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Autore: sweetmartini    22/07/2014    2 recensioni
Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare il principe era viziato, egoista e cattivo.
Accadde però che una notte di inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente. Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò. Ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore.
Storia basata sul film disney La Bella e La Bestia
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The Cook and the Beast




“Che stai leggendo?”
Da quando Zoro aveva donato la biblioteca a Sanji, il biondo non faceva altro che stare la maggior parte del tempo chiuso fra quella quattro mura con il naso immerso fra quelle pagine ingiallite dal tempo.  Non che il padrone di casa fosse infelice che l’altro avesse trovato un nuovo passatempo ma la cosa stava iniziando ad irritarlo un po’, si sentiva. . . trascurato.
Zoro non ottenendo l’attenzione si schiarì la gola per rifare la domanda, ma si fermò quando Sanji riemerse dal libro con uno sguardo scocciato.
“Si?”
Zoro si sentì le mani prudere e lo guardò stralunato, lo stava prendendo in giro?  Pensò mentre si avvinava al cuoco che era seduto comodamente sul divano davanti al camino.
“Ti avevo fatto una domanda.”  Lo guardò severamente, odiava essere ignorato, soprattutto da quello stupido cuoco che gli sorrise sbilenco.
“Oh scusami, non mi ero accorto che fossi arrivato,” disse con un tono che Zoro aveva imparato ad interpretare come ironico e canzonatorio. Senza tanti complimenti la bestia spostò sgarbatamente le gambe lunghe di Sanji distese sul divano prendendovi posto rudemente.
“Ehy potevi essere più delicato,” mormorò Sanji che non aveva gradito essere spodestato in quel modo, “sei proprio un buzzurro.”
“Oh scusami,” esulò Zoro con lo stesso tono che il cuoco aveva usato prima, “non mi ero accorto che fossi così fragile, la prossima volta sarò più gentile."
Sanji a quelle parole borbottò qualcosa che Zoro non riuscì ad interpretare, sicuramente doveva essere qualche insulto.
“Quindi cosa stavi leggendo?” ridomandò. Sanji lo guardò inquisitorio cercando di capire se l’’altro stesse scherzando, prima d’allora Zoro non si era mai interessamento a qualsiasi tomo di quella biblioteca. Senza rispondere passò il libro alla bestia che tentennando lo prese fra le mani leggendo la copertina.
“One Piece” lesse ad alta voce Zoro, sfogliando casualmente alcune pagine, cercando di catturarne il contenuto.
“Parla di un giovane pirata che parte all’avventura, alla ricerca di un leggendario tesoro”  gli sintetizzò Sanji.
“Sembra pesante” mormorò Zoro guardando quanto fosse grosso il libro, lui ci avrebbe messo minimo un secolo a leggerlo, senza contare le pause pisolino.
“No anzi,” rispose il cuoco con voce entusiasta. “E’ molto divertente, adesso sono arrivato al reclutamento del terzo compagno.”
Sanji ridacchiò poi fra sé, quel personaggio con le sue bugie gli ricordava un certo amico di sua conoscenza.
Zoro all’entusiasmo dell’altro gli passò il libro facendo un piccolo sorriso. “Visto che sembra interessante, lo leggeresti anche per me?”
Il cuoco sbatté le palpebre sorpreso da quella richiesta. “Vuoi che legga per te?” chiese sedendosi compostamente, ok ora sicuramente c’era qualcosa che non andava. Zoro impercettibilmente annuì e imbarazzato stava per allontanarsi ma Sanji dopo un attimo di turbamento lo fermò per un braccio ridacchiando.
“Ok, ma non riprendo dall’inizio!” esclamò il cuoco, sorridendo genuinamente si appoggiò sulla spalla della bestia e iniziò a leggere da dove si era fermato. Zoro si rilassò a sua volta e senza accorgersene chiuse gli occhi facendosi cullare dalla voce di Sanji che gli narrava di posti esotici e di terre lontane. E fu in quel momento che si rese conto che non avrebbe mai potuto fare a meno di quella voce, di quella persona. Se Sanji non fosse stato così assorto nella lettura si sarebbe accorto dallo sguardo caldo e del sorriso morbido che gli stava rivolgendo il padrone di casa.
Già. . . Non avrebbe mai potuto fare a meno del suo cuoco.
A quel pensiero il cuore di Zoro perse un battito e gli occhi gli si spalancarono come due biglie, da quando aveva iniziato a lasciarsi andare in quel modo? Da quando sorrideva come un idiota a quella testa gialla? E perché la mano stava iniziando a sudargli nel tentavo di allentare il collo della maglietta, troppo stretta in quel momento?
“Inutile negarlo ti sei innamo-“
Non volendo far finire la frase a quella vocina sadica nella sua testa, Zoro si alzò di colpo dal divano prendendo di sprovvista Sanji che cadde sul cuscino come un sacco di patate. “Si può sapere che ti prende?!” chiese aspro quello che lo guardò prima sorpreso dopodiché arrabbiato.
“Mi sono ricordato di una cosa,” rispose Zoro evasivo, dandogli le spalle per paura di far trapelare qualcosa dal suo sguardo.
“Sbaglio o uno spadaccino non dà mai le spalle?” gli arrivò in sussurrò la stessa vocina di prima.
Sta zitto!” rispose Zoro che a quel punto si rese conto che stava per diventare veramente pazzo.
“Ci vediamo!” affermò di fretta uscendo dalla stanza, non prima di aver preso tra i piedi un pouf e aver dato una imprecazione.
Sanji, rimasto solo, guardò la porta chiusa strabuzzando gli occhi. Ho fatto qualcosa che non va?  Si chiese turbato dal strano
comportamento di Zoro, era come se fosse appena scappato da lui. . . Ma non è da Zoro scappare, giusto? E per cosa poi?
Sospirando il cuoco chiuse il libro e lo posò sul tavolo accanto, preso ormai da altri pensieri che includevano un certo bestione dal temperamento bipolare. Un attimo prima stava rilassato accanto a lui e un attimo dopo corre via come una scheggia, senza ragione.
Non gli era sembrato arrabbiato, quindi cosa lo aveva fatto andare via in quel modo? Non sapendo che risposta darsi, Sanji scosse la testa sconsolato.
Inutile tanto non avrebbe mai compreso quel Marimo. . .
Appena credeva di aver capito cosa gli passasse per quella zucca, ecco che quello gli rimescolava le carte in tavola mettendogli ancora più confusione in testa. A quel pensiero il cuore gli si strinse leggermente.
“Chi se ne frega di cosa gli passa per il cervello!” esclamò ad alta voce ignorando che qualcuno avrebbe potuto sentirlo.
“Tanto non mi interessa niente di lui” continuò avvicinando le ginocchia al petto, rannicchiandosi inconsciamente. 
“Niente di niente.” Peccato che anche se continuava a dirsi così qualcosa che gli bruciava in petto gli diceva esattamente il contrario.
Ok, forse non è proprio così, ammise un po’ a sé stesso accedendo una sigaretta, si era ripromesso di non fumare in biblioteca ma quella era una situazione di massima emergenza! E poi la sigaretta lo avrebbe aiutato a riflettere meglio su cosa fosse successo fra lui e Zor- STOP! Fra me e Zoro non è successo niente! E’ Zoro quello strano! Si disse alzandosi di colpo dal divano come aveva fatto esattamente prima Zoro, a quella realizzazione il suo cuore iniziò a battergli più veloce.
“Merda. . .”  Cosa diavolo mi sta succedendo?
Con la sigaretta in bocca, Sanji si avvicinò alla finestra appoggiando la fronte sul vetro freddo, nella speranza che lo avesse aiutato a calmarsi, non era da lui agitarsi in quel modo.
“Sanji-san, tutto bene?” La teiera entrò calma in biblioteca, rompendo il silenzio che si era venuto a creare. Staccandosi dalla finestra Sanji si voltò stanco verso Robin che ora stava ai suoi piedi, guardandolo preoccupata.
“Tranquilla, ho solo un po’ di mal di testa” disse Sanji con voce ferma cercando di giustificare la sua precedente azione, infondo non era lontano della verità, in quel minuto si sentiva la mente in frantumi.
“Lo vedo” affermò Robin servendogli nel mentre una tazza di tè nero, il suo preferito. “Vuoi parlarne?”
Sanji la guardò esausto, cercando di farle capire che non era esattamente dell’umore giusto per parlare ma Robin non si mosse, osservandolo con i suoi occhi imperscrutabili.
“Ok” sospirò sconfitto. “Ma non so esattamente cosa dirti.”
“Perché non cominciamo dall’inizio?”
Nami non appena varcò le porte della stanza sorrise soddisfatta osservando la grande sala da ballo con occhi luccicanti. Che dire Marco insieme agli altri aveva fatto un ottimo lavoro.
“Allora soddisfatta?” gli domandò il candelabro affiancandola. “Tutto perfetto,” affermò l’orologio, guardando poi di traverso il collega.
“Non grazie a te però,” lo beccò, ricordando di come lo spolverino si fosse lamentato del candelabro che più che aiutare aveva fatto più casini interrompendo di continuo il suo lavoro.
Ace sorrise malizioso. “Sai, dovresti provare a rilassarti,” l’ammonì lanciando un occhiata significativa a Rufy che poco lontano giocava a rincorrersi con Chopper. “Come fa lui.” Seguendo lo sguardo del candelabro, Nami strizzò gli occhi furiosa.
“Ehy voi due, smettetela! Così lascerete gli aloni sul pavimento!” esclamò l'orologio raggiungendo i due oggetti animati che non appena la avvistarono scapparono dalla sala terrorizzati con lei alle calcagna. Ace ghignò soddisfatto fra sé.
Anche questa volta ramanzina evitata!
“Dovresti parlarne con Padron Zoro.”
Sanji aggrottò la fronte a quelle parole, aveva perso un ora a raccontare tutto il suo turbamento (?) alla teiera e l’unico consiglio che quella le dava era questo?
“So che può sembrarti stupido, ma sono sicura che una bella chiacchierata risolverà tutti i vostri problemi.”
E i nostri. Pensò pure Robin, sorridendo però affabile verso il cuoco che non la guardava convinto.
“Ne sei sicura?”
Non era da Sanji dubitare di un consiglio di una del gentil sesso, ma quella non gli sembrava esattamente una grande idea. Non era da lui aprirsi in quel modo, era già tanto che avesse raccontato tutto a Robin.
“Si fidi di me, Sanji-san. Andrà tutto bene” esulò la teiera dicendo poi maliziosamente, “magari parlarne durante la festa di stasera
sarebbe perfetto.”
Sanji inarcò un sopracciglio confuso. “Quale festa?!”

 

 
 
 






Ciao a tutti! Innanzitutto mi dispiace di essere sparita come Sanji and co ma purtroppo fra i vari impegni
non ho avuto tempo per le ff e in più questo capitolo è stato molto più indigesto rispetto ad altri. . .
Non posso promettervi che aggiornerò presto (anche perché per ora non ho una rete fissa)
ma vi assicurò che questa storia non rimarrà incompleta.
Ce la metterò tutta nel non perdere più tutto questo tempo!
 
Adesso vi lasciò con una piccola anticipazione ^^
 

“Be che c’è?” domandò l’armadio porgendogli ancora la camicia. “Non la trovi super?!”
“No per nulla,” rispose Sanji mettendola di lato, di certo per una serata speciale non si sarebbe messo dei vestiti che forse a malapena avrebbe indossato in spiaggia.
 
Alla prossima! :)


Sweetmartini
 


 
 
  
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