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Autore: Only Lisa    22/07/2014    1 recensioni
Vecchio titolo: "Un amore oltre i confini dell'impossibile."
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=e-ptPpzHAzw
Dal testo:«Quando tutto ciò venne creato, fu fatto il possibile per evitare che qualcuno potesse sconfiggere gli Dei, prendere il controllo e magari distruggere tutto. Così appena notammo che i nostri figli stessero per diventare troppo forti e pericolosi, una minaccia per l’universo, decidemmo di far sì che la loro forza fosse dimezzata. Quello fu il più grande errore che noi potessimo mai fare, perché non appena avemmo compiuto quel gesto, un nuovo paragrafo apparve sulla pergamena. Il resto della pergamena, che fino ad allora era rimasta bianca, così da scriversi da sola con il tempo, incominciò a bruciare e scompare. Ciò vuol dire che se il sacrilegio avverrà, se accadrà ciò che è scritto sulla pergamena, non ci sarà più niente. Tutto andrà distrutto e il nulla regnerà sovrano.»
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Tu sei lei.”

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» sento qualcuno singhiozzare mentre pronuncia questa frase. 

La sua voce… mi sembra di conoscerla molto bene, è perché la conosco, lui è… 

No, mi rifiuto di crederci, non pronuncerebbe mai quelle parole. 

Sto ancora sognando.

POV. ZAYN

Dopo gli allenamenti ricordo ad Angel la mia promessa per poi andarmene e dirigermi verso l’uscita.

Alzo gli occhi al celo e noto che ormai è fatto buio, continuo a camminare fino all’uscita per poi ricordarmi le voci che girano.

“Ci sono alcuni demoni che sono riusciti ad intrufolarsi nella città degli angeli senza farsi scoprire, non so a che scopo ma non è nulla di buono.”

“E’ da un po’ di tempo che spariscono delle ragazze nel regno degli angeli. Si dice, che le ragazze sole vengono rapite da alcuni demoni.”

“Non è sicuro camminare da soli di sera nel regno degli angeli ormai, si parla di una strana organizzazione ai danni delle ragazze.”

Cerco di andare avanti senza curarmi delle voci che circolano ma i mie piedi me lo impediscono, si puntano a terra, le mie gambe si fermano contro la mia volontà e non si muovono oltre l’uscita.

Così penso al fatto che ora Angel è sola e a quelle voci che circolano, un groppo mi sale in gola, ho paura. 

Non permetterei a nessuno di farle del male, non mi perdonerei mai se le accadesse qualcosa ed io non ero lì a proteggerla.

Così mi poggio con le spalle al muro ad aspettare che lei esca, mentre mille pensieri mi ronzano in testa.

Ormai non posso negarlo, tengo molto a quella ragazza, non so come ha fatto, ma lei con quei suoi occhi blu, quelle sue labbra carnose, quei suoi lunghi capelli biondi e quella sua pelle morbida mi è entrata in testa e non credo che se ne voglia uscire.

All’improvviso sento dei passi, è lei.

Nella penombra del corridoio è ancora più bella, non so come fa ad essere tanto meravigliosa, sembra quasi una Dea.

D’un tratto mi nota e si ferma di colpo sbarrando gli occhi.

Ha paura di me, come biasimarla, le ho promesso di ucciderla.

Poi però, stringe i pugni è con aria di superiorità si dirige verso di me, superandomi.

E’ questo che mi piace di lei, che nonostante la paura non si sottomette a me, ma riesce persino a tenermi testa, quel suo caratteraccio è una delle cose che ha fatto sì che lei fosse diversa dalle altre per me.

«Dove credi di andare? –mi acciglio voltandomi a guardare fuori dall’edifici - A quest’ora e perlopiù da sola? Sei impazzita per caso?!» la rimprovero come se fosse una bambina 

La sola idea che se ne possa andare da sola per le strade mentre quegli schifosi girano indisturbati per la città mi spezza il fiato in gola. 

«Ma…» cerca di replicare ma la interrompo prima che possa farlo

Niente e nessuno mi farà cambiare idea, non la lascio sola.

«Niente ma! Su andiamo.» impongo oltrepassandola mentre inizio a camminare fino alla fine della scalinata infilandomi il cappuccio della felpa sulla testa così da nascondere il mio aspetto da demone e poi voltarmi verso di lei che è ancora immobile in cima alle scale.

«Vuoi muoverti o devo trascinarti con la forza?» la rimprovero per l’ennesima volta

Lei di tutta risposta scuote la testa silenziosa.

«Arrivo.» mi avvisa raggiungendomi alla fine delle scale

Mi volto e continuo a camminare fino oltre il cancello, per poi guardarmi intorno assicurandomi che nessuno mi veda e mi dirigo oltre la linea di confine.

«Che stai facendo?» mi si para davanti non appena nota la direzione che sto prendendo.

«E ovvio! Ti accompagno.» rispondo con nonchalance 

«Cosa? No, hai forse dimenticato che non puoi varcare il confine?» mi ricorda

Come se non lo sapessi.

La ignoro e continuo il mio cammino, è inutile, ho già deciso.

«Fermo ho detto!» mi blocca poggiandomi le mani sul petto

Il mio cuore inizia ad accelerare al solo contatto, spero che lei non se ne accorga.

Faccio lunghi respiri cercando di controllarlo, ma nulla da fare, lui continua a battere all’impazzata, mentre anche il mio respiro va per conto suo.

Il mio cuore continua ad accelerare fino a sentirmi il suo battere nelle orecchie, mi sento lo stomaco sotto sopra come se avessi mangiato un intero sciame di api, ho il fiato corto come lo si ha dopo una corsa, sento caldo su tutto il corpo ed ho le ginocchia deboli.

‘Non starò mica per morire? ’ penso

Non ho mai provato questa sensazione, non so perché mi sento così, so solo che in questo momento ho la sensazione di poter volare.

Il cuore martella sempre più forte nel mio petto, è arrivata la fine.

Non posso morire prima di averla accompagnata.

«Non mi serve nessun cane da guardia, posso farcela benissimo da sola, non sono mica una bambina. E poi preferisco stare da sola. -interrompe i miei pensieri- Sai com’è? Sono più al sicuro da sola che con uno che ha giurato di uccidermi.» mi ricorda

Ah, giusto, che stupido! Ora ho la paura che lei possa morire, solo il pensiero che qualcuno possa farle del male mi fa venire il voltastomaco, mentre proprio io ho giurato di ucciderla.

Scuoto la testa e rido tra me e me per quanto mi sono rimbecillito da quando questa ragazza è entrata nella mia vita.

«Ehi! –dice tirandomi uno schiaffetto sul braccio- Io sono seria e tu che fai? Ridi?» mette il broncio

E’ così carina, sembra un cucciolo di cane.

«Dovevi vedere la tua faccia in quel momento, eri davvero buffa con quella faccia da: “Ora che gli dico? Oh, si giusto! Lui vuole uccidermi, ricordiamoglielo.”» la prendo in giro continuando a ridere

Lei di tutta risposta mi imita iniziando a ridere.

Non avrebbe mai dovuto farlo.

Quella sua risate è la botta finale, è così cristallina che il mio cuore martella ancora più forte, credo voglia uscirmi dal petto.

Quest’angelo ha davvero intenzione di uccidermi.

La sua risata mi trascina ed io continuo a ridere dietro di lei.

Chissà come deve essere buffa questa scenda vista dall’esterno…

Un angelo ed un demone che ridono insieme di sano gusto come amici di vecchia data.

Eppure so che dovrei starle lontano, che è uno stupido angelo, che dovrebbe essere la mia nemica per eccellenza, ma proprio non ce la faccio, il suono della sua risata mi fa sciogliere il cuore.

D’un tratto smetto di ridere e la guardo serio.
Ora basta perdere tempo.

«Non mi farò scoprire da nessuno, starò attento, ma ti prego, fatti accompagnare.» la imploro 

Io che supplico qualcuno? Ma che stregoneria è mai questa!

Questa ragazza deve avermi davvero fatto qualche incantesimo, altrimenti non si spiega il perché io mi stia riducendo a un così pappamolle per qualcuno che dovrei odiare.

E’ conto natura!

«Perché?» domanda di istinto senza rendersene conto

«Nel mio mondo ci sono solo angeli, non corro nessun rischio.» si corregge subito 

«Ho sentito di una strana organizzazione che non so come si è intrufolata nel vostro regno. -confesso- Non mi va di lasciarti da sola. –mi lascia sfuggire senza accorgermene, così mi correggo subito- Ho giurato che sarei stato io ad ucciderti, non voglio che nessun’altro mi anticipi.» sghignazzo

Non mi va di fare la figura del rammollito.

Ci tengo a lei e lo ammesso a me stesso, ma per nessun motivo devo farglielo capire.

Si sentirebbe troppo importante ed io non vorrei che si approfittasse di questo.

«Sei malato.» dice rabbiosa per poi voltarsi ed andarsene

Forse ho esagerato…

La seguo in lontananza nonostante lei mi avesse detto di non farlo.

E’ tutta sola davanti la fermata dell’autobus mentre mi maledice ed impreca sotto voce.

Che carina che è, è così buffa quando è arrabbiata.

Sto per avvicinarmi a lei, ma noto tre brutti ceppi in lontananza.

Quei tizi non mi convincono, devo assolutamente impedirle che le si avvicinano.

Come pensavo, sono tre demoni.

Ma che ci fanno tre demoni qui? Che facciano parte di quella misteriosa organizzazione?

Mi volto subito di scatto per dirigermi verso Angel ed impedire che quei tizi le si avvicinano, portandola via, ma lei non c’è più, la cerco con lo sguardo finché non noto che è proprio lei che si è avvicinata a loro.

Che ingenua! Quella ragazza a volte è così ingenua.

Giuro, appena risolvo questa situazione le farò una bella ramanzina, deve imparare che nel mondo esiste la cattiveria.

Sto per andarle a prendere ma quei tre la circondano, prendendosi gioco di lei.

Non ce la faccio più, nessuno deve toccarla.

Stringo i pugni e serro la mascella, mentre mi conficco le unghie nella carne.

Lei è mia!

«Ma guarda tu che bell’angioletto ci doveva capitare stasera.» afferma il capo dei tre

«Ahaha, si capo è davvero molto bella, forse più delle altre.» afferma il nanetto

So che è bella, ma è la MIA bella.

«Credo ci farà guadagnare davvero un bel gruzzoletto.» continua il gigante

Non resisto più, potrei incenerirli tutti e tre in quest’istante, ma non lo faccio per paura di poter anche solo sfiorare lei.

«Concordo con voi, è davvero bellissima, sembra quasi un angelo.» ghigno 

«E tu chi sei?» mi domanda il capo avvicinandosi mentre il gigante la stringe tra le braccia puntandogli un coltello alla gola e la trascina verso di me.

Quei tre sono morti, lo giuro sul mio onore che non sopravvivranno, nessuno può toccarla, nessuno deve toccarla!

«Il mio nome è Damon. E voi chi siete?!» dico strafottente 

Non mi importa come, ma avrete una morte lunga e dolorosa, avete osato troppo.

«Questo a te non importa.» ribatte il capo dei tre

«Nonono –dico scuotendo la testa e facendo uno strano verso in segno di disapprovazione. - Risposta sbagliata!» li avverto mentre corro verso quello più basso per poi sgozzargli la gola con tutta la rabbia che ho in corpo.

«Riproviamo, voi chi siete!?» urlo più forte a denti stretti mentre i due rimasti sono ancora con gli occhi spalancati dopo aver visto il loro amico accasciarsi a terra.

«Ci penso io capo.» annuncia il tizio che fino a poco prima puntava un coltello alla sua gola per poi gettarla tra le braccia del loro capo e tuffarsi a passo svelto verso di me.

Finalmente lei è libera, ma quello schifoso che l’ha sfiorata non la passerà liscia.

Mossa sbagliata.

Un attimo dopo anche lui è a terra con il collo spezzato.

«Ora passiamo a noi. Ridammi la ragazza.» ordino all’ultimo rimasto

Sento il fuoco sulla mia pelle, sto per esplodere.

«E così è lei che vuoi eh? Non te la darò per nulla al mondo.» ribatte

«Allora vuol dire che me la riprenderò con la forza.» lo avverto per poi avvicinarmi a lei, ma prima che possa farlo l’uomo estrae un coltellino svizzero dalla tasca dei suoi pantaloni e lo punta alla sua gola.

Giuro, che tu farai una morte lenta e dolorosa, una morte straziante, la più orribile di tutti.

«Dì addio alla tua ragazza.» sogghigna prima di premere più forte la lama contro la sua gola.

Mi alzo il volo per poi scagliare un onda di fuoco diritto sulla sua, ma è troppo tardi lui le ha già graffiato la gola con la lama del coltello, mentre il suo corpo sta per sbattere a terra privo di sensi.

Ti prego Dio, se esisti, salvala.

La prendo prima che possa urtare violentemente contro il pavimento.

Non si muove, ha il collo pieno si sangue.

No, tutto, ma lei no.

La poggio delicatamente a terra per poi dirigermi verso quel bastardo che si scuote a terra cercando di spegnere le fiamme.

Lo pesto fino a che non esala il suo ultimo respiro, per poi lasciarlo privo di vita e circondato di sangue sulla strada e andare incontro al dolce angelo che giace ancora a terra.

La stringo tra le mie braccia, cullandola, fin quando una lacrima non esce dal mio occhio destro.

Io che piango? Cosa mi ha fatto questa ragazza per far sì che io tenga così tanto a lei? Proprio non me lo spiego.

La stringo ancora al mio petto quando mi torna in mente una scena accaduta poco prima.

Ma… io ho volato? E’ una cosa impossibile, non si può volare a meno che non si è innamorati.

Allora questo vuol dire che io mi sono… No!

Scaccio quegli stupidi pensieri dalla testa, per poi soffermarmi sul suo volto.

Lei non può morire, mi sento un vuoto nel petto, come se mi mancasse il cuore.

Ho un groppo in gola che mi impedisce di respirare normalmente, mentre gli occhi mi punzecchiano.

Ed ecco che non reggo più, il grande Damon dal cuore di pietra sta piangendo, tutto per una ragazza.

Non ho mai pianto, neanche quant’ero piccolo ed ora sono qui che singhiozzo come un bambino, mentre la stringo più forte al mio petto.

Lei non può andarsene, deve stare qui con me.

«Ti prego Angel, non lasciarmi, tu sei importante per me, credo di volerti bene. Strano vero?» mormoro con voce spezzata dai singhiozzi mentre le lacrime mi offuscano la vista.

Non posso stare qui mentre lei muore tra le mie braccia, devo fare qualcosa, a costo della mia stessa vita io devo salvarla.

Così la prendo in braccio stringendomela sempre più forte al petto, mentre con la manica destra strofino via le lacrime fino a non lasciare la minima traccia che possa indicare che io abbia pianto, tranne le mie labbra ancora tremolanti.

Mi guardo intorno per valutare la scelta migliore, ma non ne vedo una.

Non ci sono autobus a quest’ora e nessuno darebbe un passaggio a un demone con un angelo privo di sensi che gli sanguina tra le braccia, così ci riprovo, mi concentro e provo di nuovo a volare, ma con scarsi risultati, proprio non ci riesco, ci riprovo un infinità di volte, perdendo anche tempo, ma nulla.

Sento qualcosa mugolare tra le mie braccia, la guardo, sta per aprire gli occhi, ma non ci riesce, vedo che lotta con tutta se stessa per farlo, ma proprio non ce la fa, li socchiude di poco, per poi perdere di nuovo conoscenza ma non prima di aver pronunciato un ultima parola, anzi un nome.

«Zayn…» si trascina il mio nome sulle labbra fino ad addormentarsi un'altra volta

E con il suo volto negli occhi e le sua voce nelle orecchie, ci riprovo, riprovo a volare e sento che le mie ali si muovono, i miei piedi non sono più adagiati sul pavimento, anche se di poco sto fluttuando nell’aria.

Mi impegno di più, memorizzando limpidamente la sua immagine nella mia mente.

Con il suo corpo tra le braccia e il suo volto nella testa volo diritto verso l’ospedale più vicino.

Ne vedo uno in lontananza, così sbatto le ali più velocemente e in un attimo sono lì.

La adagio davanti l’entrata dell’ospedale senza farmi notare da nessuno, per poi urlare aiuto, ma nessuno sembra far caso a me.

Urlo più forte ma nulla, così non mi resta altro che appiccare un incendio su un cassonetto lì vicino e volare sul tetto dell’ospedale, mentre vedo dei medici uscir fuori per spegnere l’incendio e dopo aver notato la bella fanciulla davanti l’entrata portarla di fretta su una barella, all’interno dell’edificio.

Per fortuna ora è salva.

Seguo il loro percorso da fuori, spiandoli dalle finestre mentre fluttuo nell’aria, finché loro non la portano in una sala senza finestre, credo la stiano operando.

Ne esce ore dopo tutta piena di tubicini e ricoperta di bende, ma ancora nulla, non vedo i suoi bellissimi occhi azzurri, ciò vuol dire che ancora non si è svegliata.

Ma perché non fanno qualcosa?

«E’ in come farmacologico.» sento diagnosticare un medico mentre parla con un’altra

«E quando…?» inizi la domanda la collega ma viene subito interrotta

«Non meno di un mese.» afferma scuotendo la testa il medico con la cartellina in mano

Che cosa? Lei non si sveglierà prima di un mese?

«Ah, un'altra cosa…-comincia a parlare lo stesso medico- Chiama la polizia, c’è qualcosa che non quadra nella faccenda e per di più dobbiamo capire ancora chi è, è arrivata qui senza documenti e senza oggetti personali da cui identificarla.» costata

In un attimo mi ricordo della sua borsa lasciata sul ciglio della strada, ero troppo impegnato a portarla qui per preoccuparmi di una borsa, ma ora… Devo assolutamente recuperarla e far sì che i documenti arrivino a quei medici.

Vedo la sua barella entrare in una stanza e mi dirigo subito alla finestra di quest’ultima, nascondendomi tra i rami di un albero che sta proprio lì difronte.

Ora so qual è la sua stanza, posso tornare non appena avrò recuperato i documenti.

Torno nel luogo dell’incidente, ed eccola, la borsa è ancora lì, proprio come l’ho lasciata, come quando le è caduta di mano non appena quel farabutta l’ha strattonata.

Mi avvicino e la prendo.

Ha ancora il suo profumo.

Mi guardo intorno fino a che i miei occhi non si soffermano su una pozza di sangue poco distante, non quello di quei tre schifosi, ma il suo sangue.

Mi avvicino guardandolo, mentre la scena di pochi attimi prima riaffiora nella mia mentre.

Tremo, mentre la sento ancora mormorare il mio nome.

E’ tutta colpa mia, non avrei dovuto lasciarla andare. 

Giuro, che se non si risveglia non avrò pietà di me, se lei muore io la seguo.

Chino il capo fino a vedere nel sangue il riflesso di un forte uomo che piange come un bambino.

Ripenso alla prima volta che l’ho incontrata.

Lei credo che la prima volta che ho visto il suo volto è stato a quella festa, ma si sbaglia…

***

Ogni notte sempre lo stesso sogno, ma che vorrà dire?

Sempre quel volto, quella ragazza, quegli occhi azzurri. Chi sarà mai?

«Ciao Damon.» sento una voce nel buio

«Chi sei?» urlo finché non vedo un ragazzo dagli occhi blu, con arco e freccia poggiato ad un muro

«Il mio nome è Eros e sono il Dio dell’attrazione. O meglio come molti dicono “Il Dio dell’amore”.» annuncia fiero

«Non esistono gli Dei.» affermo convinto

«Ti sbagli caro mio, esistiamo eccome.» ribatte

«E cosa vuole un Dio da me?» domando confuso

«Niente di ché, volevo solo avvisarti che il suo non sarà un amore, ma un tortura.» dice con nonchalance

«Io innamorarmi? Questo mi sembra persino più surreale della storia degli Dei.» affermo ridendo sotto i baffi

Se prima avevo qualche dubbio, ora ne sono convinto, sto sognando.

«La sua voce sarà il tuo supplizio -mentre parla tutto si fa buio e nella mia mente appaiono delle immagini- i suoi occhi saranno il tuo tormento, la sua bocca sarà la tua droga, il suo corpo la tua estasi e lei, caro mio, lei sarà la tua morte.» dice alzando un lato della bocca come a prendersi gioco di me

Ho sentito una voce dolce e soave uscire da delle labbra rosee e pronunciare il mio nome, un corpo snello tra le lenzuola e quegli occhi, due occhi azzurri che mi guardavano intensamente.
*** 
Due occhi che non dimenticai più.

Avevo 13 anni quando quel Dio da quattro soldi mi apparse in sogno rivelandomi ciò che sarebbe accaduto nel mio futuro.

Mi rifiutai di crederci, ma non poteva essere una coincidenza, era da quando avevo 10 anni ormai che continuavo a sognare quella ragazza, così, da allora io mi imposi che non mi sarei mai innamorato.

Le ragazze che mi si avvicinavano erano già consapevoli che io mai avrei potuto dargli quello che loro cercavano e sapevano anche che ciò che volevo io era sola una cosa e quella cosa di certo non era l’amore.

Poi la vidi, era il mio primo giorno di superiori, il primo giorno in cui avrei avuto a che fare anche con gli angeli.

Fu nell’esatto momento in cui misi piede in quella scuola che i suoi occhi incontrarono i miei, era esattamente come nei miei sogni.

La testa inizio a girarmi e sbattei violentemente a terra per poi risvegliarmi in infermeria.

Da allora tutti iniziarono a prendermi in giro, “il ragazzo che il primo giorno di scuola è svenuto” dicevano, uno debole, mi definivano. 
Ma ben presto li feci ricredere, iniziai ad essere “Damon il distruttore”, così mi chiamavano tutti dopo che ebbi praticamente distrutto chiunque si mise sul mio cammino o osasse sfidarmi.

Però, l’unica cosa che davvero mi importava era ritrovare quella ragazza ed ucciderla, così nulla avrebbe potuto rendermi debole.

Poi di nuovo lei, era impossibile non riconoscerla, che ingenua era stata ad entrare nella tana del lupo.

Quando avevo quasi perso le speranze e credere di poterla trovare era impossibile, eccola lì che mi si para davanti, travestita da demone credendo che io non la riconoscessi, ma avevo visto quel volto per troppi anni per potermelo dimenticare e addirittura confonderlo con quello di un demone.

Quel volto era stato il mio tormento per anni ed ora, avevo la possibilità di riscattarmi.

Volevo davvero ucciderla, ma c’era qualcosa in me che me lo impediva, perciò me la lasciai sfuggire e non solo, iniziai ad affezionarmi a lei, a volerle bene e… purtroppo ciò che quello stupido di un Dio mi aveva detto iniziò ad avverarsi.

La sua voce diventò il mio supplizio.

Ogni volta che stavo per fare qualcosa di male sentivo la sua voce che mi rimbombava nelle orecchie, dirmi che era sbagliato.

I suoi occhi furono il mio tormento.

Ogni volta che sbattevo le palpebre, quei due zaffiri si insinuavano prepotentemente nella mia testa guardandomi con aria di rimprovero.

La sua bocca diventò la mia droga.

Ogni volta che lei parlava mi imbambolavo a guardare quelle labbra e mi sorprendevo a pensare come sarebbe bello baciarle.

Il suo corpo fu ben presto la mia estasi.

Sognavo ogni notte di poter anche solo sfiorare quella pelle liscia come seta.

Ed ora sono qui a piangere sul suo sangue, mi ero giurato che se non potevo ucciderla per lo meno l’avrei protetta e invece non sono riuscito a fare neanche quello.

Sono un buono a nulla.

Prendo la borsa e torno in ospedale.

La fortuna per una volta è dalla mia, la finestra della sua stanza è aperta e non c’è nessuno, così entro e poggio la tracolla sulla sedia accanto al lettino.

La guardo, è così bella anche quando dorme, mi avvicino alla sua fronte per poi stamparglici un bacio sopra, la guardo un altro po’ e sento la maniglia della porta abbassarsi.

Corro verso la finestra ed esco nascondendomi tra i rami degli alberi.

«E questa cos’è? -chiede l’infermiera guardandosi intorno- Prima non c’era.» afferma per poi correre dai medici

Cambio finestra e li osservo mentre guardano i documenti e poi chiamano qualcuno.

Poco tempo dopo un ragazzo biondo entra correndo nell’ospedale.

«Dov’è?!» sbraita facendo sobbalzare ogni persona in quel posto

«Mi scusi, chi cerca?» gli chiede un medico avvicinandosi a lui

«Mi avete chiamato dicendomi che mia sorella ha subito un incidente ed ora si trova qui. Come sta? Dov’è? Cosa le è successo?!» si agita alzando sempre più la voce

«Lei è Niall?» domanda il medico capendo di chi si tratta mentre il ragazzo annuisce

Mi ricorda tanto Angel, ha i suoi stessi occhi.

Che sia… suo fratello?

Ora ricordo, era presente anche lui alla festa.

«Bhe, vede… come spiegarglielo? Abbiamo trovato il corpo di sua sorella davanti la porta dell’ospedale.» cerca di restare il più calmo possibile il medico

«Ed ora come sta?» spalanca gli occhi il biondo agitandosi sempre di più

«E’ in coma farmacologico, ha un enorme taglio sul collo, provocato da un coltellino svizzero credo.» confessa infine il dottore abbassando lo sguardo

«Chi è stato? Chi le ha fatto questo? Perché?!» urla come un forsennato il ragazzo gesticolando per poi lasciarsi cadere con le ginocchia a terra e singhiozzare violentemente.

Dopo essersi calmato i dottori lo accompagnano in camera di Angel.

Si siede accanto a lei parlandole e raccontandole tutte le loro avventure fino a tardi, poi si addormenta accanto a lei, con ancora la mano di lei stretta nelle sue.

Io non ci riesco a dormire, la osservo fino all’alba per poi andare a casa, farmi una doccia fredda, fare i miei bisogni, vestirmi e tornare da lei.

Vedo che con lei non c’è nessuno, così ne approfitto ed entro dandole il buongiorno.
Non andrò a scuola, non mi va di lasciarla sola.

Sto con lei finché qualcuno non sta per entrare, poi mi rimetto al mio solito posto sull’albero.

Il primo ad entrare è un ragazzo dai capelli biondo scuro e gli occhi blu, seguito da un ragazzo da Harry e infine suo fratello.

«Chi è stato a ridurla così?» chiede il primo per poi iniziare a piangere

«Louis, non lo so, ma lo scoprirò.» afferma Niall riferendosi a quest’ultimo

«Giuro che chiunque sia stato la pagherà cara.» stringe i pugni Harry

Anche lui sembra tenere molto a lei e la cosa mi dà fastidio.

Non che io sia geloso, ma lei è solo mia.

La giornata passa lentamente, il tempo sembra non finire mai.

L’indomani faccio la stessa cosa del giorno precedente.

Sto lì fino all’alba poi vado a casa, mi lavo, mi vesto però al contrario del giorno prima questa volta vado a scuola.

Non perché mi sia dimenticato di lei, ma perché voglio continuare ad allenarmi così da far sì che ciò non accada più.

Io devo proteggerla.

  
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