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Autore: Midnight the mad    22/07/2014    2 recensioni
Un vecchio diario trovato per caso, una pagina che racconta una storia di cui non c'è memoria.
Un segreto che centinaia di persone proteggerebbero con la vita, e che altrettante sarebbero disposte a rubare allo stesso prezzo.
Una scelta sbagliata, un potere perduto.
Come puoi scegliere da che parte stare?
E, soprattutto, come puoi essere certo di stare facendo la cosa giusta, se sai di non poterti fidare neanche di te stesso?
"Lo guardai. - Credo che tu non pensi davvero quello che stai dicendo. -
- E come fai a saperlo? Sai che non ho mentito. -
- Sì, ma so anche che non l'hai fatto neanche prima. Non hai mentito, quando hai detto che mi amavi. -"
"- Per proteggere te. E' per questo che l'ho fatto, dannazione! -
- Ah, davvero? Secondo me non è la verità. Secondo me l'hai fatto solo per proteggere te stesso, la tua felicità. Non ti è mai importati di quello che ne sarebbe stato di me. -
- Loro volevano ucciderti. - sussurrò, gli occhi lucidi.
- Anche tu mi hai uccisa. Non sono più io, questa, accidenti! Come fai a non rendertene conto? -"
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PERCHE’
Urlai. Non riuscii a impedirmelo. Diedi uno strattone cercando di liberarmi, dimenticandomi che eravamo sospesi a mezz’aria, ma lui mi tenne stretta. Continuò a sbattere le ali, enormi e così bianche da fare male agli occhi, fino a quando non riuscì ad allontanarsi abbastanza dalla torre. Poi planò dolcemente fino ad atterrare, e solo allora mi mise giù.
Io cercai di indietreggiare, in preda al panico. Che ci faceva lui lì? Perché mi aveva...
Mi sentii paralizzata quando incrociai il suo sguardo, quell’unico occhio serio. Nel dipinto non si poteva vedere, ma adesso mi resi conto che l’iride sembrava fatta di fuoco ardente, che scintillava e sfumava dal giallo all’arancio e poi al rosso, senza stare mai fermo un attimo.
Ingoiai aria.
- Complimenti. – disse lui, all’improvviso, la voce fredda come il ghiaccio.
Io lo guardai. Che cosa voleva da me?
- Perché? – domandai.
- Per il conduttore. –
- Non intendo quello. Intendo... perché mi hai salvata? –
Lui mi fissò, lo sguardo ancora più freddo, e non rispose.
- Il Paradiso è aperto? Perché sei solo? Che cazzo sta succedendo? – mi ritrovai a urlare.
Mormorò qualcosa a mezza voce. Qualcosa che non capii. Poi aprì la bocca di nuovo come per parlare, ma una voce lo interruppe. – Samael, stai lontano da lei! –
Io mi voltai. Lucifero era in piedi all’imbocco di un vicolo, le ali spiegate e il fiato corto. Aveva la sua spada in mano. Io guardai l’altro angelo. Samael? Ma Samael non era uno dei nomi di Lucifero?
- Lucifero... –
- Stai indietro! Prova ad attaccare e io ti ammazzo, ti giuro che ti ammazzo! – Era furioso. Non l’avevo mai visto così, neanche quando Mike aveva rischiato di morire. La sua spada sembrava incandescente, e anche l’aria si stava scaldando. Capii che, se non fosse stato per il Giuramento, avrebbe già ucciso Samael. O almeno ci avrebbe provato.
- Lucifero, per favore... –
- Che cosa ci fai qui? – ringhiò lui, interrompendolo. – Che senso ha tutto questo? Perché? –
- Se solo mi lasciassi il tempo di spiegarti... –
Lucifero lanciò la spada. Quella volò verso Samael, ma un attimo prima di toccarlo prese fuoco e creò una sfera di fiamme attorno a lui, per poi tornare indietro.
Io guardai Lucifero. Ma come...
- Tu avevi detto fare del male. – sibilò. – Non imprigionare. E decisamente la situazione è molto più sicura con lui imprigionato. – Si avvicinò alla sfera di fuoco. Samael era a malapena visibile tra le fiamme. – Apri l’Inferno. – gli urlò. – Adesso! –
Una voragine si aprì a pochi metri da noi. Lucifero mosse una mano e la sfera fu scaraventata lì dentro. Lui la seguì. – Tu resta qui. Nasconditi. Tornerò a prenderti. – disse, rivolto a me.
Un attimo prima che la voragine si chiudesse, però, io mi infilai dentro dietro di loro.
-
L’Inferno sembrava impazzito, non l’avevo mai visto così. C’erano fiamme ovunque, altissime e ruggenti. E, soprattutto, non riuscivo a vedere né Lucifero né Samael da nessuna parte.
Rimasi immobile per un secondo senza sapere cosa fare. Se erano risaliti – e probabilmente l’avevano fatto – sarebbero potuti essere letteralmente ovunque.
Ma io non avevo intenzione di permettere che si ammazzassero a vicenda. Stava succedendo qualcosa, e io avrei capito cosa.
Solo, adesso dovevo capire come uscire da lì.
Camminai per qualche minuto, con la sola impressione di perdermi ancora di più. Non sapevo neanche come riaprire l’Inferno per uscire. Cosa dovevo fare?
All’improvviso mi venne in mente l’unica possibilità che avevo. E un attimo dopo mi resi conto di cosa avrebbe comportato sfruttare quella possibilità. Lui avrebbe sofferto, e non c’era neanche Lucifero a farlo cadere di nuovo nel sonno.
Ma in qualche modo dovevo evitare che quei due si ammazzassero a vicenda. Sperai che Jo capisse.
Non feci neanche in tempo a chiamarlo che lui mi apparve davanti. I suoi occhi erano pieni di dolore, ma anche determinati. – Al lago. – mormorò. – Sono al lago di Waterfire. –
- Cosa sta succedendo? – domandai. – Perché Samael mi ha salvata? Che... –
- Samael è il nome che gli ha dato Lucifero. – disse Jo, rispondendo alla domanda che non avevo fatto per non fargli perdere tempo. – Quando hanno combattuto lui... ha restituito quel nome a Lucifero, per così dire. E Samael ti ha salvata perché voleva salvarti. Non voleva che tu morissi. – Iniziò a tremargli la voce.
- E perché no? – chiesi. – Perché non avrebbe dovuto volermi morta? –
- Perché tu sei innocente. E perché lui... – Mi prese le mani. – Eva, Samael vuole fermare questa guerra. Ha capito che è l’unica possibilità che ha. Combattere contro Lucifero sarebbe stata una strage per entrambe le fazioni. Non può permettersi di far combattere gli angeli al suo fianco perché verrebbero distrutti e non può lasciare i mezzi umani a difendersi da soli da Lucifero. –
- Quindi quella sarebbe dovuta essere una specie di... azione diplomatica? –
- Non sarebbe dovuta andare così. Samael sarebbe sceso in modo più sicuro dal Paradiso, ma poi tu sei caduta dalla torre. E non ha voluto lasciarti morire. Ti ho già detto perché. Crede che tu sia innocente, e lo sei. Sa che volevi fare la stessa cosa che vuole fare lui. E sa anche che sei l’unica capace di far ragionare Lucifero. Ed è quello che devi... – Si bloccò, serrando la mascella, in preda a uno spasmo. - ...fare. Eva, se uno dei due muore questo mondo crollerà. Non ci sarà più niente a bilanciare la forza dell’altro, e tutto questo andrà in pezzi. Eva, tu devi impedire che succeda. –
- Lucifero non può attaccarlo. Giusto? –
- Eva, i Giuramenti sono interpretabili in migliaia di modi. Lucifero è così infuriato che interpreterà qualsiasi cosa come “attacco”, e appena succederà si sentirà autorizzato a combattere. E lo farà. Samael gli ha distrutto la vita. Ma tu non puoi permettere che uno dei due muoia. Richiama la parete dell’Inferno e si aprirà. Poi vai. – Dalle labbra gli uscì un grido strozzato mentre cadeva in ginocchio. – Eva, vai! Devi fermarli subito! – Gridò di nuovo. E ancora. Crollò sdraiato per terra, la testa tra le mani. Mi puntò addosso gli occhi, occhi impazziti, fuori fuoco. – Fallo smettere! – urlò. – Eva, ti prego, fallo smettere! – Stava piangendo, singhiozzava convulsamente. Io lo presi tra le braccia. Non avevo idea di come fare. Mi sentivo una totale incapace. Sapevo di dover andare, ma non potevo lasciarlo lì. Semplicemente non ci riuscivo.
Mike... Mike, ti prego, aiutami... pensai, disperata. Magari lui avrebbe potuto fare qualcosa. Era il figlio di Lucifero, no? E se Lucifero era stato capace di...
Ci fu un risucchio nell’aria e all’improvviso un buco si aprì sopra la mia testa. Un attimo dopo Mike atterrò accanto a me. Quando lo vidi mi spaventai. Era quasi completamente coperto di sangue, pallidissimo e tremava. Guardò me, poi Jo. Non fece domande. Gli appoggiò le mani sulle tempie e chiuse gli occhi, il viso che si accartocciava in una smorfia di dolore. Un attimo dopo, Jo sembrò addormentarsi.
Mike sollevò la testa. Aveva il fiatone.
- Dobbiamo andare. – mormorai. Non sapevo cosa avremmo potuto fare. Eravamo entrambi esausti e ci saremmo trovati davanti a due angeli. Due angeli veri, divisi da un odio durato millenni.
- E allora andiamo. – sussurrò Mike. Tese una mano verso l’alto e un foro si aprì nel soffitto che sembrava fatto di ombre pure e cupe. Mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio, un bacio che sapeva di cenere, di sangue e di paura. Io mi strinsi a lui.
E poi saltammo.

Salve a tutti! :) Capitolo corto ma (spero) intenso... Vi scrivo per informarvi che ho iniziato una storiella fantasy, si chiama "L'Illusionista", nel caso potesse interessarvi. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)
  
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