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Autore: Greywolf    21/07/2014    10 recensioni
Una giornata di pioggia come non si vedeva da tempo. Una corsa sfrenata. Un amico in difficoltà. L'inizio di un dramma...un lento cambiamento...fino ad un nuovo inizio.
""-Si può sapere dove mi porti?- gli domandai mentre cercavo goffamente di coprirmi la testa con il braccio libero.
Lui non era infastidito da nulla di quello che lo circondava. Era concentrato solo a correre. L’acqua e il vento sembravano l’ultimo dei suoi problemi.
-Da Naruto!- mi disse.
-Da Naruto? Gli è successo qualcosa?! Dov’è ora?- domandai senza sapere che altro dire.
Rispose dopo un attimo:
-In ospedale…-""
E' la mia prima storia a capitoli e aggiungerei che è una storia delicata. Sperò vi possa interessare e piacere alla fine. Pubblicherò il nuovo capitolo di giovedì e di sabato. Qualsiasi appunto che avete, critiche, apprezzamenti, qualsiasi cosa, fatemi sapere e recensite per dirmi cosa ne pensate. Ci terrei molto! Buona lettura! :)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Ragazzi mi scuso per il ritardo del capitolo ma ho avuto non pochi problemi con il pc. Comunque capitolo lungo, che a me piace moltissimo (insomma poi dipenderà dai punti di vista) e intenso! Un ringraziamento speciale a Nede che ha cercato di aiutarmi con i problemini tecnici e a Sara_Uchiha alla quale devo moltissimo, per i consigli e per aver trovato il Kurama perfetto! Grazie ancora a Sara_Uchiha che ha trovato l'immagine, ecco a voi Kurama ^^







Fatemi sapere se vi è piaciuto! A presto e Buona lettura! :D





Dopo che lo sbuffo di fumo si fu diradato, per un attimo persi la capacità di formulare pensieri logici e concreti. Quella trasformazione mi aveva lasciata senza parole. Non solo perché non la credevo una cosa fattibile ma anche perché il cambiamento era stato…scioccante!

Il tratto più rilevante erano i suoi occhi, nei quali era perfettamente conservato il color rosso scuro che conferiva al suo sguardo il tono minaccioso e intimidatorio che lo aveva sempre caratterizzato, benché le pupille ora non fossero più due strette fessure ma due vive palline nere. Tra le due iridi c’era un bel naso proporzionato che sicuramente era ancora ben in grado di distinguere ogni singolo odore presente nella stanza. Le guance erano segnate dagli stessi identici segni che solcavano quelle di Naruto, solo che i suoi erano più marcati e più folti. Le labbra erano sottili e facilmente le immaginai incurvate in uno dei suoi inquietanti ghigni. Tutto il suo viso assumeva allo stesso tempo un aspetto elegante e selvaggio ed era incorniciato da setosi capelli dello stesso  rosso dei suoi occhi, che ricadevano morbidi sulla fronte in lunghe ciocche e sulle spalle fino ad arrivare a sfiorargli gli ampi pettorali ben definiti. Non vedevo le orecchie perché nascoste dalla folta massa di capelli ma immaginai che fossero ben appuntite.

Un momento…avevo forse detto…pettorali?

Purtroppo ripresi il controllo di me stessa soltanto quando il mio sguardo era già sceso un po’ troppo ed aveva osservato nella sua interezza il nuovo Kurama.

In un attimo diventai completamente rossa e mi coprì gli occhi con le mani come sicuramente avevano fatto anche Ino e Hinata, dato che sentii la voce della mia amica esclamare:

“COPRITI, TI PREGO!”

“Come puoi pensare di uscire così?! E poi come ti è venuto in mente di trasformarti in un ragazzo…nudo?!” intervenne la voce di Shikamaru, evidentemente scioccato.

“Nudo?” chiese confuso. Ora la sua voce era molto più limpida e meno grave di prima.

“Mi ero scordato! Oh…allora è per questo che mi stavate guardando in quel modo! E io che pensavo fosse colpa della faccia…Bhè Nara che pretendi, scusa? Mi hai visto dei vestiti addosso mentre ero me stesso? Come pretendi che io li abbia ora?”

“Ci potevi avvisare prima di quello che volevi fare, non trovi?!” parlò Kaiza “Se sapevi che ti saresti presentato così, avresti dovuto dircelo! Ti pare modo di farti vedere davanti a delle signorine?”

“Possono tranquillamente non guardare!” si giustificò “E se ti riferisci a questo…” fece una pausa in cui, (chi non lo farebbe?) immaginai stesse indicando la propria intimità “…non vedo cosa ci sia di male! Se hai paura che restino sconvolte perché non ne hanno mia visto uno, non è colpa mia di certo…” 

“Smettila, ti prego!” lo interruppe il medico  “Un po’ di rispetto…”

“Non sapevo che potessi effettuare una trasformazione del genere…” affermò stavolta Naruto.

“Noi volpi abbiamo questa abilità speciale di poter assumere facilmente sembianze umane. Anche se mi hai visto comporre i sigilli, questa è molto più di una tecnica di trasformazione. Sono cambiato completamente. Hyuuga può verificarlo tu stessa…il mio chakra è cambiato.”

“Casomai dopo!”lo blocco Kaiza “Vai avanti…”

Seguì un momento di silenzio, poi Kurama riprese a parlare.

“Ah…” capì “Vabbè…QUANDO verificherai ti renderai che quello che mi scorre in corpo attualmente non è più il mio chakra rosso da demone ma un comunissimo chakra blu. In questo modo non c’è possibilità che qualche ninja sensitivo mi riconosca. Sono un perfetto, comune, banale essere umano!”

“Con quei capelli dubito passerai inosservato…” constatò Shikamaru.

“Quante ne vuoi Nara….” borbottò.

“In ogni caso…” continuò “Devo ammettere che è stata un’idea lodevole. Potrebbe anche funzionare.”

“Uh uh uh funzionerà…le volpi manipolano da secoli la mente degli uomini mutando la propria forma. Di norma viene prediletta la forma femminile ma ho preferito evitare…con voi umani non si sa mai! Non voglio ritrovarmi qualche pervertito alle calcagna. Dovrei ucciderlo in quel caso. La forma maschile è più gestibile.”

“Non pensi alla possibilità di avere invece un corteo femminile al seguito? “ chiese Ino “Scherzi a parte…se non sapessi chi sei..avrei pure potuto provarci con te.”

Questa si che era un affermazione pesante. Mi chiesi come gli potesse essere venuto in mente…che volesse stuzzicare Shikamaru?

Chissà che faccia aveva in questo momento...

“Non dirlo nemmeno per scherzo!!! In ogni caso…le galline possono essere liquidate con poche parole e poi vanno a nascondersi da qualche parte a piangere come fontane. Non sarà un problema…anche se dubito che io possa attirare l’attenzione. Devo essere davvero orribile! Se non fosse per il mio gingillo dubito che avresti avuto un minimo di interesse per me, Bionda.”

“Ah, ora è troppo!”

Avvertì del movimento davanti a me.

“Ragazze, potete aprire gli occhi.” ci disse poi.

Quando riaprì gli occhi,un po’ titubante,  Kurama era ben avvolto dalla coperta del letto. 

“Mi spiace che vi abbia privato di quella visione piacevole!” fece malizioso.

“Ma ti pare modo?!” lo rimproverò Kaiza, esasperato.

Da quello che conoscevamo di lui, con noi si era sempre comportato da gentiluomo e sapevamo che aveva un grandissimo rispetto per il gentil sesso, per cui probabilmente il demone lo stava letteralmente scandalizzando.

“Che c’è? Non sai che è un privilegio potermi guardare in questa forma, seppure sia così raccapricciante? Devi sapere che solo da quando ho compiuto i miei primi 500 anni posso esercitare un potere di metamorfosi totale! Se fossi stato più giovane, avreste dovuto sopportarmi in versione femminile! E vi assicuro…che per voi non sarebbe stato piacevole!”

“Primi 500? Ma scusa…quanti anni hai?” chiesi incredula.

“Mmm ho perso il conto…non che mi interessi molto d’altronde, sono immortale. Comunque devo averne minimo 2.000,anno più, anno meno.”

“Accidenti, non lo avrei mai detto. Dì un po’ come mai hai preso la forma di un ragazzo piuttosto che quella di un vecchio decrepito come avresti dovuto?”

“A parte che a 2000 sono ancora giovanissimo! La mia fase di cucciolo è terminata solo al millennio! Per cui non sono affatto vecchio! Inoltre secondo te, se devo andare in giro con dei mocciosi, non era il caso che mi trasformassi in uno di loro?”

“Non hai tutti i torti in effetti…” concordò. Poi continuò:

“Speriamo che funzioni! Credo che ora sia il caso di muoversi, non so voi ma sto morendo di fame! Piccole…ci aspettate fuori per piacere? Dobbiamo renderlo presentabile…” e accennò a Kurama.

“Già, uscite…a meno che non vogliate apprezzare i vantaggi di questa mia nuova forma!” propose guardandoci con un sguardo decisamente poco rassicurante mentre smuoveva la coperta che lo avvolgeva.

“KURAMA!” fecero insieme Shikamaru e Kaiza. Naruto sembrava leggermente divertito.

Rivolsi un’occhiata alle mie amiche e subito uscimmo fuori dalla casa, mentre una risata si propagava alle nostre spalle.

Aspettammo fuori dalla porta in attesa che uscissero. Intanto domandai a Ino:

“Senti un po’…”

“Si?”

“Quando dicevi di volerci provare con Kurama…bleffavi vero?”

Lei mi sorrise:

“Certamente! Non è tipo per me! Ma dovete ammetterlo tutte e due ..aveva davvero un fisico da urlo!”

Hinata divenne più rossa di quanto non fosse già mentre io distolsi lo sguardo, evitando di rispondere.

Dopo pochi minuti, ci raggiunsero tutti e quattro.

Il demone-ragazzo indossava i pantaloni arancioni, che probabilmente erano quelli della tuta di Naruto e indossava una semplice maglietta bianca con un simbolo rosso stampato sopra. Se per il mio compagno di squadra la taglia di quella maglia era giusta, per Kurama  era giustissima perché stava alla perfezione su quel corpo così tonico e muscoloso. Dal canto suo, quello si rimirava soddisfatto. 

Kaiza e Shikamaru sembravano rassegnati, immaginando quale altre sorprese avrebbero potuto aspettarsi dal demone. Naruto sembrava tranquillo, come se nulla fosse. Forse perché era quello che aveva avuto più a che fare con Kurama quindi non si lasciava sorprendere più di tanto.

“Bene! Adesso che sono”presentabile”, che ne dite di andare?  Ho fame!” esclamò.

Eravamo pronti per andare quando Shikamaru si parò davanti a tutti dicendo:

“Non possiamo andare! Mi è appena venuto in mente che non abbiamo considerato una cosa fondamentale!”

“Di cosa stai parlando?” chiesi spiegazioni.

“Se qualcuno lo vede in giro, vorrà sapere chi è e da dove viene. Insomma se dovessero iniziare a fare delle domande cosa ci inventiamo? Comincio a temere che sia decisamente una mossa rischiosa!”

“Non ti sprecare quei bei neuroni che hai facendoti problemi inutili, non ci saranno complicazioni!”

“Shikamaru ha ragione! Ci sono controlli continui! Capiranno subito che non sei né un abitante né un visitatore dato che nessuno ti ha visto entrare dall’ingresso.” rifletté Ino.

“Voi cosa proponete di fare allora?” chiese.

“Non lo so. Credo dovremmo…”

“Ragazzo, dove vai?”

Notai che in quel momento Naruto era rientrato in casa. Che gli fosse passata la voglia di uscire? Kaiza lo seguì velocemente per capire il motivo di quel gesto. Nessuno di noi si mosse e restammo in attesa, anche Kurama. Dopo poco con mio grande sollievo ricomparvero entrambi oltre la soglia della porta.

Naruto aveva in mano qualcosa.

"Con questo non avrai problemi!"disse portandosi davanti all’amico. 

“Aspetta, cosa vuoi…”

“Te l’ho detto già una volta…” iniziò “Tu non sei più il demone-Volpe…ma un mio compagno del Villaggio della Foglia…quindi puoi benissimo portare questo.”

E gli porse quello che riconobbi come il suo copri fronte.

Non nascondo che rimasi a bocca aperta. Sapevo quanto tenesse a quell’oggetto e mi stupii che volesse darlo a Kurama.
Quest’ultimo però era sorpreso più di me.

“Non posso…” cercò di dire ma non ci riuscì perché Naruto gli prese la mano e vi fece passare quell’oggetto così prezioso per lui.

“Sei un mio compagno di Konoha! Certo che puoi!” e glielo lasciò.

Osservandolo così stupito a rimirarlo e a pensare a cosa potesse significare quel gesto, continuò:

“Se te lo metti, nessuno potrà dirti nulla! E sarai riconosciuto come un membro del Villaggio, come è giusto che sia!”

Trascorse un attimo di esitazione. Poi Kurama sorrise…Prese il copri fronte con entrambe le mani e se lo legò intorno al collo, dicendo:

“Sei davvero unico nel tuo genere. L’essere umano più stupido che abbia mai conosciuto!”

Naruto non sembrò offeso per cui immaginai che quello fosse il modo con cui Kurama si rivolgeva a lui di solito quando voleva fargli un complimento.

“Lo so…” la punta di amarezza che marcò quelle due parole e l’espressione che assunse però mi fecero preoccupare.

Qualcosa scattò dentro di me…un desiderio folle che mi spingeva a prenderlo per le spalle e chiedergli ce problema avesse, perché fosse così triste, perché avesse smesso di sorridere come una volta. Non mi era mai successa una cosa simile. Avrei voluto che fossimo soli per palare, per poter chiarire quella situazione in cui versavamo entrambi…per chiarire anche cosa provavamo.

“Coraggio, diamoci una mossa! Gli altri ci staranno già aspettando!”

La voce di Shikamaru ci ridestò entrambi dai nostri pensieri. Quella sensazione scomparve non appena vidi Naruto assume la sua ormai comune inespressività. 

Non sapevo più come comportarmi. Reazioni così improvvise non mi erano mai capitate…

“Già, muoviamoci!” lo appoggiò il demone.

Senza pensarci troppo, ci dirigemmo verso l’Ichiraku.

Non parlammo un granché durante il tragitto. Kurama camminava spedito davanti a tutti con passo deciso, osservando con attenzione ogni singolo individuo che incontravamo, constatando, immagino, come lo guardassero con semplice con curiosità e sorpresa, piuttosto che con il solito disprezzo e timore. Dietro di lui Ino camminava di fianco a Shikamaru e gli rivolgeva rapidi sguardi che il moro sembrava aver intercettato senza darlo troppo a vedere. Poi c’erano Naruto e Kaiza che parlavamo sottovoce tra di loro. Io e Hinata li seguivamo a poca distanza ma senza riuscire a cogliere una sola parola del loro discorso. Ad un certo punto l’uomo gli passò un braccio sulle spalle, avvicinandolo a se con fare confortante mentre continuavano a camminare. Naruto non lo scostò anzi quel contatto sembrò rilassarlo. Era incredibile quanto fossero in confidenza ormai.

Hinata sembrò leggermi nel pensiero:

“Anche tu li vedi molto legati, vero?” mi chiese.

“Già…credo si siano affezionati davvero molto l’uno all’altro. Sono contenta che almeno qualcuno riesca a stargli così vicino.”

Lei abbassò lo sguardo. Sembrava pensierosa…come altre volte, era già successo ma non ne avevo mai compreso il motivo. Era come se Hinata avesse qualcosa in mente senza trovare il coraggio di dirlo.

“Che c’è?” le domandai.

Lei si rigirò i pollici un paio di volte, imbarazzata. Poi disse:

“Credo…che ci riusciresti anche tu…”

“A fare cosa?”

“A stargli vicino, Sakura..così come fa Kaiza.” mi spiegò tutto d’un fiato.

Sinceramente non capivo, ero confusa.

“Non è vero…hai visto come mi tratta ogni volta che provo a parlarci? Ora come ora sono l’ultima persona che vuole vicino a lui. Anche se non ne capisco il motivo...”

“Hai mai provato a chiedertene il perché?”

“Ma certo! Sono giorni che me lo chiedo ma non mi sembra di aver fatto nulla di male per meritarmi un trattamento simile!”

“Forse hai detto o fatto qualcosa che lo ha ferito in qualche modo e per questo ora è risentito nei tuoi confronti…” disse in un sussurro.

“Hinata, che stai cercando di dirmi? Io non farei o direi mai nulla che possa spingerlo a comportarsi così con me! Non hai idea di quanto stia soffrendo per questa situazione!” ero leggermente irritata ma cercai di moderare il mio tono di voce per evitare di essere sentita.

“Quello che voglio farti capire Sakura, è che Naruto non è uno stupido!”

Non la riconoscevo. Era diventata seria come non l’avevo mai vista. Teneva quei suoi grandi occhi perlacei fissi su di me, trasmettendomi una forte suggestione.

“E se si sta comportando in questo modo deve avere un motivo più che valido! Perdonami se ti parlo così ma voglio solo che tu lo capisca…quest’atteggiamento non può essere uscito fuori dal nulla. Lui non si è mai comportato così, mai! Quindi DEVE per forza essere successo qualcosa! Qualcosa che lo ha spinto a compiere quel gesto così estremo…e secondo me…”qualcos’altro” che gli ha fatto assumere questo atteggiamento così in antitesi con tutto quello che è!

Te lo ripeto, non è uno stupido. Se fa così…c’è un motivo. Non dargli la colpa per quello che fa, se non hai la certezza che non dipenda veramente da qualcosa che hai fatto tu…”

“Pensi…che sia davvero colpa mia?”

“Penso che ognuno di noi ha la colpa di qualcosa. Ci tratta tutti ugualmente con la stessa freddezza. Ma con te sembra particolarmente distaccato…o perché tu sei riuscita a fargli più male di tutti…”

Tentennò pericolosamente:

“Oppure…”

“Finalmente siete arrivati! Non ci speravamo più!”sbraitò Rock Lee, venendoci incontro insieme e tutti gli altri.

Non mi ero resa conto che eravamo giunti a destinazione, tanto ero presa dal discorso intrapreso con Hinata. Sperai di continuare quella conversazione ma una volta che ebbe salutato Naruto, che era rimasto impassibile nonostante Choji, Tenten, Lee lo avessero salutato con affetto, Shino ci raggiunse, dicendo:

“Devo parlarti un momento. Puoi scusarci, Sakura?”

Avrei voluto dirgli che stavamo discutendo di una cosa importante ma Hinata mi anticipò:

“Pensa a quello che ti ho detto, poi ne riparliamo, promesso!” e detto questo si allontanò insieme al compagno di squadra.

Io rimasi immobile, troppo scossa per riuscire a muovermi. Cosa stava per dirmi?

Mi riscossi da quelle riflessioni quando una forte esclamazione mi giunse alle orecchie:

“E lui chi sarebbe?!”

Tenten era rimasta scioccata nell’osservare Kurama e dalla sua reazione sorpresa intuì che non lo aveva riconosciuto, il che era buon segno. Significava che la sua trasformazione non aveva destato sospetti.

Shikamaru le si avvicinò, sussurrandole qualcosa nell’orecchio per poi fare lo stesso con il suo migliore amico e con Rock Lee. Lei rimase a bocca aperta:

“E’…è lui? Ma com’è possibile?!” chiese balbettando.

“Storia lunga, lasciamo perdere!” liquidò in fretta la faccenda.

“Oooh cavolo, scommetto che sei fortissimo anche in queste sembianze! Voglio mettermi alla prova, battendomi con te!” lo sfidò Lee.

“Non credo sia il caso, Sopracciglione! Lo dico per te…”

Abbattuto per l’ennesima persona che lo chiamava con quell’appellativo , rinunciò allo scontro.

“Bhè come si dice? Più siamo mentre si mangia, meglio è!” fece Choji.

“Tu mangi già per dieci…Ciccione.”

Un silenzio glaciale ci avvolse tutti e rivolgemmo un’occhiata preoccupata a Choji che stava diventando rosso per la rabbia.

“Forse non ho capito bene…hai detto…Ciccione?!”

“Oltre che grasso sei pure sordo, a quanto pare!” rincarò al dose mentre si passava tranquillamente il dito dentro l’orecchio.

“Io…ti…” non fece in tempo né a sollevare il pungo né ad espandersi che Shikamaru lo aveva già bloccato con il controllo dell’ombra.

“Chiedigli scusa!” ordinò, mentre già iniziava a stancarsi nel tentativo di fermare l’amico che stava per mettersi contro un demone seppur sotto mentite spoglie.

“Scordatelo! E’ un dato di fatto e poi io non mi scuso mai con nessuno!” rispose intrecciando entrambe le mani dietro la testa.

“Ino, per favore…” pregò a fatica e a bassa voce per non farsi sentire dal compagno di squadra.

“Subito!” esclamò posizionando le mani.

Kurama non capì in tempo cosa stava per succedere che…

“Capovolgimento spirituale!” sussurrò.

Intuendo cosa stava succedendo mi misi al suo fianco per sorreggerla.

“Mi spiace di averti dato del…bhè quello! Perdonami!” parlò Ino attraverso il corpo del demone.

Pregammo tutti che funzionasse.

“Molto bene!” disse soddisfatto Choji, rilassandosi “Meglio così…”

Ino e Shikamaru sciolsero entrambi la tecnica.

Kurama scosse la testa, riprendendo il controllo su se stesso.

“Maledetta ragazzina! Io non mi-..”

“Insomma vogliamo andare a mangiare oppure preferite aspettare ancora?” ci chiese Kaiza sorridendo dopo aver afferrato per un braccio Kurama, averglielo portato dietro la schiena ed avergli tappato la bocca, impedendogli di parlare ancora.

“Ottima idea! Andiamo!” disse entusiasta Choji, dirigendosi verso il chiosco.

Mentre il rosso si dibatteva tra le braccia del medico, Shikamaru gli si parò davanti:

“Ti sarei grato se ti trattenessi su certe argomenti! Eppure hai vissuto dentro il corpo di Naruto per anni, sai che certe parole non vanno pronunciate davanti a Choji!” lo rimproverò.

Una volta che ebbe la bocca libera, disse con una risata:

“Certo che lo so! Ma nessuno di voi ha mai avuto il coraggio di dirglielo in faccia, quindi volevo divertirmi un po’! Anzi…”

“Non importa! In ogni caso evita , d’accordo?”

“Va bene, va bene! Ora mollami!” fece a Kaiza che lo rilasciò subito. “Entriamo che è meglio!”

Naruto aveva osservato la scena, senza dire nulla. Teneva lo sguardo fisso su suo amico demone che sembrava l’unico che riuscisse a farlo rilassare e a regalargli un motivo per sorridere. L’unico insieme a  Kaiza. Lo vidi rivolgergli un caldo sorriso e invitarlo a entrare nel chioschetto e Naruto lo seguì volentieri.

Ripensai alle parole di Hinata, e mi chiesi se avesse davvero ragione…ero io a sbagliare senza essermene resa conto?

“Vieni Sakura!” mi fece cenno Ino.

Decisi che ci avrei riflettuto più tardi, così raggiunsi gli altri.

Scostai la tendina del chiosco ed entrai. 

Come previsto i ragazzi avevano aiutato a sistemare altri sgabelli intorno al bancone in modo che potessimo entrarci tutti. Al signor Teuchi avevamo chiesto espressamente di poter avere il locale tutto per noi per poter stare più tranquilli e lui aveva subito accettato con grande piacere.

In piedi con me erano rimasti solo Kaiza e Naruto.  Mi sedetti accanto a Ino, mentre loro si salutavano.

“Ragazzo, che bello rivederti! Come stai?” gli domandò subito l’uomo, superando il bancone per avvicinarsi e poggiargli la mano sulla spalla.

“Và meglio, grazie.” rispose.

“Sono proprio contento! Io e mia figlia siamo stai molto in pensiero per te ma sapevamo che te la saresti cavata, come sempre del resto!”

“Già…” fece poi con un sorriso tirato.

“Naruto!”

Ayame arrivò dal retro bottega e subito corse ad abbracciare Naruto.

“Sei il solito mascalzone, ci hai fatto stare davvero in pena per te!” lo rimproverò. Poi però il tono si addolcì e gli fece una leggera carezza sulla guancia:

“Ma sei fatto così...ti rialzi sempre.”

Quella scena mi commosse. Già quando avevo detto loro dell’accaduto, ero rimasta colpita da quanto padre e figlia fossero preoccupati per lui ma vederli entrambi così affettuosi con lui, mi colpì profondamente.

“Grazie…” sussurrò Naruto.

“Di nulla!” gli sorrise “Ora spero solo che tu abbia fame!”

“Si…” rispose.

 “Potete preparare un ramen vegetariano per lui?” aggiunse indicando Kaiza “E uno con molte fettine di maiale per lui?” proseguì indicando Kurama. 

“Naturalmente! Per te il solito?”

“Il solito…”

“Coraggio cara, al lavoro!” dichiarò Teuchi e dopo aver preso le ordinazioni, comprese quelle di Shino e Hinata che ancora non erano rientrati, iniziò a cucinare per tutti mentre il medico dava un mano a Naruto a sedersi. Poi calò il silenzio. L’unico rumore udibile era lo sfrigolio delle verdure e della carne che cuocevano e il borbottio della pentola dove bolliva il brodo. Kurama annusava l’aria davvero troppo rumorosamente e per questo ricevette una poderosa gomitata sul fianco da parte di Kaiza.

“Chi è il vostro amico, ragazzi?” domandò Ayame improvvisamente “Non l’abbiamo mai visto prima d’ora.”

Il panico ci colse. Non eravamo preparati ad una simile domanda.

Si, non mi piace farmi vedere molto in giro. E sono tornato da poco da una missione in un paese straniero. In ogni caso mi chiamo Inari.” parlò.

Lo guardammo tutti con aria interrogativa. Perché aveva scelto un nome del genere?

“Inari eh? Come il dio-volpe dei miti.” esordì la voce di Shino mentre entrava nel locale, seguito da Hinata.

Ci voltammo tutti verso di lui, temendo che potesse in qualche modo smascherare la Volpe.

“Non siamo stati dovutamente presentati…Shino Aburame!” si presentò,porgendogli la mano.

“Inari!” rispose stringendola “Eh si, hai indovinato, come il dio-volpe della tradizione!”

Mentre entrambi si sedevano, un po’ troppo lontani da me perché potessi continuare il discorso precedente con Hinata, Teuchi chiese:
“A propositori volpi…è vero che Kurama è tornato al Villaggio?”

Il diletto interessato per poco non si strozzò con l’uovo sodo che stava mangiando come antipasto.

“Già…” disse Naruto, mentre ne sgusciava anche lui uno “ Ma da ordini ho dovuto lasciarlo in casa. Non l’ha presa affatto bene, purtroppo…”

Ci volevano le pinze per tirargli fuori due parole ma quando si trattava di Kurama interveniva immediatamente.

“E ci credo! Non riesco a capacitarmi che ancora molti al Villaggio non si fidino di lui! Insomma senza il suo aiuto, non avremmo mia vinto la guerra contro Madara. Anche se in passato ci ha attaccati, ha cercato di rimediare. Non è giusto che lo si condanni ancora in questo modo…”

Sorrisi. Allora loro non erano tra quelli che avevano protestato contro di lui.

“Anche io sono della stessa opinione.”intervenne Kurama-Inari  “Pensano che crogiolarsi nell’odio possa farli sentire meglio, che in qualche modo possa coprire il dolore e dare ancora un senso alle loro esistenze. Sono patetici. E’ vero, nulla cancella il dolore e la perdita ma se non si ha la forza di riprendere in mano la propria vita, si è destinati a soffrire solo di più o nel peggiore dei casi…a soccombere. Costringendo l’Hokage a tenerlo segregato, credono di limitare la sua libertà. Una sorta di vendetta, seppur poco rilevante rispetto a quella che vorrebbero avere personalmente. Ma è inutile. Sapete, dicono che la vendetta sia come un serpente a due teste, una si vendica…mentre l’altra ti corrode fino al midollo. Se continuano con questo atteggiamento non faranno altro che alimentare una paura insensata e…” sospirò.

“Altro odio. Un ciclo eterno.” concluse.

Kurama aveva ragione. Ma in che modo un Villaggio poteva cancellare un evento così drammatico come l’attacco che lo aveva quasi raso al suolo? Come poteva lasciarsi alle spalle i morti e la distruzione, dimenticando? Come potevano dare fiducia dopo tanti anni passati a covare rancore?

Avevano odiato Kurama odiando Naruto, condannandolo a una vita da emarginato, disprezzandolo, allontanandolo e trattandolo come meritava solamente dopo che aveva salvato Konoha dalla minaccia di Pain. Era passato solo un anno da quando nella guerra il cercoterio aveva collaborato con noi…forse ci voleva solo tempo. Oppure non ero sicura che si potesse risolvere una situazione simile.

“Io credo…che anche lui però debba comprendere che è difficile superare certi traumi e che il perdono non è affatto facile da ottenere.” iniziò Shikamaru. “Un uomo che ha perso sua moglie e i suoi figli come credi che possa lasciare che il loro assassinio, per quanto si sia pentito, circoli liberamente senza aver pagato per la propria colpa?”

“Vorrei tenessi a mente che ha salvato il culo a tutti e senza il suo aiuto sareste morti, non ti pare abbastanza per ripagare quello che è stato?”

“Non basta fare qualcosa per rimediare…serve anche che in qualche modo si rimedi direttamente a quella colpa.” commentò Shino.

“Kurama ha fatto anche troppo per i suoi standard per poter rimediare. Pretendete davvero troppo da lui. E questa è la mia ultima parola sull’argomento.”

Chiuse la conversazione con un tono che non accettava repliche. Per fortuna poi Teuchi ci servì il suo famoso ramen così ci concentrammo solo a mangiare.

Decisamente quest’uscita non era cominciata nel migliore dei modi. Era calato nuovamente un silenzio alquanto imbarazzante. 

Mentre noi mangiavamo normalmente, Kurama masticava le sue fettine di maiale immaginando probabilmente che fossero gli abitanti del Villaggio tra le sue fauci, vista la foga con cui le faceva sparire una dopo l’altra. Capivo il suo risentimento ma anche lui aveva torto se pensava che la colpa di quella situazione fosse solo degli abitanti…anche lui avrebbe dovuto fare qualcosa per sistemare le cose. Il suo orgoglio però non glielo permetteva.

“Davvero squisito, signor Teuchi! La fama del suo locale è ben ripagata!” si complimento Kaiza con il proprietario.

“Sono felice che sia soddisfatto!” rispose soddisfatto l’uomo.

“Grazie del consiglio, ragazzo! Ci tornerò sicuramente!” si rivolse verso il suo paziente.

“Te l’avevo detto che era buono.” rispose lui.

Naruto però non sembrava troppo entusiasta di mangiare quello che doveva essere il suo piatto preferito. Nonostante avesse davanti la sua solita tripla porzione, lui non era il “solito”. Mangiava lentamente e non perché voleva gustare a fondo il piatto. Era pensieroso, cupo…esattamente com’era Kurama. Sembravano preda degli stessi dubbi, della stessa tristezza. Esattamente come gli occhi azzurri del mio compagno, anche quelli rossi del demone erano persi nel vuoto.

Ci guardammo tra di noi, per cercare qualche argomentazione da tirare fuori per risollevare quei due.

“Shino…notizie di Kiba?” chiese Shikamaru.

Forse era stata una mia impressione ma mi parve che Naruto si fosse fatto attento.

“Nulla di nulla. Hana non sa più dove cercarlo e nemmeno io e Hinata. Iniziamo a temere…che potrebbe essersi allontanato dal Villaggio. Se così fosse…”

“Non dire stupidaggini.”

L’attenzione di tutti si concentrò su Naruto, che continuava a mangiare tranquillamente il suo ramen.

“Come hai detto?” lo incitò Shino.

“Non lascerebbe mai il Villaggio.” si spiegò mangiando un boccone di spaghetti.

“Sarà ma è sparito da diversi giorni e nemmeno i miei insetti sono riusciti a trovarlo.” aggiunse Shino.

“Qualcuno che vuole diventare Hokage non abbandona il proprio paese. Sicuramente si starà allenando…si farà trovare quando vorrà essere trovato. Quindi non dovresti farti pensieri inutili per lui.” parlava senza alzare lo sguardo dalla sua ciotola, tra un boccone e l’altro.

“Però…”

“E’ inutile che continuate a cercarlo. Se vuole starsene per i fatti suoi, non lo troverete. Fareste bene a lasciarlo in pace.”

“Possibile che non ti importi nulla, non sapendo nemmeno se gli è successo qualcosa?” chiese Tenten .

“Ho smesso di preoccuparmi inutilmente per gli altri…” 

Poi si rivolse all’uomo accanto a lui:

“Kaiza, perdonami…ma io non ci riesco! Davvero…non ci riesco.”







Terminammo presto di mangiare, visto e considerato che non venne proferita più una parola. Stavamo per pagare ma Teuchi ci fermò dicendo che tutto era offerto dalla casa. Dopo aver ringraziato, salutammo e uscimmo.

Le ultime parole di Naruto ci avevano lasciato di stucco. Era stata la prova effettiva del suo cambiamento e aveva fatto fallire ogni nostro proposito di rendere quella mezza giornata piacevole. Con quei presupposti, iniziavo a dubitare sul da farsi.

Kaiza ci guardava afflitto. Era dispiaciuto di quella situazione…tanto dispiaciuto.

“Vogliamo fare una passeggiata?” domandò a Naruto.

“Preferisco tornare a casa…”

“Già credo anche io sia meglio…” commentò Kurama a bassa voce.

Il medico mi cercò con lo sguardo come se mi supplicasse di proporre qualcosa. Ma era ancora troppo spiazzata per parlare. Dopo essermi resa conto che anche agli altri almeno per la giornata era passata la forza di volontà, scossi la testa e lui capì. Così dopo aver sospirato, disse:

“D’accordo…”

Stavano per allontanarsi quando notammo da lontano il maestro Iruka, che correva verso di noi.

“Naruto!”

Lo chiamò allarmato…con disperazione.

Se ne accorse anche lui, così chiese:

“Che succede maestro?”

Quando però fu a una decina di metri da lui, si immobilizzò.

Lessi un terrore nei suoi occhi che non avevo mai visto prima d’ora. Tremava, letteralmente e sudava decisamente freddo. Sembrava stesse per sentirsi male. Non ne capì subito il motivo ma non appena seguì la linea del suo sguardo fisso…mi resi conto che non stava guardando Naruto. Ma Kurama.

Nell’arco di pochissimi secondi, il maestro tirò fuori un kunai e si fiondò proprio contro di lui, puntandoglielo contro. Nessuno di noi si aspettava una mossa simile da lui…quindi nessuno di noi ebbe i riflessi pronti.

Ma qualcuno si spostò con un unico movimento fluido e si andò a parare davanti a Iruka e ne bloccò l’avanzata a pochissima distanza dal petto del cercoterio.  E il maestro non fu il solo ad essere bloccato.

“PERCHE’ TI SEI MESSO IN MEZZO?!”

Con orrore mi accorsi che davanti a lui c’era Naruto. Lo tratteneva premendo la sua spalla sinistra, quella ferita contro quella di Iruka e con quella stessa mano teneva stretto il kunai che aveva bloccato al volo, stando attento a mantenerlo esternamente ai loro corpi per evitare che con qualche movimento brusco potessero ferirsi. Benché fosse fratturato, cercava di trattenerlo anche con il braccio destro.

Ma come poteva essersi mosso così in fretta? Quando notai che sotto i suoi piedi scorreva uno strato di chakra rosso, capì che aveva richiamato quello che gli era rimasto di Kurama per muoversi abbastanza velocemente da fermarlo.

“Cosa aveva intenzione di fare?!” gli chiese.

Il maestro guardava fisso Kurama che era ancora interdetto.

“Quegli occhi…” sussurrò “Li riconoscerei ovunque…Quella notte, i miei genitori…”

Fu scosso da un tremito di rabbia e cercò di spingere a terra Naruto, senza riuscirci. La lama tra le sue mani iniziava però a lacerargli la carne.

“Questo è odio e non la porterà da nessuna parte. Lasci stare la prego!”

“NO! NON  AVRO’ PACE  FINCHE’ QUEL MOSTRO NON L’AVRA’ PAGATA! NON POSSIAMO FIDARCI DI LUI!”

“Io mi fido! E non le permetterò di fargli del male! E’ mio amico!”

“AMICO?! E’ UN ASSASSINO! HA TRUCIDATO TANTE PERSONE INNOCENTI, TE NE RENDI CONTO?!  E LO FARA’ ANCORA! PER QUESTO DOBBIAMO UCCIDERLO!”

Le grida del maestro e la confusione avevano attirato l’attenzione della gente che si stava radunando per capire che stesse succedendo.

“Cerchi di ragionare, per favore…” supplicò.

 “Perché proprio ora, maestro? Come mai tutto quest’odio si è scatenato adesso?!” aggiunse.

“Ora sono in grado di farlo! Ora che ha assunto questa forma, posso riuscirci. Non potevo essere l’unico a opporsi a lui, terminata la guerra. Adesso so di non essere il solo a odiarlo quindi…”

“State facendo un errore! Lascia stare…”

“NO!”

 Sembrava del tutto fuori controllo. Stavamo per intervenire, quando…

“Naruto, lascialo andare…”

Lui si voltò appena verso il cercoterio, come per chiedere spiegazioni.

“Ma…”

“Mi pare di averti già detto che posso proteggermi da solo. Fatti da parte!” lo incitò.

“Non lascerò che ti faccia del male!”

“QUA L’UNICO CHE SI FARA’ MALE SARAI TU SE NON TI TOGLI SUBITO DALLE PALLE!” ringhiò.

Letteralmente.

Allora lentamente lasciò andare la presa sulla lama. Sempre con calma, si staccò dal maestro e tornò a guardare Kurama che gli fece un segno col capo, dicendogli di spostarsi.

Il mio compagno di squadra raccolse il bastone a terra e si spostò di lato, accanto a Kaiza che cercò di prendergli la mano sanguinante per curarlo ma non gli venne permesso.

Iruka teneva ancora la lama bassa ma adesso che si trovava solo davanti al rosso, iniziò a tremare con più forza e le gambe sembravano sul punto di cedergli.

Kurama si sciolse il copri fronte, lo piegò e poggiò a terra. Poi…

“Allora? Non volevi uccidermi?” esclamò la Volpe aprendo le braccia.

“Adesso puoi…” sussurrò con tono ipnotico, iniziando ad avvicinarsi a lui.

“Dopotutto…mi hai riconosciuto…” la sua voce iniziò a diventare più grave.

Per ricompensarti, non alzerò dito su di te, lasciandoti fare quello che vuoi…” incurvò la schiena…

“Vuoi sgozzarmi?” il suo viso iniziava a mutare…

“Vuoi squarciarmi il petto, forse?” le sue movenze divennero animalesche mentre le unghie si allungavano, la sua massa corporea cresceva, lacerando i vestiti e il rosso dei suoi capelli diventava più chiaro e copriva sempre di più il suo corpo.

Era sempre più vicino.

“O pensavi di strapparmi il cuore invece? Così potrai mostrarlo a tutti…” le code iniziarono ad allungarsi mentre lui si metteva a quattro zampe.

“O c’era qualcos’altro che avevi in mente?” era a poco più di un metro da lui quando il maestro iniziò ad arretrare, terrorizzato.

“FALLO! Non ti fermerò!”

Il maestro inciampò cadendo a terra. Nel pieno della sua forma naturale, con i suoi due metri di altezza ,Kurama si accucciò vicinissimo a lui tanto che il suo muso arrivò a un soffio dal viso di Iruka.

“Che c’è? Tutt’un tratto hai perso il tuo coraggio? Forse non provi…abbastanza odio?”

Si slanciò in avanti e lo colpì. Il kunai piantato nelle carni, in profondità. Un gemito sfuggì al demone.

Naruto fremette e fece per intervenire, ma venne bloccato.

“Non muoverti! Questa è una cosa che devo risolvere da solo!” lo ammonì, stringendo i denti.

Il sangue pulsava fuori da quella ferita velocemente e la mano che teneva dentro la lama continuava a tremare inorridita. Anche se Kurama era decisamente enorme, quella non era affatto una ferita superficiale.

Se vuoi uccidermi…devi colpire direi cinque o sei centimetri più in alto e leggermente a sinistra.”

Cosa stava facendo?!

“Avanti! Ti ho detto che non reagirò! Fallo, ora!”

Estrasse il kunai, dando via libera a una notevole emorragia. Seguendo le istruzione che gli erano state date, posizionò nuovamente il kunai impregnato di sangue.

“Ancora poco più in altro e arrivi al cuore con un colpo secco, proprio al centro.”

Ma la mano non si mosse, troppo scossa dai tremori.

“Va bene anche lì, mi dai una decina di secondi in più di spasmo.” affermò, dopo essersi accorto che quello non si era mosso.

“Avanti…io sono pronto.”

Eravamo tutti, folla compresa, con il fiato sospeso. Quando mi accorsi che quel kunai sta penetrando molto lentamente, dato che fuoriuscì un rivolo vermiglio dalla ferita, temetti il peggio.

Kurama sembrava sereno. Non c’era un briciolo di insicurezza nel suo sguardo rivolto verso il cielo, alle nuvole che danzavano nel cielo ma c’era solo tanta fierezza.

Iruka si era aggrappato alla sua pelliccia e continuava quell’azione estremamente lenta, con la giubba da Jonin macchiata dal sangue del demone che si stava apprestando a uccidere.

“E’ bello il cielo…non trovi?” parlò a voce alta, tutti potevano sentire.

“Così immenso…così azzurro. Sai cosa ho visto per più di 50 anni? Solo l’oscurità della prigione che mi teneva segregato all’interno delle Forze Portanti. L’unico sprizzo di libertà…avuto in una notte scura, in cui non valeva nemmeno la pena guardare le stelle. Sai cosa vuole dire essere in gabbia? Solo? Incompreso? 

Si…Sono sicuro…che lo sai perfettamente. Dopotutto tu e quel moccioso vi somigliate.

Significa chiedersi perché. Perché si è stati condannati a vivere un’esistenza così dolorosa…a quale colpa è dovuta una punizione così grande. Ce lo si chiede di continuo ma non si trova una risposta. Allora..se noi non abbiamo fatto nulla di male…la colpa sarà di qualcun altro, no?


Così nasce l’odio…dal dolore. Dai sentimenti più nobili, quando vengono traditi. Dall’incomprensione.”

Fece una pausa.

“E dalla perdita di qualcuno che si ama.”

La stretta si fa salda. Le nocche del maestro impallidirono paurosamente.

“Mentre i sentimenti posso essere risaldati, mentre il dolore di una mancanza prima o poi se ne và con il tempo, mentre l’incomprensione con una sola persona diventa condivisione…la perdita di qualcuno, non può essere riempita.

Non ho ucciso solo i tuoi genitori quella notte. Ho ucciso l’Hokage, la madre di Naruto, una donna che aveva appena partorito, avrò ucciso molte madri e padri lasciando de bambini orfani, bambini che non saranno mai genitori o solo dei ragazzi. Molti qui…hanno il tuo stesso diritto di uccidermi.”
parlò guardandosi incontro.

“Puoi farlo…ma cosa ti resterà dopo? Dovresti saperlo…anzi, credo che tu abbia la consapevolezza del fatto che io non possa morire. Anche se mi uccidi, io rinascerò. Ma se questo pensi ti farà sentire meglio, accomodati…ma farlo…ti restituirà i tuoi genitori?”

L’uomo sgranò gli occhi che subito si riempiono di lacrime.

“Loro non torneranno. E tu non avrai ottenuto nulla. Solo un buco nel cuore più grande di quello che avevi prima. Quindi io ti chiedo, ne vale la pena?

Non vale spendere una vita invece per qualcos’altro, fuori dalla vendetta? Per qualcun' altro? Non è meglio guardare avanti piuttosto che sempre al passato? Non puoi cercare di pensare a quello che potrò fare invece di pensare a quello che ho fatto?

Umino, stai cadendo dentro un circolo d’odio da cui sono sicuro che eri riuscito ad uscire. Nel momento in cui hai riconosciuto Naruto come un abitante di Konoha, nonostante sapessi che c’ero io sigillato dentro di lui, mettendo da parte il mio potere e tutto il mio essere, riconoscendolo come essere umano…lo hai già fatto. Sei andato avanti e hai vissuto per proteggere ciò che ti era rimasto!

Io non posso riportare in vita chi ho ucciso quella notte! Non può farlo l’Eremita delle sei vie e nemmeno Naruto! Nessuno può farlo! Se potessi lo farei, te lo giuro, per potermi togliere questa condanna che tutti quanti mi rivolgete da anni! Ma non posso!

Non si può sciupare una vita pensando a ciò che si è perso! Ciò che è perso, è perso! Ma rifletti: cosa ti è rimasto? (*) Hai un allievo a cui tieni come fosse tuo fratello minore, altri allievo che hanno fiducia in te e che vogliono apprendere tutto quello che sai..amici che non ti abbandonerebbero mai! 

Io credo…che loro…siano un’ottima ragione per continuare a vivere una vita…

E chi ha  perso la propria moglie vivrà per suo figlio, chi ha perso un figlio vivrà per la sua donna o il suo uomo, chi ha perso tutto vivrà per qualcun altro…come hai fatto tu…così la vita si conserverà…

Credimi…l’amore, qualsiasi tipo di amore…chiude il buco dell’anima e del cuore meglio di qualsiasi vendetta…”


Iruka estrasse il kunai.

Il corpo del demone si adagiò su un fianco, respirando lentamente.

Naruto si fiondò di corsa accanto all’amico, noi lo seguimmo.

Anche la folla si avvicinò, velocemente e…senza paura.

Presto Kurama venne circondato da tantissime persone che lo guardavano ancora un po’ timorose ma soprattutto con ammirazione, ne ero sicura.

Il mio compagno di squadra accarezzava il muso dell’amico con la mano ferita incurante del dolore e del sangue.

Il maestro in ginocchio continuava a fissare quelle due fessure strette.

“Come…possiamo perdonarti?”

“Non sei obbligato a farlo…” ansimò”…ti chiedo solo…di non giudicarmi più per il passato, ma…per il presente. E…”

Respirò a fondo e dando un’occhiata alla gente intorno a sé:

“A tutti voi…mi dispiace…” 

La sorpresa che lessi negli occhi delle persone non la dimenticherò mai. Come può sorprendere fulmine, un tuono, un panorama mozzafiato, la cosa più bella che una persona desideri… così rimasero folgorati gli abitanti.

Calde lacrime rigavano il viso di Iruka e di molti uomini, donne e giovani che stavano osservando la scena.

Le vittime di quella notte…

“Perdonaci tu, Kurama…perdonaci per non averti dato una seconda possibilità, per non aver provato a comprenderti nemmeno un po’ dandoti solamente la colpa dell’accaduto, per averti trattato solo con disprezzo. Per il male che ti abbiamo fatto, alimentando il tuo odio…”

Il maestro si portò le mani dietro la testa, slacciandosi la fascia del copri fronte. Lo prese e glielo legò intorno alla zampa probabilmente perchè purtroppo il collo era troppo massiccio.

“Lascia che ti trattiamo come meriti… come chi ha combattuto al nostro fianco durante la guerra, che ha sofferto come noi per colpa di Madara, che è un'altra vittima dell’odio di questo mondo… un compagno di Konoha!”

A cominciare dai bambini, uno per uno cominciarono a toccare il pelo del demone senza più timore, rivolgendogli non più sorrisi sprezzanti  ma sorrisi, un po’ timidi ma incoraggianti.

Kurama percepì un calore diffondersi dentro e fuori al suo corpo e si portò la zampa all’altezza degli occhi, osservando il simbolo della foglia.

“E voi…datemi la possibilità…di rimediare al mio errore.”

“Per farlo devi sopravvivere! Vedi di curarti subito!” gli parlò Naruto.

Il demone rise:

“Posso curarmi?” chiese il permesso.

Il maestro guardò prima Naruto, che gli sorrise incoraggiandolo e dopo avergli preso la mano, la sostituì alla sua sul muso del cercoterio. Dopo un attimo, prese ad accarezzarlo con sicurezza:

“Rimettiti in piedi, amico mio ! Lasciamo da parte il passato…e guardiamo avanti! Ora ho capito…qualunque cosa accada, anche se è difficile…vale sempre la pena di continuare a vivere.”

Partì un applauso dai miei amici che coinvolse tutta la folla che era entusiasta. C’era riuscito, Kurama era riuscito a condividere la propria esperienza, il proprio dolore con tutti e in questo modo gli era stata concessa la possibilità di redimersi e di poter porre rimedio al passato. Mentre si rialzava, curando le ferite con il suo chakra, era circondato da persone che si scusavano e che lo pregavamo di perdonarli. Il cercoterio anche se all’inizio era sembrato turbato (era comprensibile, dopotutto aveva appena rinunciato a tutto il suo orgoglio per pronunciare quel discorso, presentando per primo le sue scuse, aprendo il cuore al maestro Iruka, rischiando la pelle per cercare di redimersi agli occhi di un essere umano), si lasciò contagiare da quell’entusiasmo e dietro quel suo solito muso scontroso, intravidi per la prima volta una serenità indescrivibile.

Si era liberato davvero di un peso e da una sofferenza terribile.

Sperai di vedere Naruto sorridere soddisfatto delle parole dell’amico.

Quando lo osservai però...non sorrideva.

La testa era china sulla sua mano ancora imbrattata dal sangue della ferita che si era procurato poco prima e che non aveva voluto che fosse curata…

Poi i nostri sguardi si incrociarono…e il mio cuore si fermò.

Dolore. Ecco cosa c’era nei suoi occhi. E qualcos’altro…ma non ebbi il tempo di capire cosa che le iridi azzurre divennero lucide e diedero vita a un pianto soffocato e silenzioso in quello scoppio di allegria che lo circondava.





(*) Frase presa in prestito da Jimbei di One Piece. Si adattava troppo bene alla situazione e mi è stata di ispirazione :))
  
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