_Terzo Capitolo_
Già quella notte cambiò la
nostra vita. Dopo quella notte però erano tre mesi che non ci sentivamo, ero
sempre in missione per Voldemort e lei lo sapeva, non
voleva che mi cacciassi nei guai con una qualche sua lettera. Ma dopo notti insonne passate a fare ricerche su persone per poi o
ucciderle o estirparle i ricordi, ricordi preziosi; tornai a casa mia. Mia
madre ogni giorno che passava era sempre più incattivita, urlava per i locali
vuoti contro mio fratello Sirius, che era scappato di
casa.
Beato te Sirius,
tu non eri legato a nulla, eri libero di fare ciò che vuoi, hai sempre avuto la
faccia tosta di rispondere ai nostri genitori. Eri un
eroe a scuola, per via degli scherzi, delle avventure che avevi con i tuoi
amici. Sempre voi quattro, sempre amici qualsiasi cosa
accadeva. E io, da solo ad osservarvi ai tempi
da studente.
Passavo le notti a pensare a
queste cose, fissavo il soffitto buio, ascoltavo il silenzio, o i passettini di Kreacher che
facevano avanti e indietro per la stanza. Ma una notte, in cui il temporale era
piuttosto violento, il vento ullulava forte, come se
volesse fare paura: sentii picchiettare al vetro, mi alzai dal letto e vidi fuori dalla finestra un gufo nero dagli occhi color del
ghiaccio. Quel gufo era di Juli, chissà che voleva.
Aprii la finestra e lui planò dentro bagnando il pavimento, fino a che non si
appollaiò sulla scrivania, mi tese la zampa dove vi era una pergamena legata.
La presi e la srotolai, era la sua scrittura, ma sembrava frettolosa, la lessi…
“Caro Regulus,
ormai è tanto che non ci sentiamo e vediamo,
sei sempre nel mio cuore e nei miei
pensieri. Ma ho una cosa da dirti, ma vorrei,
farlo di persona. E’ molto importante per me,
a dire il vero per noi.
Spero che questa lettera ti arrivi, ovunque tu sia, il
mio gufo è stato allenato per trovarti.
Quando puoi, vieni a casa di mia zia.
Ti amo. Tua Juli”
Rilessi quella lettera varie
volte, cosa voleva dirmi di così importante? Cosa era
importante per noi? Non potevo sapere che quella lettera, era l’inizio di
tutto, che mi avrebbe travolto come una valanga. Non guardai che ora era, decisi di farlo: mi smaterializzai a Hogsmed. Attraversai la via delle case uguali tra loro,
fino ad arrivare a quel numero tanto amato da me. Naturalmente la sua stanza era
al buio, era notte fonda dopotutto. Mi arrampicai all’albero fuori
dal suo terrazzo, ci saltai dentro e bussai alla sua finestra. Dopo un
po’ vidi, una piccola luce fioca di una bacchetta volteggiare per aria, fino a
che la finestra si aprii e lei mi apparve in tutto il
suo splendore. Non importava se era in una camicia da
notte a fiori azzurri o se aveva i capelli scompigliati, per me era stupenda;
non le lasciai il tempo di dirmi una parola che l’abbracciai forte…
- Mi sei mancata troppo!
Amore mio…-
- Regulus!
Sei sempre il solito…-
- La tua lettera mi è
arrivata a casa, ero li e sono venuto subito.-
Lei si staccò dolcemente, mi
prese per mano e mi guidò fino al suo letto, dove mi fece sedere di botto e
restò in piedi davanti a me…
- Sono incinta!-
Due semplici parole, per
sconvolgermi completamente. Per farmi come investire forte da qualcosa di invisibile. Il mio cuore mancò un battito, che si fece
sentire per tutto il corpo. La guardai, lei si mise
una mano sul ventre. Ciò che portava dentro di me, era mio, sarebbe
cresciuto, sarebbe diventato un bambino, avrebbe avuto una metà di me e
lei. Chiusi gli occhi, qualcosa di mio, che avevo creato con l’amore, quel
sentimento per il mio Signore, inutile, da distruggere. Avevo creato una vita
con la persona che amavo e di cui ero pazzo. Qualcosa che
sapeva di noi due, qualcuno che avrebbe amato solo noi due. Lei mi
guardò preoccupata.
Amore hai paura che ti
abbandonavo? Che non volessi quella creatura che
portavi in grembo? Amore grazie di esistere. Mi hai dato la gioia più grande.
L’abbraccia
forte, lei si mise a piangere…
- Amore ti amo. E ti amo ancora di più!-
- Regulus…ti
amo!-
Fu difficile lasciarci quella
notte. Ma tornai a casa felice, camminavo come sulle
nuvole. Mi sentivo uno stupido, uno smidollato contento, mi
sentivo un essere umano. Ridevo dentro di me e sorridevo, cosa che
facevo raramente, perché ritenevo da deboli e da codardi. Tornai a casa, ma
c’era ad attendermi la mia sentenza. Un bruttissimo racconto dell’elfo di casa.
Kreacher stava male, Lui gli aveva
fatto del male per un medaglione.
Nella mia testa balenò
qualcosa di folle. Non potevo sapere incosciamente
che sarebbe stato il mio ultimo gesto che avrei compiuto. Mi misi a piangere in
silenzio, in quella cucina enorme, spenta e buia. Pensavo a Julie
al bambino che portava in grembo, poi mi venne in mente lui. Forse poteva
aiutarmi, si lui era l’unico su cui potevo contare.
Era già successo quello che in quella pergamena Voldemort
mi ordinava. Sapevo dove trovarlo.
Sei l’unico che puoi
aiutarmi, che puoi aiutare loro. Si
perché tu sei più forte di me, tu dei quello più giusto.
Due giorni dopo la pergamena
del mio Padrone, andai in un posto. Camminai lungo la strada innevata,
attraverso una via grande, in cui vi erano case modeste e belle anche se tristi
per l’inverno. Mi trovavo a Godric’s Hollow, sapevo che la persona che cercavo era di sicuro li.
Ma non sarebbe stata sola, perché ci sarebbero stati
anche loro. Ma lui era l’unico, a cui potevo
rivolgermi. Camminai fino a trovarmi a quel numero civico. Le finestre erano
illuminate e delle ombre si muovevano dietro le tende. Attraversai il piccolo
giardino e suonai. Una voce di donna si fece largo, la porta si aprii e si affacciò Lily Evans…
- Ma
tu sei…oh mio Dio…sei Regulus!-
- Lily, c’è Sirius?-
- Lily chi
è?-
Arrivò un uomo, alto, magro
dai capelli neri scompigliati e un paio di occhiali
tondi. Era James Potter. Mi
squadrò un attimo, poi sorrise…
- Se
cerchi Sirius è qui!-
Mi fecero entrare.
Naturalmente l’atmosfera di quella casa mi si fece subito avanti: era calda,
tranquilla e viva. Sirius arrivò e mi guardò male. James e Lily ci lasciarono soli…
- Cosa ci
fai qui tu?-
- Sirius,
ho bisogno di te!-
- Vattene subito, non sei di
certo il benvenuto qui.-
- Sirius
ascoltami!-
- Ma
come? Il piccolo eroe di casa mi supplica di dargli retta?-
- E’ importante testa di
rapa!-
- Non scaldarti tanto, sai?
Posso incenerirti da un momento o l’altro!-
- Sirius,
io sto per diventare padre!-
A quelle parole Sirius si bloccò di colpo. Non l’avevo mai visto così
sorpreso di me. Alzò gli occhi al celo, ma sorrise,
stava per dire qualcosa ma parlai io…
- Sirius,
il mio bambino nascerà in primavera, ma io di sicuro non ci sarò per vederlo,
per crescerlo. Io forse non vivrò abbastanza per vederlo
nascere. Lui mi ha fatto una cosa, non posso dirti
cosa. Ma di sicuro mi punirà per quello che compirò. Ascoltami la madre è un’amica di Lily, si chiama Julie, lei di sicuro sa chi è. Aiutatela
vi prego, tenetela lontana da Lui, tieni lontano mio figlio da Lui. Non
farlo diventare come me, io non voglio. Ma ti prego salvali-
- Regulus
ma cosa…-
- Mi spiace Sirius ma
è la verità-
Diedi a mio fratello
l’indirizzo di Julie e una foto di
lei e me, che ci eravamo scattati pochi giorni dopo che uscivamo insieme.
Lei era così bella anche nel giaccone, mentre io cercavo di fuggire dallo
scatto, ma aveva catturato anche me e la mia fuga. Sirius
mi guardò come spaventato e io uscii di fretta da quella casa. E mi smaterealizai prima che lui
mi raggiungesse.
Erano passati giorni, cercavo
di non farmi trovare da nessuno, non sapevo se Julie
mi stesse cercando via gufo. Non volevo che si mettesse in pericolo. Poi una
notte, presi la decisione. Dovevo farlo, forse avrebbe
dato un futuro migliore a mio figlio. O forse non
avrebbe portato a nulla, ma Lui doveva pagare per ciò che aveva fatto a quel
piccolo Elfo che mi era sempre stato fedele, come un amico.
Tornai a casa, e cercai Kreacher nel suo armadio, gli dissi di portarmi in quella
grotta. Avevo un piano, anche se apparivo poco lucido di fisico e di mente, ma
ci avevo pensato molto, non dormivo, non mangiavo. L’elfo era terrorizzato,
perché sapeva che avrebbe sofferto ancora, quel dolore atroce dentro di lui.
Arrivammo alla grotta e mi portò fino all’isola al suo interno dove vi era un
bacile pieno di liquido, era una pozione. Presi dalla mia tasca un medaglione,
era identico a quello che vi era nel fondo del bacile vuoto, poi presi quello
originale e gli diedi a Kreacher.
Un lungo silenzio dopo quel gesto, poi guardai quella piccola creatura che
nella sua ignoranza aveva fatto tanto per me, gli ordinai
di andarsene senza di me. Di tornare a casa e di non dire niente a mia madre, a
nessuno. Gli ordinai di distruggere il medaglione originale, perché aveva
creato solo guai e dolore; sussurrai il nome di Julie
e bevvi tutta la pozione. Vidi Kreacher scambiare i
medaglioni, e subito dopo una forza invisibile mi trascinò nel mare nero. Non
riuscivo a dibattermi, perché il dolore della pozione era troppo forte dentro
di me, e sparì nel nulla. Non sentii più nulla. Mi spensi lentamente.
Dopo un po’
di tempo, mi ritrovai ad essere un fantasma, anzi uno spirito che la gente non
vede. Non riuscivo a capire il
perché. Ma qualcosa mi spingeva altrove, un pianto. Il
pianto di un bambino, lo cercai tanto fino a trovarlo. Conoscevo quella via,
quella strada: era Godic’s Hollow.
Il pianto si faceva sempre più forte e vicino in me, arrivai
di fronte ad una casa uguale alle altre. Mi precipitai dentro, attraversando le
pareti solide. Il pianto era forte, entrai in una camera: era dalle pareti
azzurrine, vi erano due poltrone, un armadio e al centro una culla. Mi
avvicinai e vidi un bambino. Come accortosi della mia presenza, smise di
piangere e io mi ritrovai come per magia di nuovo con un corpo. Mi vedevo
dentro lo specchio, guardai il bambino, aveva degli occhi
bellissimi, li avevo già visti. Erano di Juli,
lo presi tra le braccia, aveva i miei capelli e il mio
naso, quello era…
- Tuo figlio Efram Regulus Black-
Quella voce, mi girai e vidi un uomo alto vestito di blu con un cappello a punta
dello stesso colore, una lunga barba bianca e due occhiali a mezza luna sul
naso: era Silente. Si avvicinò a me e mi sorrise…
- So cosa hai fatto, sono
orgoglioso di te Regulus. Ma hai lasciato una
bellissima ragazza che ti amava con in grembo questo
stupendo bambino. Non pensare male ragazzo, il tuo è stato un gesto nobile e
umano, so cosa hai provato...-
- Preside, Juli come…come sta?-
- Sta bene,
sta bene. Lei lo sa il perché sei morto, tranquillo non lo dirà a
nessuno. Come puoi vedere ha un tetto sulla testa ed è circondata da un grande
affetto. Tuo fratello Sirius l’aiuta sempre e anche James e Lily. Gli hai lasciati in buone mani…-
Sorrisi, cullai
il mio bambino, sentendo il suo dolce profumo, lui con le manine cercava
di prendermi il naso. Poi Silente prese Efram tra le
braccia…
- Ora devi andare figliolo.-
Una forza misteriosa mi prese
come l’anima e mi ritrovai trasparente, non feci in tempo a dire a mio figlio
che lo amavo che scomparvi verso una luce bianca. La
mia vita era finita, ma sapevo che avevo un bambino splendido, che avrebbe
amato la mia Julie, che l’avrebbe protetta come io avrei voluto fare. Avevo lasciato una traccia del mio
passaggio.
_FINE_
Nota dell’Autore:
Scusate se vi ho fatto tanto
aspettare per la fine di questa storia,
ma ho avuto vari impegni, e vari imprevisti in famiglia,
che fortunatamente si stanno risolvendo al meglio.
Spero che questo capitolo vi
sia piaciuto.
Grazie a tutti/e per le
recensioni passate.
Spero di incontrarvi ancora
in qualche altra mia fan fiction.
Grazie!!!!