Capitolo
1°
LOGIN
Erano le otto del
mattino, quando l’ancora assopito Nate, calò la mano sul suo cellulare, per
spegnere quell’odiosissima sveglia, un ring acuto che gli perforava i timpani,
come quell’inutile auto che si metteva a sbraitare nel cuore della notte,
perché qualcuno provava inutilmente ad aprirla.
Si alzò dal letto,
Nettie si era già rigirata per provare a recuperare qualche altro minuto di
sonno, prima che anche la sua sveglia, presa da invidia per quella del consorte,
si mettesse a emettere acuti. Nate dopo essere stato in bagno, tornò in quella
che era la sua camera da letto matrimoniale, da sei mesi a questa parte, la
vita di coppia non è proprio quella che fa per un informatico, ma Nettie era la
sua anima gemella, la sua porta USB se vogliamo dirla in un eufemismo
informatico.
Prese il telefono
e schiacciò il tasto centrale, per notare quello che già conosceva, ma aveva
voluto controllare lo stesso sperando che quello che aveva visto la sera prima
al calendario, fosse solo un’allucinazione dettata da Morfeo. No, purtroppo,
era proprio il 31 Dicembre 2019, erano passati vent’anni da quel fatidico
problema che si era divertito a risolvere, il “Millennium Bug” l’avevano
chiamato, lo ricordava ancora, lo aveva risolto alla sua banca di fiducia, al
medico e a tutti i conoscenti che si erano da poco avvicinati allo splendido
mondo del web.
Era felice a
Capodanno, non quella volta però, era il primo anno che non lo passava con gli
amici, era sempre la stessa storia: cena e giochi innocenti fino allo scoccare
della mezzanotte dopo una sbronza da millennio, se vogliamo usare un secondo
eufemismo.
L’occhio gli cadde
sul modem, era a fibra ottica, ogni mese era il doppio di quello che pagava con
un normale modem, ma con la fibra ottica, poteva entrare in rete, con la
velocità di un falco che ghermisce il suo simpaticissimo topolino per usarlo
come spuntino. Nettie aveva detto che era una spesa inutile, non ne valeva la
pena di comprare un modem così costoso e spendere il doppio al mese, ma a lui
andava bene così e poi la bolletta fino a prova contraria era di sua
competenza. Non aveva mai dato problemi, anche perché si doveva solo permettere
visto quello che pagava, ma quella mattina, la linea andava e veniva, crollò quando
si interruppe durante l’invio di un e-mail ad un collega, uscì fuori a fumare e
notò delle scintille sul palo del telefono, doveva esserci un filo scoperto e
quei fulmini a pochi kilometri non giovavano a suo favore.
Aveva trovato la
fonte del problema, ma non poteva risolverlo, gli serviva un esperto, decise di
chiamare il municipio, che lo indirizzò al centralino della centrale elettrica
che a sua volta affermò fosse di competenza del comune avvisarla e non suo e
quindi si rifiutò di anche solo venire a controllare.
Quando rientrò in
casa, ormai innervosito dalla pessima burocrazia dove era costretto a vivere e
lavorare, Nettie si era alzata, aspettò che venisse in cucina a fare colazione
per informarla del problema, che ha detta personale a Nettie importava quanto
la notizia di un tizio investito a New York, cosa che per la cronaca succede
ogni mezz’ora circa.
-Non funziona la
linea!- proruppe
-Te l’avevo detto
che sarebbe stato inutile cambiare modem-
-Ah non dire
fesserie Nettie, sai bene che non è così-
-Puoi
aggiustarlo?-
-E’ un problema
della corrente elettrica, no che non posso-
Non ebbe risposta
questa volta, Nettie si limito a fissare, il caffe che usciva dal beccuccio in
plastica della sua caraffa e a vederlo scivolare, come un fiume in piena nella
tazza a fiori.
-Per oggi, non
entrerai in rete- Nettie si sbagliava, lo avrebbe fatto, eccome se sarebbe
“entrato”, avrebbe fatto il “login” della sua stessa vita. Dopo colazione,
Nettie uscì a fare la spesa per la loro ultima cena dell’anno, al solo pensiero
Nate doveva mandare giù un leggerissimo conato.
Erano circa le nove
e trenta quando un idea passò nella sua mente, poteva far funzionare la rete
internet, poteva riuscire a collegarsi e lo avrebbe fatto. Suo padre era un
elettricista, conosceva le basi, certo, ma non era un esperto, taglio a metà il
cavo della fibra, inizio a sfilare dalla guaina i sottili filamenti vetrosi,
con una mano ferma e delicata, li attorcigliò creando un unico filamento,
ripeté il procedimento dall’altro capo del cavo per poi effettuare il:
-Contatto-
urlacchiò istericamente collegando il cavo ad un vecchio trasformatore
recuperato in soffitta. La fortuna (o sfortuna) volle che in quell’istante, un
fulmine che si era allontanato dal gruppo, scagliò la sua portata sul cavo
scoperto del palo della luce, un millesimo prima dell’urletto di Nate. Niente
di grave se non che, come detto era fibra ottica, veloce come un falco, con la
stessa velocità, partendo dalle dita, Nate fu trasportato all’interno di quei
filamenti vetrosi, diventava sempre più simile al prodotto di una stampante 3D, fino ad avere due dimensioni e infine a smaterializzarsi in minuscoli
pixel, come una qualsiasi immagine.
Ai suoi occhi
apparve una scritta, che aveva letto e usato migliaia di volte:
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To be Continued