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Autore: ineedamikashug    21/07/2014    2 recensioni
Un grazie non basterebbe.
Adesso è famoso ma scommetto che si ricorda di me.
Abbiamo passato assieme gli anni più belli.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Iniziai ad urlare aggrappando le mani ai bordi del lavandino.
A tentoni arrivai alla vasca da bagno e caddi dentro.
Mi guardai le mani ed i vestiti: ero fradicia.
Probabilmente Susanne stava scaldando l'acqua per farsi un bagno.
Schizzavo acqua in ogni punto, senza pensarci, poi vidi Susanne alla porta con una faccia terrorizzata.
"Katy che succede?".
Mi indicai la testa e dalla mia gola non usciva più un filo di voce.
"Calmati, adesso chiamo un'infermiera, resta qua".
E chi riusciva a muoversi ma, soprattutto, a calmarsi?
Respiravo affannosamente e tenevo gli occhi chiusi, come se tutto potesse passare.
Quando arrivò l'infermiera mi ero già tranquillizzata abbastanza da poter tornare al mio letto da sola.
"Allora Katy, ora resta qui che andrà tutto bene".
"Perchè non me lo avete detto?".
"Cosa?".
"Che avrei perso i capelli per sempre".
"Ma no, non per sempre".
"Perchè non me lo avete detto?".
"Per non farti preoccupare, sei solo una bambina".
"Una bambina che sta crescendo troppo in fretta, non crede infermiera?".
"Anche la lingua ti sta crescendo troppo in fretta".
"Susanne ora sto bene, l'infermiera può andarsene".
"Si grazie, arrivederci".
L'infermiera mi guardò male mentre chiudeva la porta.
"Katy non puoi trattarla così".
"Tratto come lei tratta me".
"Resisti".
"Voglio andarmene da qui Susanne".
Lei mi guardò e con la mano mi afferrò il mento.
"Te ne andrai molto presto piccola".
"Ce ne andremo".
"Non lo so se me ne andrò da qui".
"Come mai?".
"Ho..ho molti esami da fare".
"Magari un giorno ci troviamo". Sorrisi.
"Un giorno si".
Dopo un po' arrivò un'altra infermiera, quella che mi stava simpatica.
"Hai visite Katy".
"Chi?".
"Il tuo amichetto".
"Fallo entrare".
Poi ci ripensai.
"Anzi, no, aspetta".
"Va bene. quando vuoi apri la porta".
"Katy perchè non vuoi che entri Michael?". Disse Susanne.
"Andiamo, non può vedermi così".
"Per quanto vorrai evitarlo allora?".
Ci pensai. Dopotutto aveva ragione. E poi avevo bisogno di lui.
"Ricresceranno?".
"Non ti seguo cara".
"I capelli.."
"Ricrescono sempre, a me è successo". Disse sorridendo.
"Sempre?".
"Katy non devi preoccuparti di questo ora".
Annuii.
"Allora che faccio? Lo faccio entrare?".
"Si, certo". Dissi con poco entusiasmo.
Mentre apriva la porta mi fece l'occhiolino. Provai a pensare a che dire a Michael quando sarebbe entrato nella stanza o semplicemente salutarlo come se fosse tutto okay.
Optai per la seconda.
Quando sentii qualcuno aprire la porta il cuore iniziò a battermi a mille. Mi sedetti sul letto a gambe incrociate e, con la faccia sorridente, aspettavo di salutarlo.
"Ciao Katy, tutto be..." Si bloccò.
Aprii un pochino la bocca e sentii il mento iniziare a vibrare. Poi iniziai a piangere.
Lui corse da me e mi abbracciò, poi si sedette vicino a me e, con dei movimenti lievi, iniziò ad accarezzarmi le spalle.
"Katy, non piangere".
"Mi spieghi come faccio?".
"Ehi ehi ok, smettiamola. Iniziamo da capo. Io ti saluto, tu mi saluti e iniziamo a parlare, okay?".
"Okay".
Lui indietreggiò fino alla porta e iniziò la sua recita.
"Ciao Katy, tutto bene?".
"Ciao Michael, si, tutto bene".
"Vedi? E' facile recitare".
"Questa è finzione".
"Infatti sai fingere molto male, tu non stai veramente bene".
Li raccontai tutto quello che avevo passato ultimamente, delle mie grida, dell'infermiera antipatica, tutto.
Poi lui cambiò discorso facendomi tornare vivi i ricordi che ci legavano.
Avrei dato volentieri la vita per Michael Holbrook Penniman Jr. perchè lui stava dando la sua a me in quel momento.
Sprecava il suo tempo, che secondo lui non era mai sprecato, per stare con me e per farmi divertire.
E se quello non è un amico, allora non so cos'è l'amicizia.
E quei momenti che passavamo insieme mi ricordavano le giornate trascorse con mia sorella, e mi ricordava che nessuno oltre a loro due, voleva starmi accanto.
Penso che quel giorno passamo tre ore assieme.
  
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