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Autore: New Animorph    07/01/2005    1 recensioni
Sono passati centinaia d'anni da quando gli Animorphs salvarono il mondo, ma non tutto finì allora
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo-Gàbriel


PROLOGO

Mi presento, il mio nome è Gàbriel.
Il mio cognome non è necessario, potete ascoltarmi anche senza sapere queste piccolezze vero? Perchè ciò che sto per raccontarvi, che ci crediate o no, è tutto vero...dalla prima all'ultima lettera, purtroppo.
Tutto è iniziato in un giorno d'autunno...

_Eevar, vieni qui Eevar...dai, non farti pregare! Devo docciarti, bello...
Eevar scartò di lato sbuffando in direzione del ragazzo.
_Sì, lo so che fa freddo e non hai voglia di bagnarti! Prometto che dopo ti asciugo subito, ok?- terminò con voce suadente il ragazzo mentre raccoglieva in una coda i suoi lunghi e biondi capelli ricci.
Lo stallone nitrì forte e si allontanò dal ragazzo sorridente che, con il secchio pieno d'acqua tiepida e la spugna in mano, stava entrando nel recinto dei tre cavalli.
_Ehy, di casa! C'è nessuno?
"Ma chi è questo? Chi potrebbe mai venirmi a trovare?"pensò il ragazzo appoggiando da una parte 'gli attrezzi', diede una pacca al cavallo e aggirando la piccola casa in legno si portò all'entrata.
Un uomo di mezz'età, con capelli scuri, lenti a specchio e vestito da agente dell'FBI, aveva parcheggiato una macchina nera e lucente di ultima generazione sul suo vialetto di sassi ed ora se ne stava di fronte alla porta con espressione leggermente contrariata.
Appena lo vide arrivare rimase un po' perplesso. Ciò che gli si era presentato di fronte era un ragazzo dall'aspetto efebico...sembrava davvero una ragazza con i suoi lunghi capelli ricci di un colore biondo chiaro, gli occhi di un azzurro davvero intenso e la carnagione pallida. Il fisico magro e longilineo era coperto da una larga camicia a scacchi bianchi e marroni, un paio di pantaloni in pelle scamosciata sempre marroni e degli stivali da cowboy. Nel complesso non sembrava affatto un ragazzo dell'anno 3004, bensì una ragazza dei tempi antichi, di quelle che ormai si vedevano solo nei film.
No, non poteva essere lei il ragazzo che avevano mandato a prelevare. Decisamente
Rapidamente lo squadrò dall'alto in basso e gli fece:
_Scusami ragazza, sto cercando un certo Gàbriel. E' in casa?- chiese con un briciolo di gentilezza.
Il ragazzo sbuffò.
_In persona. Lei è, se posso saperlo?- rispose tranquillamente.
_Oh, e così tu saresti Gàbriel...-rimase in silenzio un momento squadrandolo nuovamente e assumendo un tono piuttosto aspro- Sono una persona che ti doveva parlare già da qualche tempo. Entriamo?
Quel tizio come prima impressione non stava affatto simpatico al ragazzo biondo, ma quest'ultimo fece buon viso a cattiva sorte, come al solito.
_Non mi sembra il caso. Ditemi pure, vi sto ascoltando.- rispose pacatamente.
_Non prendermi in giro ragazzino, si tratta di una cosa importante e non posso certo spiegartela qui, in mezzo ad un prato!- sbottò l'uomo elegante perdendo la pazienza.
A questo punto fu Gàbriel a squadrarlo attentamente, poi fissandolo dritto negli occhi aggiunse, glaciale:
_Prego allora...-e aprì la porta di abete entrando in casa, subito seguito dall'altro.
L'uomo si guardo attorno, l'interno assomigliava di più ad una povera baita di montagna che ad una casa decente, a suo parere era stata solo 'pietosamente' risistemata in modo da renderla 'vagamente' abitabile.
_Una sola stanza?-commentò alzando un sopracciglio.
_La trovo più che sufficiente. Ditemi dunque.-tagliò corto il ragazzo.
_Si tratta di una storia lunga. Io ti conosco, Gàbriel, così come conoscevo molto bene tuo padre e anche tua madre. Mi è spiaciuto molto per la loro dipartita, ma adesso è giunto il momento che parli direttamente con te.
Gàbriel era confuso, ma non disse nulla e rimase impassibile per ascoltare il resto dello stravagante discorso dello sconosciuto, anche se la sua antipatia si era acuita dal modo in cui aveva parlato della morte dei suoi genitori...come se se lo fossero meritato.
_Vedi Gàbriel, quando sei nato abbiamo scoperto da alcuni esami che tu possiedi nel DNA il potere della metamorfosi. Sai di cosa si tratta, vero?
_L'ho studiato a scuola. E non vedo come potrei possederlo, che io sappia non ho antenati nè parenti dotati dello stesso potere.-obbiettò lui.
_Appunto: 'che tu sappia'. Solo che non si tratta semplicemente del potere della metamorfosi, ma di un qualcosa più amplificato, con meno limiti e più possibilità, non so se mi spiego. Ti verrà spiegato tutto alla base probabilmente, ma ora è top-secret. Sappi comunque che non sei l'unico ragazzo in possesso di questa facoltà, vi stiamo cercando e riunendo tutti perchè c'è bisogno di voi. Ora sbrigati, mettiti un vestito pulito e sali in macchina. Ho l'ordine di scortarti personalmente alla base.
_Piano, piano. Andiamo con ordine. Prima di tutto chi mi assicura che lei non abbia scopi malvagi su di me? Secondo: come fa lei a conoscermi e a conoscere la mia famiglia, ci avete forse spiato? E poi chi siete voi?Un'organizzazione governativa? O criminale?E se io la seguirò, come lei mi sta diciamo 'ordinando', chi si prenderà cura dei miei cavalli e degli altri miei animali?
Poco dopo Gàbriel sentì una puntura sul la nuca, come di un tafano e rapidamente poggiò la mano sulla parte dolorante, senza però scoprire alcun insetto nè alcun rigonfiamento. Abbassò la mano e riportò l'attenzione sull'uomo, in attesa di risposta.
_Troppe domande, ragazzo. Prima mi segui e prima troverai le risposte che tanto desideri.
_Temo di doverla informare che non mi muoverò da qui finchè non risponderà alle mie domande.-continuò il ragazzo imperturbabile dopo aver adocchiato il rigonfiamento sotto l'impeccabile giacca dell'uomo, sicuramente causato da un'arma.
Parlando si spostò con tutta tranquillità fino ad una specie di comodino posto vicino al letto, come se volesse solo controllare l'ora sulla sveglia...
Poi un atroce mal di testa e il buio calò tutto attorno a lui, prima ancora che si rendesse conto di cosa stava accadendo.
L'uomo sogghignò notando il ragazzo crollare a terra, la mano destra che stringeva convulsamente una pistola, si alzò e si avvicinò a lui.
_Oh, ma come hai capitolato in fretta piccolino! He he, simpatico l'oggettino che mi hanno lasciato sperimentare questa volta.-rise compiaciuto osservando un microscopico congegno ronzare impercettibilmente librandosi immobile nell'aria- Con la dose di sonnifero che ti abbiamo inniettato dormirai fino a domani...hahahaha, era proprio una dose da cavallo per te che sei così gracilino!
Così ridendo prese in braccio il ragazzo, stupendosi però che, nonostante la corporatura apparentemente esile, possedesse una muscolatura soda anche se non molto sviluppata.
_Ti sarai allenato con i tuoi cavalli probabilmente... Non c'è che dire, complimenti piccolino! Spero tanto non ti lascino mai solo alla base però, potresti avere più di qualche problema con i ragazzi del corpo militare, sai per via del tuo bel faccino...Hahahahaha! Questa è di sicuro la missione più facile e divertente che mi abbiano mai affidato!- rise continuando a schernirlo mentre si dirigeva alla macchina.
Lanciò un ultimo sguardo sprezzante agli animali, criticando la staccionata del recinto troppo bassa, e poi partì sgommando alla volta dell'area 51.

  
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