Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: the_demon    22/07/2014    1 recensioni
Il mondo abitato dai personaggi è perfetto, in superficie. Il 99,9% della popolazione mondiale è convinta di vivere felice, quando in realtà tutto è minacciato dai demoni. Arrivati da un'altra dimensione, erano stati sconfitti, ma sono tornati.
Hikari e la sua squadra, la A-1, sono dei cacciatori di demoni. Nessuno di loro ha dubbi sulla correttezza del loro operato, ma l’incontro di Hikari con un demone che sembra saperne più di lei sull’Organizzazione comincerà a farla ricredere sulle sue azioni. Aiutata da Jasper, il membro più intelligente della squadra, cercherà di svelare i misteri che si celano dietro l’Organizzazione e i demoni. Ma qualcuno, nei ranghi alti, si accorge di tutto questo, e sguinzaglia contro la A-1 una squadra di uomini, per ucciderli.
Avrà nelle mani il destino del mondo, come lo gestirà?
Mi chiamò Hikari, che significa “luce”. Ironico: ho sempre amato il buio.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5 – Gli umani
 
Jasper ha ragione. Devo capire perché Kaden si interessa a me, prima di restarci secca.
Mi stringo nella coperta, mentre Drake fa la guardia. Andiamo d’accordo, forse perché siamo entrambe macchine da guerra nate per uccidere.
Esco rabbrividendo. Il ragazzo, vedendomi arrivare, si sposta un po’ e mi fa posto, sulla ringhiera del balcone.
-E così, per una tua bravata, siamo in un motel.- mi dice, e io arrossisco di colpo.
-Mi dispiace.- dico, sul punto di piangere. Ho pianto molto, ultimamente, ma non posso farci niente. Non sembra andare bene nulla, nemmeno il più piccolo dettaglio.
-Hey, calma.- tenta un sorriso, ma non ci riesce molto bene, quindi si limita a lanciarmi un’occhiata rassicurante.
-No, hai ragione… è colpa mia. Ho coinvolto io Jasper.- gli spiego.
-E se non l’avessi fatto adesso noi saremmo ancora pedine dell’Organizzazione, senza un’idea di cosa succede.- lo guardo interrogativa, quindi lui continua –Dovresti parlare con Jasper, ha una teoria su quello che sta succedendo.
Io annuisco e me ne torno a dormire, rigirandomi nel letto tentando di non fare rumore. Vedo una figura alzarsi nel buio accanto a me. Inciampa, e io gli afferro la caviglia. Un sobbalzo, un goffo tentativo di liberarsi.
-Jasper.- lo chiamo. Si accovaccia accanto a me, ancora una volta a torso nudo. Non è muscoloso, ma il fisico asciutto e magro si delinea nell’oscurità. Si sistema gli occhiali.
-Hikari.- risponde chiamandomi per nome. Non lo fa spesso, e io tremo. Non ne so il motivo, ma sento un brivido che mi sale lungo la schiena.
-Drake mi ha detto che hai una teoria.- lui si siede a gambe incrociate, e io mi alzo d’istinto, ancora avvolta nelle coperte.
-Ci danno la caccia, hai detto. Non solo i demoni, ma anche l’organizzazione, adesso. Non pensi sia una coincidenza un po’ troppo grossa? Io credo di sì. Non insinuo un’alleanza fra i due, gli elementi in mio possesso sono troppo pochi, ma è palese che l’Organizzazione stia traendo vantaggio da tutto questo. Non voglio più far parte di questa cosa.
-Non ne facciamo più parte già da molto tempo.- rispondo io spontaneamente, pensando al dolore provato quando tutte le squadre erano state distrutte, i nostri amici uccisi, il Sensei morto.
Lui mi guarda con uno dei suoi sorrisi un po’ imbarazzati, poi si alza e si riavvia verso il bagno.
-Grazie.- mormoro, anche se lui non mi può sentire. Jasper inaspettatamente si volta, e mi sorride di nuovo. Un altro brivido. Sento d’improvviso dei passi leggeri venirmi vicini, e percepisco la presenza di Anne vicino a me.
-Hey.- mi dice. A quanto pare nessuno di noi riesce a dormire, stanotte.
-Hey.- rispondo tirandomi su. Dall’altro lato della stanza si accende un bagliore: anche Victor è sveglio, e sta probabilmente giocando, considerato che gli arrivano addosso mille luci colorate.
-Parlavi con Jasper?- mi chiede. Io annuisco, e sbadiglio. Nonostante Morfeo non arrivi, il sonno resta lì a spegnermi il cervello.
-Che ti ha detto?- le dico tutto, tralasciando i brividi sulla schiena. Lei mi guarda intensamente tutto il tempo, come se intuisse qualcosa attraverso le sue parole, qualcosa che a me sfugge. Fa una specie di smorfia alla fine, ma non parla. Sta lì ad ascoltare, senza dire una parola.
Poi mi augura la buonanotte, si alza e se ne va, silenziosa, leggera, e si rintana nel suo letto.
Victor mi guarda, come se volesse dirmi qualcosa, poi torna a osservare il suo computer senza muovere più un dito. Mi viene il sospetto che stia dormendo, quindi tento di seguire il suo esempio. Fisso il soffitto, nel tentativo di addormentarmi, ma Jasper, di ritorno dal bagno, mi distrae. Mi giro dall’altra parte, il volto paonazzo. Alla fine rimaniamo io, il russare sommesso di Victor, i guizzi sotto le palpebre di Jasper e l’ombra di Drake sul pavimento.
Afferro Koware Tsuki, accanto a me sul pavimento, e finalmente mi addormento.
 
Mi sveglio dopo appena tre ore, ma va bene così: do il cambio ad Anne, che felicemente si tuffa fra le braccia di un Drake addormentato che non si sveglia nemmeno.
Mi siedo sulla ringhiera, le gambe penzoloni nel vuoto, guardando fisso davanti a me senza pensare a nulla in particolare, fino a quando non mi ritrovo a immaginare come sarebbe vivere una vita normale.
Mi vedo passeggiare con un paio di jeans e un maglione nero per le strade, con un paio di cuffie nelle orecchie, qualche chilo di troppo, il corpo non forgiato dall’allenamento. Alcuni amici mi circondano, identici alla mia squadra, ma più morbidi, le espressioni dolci da adolescenti sul volto. Drake e Anne si tengono per mano come al solito, ma alla fin fine sembra tutto diverso, fra Victor che divaga sugli argomenti più strani e le risate di tutti. Jasper mi guarda con un sorriso più innocente del solito, contaminato dallo stress, dalla paura.
Attorno a noi, gli altri abitanti del nostro mondo, ignari di tutto.
Li abbiamo spiati, a volte, io e Drake, gli umani normali, per scoprire cosa si provasse.
La mia vita, per quanto felice, non era esattamente del tipo classico, mentre Drake è nato e cresciuto all’interno dell’organizzazione, addestrato al combattimento sin da quando era in fasce.
Victor non ne sa molto, è entrato nell’organizzazione a soli otto anni, essendo già un genio del computer: era riuscito a penetrare nel computer protetto di una grossa ditta, interrompendo le loro comunicazioni per qualche giorno.
Anne era piuttosto normale, prima, se non fosse stato per la sua appartenenza a una ricca famiglia di Londra, dove viveva in una gigantesca casa sul fiume.
Ma la nostra principale fonte di informazioni è Jasper, con quel passato da studente brillante che cerca di non farsi notare alle spalle. Gli chiediamo di tutto, da cosa mangi alla mensa scolastica ai balli di fine anno, dai progetti di scienze per la lezione di chimica ai film proiettati nelle buie sale di un cinema.
Gli ho chiesto di parlarmi di Edward Mani di Forbice, una volta. Ho letto la trama su internet, e mi intriga più di quanto dovrebbe. Mi sento un po’ come il protagonista, ho paura di avvicinarmi alla gente.
Nonostante tutto Jasper non è un critico cinematografico, né un cinefilo, quindi è capace di darmi solo scarne informazioni.
Mi sembra di vedere un guizzo fra le foglie di un cespuglio, e mi si tendono i muscoli per la tensione. Ma è solo un gatto che zampetta via silenzioso e sinuoso.
Le ore passano senza che io me ne renda conto, e il cielo diventa violaceo, con una striscia verde a separare il lillà dall’azzurro. Per l’ennesima volta oggi mi appare accanto Jasper, che si appoggia alla ringhiera vicino a me senza chiedermi nemmeno se voglio tornare a dormire.
È dannatamente empatico: capisce quando hai bisogno di una mano sulla spalla, di un sorriso, o di un silenzio, nonostante le sue manifestazioni d’affetto non siano esattamente grandiose.
Lo guardo, tiro un sospiro e mi scosto un po’ sulla sinistra, un silenzioso cenno di sedersi.
Lui con titubanza si siede, tenendo comunque le gambe sull’interno.
E restiamo così, senza parlare, senza quasi respirare, ma siamo in due. E tanto ci basta.
 
***Angolo dell’Autrice***
Hey! Eccomi dopo questa pausa lunghissima (è stato un periodo un po’ incasinato >.<) ma sono riuscita a far uscire il capitolo. Diciamolo, è una cacca, ma mi è uscito così.
Passando al personaggio di oggi: Anne.
È ispirata a una mia amica e compagna di classe. Le voglio bene, ma mi sento un po’ complessata rispetto a lei (è così alta T.T). Per oggi ho finito,
alla prossima,
the_demon
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: the_demon