con la parrucca rosa...»
Il tono esasperato del loro capo non riuscì a coprire la risatina lontana di Taruto; ma le altre ballerine avevano altrettanti colori altamente improbabile, che la sorridente ragazza in rosa non attirava più di tanto l'attenzione.
Dopo aver fatto una piroetta attaccata con una mano ad uno dei pali, strizzò l'occhiolino verso le due colleghe, come segno che le aveva riconosciute: «Vi controllo io dall'alto,» esclamò divertita «E questo posto è una figata, capo, però dovrebbero pagarmi per tutta la fatica che sto facendo!»
«Purin, stai zitta, per favore, le altre ballerine non parlano», la riprese il biondo, il cui tono stizzito, tipico di quando era profondamente concentrato e in agitazione, le rimise tutte subito in riga.
Le due ragazze si avviarono, spingendo tra la calca, verso il lungo bancone del bar, illuminato da una luce violetta che si rifletteva in modo strano sugli specchi che gli facevano da parete posteriore e sui quali erano posizionati tanti scaffali di vetro ricolmi di bottiglie.
Bastò loro una veloce occhiata per trovare le ultime due componenti del gruppo che, vicine, si davano da fare come se fossero state delle vere bariste. I vistosi capelli rossi di Ichigo erano stati nascosti sotto una parrucca a caschetto marrone; Zakuro, invece, portava una bandana sopra la lunga coda di cavallo liscia.
Come sta andando?” gridò Retasu, cercando di sovrastare la musica.
Ichigo lanciò loro un'occhiataccia, asciugandosi la fronte con il polso: “Io sto lavorando sul serio. Come faccio a tenervi d'occhio con tutto questo casino?”
Un aiuto in più arriverà tra poco, non preoccuparti,” le rispose Zakuro “Piuttosto, state attente, sono quasi le undici e mezza.”
Questa parrucca pizzica. E i clienti continuano a guardarmi giù per la scollatura e a farmi facce strane.”
Almeno non devi sedurne nessuno...” borbottò sottovoce Retasu.
Mozione per un aumento, Shirogane.”
Poterono quasi sentire l'americano alzare gli occhi al cielo mentre esalava: «Ichigo, sii seria.»
Sono serissima. Al prossimo che mi chiama tesoro, mi licenzio.”
Anche Zakuro sorrise, allungando l'ennesimo drink ad un ragazzo dall'aria già euforica: “Le nuove telecamere installate funzionano bene?”
«Certo che sì, le ho controllate io,» Taruto intervenne per la prima volta, con tono fiero «Il fumo e le luci sono comunque una noia, ma almeno adesso abbiamo una risoluzione più alta e non dobbiamo giocare a Indovina-Chi-E'-Questo-Pixel, e possiamo controllare a 360 gradi.»
Sono anche nei privé al piano di sopra?” domandò Minto, giocherellando con una delle cannucce rosse.
«Ovvio, non potevamo lasciarlo scoperto. Spero che ci ripaghino tutti questi miglioramenti, abbiamo risistemato il locale.»
Le quattro ragazze risero, con le due al bancone che non smettevano di lavorare. Avevano allungato due bicchieri di limonata alle altre, giusto per continuare a non dare nell'occhio visto quanto si stavano trattenendo al bar. Retasu controllò l'ennesima volta l'orologio che portava al polso: ormai era arrivata l'ora in cui si erano sempre presentati i motivi per cui erano lì.
Proverbialmente, la voce di Shirogane borbottò in quel momento nel loro orecchio: «Target acquired.»
Minto alzò gli occhi al cielo, e insieme a Retasu si voltò verso l'entrata; tra il gruppo di gente che aveva ottenuto l'autorizzazione ad entrare, si distinguevano bene i due soggetti interessati.
Ah però,” commentò la mora “Sono meglio che in foto.”
Diede una leggera gomitata alla compagna, rimasta un po' intontita dalla improvvisa realizzazione che fosse il momento di darsi davvero da fare. “Io prendo quello più basso,” esclamò con una risatina.
Poi si rivolse ancora ad Ichigo, facendo scivolare il bicchiere sul bancone appiccicaticcio: “Pensi di riempirmi di vero alcol quel bicchiere o cosa?”
La rossa la guardò severa: “Posso ricordarti che sei in servizio?”
Minto sbuffò: “Devo essere convincente. Se devo fingere di essere un po' ubriaca, non posso andare là profumando di dentifricio alla menta, non credi? E poi serve del coraggio liquido.”
«Minto.» giunse alle orecchie il monito di Ryo.
Oh, non rovinarmi il divertimento, Shirogane.” la mora afferrò il cocktail rosato che l'amica le aveva preparato, prendendone due lunghi sorsi.
Il familiare pizzicore che le bruciò la gola le tinse le guance, e lei sorrise a Retasu, molto più cauta invece con il suo bicchiere.
Cosa facciamo adesso?” domandò quest'ultima.
Prendendo un altro sorso dal bicchiere, Minto arrischiò a lanciare un'occhiata verso Pai Hayashi e Kisshu Fukazawa, a bordo pista e intenti a, sembrava, salutare qualcuno di conosciuto.
Non possiamo andargli subito addosso, sarebbe troppo sospettoso,” esclamò all'orecchio dell'amica “Shirogane, ci serve il tuo aiuto.”
«Ma dai?»
Ignorando il sarcasmo, continuò: “Noi adesso andiamo a ballare; io darò loro le spalle, Shirogane-kun dovrà dirci più o meno dove si trovano così che possiamo spostarci verso di loro senza dare nell'occhio. Tieni stretta la borsetta e lasciati andare, d'accordo, Retasu-chan?”
Lei annuì: “E poi?”
Minto sorrise: “Poi improvvisiamo.”
Prese la mano dell'amica dagli occhi blu e la condusse in mezzo alla calca di gente, muovendosi senza problemi a ritmo di musica sui tacchi alti.
«Purin, dimmi se li vedi.»
La biondina rispose subito al comando dell'americano attaccandosi agilmente ad uno dei pali per essere ancora più in alto e lanciando una veloce occhiata alla massa: “Sono all'angolo esterno della pista, sembra che stiano entrando.”
«Sono coperti dalla due, capo.» aggiunse Taruto.
Retasu guardò velocemente davanti a sé, ondeggiando da una parte e dall'altra, lasciando che fosse guidata dalla musica mentre Minto le sorrideva incoraggiante. Non le facevano troppo piacere le decine di corpi che puntualmente si strusciavano contro di lei per passare, la spingevano o si attaccavano troppo, ma era il prezzo che sapeva avrebbe dovuto pagare... e non era poi così male.
Nella canzone che seguì, arrivò a metà del suo drink mentre continuava lentamente ad avanzare verso il centro della pista; era più alta di Minto anche con i tacchi più bassi dei suoi, perciò riusciva a guidarla meglio grazie anche alle indicazioni di Shirogane.
«Siete vicine,» mormorò l'americano in quel momento, stupendola di quanto chiaramente potesse sentire la sua voce nonostante il volume sempre più alto della musica.
You better move, you better dance,” cantò in quel momento Minto, facendo due salti indietro.
«Minto, attent-»
Ma il monito di Shirogane non fu abbastanza veloce; la ragazza finì direttamente contro la schiena di Kisshu Fukazawa.
Si voltarono entrambi, lui con un sorriso che faceva capire come non fosse certo la prima volta che gli succedeva qualcosa di simile; Minto si sentì immediatamente arrossire allo sguardo curioso e dorato che ne seguì.
«No, non dirmelo. L'hai fatto apposta.»
Il sorriso che involontariamente le scappò non fece che aumentare quello del ragazzo davanti a lei.
Ciao!” esclamò a voce alta sopra la musica, senza smettere di guardarla con quell'espressione malandrina.
Minto gli fece un cenno del capo, maliziosa, così lui continuò, gesticolando verso il bicchiere quasi vuoto del drink che nello scontro si era un po' rovesciato.
Posso prendertene un altro?”
Lei si avvicinò per potergli rispondere: “Non lo sai che non si accetta da bere dagli sconosciuti?”
Il ragazzo rise, tendendole la mano; quando lei la prese, fu tirata un po' più vicina: “Piacere, sono Kisshu.”
Minto,” rispose la mora “E lei è la mia amica Retasu.”
Un altro ragazzo, decisamente più alto e con l'aria di chi non era poi così contento di essere lì, si mise accanto a Kisshu in quel momento; lui, senza mollare la mano di Minto, gli diede un'amichevole pacca sulla spalla: “E il qui presente musone è invece il mio amico, Pai.”
Quello che loro sapevano essere il capo dell'organizzazione lanciò loro uno sguardo, soffermandosi qualche istante in più su Retasu, che inevitabilmente arrossì come aveva fatto la sua amica. Aveva avuto ragione, dal vivo erano molto più intimidenti di quanto non trasparisse dalle foto.
Pai si chinò su Kisshu, dicendogli qualcosa all'orecchio mentre faceva segno verso le scale alla sua destra, che conducevano al privé del piano superiore.
«Ragazze, vi ricordo che ora dovete darvi da fare,» esclamò Shirogane in quel momento «Cercate di non perdere l'occasione, grazie. E, Minto, non credo che una microspia sul polso sia la scelta migliore.»
La ragazza si rese conto che la stretta di Fukazawa sulla sua mano non accennava a sciogliersi, anche se era ancora intento a conversare con il suo amico.
Ti guarda come Ichigo guarda la torta al cioccolato di Zakuro,” le bisbigliò Retasu all'orecchio.
Minto arrossì, ma si strinse nelle spalle: “Tanto meglio, no? Sei pronta?”
L'altra annuì, afferrando più saldamente la borsetta in cui aveva riposto le cimici che avrebbe dovuto sistemare addosso a Pai.
La mora sentì tirarsi leggermente, così si voltò verso i due ragazzi.
Volete venire su con noi?” le domandò Kisshu “Abbiamo sempre un tavolo riservato.”
Rivolse a entrambe il suo sorriso splendente, e Retasu catturò con la coda dell'occhio Pai che rivolgeva lo sguardo al cielo; le scappò da ridere e non seppe bene come ma il ragazzo la sentì, facendole un sorriso prima di dirigersi verso la scalinata. Retasu agguantò il polso dell'amica, non volendo perderla nella calca spingente mentre sgusciavano tra i corpi accaldati in una specie di trenino.
«Non avete copertura al piano di sopra, ci sono le telecamere solo per precauzione, non andate su, non andate...» Shirogane si lasciò andare contro lo schienale del sedile, sospirando e passandosi una mano tra i capelli “Sono andate su.”
Taruto gli lanciò una breve occhiata, cambiando velocemente alcuni degli schermi dalla pista da ballo al piano rialzato del privé; il biondo era ormai alla terza tazza di caffè della serata, che comunque non poteva nascondere le occhiaie e l'ombra di barba che gli aleggiavano sul viso.
Nottataccia ieri, capo?” si arrischiò a domandare.
Ryo si limitò a fissare gli schermi, senza rispondergli: “Dammi tutte le telecamere che hai lassù.”
«E' davvero così facile adescare gente in discoteca?» la voce di Purin risuonò allegra nell'abitacolo «Averlo saputo prima...»
Ehi!” replicò offeso Taruto “Ti sembrano cose da dire?”
Concentrati.” gli intimò il biondo, indicando gli schermi sui quali le figure un po' sgranate dei quattro stavano apparendo.
Quella parte del locale era sicuramente più calma, pensò Retasu, anche se farsi strada tra i piedi della gente allungata sui larghi divanetti bianchi, e la parete di plexiglas che permetteva di vedere al piano di sotto; il volume della musica era anche più umano, visto che proveniva dalla sala da ballo e quindi era attutito e non c'era bisogno di urlare per potersi parlare.
Eccoci qua,” Kisshu fece loro largo davanti ad un divano più in angolo rispetto agli altri, sul cui tavolo abbonato risaltava il cartellino con su scritto Riservato. “Con i complimenti dell'azienda.”
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata, sedendosi tra i due.
Cos'è, ogni sabato sera qualcuna di diversa?” scherzò affabile Minto, producendo una risatina da parte di Kisshu.
Prendiamo da bere, vi va?”
Fermò una delle ragazze dai succinti vestiti dorati che si aggiravano con splendenti sorrisi e vassoi rotondi – e che sembrava conoscerlo molto bene, notò Minto – ordinandole una bottiglia di champagne che fece alzare un sopracciglia alla mora.
Retasu, intanto, si tormentava nervosamente le dita, a disagio dalla vicina e rigida presenza di Pai,che continuava a guardarsi intorno con aria annoiata.
Non... non ti piace venire qui?” gli domandò dopo aver fatto un respiro profondo.
Il ragazzo si voltò a guardarla un istante, poi si strinse nelle spalle: “E' okay, immagino... diciamo che non è uno dei miei passatemi preferiti.”
Lei sorrise: “Ti capisco. Sono qua solo per accompagnare la mia amica, di solito mi piace di più leggere un libro.”
Anche il sabato sera?”
“Be', no, il sabato sera è per i film sul divano.”

Pai le scrutò il volto qualche secondo, e scoppiò a ridere; Retasu, che non capiva cosa ci fosse di così divertente, arrossì ancora ma si lasciò andare ad un sorriso.
Oh, che suono soave sentono le mie orecchie,” intervenne Kisshu, afferrando la bottiglia di champagne appena arrivata e stappandola zelante “E' raro sentirti ridere di questi tempi, amico, direi che un brindisi è d'obbligo.”
Riempì i quattro calici che erano stati posati sul tavolo, passandoli ai suoi compagni: “Cin-cin a queste dolci fanciulle dalle incredibili qualità.”
Vuotò il suo bicchiere tutto d'un fiato, appoggiandolo poi con un certo slancio sul legno e riempendolo ancora, per poi distendere il braccio così che fosse appoggiato sulla pelle bianca del divano proprio dietro alle spalle di Minto.
Allora, mie care,” domandò allegro “Cosa fate di bello a parte catturare l'attenzione dei giovanotti del Pure?”
Rigirando il calice tra le dita così che il liquido dorate rimbalzasse tra le pareti, Minto rispose: “Io sono una ballerina.”
Del ventre?”
Lei alzò gli occhi al cielo: “No, classica.”
Retasu sorrise: “Io, invece, lavoro per una ditta di informatica. Prevalentemente, adesso mi occupo di riparare i computer dei clienti, ma spero di poter ottenere una promozione presto.”
Oh, già, il suo capo è terribile,” commentò vaga Minto, ridendo tra sé e sé nel sentire Shirogane borbottare.
Sei una specie di cervellone, quindi?” chiese Kisshu, già al quarto bicchiere.
Sì, Retasu è una delle persone più intelligenti che conosca,” rispose per lei la mora con voce genuina, lanciandole un gran sorriso che la rinfrancò parecchio.
Catturò ancora una volta Pai a osservarla, e così chiese in tutta fretta: “E voi, invece, di cosa vi occupate?”
Bah, di cose troppo noiose per parlarne il sabato sera,” Kisshu agitò una mano in aria, posò il suo quinto bicchiere, e tese la mano, ancora una volta, a Minto “Andiamo a ballare, che ne dite? Siamo tutti qui per questo.”
Tu, forse,” replicò Pai, alzandosi comunque.
Ridiscesero com'erano saliti, con un sospiro sollevato di Shirogane che poteva controllare meglio la situazione e che continuava a ripetere loro di cogliere il momento giusto.
Se possibile, sembrava che ci fosse ancora più gente di prima nella sala già stracolma. Tra la folla, lo champagne e la mano di Kisshu all'altezza dei suoi reni, Minto aveva molto caldo.
Stando attenta a non farsi notare tenendo la borsetta stretta contro la sua pancia, ne estrasse una delle cimici, sistemandola nella stessa mano che stringeva la pochette così da non renderla visibile.
Si fermarono in una zona della pista un po' esterna, meno fitta di gente, con una canzone che sembravano conoscere tutti in sottofondo.
Le due ragazze si scambiarono un'altra occhiata veloce, ben sapendo cosa avrebbero dovuto fare ora e segretamente sperando che Shirogane smettesse di incalzarle, visto che stava dando sui nervi a Minto e rendendo nervosa Retasu.
La prima rise mentre Kisshu la prendeva per una mano e le faceva fare una piroetta poco adatta al tipo di musica, stringendola poi a sé come se stessero ballando un tango. Lei approfittò dell'occasione per appoggiare le mani sulle sue spalle; dopo qualche istante di attesa, in cui si premurò di muovere un po' di più i fianchi per assicurarsi che l'attenzione di Kisshu fosse localizzata altrove, attaccò velocemente una delle cimici sotto il colletto della camicia, dietro al suo collo.
Voltò poi la testa per cercare Retasu, sentendo il cuore perdere un battito quando non la vide accanto a sé com'era stata fino a qualche secondo prima.
Avvertendo il suo nervosismo, Kisshu le sorrise: “Pai è andato a prendersi qualcosa al bar e la tua amica è con lui.”
Effettivamente, Minto vide i due davanti a Ichigo, che le fece un sorriso affrettato come a dirle che stava tenendo la situazione sotto controllo, e si rilassò; una parte del lavoro era stata fatta.
Le mani del ragazzo si spostarono sui suoi fianchi non appena la musica cambiò, facendola girare, i bassi più carichi che le facevano rimbombare le vene. Dovette riconoscergli il merito di non averla schiacciata contro di sé come tanti erano soliti fare, ma la vicinanza del viso al suo collo tradiva le intenzioni. Minto sorrise, lanciando un'altra occhiata verso Retasu che buttava la testa all'indietro ridendo a quello che Pai le stava raccontando. Ad occhi sconosciuti, sembrava la ragazza più estroversa del mondo; per Minto, stava recitando perfettamente, e si chiese se anche lei fosse riuscita a posizionare le microspie.
Non preoccuparti, il mio amico è un gentleman,” la voce divertita di Kisshu, mischiata al fatto che per farsi sentire le aveva sfiorato l'orecchio con le labbra, la fece rabbrividire.
Si voltò, alzandosi in punta di piedi nonostante i tacchi per rispondergli: “Tu no?”
Lui rise e scosse la testa con aria furba, tirandola più vicino. Minto si morse un labbro. Non le capitava dai tempi del liceo di rimorchiare qualcuno in discoteca; non era decisamente una cosa che le ragazze perbene facevano poi tanto spesso. Ma poteva sempre incolpare la missione. Avevano un incarico da portare a termine, lei voleva assicurarsi di farlo al meglio. E diavolo, poteva anche divertirsi una volta ogni tanto.
Tirandolo per il colletto della camicia, lo baciò, ignorando i mugolii di disapprovazione che risuonavano nell'auricolare, lasciando che fosse lui a prendere le redini della situazione.
Ricordava appena l'ultima volta che era stata baciata, men che meno l'ultima volta che era stata baciata così. Kisshu sapeva di champagne e tabacco, e la combinazione le pizzicava piacevolmente le labbra mentre lasciava che i suoi denti la mordicchiassero leggermente.
Si staccarono solo per prendere aria e allontanarsi da quella zona in cui gente alticcia continuava a sbattere contro di loro, per trasferirsi sotto la scalinata del privè. Lì era più buio, e Kisshu non perse tempo ad intrappolarla con la schiena premuta al muro, appoggiandole una mano sulla nuca per giocherellare con i suoi capelli mentre l'altra si premurava di esplorarle la gamba.
Quando i suoi denti rifecero lo stesso giochino di prima sulle sue labbra e lui si premette di più contro di lei, Minto si lasciò scappare un sospiro.
«Pensi di fare qualcosa oltre a pomiciartelo?» la voce infastidita di Ryo, unita alle risa che sentì provenire da Ichigo e Purin, interruppe quel momento e fece scappare una risatina anche a lei.
Kisshu la osservò divertito, allontanandosi di qualche centimetro, osservando il rossore sulle guance e sul naso, i capelli spettinati e lo scintillio negli occhi accentuato dalle luci e dallo champagne, senza dubbio.
Minto si sentì arrossire ancora di più sotto quello sguardo dorato, non aiutata dal fiatone che entrambi esibivano, ma che non la fermò dal riagguantarlo per il fronte della camicia e baciarlo un'altra volta.
E se io ti chiedessi di venire da me?” le mormorò sulle labbra dopo qualche istante.
Quello non era decisamente nei piani, pensò lei, sforzandosi di mantenere la mente lucida. Shirogane l'avrebbe uccisa, era un rischio enorme, ma era anche l'opportunità di infilarsi direttamente nella tana del nemico. Ed avrebbe potuto sacrificarsi in modi molto peggiori di questo.
Perciò, gli sorrise e gli tese la mano; Kisshu la prese con un ghigno, dandole le spalle per guidarla attraverso la folla.
«Cosa cazzo stai facendo?» le sibilò velenoso Ryo all'orecchio.
“Stai tranquillo,” sussurrò lei, sicura che l'avrebbe sentita “E' tutto sotto controllo.”
Raggiunsero Pai e Retasu, ancora al bancone, entrambi molto più allegri di quando li avevano lasciati; la verde sorrise all'amica, annuendo appena per farle capire di essere riuscita anche lei a mettere le cimici addosso al ragazzo.
“Bene, signori, è stato un piacere, ma noi ce ne andiamo.”
L'espressione contenta di Retasu cambiò immediatamente alle parole di Kisshu, e anche Zakuro, che si dava da fare con le bottiglie tendendo l'orecchio verso di loro, sollevò di scatto gli occhi.
“D-dove vai?” domandò all'amica.
Minto si fece avanti, abbracciandola così che potesse sussurrarle all'orecchio: “Voglio vedere dove stanno di base, anche se non credo che mi porterà là, ma almeno posso avere un vantaggio. Quando vuoi andare via, fai finta che Taruto sia tuo fratello che ti sta venendo a prendere, d'accordo? Sta' attenta.”
Retasu annuì, stringendole la mano: “Sta' attenta tu, se hai bisogno chiamaci subito.”
Ignorando i ripetuti richiami di Shirogane all'orecchio, Minto sorrise e si fece guidare fuori da Kisshu, il braccio di lui attorno alla sua vita.
«Seriamente?» le altre sussultarono al volume di voce del loro capo «Non gliene va mai bene uno, e poi decide di andarsene con un trafficante d'armi
Ichigo, che l'aveva seguita con lo sguardo, sospirò: “Avrà uno dei suoi piani in mente. Servono dei rinforzi per Retasu.”
“No, no, sto bene,” le rispose sottovoce la verde, girata verso di lei che fingeva di star aspettando un drink, rigorosamente analcolico “Datemi ancora dieci minuti.”
«Dieci minuti massimo, Retasu, poi ti voglio fuori
Lei si girò verso Pai, ridendo del suo commento inappropriato nei confronti di Kisshu. Aveva sistemato una microspia dove lei e Minto avevano concordato, sul colletto della camicia, ma non le sarebbe dispiaciuto poterne mettere un'altra ed essere sicura che rimanessero. Ma quel Pai non era decisamente ardito quanto il suo amico, né lei così coraggiosa da provarci come Minto. Era riuscita nel suo scopo solo mentre stavano ballando, e adesso lui manteneva una rispettosa distanza da lei.
Se non avesse saputo quale fosse la sua vera occupazione, quasi quasi le sarebbe piaciuto più del dovuto.
Il suo cellulare si mise a vibrare in quel momento, e un'occhiata rapida al display le fece notare che era Taruto. Si morse il labbro e guardò Pai, ridendo nervosamente: “E' mio fratello, mi aveva promesso che sarebbe passato a prenderci. Adesso mi ucciderà quando gli racconterò di Minto-chan.”
Il ragazzo annuì: “Ti accompagno fuori.”
Le fece strada tra la calca, limitandosi a guidarla con una mano sulla schiena che la sfiorava appena. L'aria fresca della sera la investì come una manna, e la vista di Taruto che si sbracciava la fece sorridere.
Be'... grazie della bella serata,” guardò il suo accompagnatore negli occhi scuri, arrossendo ancora “E' stato... diverso.”
Arrivederci, Retasu-san. È stato un piacere anche per me.” le fece un cenno con il capo, e fu ri-inghiottito dal buio e dalla folla del Pure Water.
Accertandosi di non essere seguita, Retasu si affrettò verso l'amico, che le sorrise.
“Ti avverto, Shirogane-kun è un po' furibondo.”
Le aprì la portiera della limousine, che profumava tremendamente di caffè, e lei accennò ad un timido sorriso verso il biondo.
“Taruto, torna qua e sintonizzati su Minto.”
La mora gli aveva mandato un veloce messaggio, informandolo del fatto che Kisshu aveva un'auto con guidatore privato e che non aveva dovuto fornirgli l'indirizzo, e che lui avrebbe fatto meglio a non farle battutine idiote nell'orecchio che l'avrebbero fatta ridere e avrebbero potuto mandare tutto all'aria.
-Se, la tua notte di follia,- aveva pensato acido l'americano, ma aveva abbassato il suo microfono in modo da evitare qualsiasi interruzione.
Mentre la macchina nera correva veloce attraverso le strade vuote, Minto sorrise al ragazzo seduto al suo fianco: “Credevo che prima si dovesse essere invitate a cena.”
Kisshu ghignò, sfiorandole il collo con la punta del naso: “Le regole sono fatte per essere violate, no?”
Senza il traffico, il tragitto fu breve, o forse erano stati entrambi troppo impegnati a esplorare la bocca dell'altro per accorgersene. L'auto si fermò davanti ad un imponente hotel, il preferito dai ricchi turisti e dalle conferenze o matrimoni più importanti; la stessa Minto non ne era estranea, ma si stupì comunque della loro destinazione.
Kisshu aveva già una camera lì, dedusse, visto che non si fermò al banco della reception per chiederne una (e sarebbe stato totalmente volgare per un hotel del genere, pensò anche), ma si fece strada sicuro fino agli ascensori.
La micro-telecamera nascosta nella fibbia della pochette di Minto stava registrando tutto il tragitto dalla hall dell'hotel fino alla suite all'ultimo piano, dove finalmente si fermarono.
Però,” commentò, alzando un sopracciglio una volta che fu entrata“Ti tratti bene.”
Paga l'azienda,” replicò lui con un sorriso, poi l'attirò nuovamente a sé.
Minto appoggiò la borsa sul tavolino al centro della sala, in modo da avere la piena visuale della stanza ma dando le spalle al letto, concentrandosi poi sui bottoni della camicia del ragazzo.
Lo avvertì sorridere mentre passava ancora una volta le mani tra i suoi capelli: “Non mi sembra che neanche tu perda tanto tempo, dolcezza.”
La sollevò per i fianchi, appoggiandola ancora una volta contro il muro e lasciandole baci sul collo finché non trovò l'esatto punto che la fece gemere.
Ryo, sfregandosi gli occhi con le dita, si tolse le cuffie e si accasciò sul sedile prima di rivolgersi a Taruto: “Chiudi i microfoni di Minto, per carità, ma lascia acceso il suo localizzatore. Voi altre, preparatevi ad uscire da lì.”
L'altro ragazzo, rosso come un peperone, digitò un paio di volte sulla tastiera. Retasu, anch'essa in imbarazzo (mai avrebbe immaginato di trovarsi in una situazione simile né di sentire una sua amica in quella determinata situazione), si sentì finalmente in grado di rilassarsi. Si tolse i tacchi che la stavano uccidendo e raccolse le gambe sotto di sé, appoggiandosi allo schienale e lanciando un'ultima occhiata al biondo prima di chiudere gli occhi.








Ce l'ho fatta :D Pensavo non sarei riuscita a pubblicarlo prima di partire (cioè domani), e invece oggi in tre ore praticamente ho scritto le ultime cinque pagine di capitolo - per un totale di otto, che ormai per me sono un casino. Spero vi diverta tanto quanto mi sono divertita io a scriverlo ;) E' stata una delle prime scene che mi è venuta in mente mentre mi immaginavo la storia, e spero che il focus maggiore su Minto e Retasu sia una bella novità. :)
Naturalmente, le ragazze usano cose un po' futuristiche come micro-micro-telecamere e micro-micro-spie e cose del genere, ma un po' di fantasia a questo mondo ci vuole xD Forse Pai è un pochetto OOC, ma anche qua, insomma, è tutto un po' diverso. :) Il titolo del capitolo viene dall'omonima canzone degli Artctic Monkeys, ormai fonte di ispirazione inesauribile.
A data da destinarsi il capitolo cinque, visto che vado in vacanze e ancora devo capire per bene cosa metterci dentro ^^''''
Grazie a tutti quelli che leggono, seguono, favoriscono e soprattutto recensiscono! Sprecate cinque minuti di questo afoso luglio per fare contenta una neo-laureata, dai. ahaha
A presto e buone vacanze a chi può; bacioni!!!
   
 
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