Tutto ciò che conta
Tutto ciò che riesce a sentire in quel momento – tutto ciò che conta, che è importante, è vicino – è il respiro irregolare di Nagisa che inspira sempre troppo forte come se non gli bastasse mai l'aria attorno a sé ed espira quasi fosse una liberazione. Espira sul sul collo, per la precisione, il fiato caldo che gli accarezza la pelle, e inspira il suo profumo, il suo essere e la sua fidata razionalità. La logica del mondo scompare al ritmo del petto di Nagisa, che si alza e si abbassa e su cui Rei poggia la testa rapito. È la prima volta che sente qualcuno così vicino e non è solo una questione di corpi nudi, di mani intrecciate e di rossori che si mischiano, ma è il fatto che Rei non vorrebbe nessun altro all'infuori di Nagisa che lo scuote internamente e gli fa girare la testa. È un pensiero che lo imbarazza, come d'altronde lo imbarazzano gli occhi di Nagisa fissi nei suoi, o le sue labbra che non smettono di muoversi – per respirare e per ripetere il suo nome -, o i fianchi ossuti che lo cercano e il sudore che scende sulla schiena. È un momento imbarazzante, eppure Rei vorrebbe viverlo per sempre.
«Rei-chan, non pensare!» gli dice Nagisa spostandosi un po' di lato per vederlo meglio, ma in realtà sa che è del tutto inutile dirglielo, perché Rei non può fare a meno di pensare – e di arrossire mentre cerca di chiedergli scusa, cosa che lo fa ridere e impazzire perché Rei chiede scusa troppo spesso.
«Sc-scusa...» lo sente infatti replicare mentre cerca di nascondersi fra le sue braccia, ma dal modo in cui lo stringe, chiude gli occhi e gli bacia le spalle, Nagisa capisce che sì, è vero, Rei non può fare a meno di pensare, ma in quel momento il suo unico pensiero, tutto ciò che conta, che è importante, è vicino, è soltanto lui.