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Autore: flywithme_2013    21/07/2014    0 recensioni
Lei in fuga dalla sua città natale, lui disposto ad essere la sua nuova casa. I loro occhi sono l'uno lo specchio dell'altra...
(TRATTO DALLA STORIA)
-Mi dici cosa c'è che non va?
-Nulla, solo che a volte quando mi guardo allo specchio è come se non mi riconoscessi
-Allora da oggi non ti guardare più allo specchio
-Cosa?! Sei idiota?!
-No, i miei occhi saranno il tuo specchio
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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{Chapter One: Barcellona VS Roma}

Barcellona, mamma se è bella Barcellona.

Penso sia una delle mie città preferite e non lo dico solo perchè è la mia città natale ma lo dico perchè lo penso in base alla sua storia, ai suoi palazzi e ad i suoi monumenti.

Se dovessi giudicare Barcellona in base al fatto che è la mia città natale, bhe allora direi che fa schifo.

Odio le persone che vivono qui a Barcellona, odio tutti quelli che mi circondano, odio quello che pensano (se pensano) ed odio i loro pregiudizi.

Qui a Barcellona le persone si basano molto sui pettegolezzi e sulla prima impressione: se gira voce che sei una poco di buono allora sei etichettata così per tutta la città e periferia anche se non lo sei, se sei nervoso e conosci una persona nuova bhe allora sei il cattivo di turno.

Non ho la minima idea di cosa abbia la gente al posto del cervello, forse una pigna o forse nulla.

Sono Alma Dalmanos sono una ragazza Italo-Spagnola (mamma Italiana, di Roma, papà Spagnolo di Barcellona), ho diciasette anni compiuti da poco, non sono molto alta, sono magra, non ho forme eccessive, i capelli sono rossi rame-fuoco ed arrivano quasi al sedere, gli occhi color ghiaccio, le labbra carnose: vista da fuori sembro un angelo ma dentro, bhe dentro sono un demone.

Ho un pessimo carattere, o meglio ho sviluppato un pessimo carattere, sono fredda, stronza, chiusa in me stessa e parlo poco.

Penso che spesso le parole sono inutili, troppe parole creano confusione e nessuno ama la confusione in primis la sottoscritta.

Amo alienarmi ascoltando musica e leggendo.

In realtà faccio parte della cerchia delle ragazze normali: con una storia monotona, nulla da raccontare di eclatante, nulla che possa lasciare il mondo a bocca aperta, nulla che starebbe sulle labbra di tutta Barcellona o almeno così era fino a qualche tempo fa.

Pochi mesi fa ero fidanzata con un certo Raul, uno di quei figli di papà (figlio di un socio d'affari di mio padre) che non sopporta nessuno, uno di quelli con la puzza sotto il naso, poi però l'ho lasciato perchè troppo snob e strafottente e lui mi ha ripagato mettendo in giro voci molto dolci e gentili su di me.

In tutta Barcellona ora sono considerata una strega, una falsa, un'approfittatrice ma non lo sono, non lo sono mai stata.

Ho iniziato ad odiare le persone che mi stavano intorno, ho iniziato a pensare che fosse vero quello che dicevano, ho iniziato a stare male, ho iniziato ad odiarmi, mi sono persa.

Quando mi guardavo allo specchio non mi riconoscevo più.

Così, approfittando di un viaggio d'affari che aveva portato lontano dalla Spagna i miei, mi ero organizzata ed avevo preso casa a Roma non molto lontano da dove abita mia nonna.

Avevo preso il biglietto in aereo fino a Milano e poi da lì avrei preso il treno fino a Roma termini.

Avevo fatto i bagagli, avevo svuotato la stanza e poi avevo scritto una lettera ai miei che avevo lasciato sul frigo: fatto ciò ero salita sul mio aereo e sono fuggita da Barcellona.

Arrivata a Milano ci ho messo un po' per arrivare alla stazione (a causa di un tizio mezzo rincoglionito e del traffico dell'ora di punta) poi però sono riuscita a prendere il treno e ad accomodarmi al mio posto.

Poco dopo di me, si sedette sulla poltrona di pelle blu del treno una ragazza che aveva si e no tre anni in più a me; era una bellissima ragazza però qualcosa non quadrava era come spaventata.

Il mio occhio ricadde sul ventre gonfio, segno di una gravidanza avanzata e poi le sorrisi dolcemente.

Lei ricambiò il mio sorriso, poi un ragazzo biondo si sedette al suo fianco e finalmente il treno partì.

Misi le cuffiette nelle orecchi ed iniziai ad ascoltare la musica, tempo venti minuti ed ero crollata.

Mi risvegliai che avevo un forte mal di testa, come se avessi preso una sbronza, e non riuscivo a capire dove stavamo precisamente.

- Scusi, mi sa dire qual è la prossima fermata? - chiesi alla ragazza

- La prossima fermata dovrebbe essere proprio Roma Termini- mi disse gentilmente

Oh merda, ero già arrivata e neanche me me ero resa conto?

-Grazie- le risposi dolcemente

Iniziai ad organizzarmi mentalmente su cosa dovessi fare e come dovessi muovermi e poi quando il treno di fermò scesi a Roma Termini.

C'erano tante, forse troppe, persone in quella stazione; andavano tutte di corsa, cercavano il binario del loro treno, parlavano a voce alta.

I turisti erano un po' ovunque, parlavano lingue diverse, guardavano cartine, chiedevano informazioni.

Io non ero come una turista: grazie al fatto che mia nonna abitava a Roma sapevo come muovermi e come gestirmi e proprio per questo non avevo bisogno di nessuno in quella città.

Scacciai quei pensieri e presi i miei bagagli, camminai a fatica tra la folla e poi scesi a prendere la metro che m'avrebbe portata vicino casa.

Dopo venti minuti di bus per arrivare al quartiere dove avrei vissuto d'allora in poi entrai nel cancello dipinto di verde ed entrai nel primo palazzo a sinistra, chiamai l'ascensore e salii al terzo ed ultimo piano della palazzina.

Dopo una lunga lotta nel ritrovare le chiavi nella borsa entrai in casa e, lasciando le borse all'ingresso, mi buttai sul divano di pelle nera: ero sfinita.

La casa era proprio come la ricordavo: il salone era abbastanza grande ed aveva un grande balcone dagli infissi di legno dipinto di nero, il pavimento era in parquet chiaro, non molto lontano dalla porta c'era una poltrona in pelle bianca con un cuscino nero, al suo fianco un tavolino di vetro con sopra una ceneriera di porcellana bianca decorata ed un vaso con dei tulipani colorati, una lampada da lettura che si poggiava a terra se accesa faceva luce sul divano nero con cuscini bianchi e con tulipani, difronte al divano c'era una parete attrezzata con al centro il televisore, sotto di esso dei cassetti e poi libri, cd e ricordi di viaggi.

La cucina era piccola e tendeva al color salmone; il bagno tendeva all'azzurro ed aveva la vasca mentre un piccolo bagno personale nella mia stanza aveva il box doccia.

La mia stanza non era molto grande ma neanche piccola: aveva una finestra coperta da tende color panna con dei fiori viola disegnati sopra, un letto matrimoniale con coperte e cuscini viola e bianchi, un armadio a parete, una scrivania e due comodini al lato del letto, difronte il letto c'era anche la tv.

Svuotai parte di una valigia e poi andai a farmi una doccia veloce, mi asciugai e mi vestii (Sotto vi metto la foto), presi la borsa ed uscii.

Dovevo andare a fare la spesa se non volevo rimanere a digiuno e dovevo andare a comprare una scheda SIM italiana.

Decisi di non allontanarmi dal mio quartiere per fare questi servizi per cui scesi a piedi ed andai al supermercato.

Vagai per gli scaffali comprando quello che mi serviva e poi andai alle casse.

Uscita dal supermercato andai a comprare la SIM per il mio iPhone e poi con passo lento rientraia casa.

Con me nel portone entrarono anche dei ragazzi più o meno della mia stessa età, non ci feci tanto caso e chiamai l'ascensore perchè non riuscivo a portare tutte quelle buste a piedi.

Mentre salivo misi in borsa gli occhiali da sole e poi entrai in casa.

Dopo pochi istanti mi arrivò un messagggio su facebook:

Da ELENA PACIFICI:

Hey, spagnolina, so che sei a Roma: che ne dici di uscire stasera?

A ELENA PACIFICI:

Hey, romana: sì va bene a che ora e dove?

Da ELENA PACIFICI:

Alle otto a Colosseo, per te va bene?

A ELENA PACIFICI:

OK a dopo :)

Da ELENA PACIFICI:

A dopo :)

PS: Bentornata a Roma <3 

Perfetto: la mia vita a Roma iniziava alla meglio.

Avevo il tempo di andare a sistemare la spesa e poi sarei potuta andare a prepararmi per la mia serata tra amici.

 

 

My Space 

Salve a tutti: grazie a chi ha letto la storia, spero che vi piaccia e spero di non deludervi. 




mirror reflection photography lei è Alma
 

  
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