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Autore: halfblood22    21/07/2014    2 recensioni
Quando per Percy Jackson e i suoi si è ritrovata la pace, un nuovo mistero cade, per così dire, dal cielo sul campo mezzosangue. Annabeth non riesce più a far funzionare il portatile di Dedalo e anche i ragazzi di Efesto hanno problemi con i loro macchinari. Leo si sente irrequieto e i suoi poteri diventano indomabili e Piper è preoccupata per lui . Percy inizia ad avere strani flashback di una vita in cui c'è lui ma non sembra sua. Un'antica maledizione si sazierà di una nuova vittima. Percy Jackson dovrà lasciare tutto di nuovo e partire per una nuova impresa, ma non sarà solo: al suo fianco ci saranno i suoi fidati amici del campo più questa nuova arrivata, che si scoprirà essere molto di più...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Leo Valdez, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leo mi fece fare un giro del campo: mi fece visitare il campo da pallavolo, il pinnacolo di tiro con l’arco, le stalle, l’armeria ,dove incontrammo alcuni suoi fratelli, e infine le case: c’erano 12 case più importanti che formavano una U, con poi tante altre casette attorno. Dedussi che appartenevano agli dei minori.
Facemmo una sosta a tutte le case e Leo mi spiegò a quali dei appartenevano. Arrivati alla casa di Atena incontrammo una ragazza sui diciassette anni che leggeva un libro d’architettura. Aveva i capelli biondi e ricci e gli occhi grigio tempesta. Indossava una semplice camicetta con dei jeans e si rivolse a Leo con fare interrogativo:- “Chi è lei?”- mi squadrò con i suoi occhi e un brivido mi solcò la schiena. Un moto di timore reverenziale mi disse che era meglio non avercela con lei.
-“ Annabeth Cleo, Cleo Annabeth ”- disse Leo. –“ È arrivata adesso, inseguita da una manticora. Il mostro ha rinunciato a entrare ma sembrava parecchio arrabbiato. ”-
-“ Piacere, sono Annabeth Chase, figlia di Atena. Sei indeterminata, giusto? ”- non capii la domanda così risposi tipo con un –“ Che cosa? ”- -“ Sai di chi sei figlia, Cleo? ”- mi chiese pazientemente lei.
-“ In realtà non ne ho idea ”- dissi mestamente. Sapevo di essere una semidea, ma il mio papino/mammina non si era fatto vivo in nessuno modo.
-“ Wow… hai, hai gli occhi uguali a Piper ”- disse lei, sorpresa. E siamo a due: le prime persone che incontro mi dicono entrambe la stessa cosa.
-“ Vorrei proprio conoscerla questa Piper… ”- mormorai e Annabeth mi sorrise –“ Oh, la vedrai stasera, al padiglione della mensa. Leo, Chirone sa di Cleo? ”- -“ E chi può dirlo? Quel vecchio cavallo ha la faccia di chi sa tutto e non dice mai nulla… ti ricordi quella volta… ”- Annabeth si schiarì la voce: evidentemente non era la prima volta che Leo raccontava storie simili, oppure non voleva che sentissi.
-“ Concludo io il giro con Cleo, tu va all’armeria: i ragazzi di Efesto hanno bisogno di una mano per riordinare ”-
-“ Signor si signora! ”- si portò una mano alla fronte, a mo di saluto militare, e iniziò a marciare nella direzione opposta a quella in cui io e Annabeth iniziammo a passeggiare.
-“ Bene ”- cominciò lei –“ Quella grande casa la in fondo è appunto la Casa Grande, sede del nostro istruttore Chirone e del Signor D ”- -“ Chirone il centauro delle storie? Addestratore di eroi? ”- -“ Esattamente, ma, non sembri poi così sorpresa e non hai un satiro che ti accompagna ”- -“ Emh, no direi di no. Combatto i mostri da… beh quasi da sempre. Non ricordo niente della mia infanzia… io… ricordo solo che un giorno mi sono svegliata in un orfanotrofio e potevo avere sette, otto anni. Di prima non ho altro che immagini confuse e sogni orribili ”- la guardai, credendo che mi ritenesse pazza, ma nel suo sguardo c’era solo comprensione. Non disse nulla, così continuai a raccontare:-“ Odiavo l’orfanotrofio, era un posto troppo buio. E tutti mi prendevano in giro per i miei capelli e avevano paura di me per, emh… ”- mi blocca: avevo parlato troppo.
La figlia di Atena si accorse della mia indecisione, ma stranamente cambiò discorso, intuendo probabilmente che c’era qualcosa sotto e che avevo i miei motivi per non dire niente.
-“ I tuoi capelli sono… sono naturali? ”- chiese cautamente. Forse non voleva offendermi. –“ Già, non ho nessuna passione per le tinte o robe del genere, del tutto naturali. ”- Sospirai rassegnata. Ma sapevo che i miei capelli avevano un doppio significato: erano legati ai miei poteri e indicavano che avevo possesso dei quattro elementi naturali: azzurro per l’acqua, lilla per l’aria, verde per la terra e rosso per il fuoco. Quest’ultimo era quello che mi creava più problemi, quando dovevo usarlo.
Decisi comunque di non scendere nei dettagli: non volevo che mi evitassero perché avevano paura di me, mi bastava per passare come “oddio, quella è ‘radioattiva’, meglio non avvicinarsi” già i capelli.  
Anche se Annabeth era carina con me, ero ancora diffidente. Non volevo passare per il mostro o roba simile del campo. Sperai solo di poter controllarmi prima di essere abbastanza sicura per dire tutta la verità; questa era la parte più difficile: ci voleva ben poco per mandare fuori controllo i miei poteri: uno sbalzo d’umore, eccessiva iperattività (la mia ossessione per lo zucchero non aiutava) o semplicemente se qualcuno mi faceva arrabbiare. Purtroppo, la mia pace interiore non durò molto quel giorno. Passammo davanti a casa cinque (quella del dio della guerra) e cominciarono i problemi.
-“ Annabeth, chi è la nostra nuova -vomitata dall’arcobaleno- arrivata? ” - chiese una ragazza baldanzosa con capelli castano rame dritti come spaghetti e occhi vispi color nocciola. –“ Clarisse La rue, figlia di Ares, Cleo, indeterminata ”- disse Annabeth rassegnata. Probabilmente non era la prima volta che Clarisse prendeva di mira qualche nuovo arrivato.-“  È da qualche tempo che non fai il bagno, eh ragazzina? ”- mi accorsi solo adesso di essere sporca di fango dalla testa ai piedi, per la scivolata sulla collina. –“ Dunque winx, hai paura di batterti contro di me oppure dobbiamo aspettare per forza la caccia alla bandiera di domani sera? ”- mi chiese con un ghigno. Beh, prima o poi avrei dovuto guadagnarmi la reputazione: sembrava più che altro prepotente, niente di più, niente di meno. Avrei potuto battermi con lei e batterla in due minuti, ma non potevo usare i poteri: sarebbe stato sleale e azzardato. E poi tutti avrebbero saputo il mio segreto e sarei sta veramente la sesta winx, con le bambole con la mia faccia e gadget vari. Cosa preferibilmente da evitare.
Ma la voglia di farli rimangiare di avermi paragonato al vomito di un arcobaleno ebbe il soppravento:-“ E va bene “- Annabeth mi mimò con le labbra ‘Sta attenta’ o qualcosa di simile, visto che ero proprio scarsa a leggere la labiale, ma annuii.
Curiosai nel mio zaino e esaminai le mie due armi: un arco e una spada, che mi ero procurata da un figlio di Vulcano (non credevo che avessi mai avuto l’occasione di incontrare un semidio romano, dato che come istinto avevano tutti di andare da Lupa e poi verso sud, ma eccolo lì che camminava beato fra le strade di San Francisco) particolarmente generoso che aveva voluto donarmele, visto che erano un po’ arrugginite e che a me servivano. Decisi la spada: la mia Cloe. Non era un nome molto minaccioso per una spada, ma era una bella lama d’oro imperiale con una ragnatela di bronzo celeste incisa da un mio amico ciclope dopo averlo aiutato contro delle dracene.
Clarisse tirò invece fuori una lunga lancia dal nulla:-“ Bene, bene, la bimba sa come difendersi… scusami se pizzicherà un po’, ma sai, è elettrica. ”- disse lei con il solito ghigno e fingendo una voce gentile; con quella faccia non le veniva proprio bene.
-“ Smettila di blaterare e inizia a combattere ”- risposi io: ora ero stufa.
Lei allora mi saltò addosso: era coraggiosa, ma forse troppo impulsiva quando l’ impulsività non serviva: come in una battaglia come questa. Avrebbe dovuto aspettare che iniziassi io, perché non conosceva il mio modo di attaccare, così io mi limitai ad abbassarmi di scatto, per farla arrivare a terra da sola. Intanto un capannello di ragazzi iniziò ad avvicinarsi. –“ E tutto qui quello che sai fare? Scansarti?! Vieni qui e combatti veramente! ”- -“ Non giocare col fuoco, Clarisse! ”- ribattei  io –“ Sai che questa è solo una frase figurata, non mi spaventi con le tue minacce! ”-  davvero sciocca la ragazza. Avrei potuto bruciarle i capelli in un attimo, ma mi trattenei: con tutto quel legno sarebbe andato a fuoco tutta la radura. Così iniziai a punzecchiare Clarisse con la spada, ma stando molto attenta a non toccare la punta: decisamente metalli come oro imperiale e bronzo celeste sono buoni conduttori. Avevo scoperto il punto debole di Clarisse: era calante di difesa. Probabilmente credeva che non me ne accorgersi, dato che per lei ero solo la nuova arrivata multicolore. Fece qualche affondo con la lancia cercando di toccarmi, ma nessuno andò a segno. All’ennesimo attacco mi scansai di lato, feci leva sul manico e spedì la lancia per aria. Lei prima mi guardò scioccata e poi infuriata:-“ Ti giuro che t’ammazzo, Jack… ”- poi bloccò subito, con la faccia sconcertata –“ Io, cosa, perché..? ”- -“ Magari la frase ti viene naturale, Clarisse ”- Un ragazzo si fece strada tra la piccola folla che era corsa, sentendo le grida della figlia di Ares.
Era alto, asciutto e carino. Aveva capelli scuri e scompigliati e occhi verdi come il mare: non lo conoscevo, eppure quello sguardo, il suo tono di voce sembrava così familiare.
-“ Benvenuta al campo Mezzosangue! Io sono Percy Jackson, figlio di Poseidone. ”- 
   
 
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