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Autore: Munk    04/09/2008    2 recensioni
Un incontro stravolgerà la vita di Regulus Bkack.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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_Terzo Capitolo_

_Terzo Capitolo_

 

 

Già quella notte cambiò la nostra vita. Dopo quella notte però erano tre mesi che non ci sentivamo, ero sempre in missione per Voldemort e lei lo sapeva, non voleva che mi cacciassi nei guai con una qualche sua lettera. Ma dopo notti insonne passate a fare ricerche su persone per poi o ucciderle o estirparle i ricordi, ricordi preziosi; tornai a casa mia. Mia madre ogni giorno che passava era sempre più incattivita, urlava per i locali vuoti contro mio fratello Sirius, che era scappato di casa.

 

Beato te Sirius, tu non eri legato a nulla, eri libero di fare ciò che vuoi, hai sempre avuto la faccia tosta di rispondere ai nostri genitori. Eri un eroe a scuola, per via degli scherzi, delle avventure che avevi con i tuoi amici. Sempre voi quattro, sempre amici qualsiasi cosa accadeva. E io, da solo ad osservarvi ai tempi da studente.

 

Passavo le notti a pensare a queste cose, fissavo il soffitto buio, ascoltavo il silenzio, o i passettini di Kreacher che facevano avanti e indietro per la stanza. Ma una notte, in cui il temporale era piuttosto violento, il vento ullulava forte, come se volesse fare paura: sentii picchiettare al vetro, mi alzai dal letto e vidi fuori dalla finestra un gufo nero dagli occhi color del ghiaccio. Quel gufo era di Juli, chissà che voleva. Aprii la finestra e lui planò dentro bagnando il pavimento, fino a che non si appollaiò sulla scrivania, mi tese la zampa dove vi era una pergamena legata. La presi e la srotolai, era la sua scrittura, ma sembrava frettolosa, la lessi…

 

“Caro Regulus,

ormai è tanto che non ci sentiamo e vediamo,

sei sempre nel mio cuore e nei miei pensieri. Ma ho una cosa da dirti, ma vorrei,

farlo di persona. E’ molto importante per me, a dire il vero per noi.

Spero che questa lettera ti arrivi, ovunque tu sia, il mio gufo è stato allenato per trovarti.

Quando puoi, vieni a casa di mia zia.

Ti amo. Tua Juli

 

Rilessi quella lettera varie volte, cosa voleva dirmi di così importante? Cosa era importante per noi? Non potevo sapere che quella lettera, era l’inizio di tutto, che mi avrebbe travolto come una valanga. Non guardai che ora era, decisi di farlo: mi smaterializzai a Hogsmed. Attraversai la via delle case uguali tra loro, fino ad arrivare a quel numero tanto amato da me. Naturalmente la sua stanza era al buio, era notte fonda dopotutto. Mi arrampicai all’albero fuori dal suo terrazzo, ci saltai dentro e bussai alla sua finestra. Dopo un po’ vidi, una piccola luce fioca di una bacchetta volteggiare per aria, fino a che la finestra si aprii e lei mi apparve in tutto il suo splendore. Non importava se era in una camicia da notte a fiori azzurri o se aveva i capelli scompigliati, per me era stupenda; non le lasciai il tempo di dirmi una parola che l’abbracciai forte…

 

- Mi sei mancata troppo! Amore mio…-

- Regulus! Sei sempre il solito…-

- La tua lettera mi è arrivata a casa, ero li e sono venuto subito.-

 

Lei si staccò dolcemente, mi prese per mano e mi guidò fino al suo letto, dove mi fece sedere di botto e restò in piedi davanti a me…

 

- Sono incinta!-

 

Due semplici parole, per sconvolgermi completamente. Per farmi come investire forte da qualcosa di invisibile. Il mio cuore mancò un battito, che si fece sentire per tutto il corpo. La guardai, lei si mise una mano sul ventre. Ciò che portava dentro di me, era mio, sarebbe cresciuto, sarebbe diventato un bambino, avrebbe avuto una metà di me e lei. Chiusi gli occhi, qualcosa di mio, che avevo creato con l’amore, quel sentimento per il mio Signore, inutile, da distruggere. Avevo creato una vita con la persona che amavo e di cui ero pazzo. Qualcosa che sapeva di noi due, qualcuno che avrebbe amato solo noi due. Lei mi guardò preoccupata.

 

Amore hai paura che ti abbandonavo? Che non volessi quella creatura che portavi in grembo? Amore grazie di esistere. Mi hai dato la gioia più grande.

 

L’abbraccia forte, lei si mise a piangere…

 

- Amore ti amo. E ti amo ancora di più!-

- Regulus…ti amo!-

 

Fu difficile lasciarci quella notte. Ma tornai a casa felice, camminavo come sulle nuvole. Mi sentivo uno stupido, uno smidollato contento, mi sentivo un essere umano. Ridevo dentro di me e sorridevo, cosa che facevo raramente, perché ritenevo da deboli e da codardi. Tornai a casa, ma c’era ad attendermi la mia sentenza. Un bruttissimo racconto dell’elfo di casa. Kreacher stava male, Lui gli aveva fatto del male per un medaglione.

 

Nella mia testa balenò qualcosa di folle. Non potevo sapere incosciamente che sarebbe stato il mio ultimo gesto che avrei compiuto. Mi misi a piangere in silenzio, in quella cucina enorme, spenta e buia. Pensavo a Julie al bambino che portava in grembo, poi mi venne in mente lui. Forse poteva aiutarmi, si lui era l’unico su cui potevo contare. Era già successo quello che in quella pergamena Voldemort mi ordinava. Sapevo dove trovarlo.

 

Sei l’unico che puoi aiutarmi, che puoi aiutare loro. Si perché tu sei più forte di me, tu dei quello più giusto.

 

Due giorni dopo la pergamena del mio Padrone, andai in un posto. Camminai lungo la strada innevata, attraverso una via grande, in cui vi erano case modeste e belle anche se tristi per l’inverno. Mi trovavo a Godric’s Hollow, sapevo che la persona che cercavo era di sicuro li. Ma non sarebbe stata sola, perché ci sarebbero stati anche loro. Ma lui era l’unico, a cui potevo rivolgermi. Camminai fino a trovarmi a quel numero civico. Le finestre erano illuminate e delle ombre si muovevano dietro le tende. Attraversai il piccolo giardino e suonai. Una voce di donna si fece largo, la porta si aprii e si affacciò Lily Evans

 

- Ma tu sei…oh mio Dio…sei Regulus!-

- Lily, c’è Sirius?-

- Lily chi è?-

 

Arrivò un uomo, alto, magro dai capelli neri scompigliati e un paio di occhiali tondi. Era James Potter. Mi squadrò un attimo, poi sorrise…

 

- Se cerchi Sirius è qui!-

 

Mi fecero entrare. Naturalmente l’atmosfera di quella casa mi si fece subito avanti: era calda, tranquilla e viva. Sirius arrivò e mi guardò male. James e Lily ci lasciarono soli…

 

- Cosa ci fai qui tu?-

- Sirius, ho bisogno di te!-

- Vattene subito, non sei di certo il benvenuto qui.-

- Sirius ascoltami!-

- Ma come? Il piccolo eroe di casa mi supplica di dargli retta?-

- E’ importante testa di rapa!-

- Non scaldarti tanto, sai? Posso incenerirti da un momento o l’altro!-

- Sirius, io sto per diventare padre!-

 

A quelle parole Sirius si bloccò di colpo. Non l’avevo mai visto così sorpreso di me. Alzò gli occhi al celo, ma sorrise, stava per dire qualcosa ma parlai io…

 

- Sirius, il mio bambino nascerà in primavera, ma io di sicuro non ci sarò per vederlo, per crescerlo. Io forse non vivrò abbastanza per vederlo nascere. Lui mi ha fatto una cosa, non posso dirti cosa. Ma di sicuro mi punirà per quello che compirò. Ascoltami la madre è un’amica di Lily, si chiama Julie, lei di sicuro sa chi è. Aiutatela vi prego, tenetela lontana da Lui, tieni lontano mio figlio da Lui. Non farlo diventare come me, io non voglio. Ma ti prego salvali-

 

- Regulus ma cosa…-

- Mi spiace Sirius ma è la verità-

 

Diedi a mio fratello l’indirizzo di Julie e una foto di lei e me, che ci eravamo scattati pochi giorni dopo che uscivamo insieme. Lei era così bella anche nel giaccone, mentre io cercavo di fuggire dallo scatto, ma aveva catturato anche me e la mia fuga. Sirius mi guardò come spaventato e io uscii di fretta da quella casa. E mi smaterealizai prima che lui mi raggiungesse.

 

Erano passati giorni, cercavo di non farmi trovare da nessuno, non sapevo se Julie mi stesse cercando via gufo. Non volevo che si mettesse in pericolo. Poi una notte, presi la decisione. Dovevo farlo, forse avrebbe dato un futuro migliore a mio figlio. O forse non avrebbe portato a nulla, ma Lui doveva pagare per ciò che aveva fatto a quel piccolo Elfo che mi era sempre stato fedele, come un amico.

 

Tornai a casa, e cercai Kreacher nel suo armadio, gli dissi di portarmi in quella grotta. Avevo un piano, anche se apparivo poco lucido di fisico e di mente, ma ci avevo pensato molto, non dormivo, non mangiavo. L’elfo era terrorizzato, perché sapeva che avrebbe sofferto ancora, quel dolore atroce dentro di lui. Arrivammo alla grotta e mi portò fino all’isola al suo interno dove vi era un bacile pieno di liquido, era una pozione. Presi dalla mia tasca un medaglione, era identico a quello che vi era nel fondo del bacile vuoto, poi presi quello originale e gli diedi a Kreacher. Un lungo silenzio dopo quel gesto, poi guardai quella piccola creatura che nella sua ignoranza aveva fatto tanto per me, gli ordinai di andarsene senza di me. Di tornare a casa e di non dire niente a mia madre, a nessuno. Gli ordinai di distruggere il medaglione originale, perché aveva creato solo guai e dolore; sussurrai il nome di Julie e bevvi tutta la pozione. Vidi Kreacher scambiare i medaglioni, e subito dopo una forza invisibile mi trascinò nel mare nero. Non riuscivo a dibattermi, perché il dolore della pozione era troppo forte dentro di me, e sparì nel nulla. Non sentii più nulla. Mi spensi lentamente.

 

Dopo un po’ di tempo, mi ritrovai ad essere un fantasma, anzi uno spirito che la gente non vede. Non riuscivo a capire il perché. Ma qualcosa mi spingeva altrove, un pianto. Il pianto di un bambino, lo cercai tanto fino a trovarlo. Conoscevo quella via, quella strada: era Godic’s Hollow. Il pianto si faceva sempre più forte e vicino in me, arrivai di fronte ad una casa uguale alle altre. Mi precipitai dentro, attraversando le pareti solide. Il pianto era forte, entrai in una camera: era dalle pareti azzurrine, vi erano due poltrone, un armadio e al centro una culla. Mi avvicinai e vidi un bambino. Come accortosi della mia presenza, smise di piangere e io mi ritrovai come per magia di nuovo con un corpo. Mi vedevo dentro lo specchio, guardai il bambino, aveva degli occhi bellissimi, li avevo già visti. Erano di Juli, lo presi tra le braccia, aveva i miei capelli e il mio naso, quello era…

 

- Tuo figlio Efram Regulus Black-

 

Quella voce, mi girai e vidi un uomo alto vestito di blu con un cappello a punta dello stesso colore, una lunga barba bianca e due occhiali a mezza luna sul naso: era Silente. Si avvicinò a me e mi sorrise

 

- So cosa hai fatto, sono orgoglioso di te Regulus. Ma hai lasciato una bellissima ragazza che ti amava con in grembo questo stupendo bambino. Non pensare male ragazzo, il tuo è stato un gesto nobile e umano, so cosa hai provato...-

- Preside, Juli come…come sta?-

- Sta bene, sta bene. Lei lo sa il perché sei morto, tranquillo non lo dirà a nessuno. Come puoi vedere ha un tetto sulla testa ed è circondata da un grande affetto. Tuo fratello Sirius l’aiuta sempre e anche James e Lily. Gli hai lasciati in buone mani…-

 

Sorrisi, cullai il mio bambino, sentendo il suo dolce profumo, lui con le manine cercava di prendermi il naso. Poi Silente prese Efram tra le braccia…

 

- Ora devi andare figliolo.-

 

Una forza misteriosa mi prese come l’anima e mi ritrovai trasparente, non feci in tempo a dire a mio figlio che lo amavo che scomparvi verso una luce bianca. La mia vita era finita, ma sapevo che avevo un bambino splendido, che avrebbe amato la mia Julie, che l’avrebbe protetta come io avrei voluto fare. Avevo lasciato una traccia del mio passaggio.

 

_FINE_

 

 

Nota dell’Autore:

 

Scusate se vi ho fatto tanto aspettare per la fine di questa storia,

ma ho avuto vari impegni, e vari imprevisti in famiglia,

che fortunatamente si stanno risolvendo al meglio.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Grazie a tutti/e per le recensioni passate.

 

Spero di incontrarvi ancora in qualche altra mia fan fiction.

Grazie!!!!

 

 

 

 

  
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