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Autore: ehiperrye    21/07/2014    1 recensioni
"Don't ever leave," she said to me
When we both fall asleep, underneath the same sky
To the beat of our hearts at the same time
So close but so far away
(Can you hear me?)
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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''Emilyyyy'' chiama mia madre e la sento bussare alla porta della mia camera. Odio svegliarmi in questo modo e mi gira pure la testa ora. Allungo le braccia e sposto le coperte per uscire dal letto. Stacco il cellulare dal caricatore e controllo se ho nuovi messaggi. Nessun messaggio, solo alcune notifiche di facebook. Sono le sette; non capisco perchè mia madre mi abbia svegliato così presto. Ed ecco che sento la sua voce di nuovo: ''Emily, vieni giù subito, fra poco devo uscire''

''Arrivo subito'' grido, mi infilo una felpa e scendo al piano di sotto.

Mia madre è già vestita in cucina pronta per uscire. È molto elegante come al solito. I capelli sono perfetti: sembra che sia uscita dal parrucchiere pochi minuti fa.

''Buongiono'' dico assonnata.

''Buongiorno, ti ho svegliata perchè devo uscire e sono già in ritardo. Ieri sera mi sono dimenticata di dirti che alle 16.15 hai la visita dal dottore quindi ti vengo a prendere io all'uscita da scuola e andiamo subito''

''Perchè non me lo hai detto prima?'' sono leggermente arrabbiata.

''Avevi programmi?''

''No'' rispondo secca.

''E allora che problemi ci sono? Ho chiamato ieri mattina e mi hanno dato l'appuntamento per oggi quindi ho detto che andava bene. Vado in ufficio ora così esco prima e ti posso portare alla visita''

''Va bene''

''Ricordati di portare la cartelletta con tutti i risultati degli esami. Ti aspetto fuori da scuola'' mi da un bacio sulla guancia, prende la borsa e va verso la porta.

''Ciao mamma'' la saluto.

''Ciao, ricordati i fogli'' mi ripete.

''Sì, mi ricorderò'' la guardo mentre esce e chiude la porta.

 

7:30 Apro le ante dell'armadio in cerca dell'outfit perfetto. Dopo dieci minuti non ho ancora deciso. Jeans no. I leggins non mi convincono. La felpa grigia di ny troppo banale. La polo nera non mi piace. La camicia a quadri l'ho già messa. Tutti i vestiti che ho scartato sono ammassati sul mio letto e ora l'armadio sembra quasi vuoto. Sono nel panico.

Vibra il telefono.

 

Messaggio da Niall

''Ti passo a prendere alle 8.15''

 

O mio dio: ora sono ancora più in ansia. Butto il cellulare sul letto e riguardo i vestiti. In alto trovo una gonna nera stretta che mi arriva al ginocchio. Cosa ci posso mettere sopra? Una camicia bianca certo. Ne trovo una che avevo comprato insieme a un maglione bianco a maniche lunghe. Indosso un paio di collant scuri e la gonna che ho scelto. Metto la camicia dentro la gonna e indosso il maglione. Lo amo: è caldo ed è perfetto con questa camicia. Dal maglione spunta solo il colletto e trovo pure una collana. Decido di indossare un paio di converse nere. Prendo la mia borsa nera di pelle e la riempo con le mie cose. Mi guardo allo specchio: semplice ma bello.

Faccio colazione velocemente. Cappuccino, briosche. 8.10 corro a lavarmi i denti, merda sono in ritardo. Guardo fuori dalla finestra e vedo già la macchina al lato della strada. Cazzo. Giuro che non sono mai stata così agitata. E non è neppure un appuntamento. ''Sbrigati Emily. Niall ti sta aspettando'' ripeto nella mia mente. Mi pettino i capelli e sono pronta.

 

''Ciao'' dico salendo in macchina. Indossa solo una t-shirt grigia e un paio di jeans ma giuro che è perfetto pure così.

''Heyy'' mi sorride e mi guarda dalla testa ai piedi.

''Sono in ritardo?'' gli chiedo.

''No, sono le 8.15 adesso... Hai visto il messaggio?''

''Mmh, sì''

''Pensavo di no'' accende la macchina.

''No, l'ho visto. Non ho risposto scusa... solo che non sapevo come vestirmi e ho praticamente tirato fuori tutti i vestiti che avevo e non trovavo il telefono'' spiego tirando fuori dalla borsa il mio iPhone.

''No problem'' mi sorride. ''Comunque mi piace il maglione e anche la gonna''

Pensavo che i ragazzi guardassero solo il fisico. Invece lui no e mi fa piacere. Il mio ex non mi ha mai fatto questi commenti.

''Grazie''

''Cosa ha detto tua madre riguardo alla verifica?''

''Era un po' arrabbiata quando l'ha vista. Ha continuato a ripetermi che devo recuperare e allora mi sono incazzata io e me ne sono andata''

''Come sarebbe che te ne sei andata?'' scoppia a ridere.

''Mi ha detto che non devo alzare la voce con lei. Poi me ne stavo per andare in camera e mi ha detto di andare a studiare''

''Lo racconti come una barzelletta''

''Perchè è assurdo... e vuoi sentire la prossima?''

''Vai''

''Mi ha detto che oggi pomeriggio ho una visita. E me lo ha detto stamattina''

''Va beh, vorrà dire che rimanderemo le ripetizioni di matematica''

''Oh, è vero. Facciamo domani pomeriggio allora''

''Okay, dove?''

''Casa mia, va bene?''

''Perfetto''

''Ah quasi dimenticavo, oggi viene a prendermi mia madre''

Prende il suo iPhone, bianco come il mio solo che il suo è il modello appena uscito. Accende la radio e la collega al cellulare con un cavetto. ''Scegli una canzone che vuoi'' me lo passa. Apro l' applicazione per ascoltare la musica. Ha un sacco di album: dal pop al rock, dal blues all'hip-hop. Noto che ha tutti gli album di Ed Sheeran e questo è un'altro punto a suo favore. Ma scelgo una canzone di Lana Del Rey che adoro particolarmente. Clicco su play e si sente perfettamente in tutta la macchina.

''Videogames?'' chiede dopo pochi secondi.

''La amo''

''È deprimente'' mi guarda. Canto a bassa voce e lui rimane in silenzio.

Al secondo ritornello arriviamo al parcheggio della scuola.

 

It's you, it's you, it's all for you
Everything I do
I tell you all the time
Heaven is a place on earth with you
Tell me all the things you want to do
I heard that you like the bad girls
Honey, is that true?
It's better than I ever even knew
They say that the world was built for two
Only worth living if somebody is loving you
Baby now you do

canto leggermente indicandolo quando la voce di Lana dice ''you''. Si getta sul di me. Mi bacia mettendo le mani sui miei fianchi. Non ne ho mai abbastanza delle sue labbra sulle mie. Ma ecco che comincia a baciarmi sul collo ed è ancora più bello. Qualcuno bussa sul finestrino.

''Merda, che cazzo è stato?'' alza la voce e si allontana per aprire la portiera.

NIALL'S POV

''Merda, che cazzo è stato?'' quasi la spavento. Giuro che ora ammazzo qualunque persona abbia bussato a quel fottuto finestrino. Guardo un' ultima volta la creatura stupenda che stavo baciando.

Apro la portiera.. e chi è? Louis.

''Ciao bro'' mi da una pacca sulla spalla. Pensavo che fosse qualcun'altro ma meglio lui, preferisco mille volte lui.

''Ciao bro, un cazzo'' dico duramente.

''Ohh, ho interrotto qualcosa?'' fa un passo avanti, si sporge all'interno della macchina e saluta Emily.

''Sì cazzo, sempre nel momento sbagliato''

''Ok'' alza le mani come un cretino.

''Sei sempre il solito'' rido. ''Che cosa vuoi piuttosto?''

''Niente di importante, in realtà niente'' si tocca i capelli.

''E allora che cazzo bussi?'' lo prendo per la maglietta. Mi conosce abbastanza da capire quando scherzo e quando sono serio. È praticamente la persona che mi conosce meglio di qualunque altro.

''Lascialo non ha fatto nulla'' sento la voce di Emily alle mie spalle.

''Lo sa che scherzo, vero Louis?'' mi rivolgo a Louis.

''Sisi, fa sempre così'' dice ridendo.

''Ci vediamo a lezione dopo'' dico ad Emily e gli do un bacio veloce.

''Va bene'' sorride e la sua voce angelica quasi mi strega.

 

 

EMILY'S POV

Fa troppo freddo in questa sala d'attesa ed è tutto bianco. Pareti bianche, divani bianchi, tappeti bianchi, mensole bianche. Sto odiando questo colore per colpa di questa stanza. L'unico oggetto che non è completamente immacolato è l'orologio appeso alla parete. Mancano pochi minuti. Sono tutto tranne che rilassata. Cerco di distrarmi leggendo una rivista sul tavolino al mio fianco ma è impossibile. Foto di modelle perfette e magrissime compaiono su ogni pagina. A chi diavolo è venuto in mente di mettere queste riviste nella sala d'attesa di uno studio medico che viene frequentato soprattutto da ragazze con problemi di peso o addirittura anoressiche? Chiudo la rivista e pochi secondi dopo chiamano il mio nome.

 

''Anoressia nervosa'' sento ancora le parole di quel dottore all'infinito nella mia testa. ''Vomito autoindotto? Dimmi come ti senti'' scordatelo. Tanto nessuno mi capisce, nessuno mi può capire. Pensano tutti solo a criticarmi. ''Hai paura di ingrassare? Il pensiero del cibo ti preoccupa? Controlli le calorie del cibo che mangi? Ami sentirti lo stomaco vuoto?'' Non ricordo con precisione come gli ho risposto. Ma no, non ho questi pensieri.

''Odio solo il mio corpo'' ho ammesso dopo milioni di domande del medico. Almeno forse la smette, ho pensato.

Ma niente, continua a chiedermi. ''Ti vergogni? Ti ha mai incolpato qualcuno? Se qualcuno ti incoraggia a mangiare oppure ti dice di non vomitare non ascoltarlo. Fai quello che ti senti: mangia quanto vuoi mangiare''

''Lo faccio già'' obbietto.

Dopo mezz'ora usciamo da quell'inferno. Mi consiglia un farmaco antidepressivo, vitamina c e più calcio per le ossa. Inoltre mi dice di continuare ad andare dallo psicologo. Non ci andrò, non mi piace e non lo farò. Il peso rimane ancora molto sotto la media.

Le lacrime arrivano presto. Scoppio in un pianto a dirotto. Mamma cerca di consolarmi ma non riesco ad ascoltarla. Sono sconvolta da tutta questa situazione. Sento il mondo cadermi addosso.

Prima di cena mi suona il cellulare. È Niall ma non sono dell'umore giusto per rispondergli.

Mi scoppia la testa, sono stanchissima. Continuo a piangere fino a quando non ho più lacrime.

A cena mangio tutto quello che vedo. Forse per rabbia. Il problema è che dopo mi sento peggio di prima. Corro in bagno, infilo un dito in gola e vomito tutto quello che ho mangiato. Probabilmente non solo il cibo, anche l'anima. Tutte le ansie, le paure, i giudizi, l'odio per questo mondo. Non voglio più farne parte. Afferro la lama del taglierino che nascondo in un cassetto in camera mia. Tra le lacrime traccio tagli sul mio braccio sinistro. Non vedo nulla però sento il dolore. Mi tappo la bocca per soffocare le grida di dolore. Il sangue riempe l'intero braccio. La testa comincia a girarmi fortissimo.

 

''Emily, sdraiati che ti disinfetto'' la voce di mamma tra le lacrime pure lei mi fa rilassare. Mi accarezza la fronte e mi aiuta a indossare il pigiama. ''È tutto a posto ora. Respira''

''Sto bene, mamma. Non ti preoccupare'' dico con la poca voce che ho.

''Lo spero, mi hai fatto spaventare a morte quando ti ho visto il braccio insanguinato.

''Domani mattina mi faccio una doccia''

''Non ci sono problemi per domani. Resti a casa e ti riposi'' sussurra e mi addormento all'istante.

 

  
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