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Autore: MirianaMS    21/07/2014    0 recensioni
Una ragazza, Alis, e la sua vita. Le sue emozioni contro la sua ragione. Lo scontro cuore e cervello. La sua voglia di mollare tutto, ma la sua forza di lottare.
"ti va di uscire? E' una vita che non parliamo"
-Sono stanca, sono stanca di tutto ciò. La vita è una, e ogni momento è unico quindi vorrei viverla serenamente. Anche perché ora ho capito quali sono i veri momenti tristi. Da questo punto di vista dovrei pensarla come: pace e amore con tutti con tutti, basta che mi godo il momento.
Però è un po' come quando inizi a fumare. Quella sigaretta ti rilassa, e ti fa star bene. Però poi ne vuoi altre, e ogni giorno te ne fumi una per stare così. Ma se quella sigaretta al giorno non potresti più fumarla ti mancherebbe, e io ho bisogno di fumare ogni giorno, non mi basta una sigaretta di tanto in tanto.-
"quindi una sigaretta ogni tanto è solo tosse e vertigini moleste.."
-più o meno, diciamo che se ne fumerei una al giorno ogni giorno sarebbe meglio-
"ma vuoi fumare, o no?"
-Se non ti era chiaro ormai ne sono dipendente!-
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 1: Nightmare

Vedo bianco. Ogni cosa intorno a me si è dissolta in un bianco pallido, e nel complesso è una luce così forte che quasi non riesco a tenere gli occhi aperti. Sposto lo sguardo in basso, lungo il mio vestito rosso bordeaux, oltre i miei piedi scalzi, oltre il cornicione di legno che mi separa dal baratro colmo di nebbia; ho le vertigini. E' come se il vento mi spingesse a fare quel passo. Mi sento leggera, ho una collana di perle bianche, una linea sottile di eyeliner, e rossetto scuro. Mi sciolgo i capelli e lasciandoli ricadere sulla mia schiena riesco a percepire il momento in cui battono contro il vestito; questo forse è l'unica cosa che sento intorno a me. Tra i miei capelli passano leggeri spifferi d'aria, sento che mi gira la testa, e non riesco a pensare a nulla. Il mio cervello è spento. 

"Alis, sei sveglia? Vorrai fare tardi il tuo primo giorno di lavoro?"
La voce di Jay mi svegliò, seguita da un cuscino in faccia. Quel ragazzo era una sveglia vivente, ma non sapevo perchè fosse capitato proprio a me. 
"Dai, che ti ho preparato una colazione buonissima!"
"Si, si, sono sveglia. Comunque buongiorno!"

Avevo all'incira mezzora di tempo per prepararmi, ma considerando che 2 minuti erano per lavarmi il viso, 3 per lavarmi i denti, 5 per pettinarmi e passarmi la piastra, 10 per truccarmi, e considerando che non sapevo proprio cosa mettermi, ero sicura che non mi sarebbe bastata. Occasione: prima giornata di lavoro. Dovevo essere elegante, ma non troppo. Misi a soqquadro tutto l'armadio, e poi feci la scelta giusta: vestito bianco appena sopra il ginocchio, giacca beije, e ballerine beije. Semplice, pratico ed elegante. 
Era già passata più di mezzora, così afferrai la mia pouchette e corsi di là, dove Jay aveva fatto diventare il tavolo da colazione uno da pranzo Reale, ma presi una brioches al volo, un po' di spremuta d'arancia e sgattaiolai fuori dalla porta. "Grazie Jay, era tutto buonissimo! Scappo che mi si è fatto tardi."

La mia auto era nera con interno in pelle del colore della mia giacca. Me la comprai con i soldi che avevo ricevuto per i diciotto anni, più qualche mio risparmio. Mi infilai i RayBan marroni, sistemai il rossetto e partì. 

Eccomi. Ero davanti al Blue. Era un locale molto frequentato a pochi isolati dal centro. Da fuori le pareti erano blu notte, e le finestre erano di legno, dello stesso colore del portone. Probabilmente erano in ciliegio, il mio preferito. 

La vibrazione del mio cellulare mi distrasse per un momento. 
"Sono sicuro che a pranzo ti farai perdonare. Sei scappata senza nemmeno salutare stamattina. Comunque quel vestito ti donava molto, eri stupenda. Non è che farai colpo su qualcuno e abbandonerai il tuo migliore amico? Forza Alis, credo in te, fagli vedere con chi hanno a che fare!"

Sorrisi. Jay era sempre in grado di strapparmi un sorriso. Ci conoscemmo tempo fa al Sun, una discoteca abbastanza frequentata, dove lui è il cameriere. Quella sera lui portava un paio di  blue-jeans stretti, una camicia bianca e aveva i capelli rasati lateralmente. Mi offrì qualche drink, e scherzò tutta la sera con me. Mi colpì soprattutto il suo modo di essere: vivace, simpatico, e diretto. Mi raccontò che venne nel nostro paese quando ancora era piccolo, e crescendo fu l'unico tra i suoi fratelli a volersi adattare alla nuova cultura. Questo non piacque ai suoi, così lo cacciarono di casa a soli quindici anni. Fu costretto a lasciare la scuola, e per mezzo di un ragazzo, suo vicino di casa, trovò lavoro come cameriere in più discoteche, e da quel giorno ha sempre abitato con i suoi colleghi, pagando la sua parte di affitto. Capì che Jay era destinato ad essere il mio migliore amico. 

Bloccai il cellulare, mi feci coraggio e suonai il campanello.
  
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