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Autore: mewlaila    04/09/2008    11 recensioni
una stanza cupa, un nuove "leone" ed un "agnello"... Riassunto: Una ragazza conosce Twilight, ama quel libro e soffre...i libri saranno sempre e solo libri, scritte nere su pagine biancastre. Scritte, parole, immagini che faranno sognare, ma che resteranno sempre li...un sogno irraggiungibile, almeno per quella ragazza. Poi la sua vita monotona cambia, troppo velocemente forse, così velocemente che la rimpiangerà per molto. Questa è la storia di un nuovo leone e di un nuovo agnello! E se la storia di Twilight prendesse vita e si ripetesse, magari proprio per te?! << la sua risata somigliava al tintinnio delle campanelle a vento, soave come la musica del miglior compositore... >>
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutte le cose hanno una fine, anche le più belle...ed eccomi qui a postare ilfinale di questa fan fiction! La cosa più bella però non è la mia storia, la cosa più bella è l'appoggio che mi avete dato!!! Non potrò mai ringraziarvi abbastanza mai e poi mai!! Siete state tutte gentilissime, tutte così care che ora quasi mi viene da piangere! Ora tutti i dubbi verranno risolti, ogni mistero sarà svelato! Spero che vi piaccia e che non vi deluda! Ringrazio ognuna di voi, tutte!! Perchè per voi può sembrare stupido, ma i vostri giudizzi mi riempiono il cuore di gioia! Quindi non mi dilungo, vi lascio al gran finale XD E colgo l'occasione per avvisare che questa ff avrà un seguito "The Vimpire and me II-quando passato e presente si mescolano" che posterò il prima possibile! Spero allora vi piaccia il mio finale e buona lettura a tutti!! Ed ancora un enorme ed immenso grazie!!!

 

La fine



Parla Ale

Imbarazzo e tensione impregnavano l'aria di quella piccola stanza, la nostra stanza. Scoprii appena il viso tra le mani e lui era ancora li contro la parete sorridente. Mi era sfuggito pensai e sorrisi. E ne fui rammaricata...lui mi sfuggiva sempre.
Ora però mi sentivo la testa scoppiare, dovevo fare qualcosa per non pensare a Wiliame tanto meno a Natalie. Qualcosa che mi desse il tempo di tornare in me stessa, ma soprattutto di non pensare a niente. Avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse occupata il tempo necessario per staccare un pò la spina. Mi sentivo davvero ad un passo dalla pazzia...
Intravidi sulla scrivania il mio diario. Forse era il caso di mettersi a studiare...c'era bisogno di una materia complessa che avrebbe occupato ogni mio neurone ed ogni cellula del mio corpo...
Ripensai al compito di storia...tracciare l'albero genealogico della propria famiglia, andando indietro nel tempo il più possibile.
Beh questa si che era un'idea! Potevo tenermi occupata tra antenati millenari e cose del genere. Certo gli occhi di Wiliam puntati su di me non mi aiutavano...quel sorriso dolce che aveva stampato sul viso mi faceva impazzire, sia in senso buono che cattivo. Sia perchè lo amavo, sia perchè odiavo la sofferenza che ne derivava...
In qualche modo riuscii ad ordinare alle mie gambe di muoversi, ma stare eretta sul pavimento era davvero un'impresa in quel momento. Mi sembrava di non aver mai camminato prima. La vicinanza con Wiliam mi aveva fatto tutt'altro che bene, le gambe mi tremavano ed il cuore era ancora in subullio...inoltre delle fitte mi attraversavo il petto segno tangibile della presenza di Natalie nella mia mente...
Io sarò il dubbio, che ti logorerà, che ti consumerà...il dubbio del tuo cuore...
Perchè proprio io...
Mi trascinai alla scrivani intenta a lasciarmi alle spalle tutto almeno per qualche ora, il tempo di tornare lucida. Lo sguardo di Wiliam mi seguiva ad ogni passo.
Aprii il diario, accesi il computer e mi immedesimai completamente nel ruolo della brava studentessa. Niente distrazioni e studio studio studio. In fondo...fuggire dalla realtà era sempre stato fin troppo semplice per me.
Wiliam senza dir niente e senza fare domande rimase li dov'era. Forse aveva capito il mio tentativo di staccare un pò...forse anche lui aveva bisogno di staccare un pò...
Ripensai al mio insulso tentativo di baciarlo ed anche al suo...il dolore cominciò ad essere più forte. BASTA! Mi ordinai! Avevo bisogno di distrarmi...
Cercai su centinai di siti web un qualcosa che potesse ricordare le origine della mia famiglia, ma niente. Possibile che tutti i miei antenato fossero insulsi come me?
Cercai cercai e ricercai, senza pensare ad altro, senza distrarmi mai. Eppure l'immagine riflessa di Wiliam sullo specchietto della mia scrivania era una distrazione davvero grande...lo girai.
Alla fine trovai alcuni personaggi storici imparentati alla larga con la mia famiglia. Tutta gente comune, senza senso...mercanti, scrittori privi di fame...appuntai tutto sul quaderno. Ma fu un solo nome a spingermi di nuovo nel baratro che minacciava di catturarmi poco prima.
Non potei credere a ciò che vidi...
Natalie Ischock...risalendo il mio albero genealogico avevo trovato lei.
Il suo corpo è stato ritrovato privo di vita al centro della sua stanza, un pugnale piantato al centro del cuore...
Non continuai a leggere, mi portai inconsciamente le mani al petto.
Perchè faceva così male...un dolore intenso proprio li al centro del cuore...
Sarò li dove tu sei più debole...
Ora era tutto chiaro...così nitido. Quel dolore era il suo, era davvero lei la causa...
Perchè? Perchè? Cominciai a pianegre. Ora senza nemmeno rendermene conto avevo composto quel puzzle e come avevo supposto la verità ormai troppo vicina e troppo chiara per essere ignorata stava per distruggermi completamente.
Era uguale a me...era la donna del sogno non c'erano dubbi.
Sentii appena la mano fredda di Wiliam sulla spalla mentre ansimando tentavo di sopportare quel dolore atroce e di respirare.
"Scoperto qualcosa di interessante nella tua famiglia?"
Lo vidi guardare lo schermo del pc, i suoi lineamente che si facevano duri, i suoi occhi furibondi. La sua mano sulla mia spalla cominciò a tramare, poi la presa si fece troppo salda.
Contorsi il viso in una smorfia, ora faceva male anche li.
Ora si che non potevo sfuggire alla verità...quel ragazzo del mio sogno, quello senza volto magicamente ora ne aveva uno ed era il volto di Wiliam. Lui e Natalie avevano dominato i miei sogni, era lui l'uomo a cui Natalie si rivolgeva...
Si voltò verso di me, i suoi occhi...Wiliam non adesso...
Cominciai ad essere stufa di sopportare le emozioni di entrambi. Il suo dolore era lacinante...ti prego non sono così forte! Io non ce la faccio...non per tutti e due.
Mi coprii il volto con le mani.
I suoi occhi mi accusavano in modo tremendo ed io mi sentivo davvero colpevole.
"Ti prego basta..." mugolai tra le lacrime, sorridendo amaramente di come erano mutate le cose.
Sentii immediatamente il suo senso di colpa.
Mi scostò le mani dal viso e si avvicinò sussurrandomi, come faceva sempre quando voleva calmarmi...quando voleva che lo ascoltassi.
"Scusami...scusami..." lo ripetette all'infinito...e le sue scuse mi facevano ancora più male, perchè ero colpevole del suo dolore, di quel dolore che avevo visto quella sera in cui era entrato nella mia vita.
Era giunto il momento di confessare i miei peccati, quale sarebbe stata la mia penitenza? C'è sempre una punizione per chi pecca...
"La sogno ogni notte..." cominciai portandomi le mani al petto, lui si allontanò quel tanto per guardarmi in volto.
I suoi occhi dolci nascondevano il suo dolore, lo nascondevano ma non a me, non a me che lo avvertivo come mio...
"Ogni santa notte...ogni volta che chiudo gli occhi, lei è li...ogni volta che la mia mente è vuota lei la occupa. Oh, Wiliam quando tu non ci sei, io mi sento così inutile...così debole e lei mi logora dall'interno. Mi sento come se fossi divisa in miliardi di coriandoli, tutti senza senso...e tu non so come riesci a dargli quel senso. Riesci a farmi sentire che esisto, quando invece io non so più chi sono, non lo so più..." sorrisi
"Ma come...come è possibile..."
"Non lo so...non so spiegartelo è così e basta..." sicuramente mi credeva pazza...i sognavo i morti...era assurdo anche alle mie orecchie.
"Ho visto te..." continuai...quella era la parte più difficile.
"Ho visto te fra lei sue braccia...ho sentito il male che ti ha fatto dalla prima volta che sei entrato in questa stanza...Penso che questa sia colpa tua!" sorrisi ancora.
"Tu hai risvegliato la parte peggiore di me...quella che mi faceva male...ho rivisto frammenti del suo e del tuo passato. Ho visto come la guardavi ed anche se non volevo credere che fossi tu quel ragazzo, inconsciamente io invidiavo Natalie...perchè so che non potrai mai guardarmi come guardavi lei..." fece per intterrompermi ma non glielo permisi.
"Ho sentito la sua perfidia...Lei mi perseguita, mi dice che non sono niente e che tu gli apparterrai per l'eternità!" la sua espressione era indecifrabile.
"Ti dirò ogni cosa..." mi disse. E sapevo che sarebbe stato peggio...
"Io l'amavo..." quella fu la prima lama che si affondò nel mio cuore, la prima di tante...ogni sua parola era una lama affilata che mi colpiva. Era quella la mia punizione....sentire per bocca sua tutto ciò che avevo sempre sospettato e che mi aveva sempre fatto paura.
"Ero già un vampiro all'epoca...lei non lo sapeva, o almeno io non glielo avevo confessato. Me ne innamorai perdutamente nell'istante i cui la vidi" lo sentivo lasciare la presa, li teneva insieme i pezzi di me, ma stava lasciando la presa...
"Era bellissima...fui superficiale a limitarmi all'apparenza. Cominciai a frequentare il suo castello ogni giorno, ogni notte. Sorgeva proprio qui, questa era la sua stanza..." si guardò intorno. Non riuscivo a smettere di piangere. Ero furibonda, che brutto scherzo del destino il mio...gli sorrisi ancora, ma era un sorriso amaro, un sorriso rassegnato...
"Decisi di dirle la verità, ero stupidamente sicuro che lei mi amasse...Solo ora so quanto mi stessi sbagliando. Non so come, ma venne a conoscenza della mia natura da sola. All'epoca circolavano strane dicerie sui vampiri...Si diceva che mangiando le nostre carni, si poteva ottenere l'immortalità senza l'inconveniente della dannazione..." provai ribrezzo al solo pensiero che qualcuno avesse potuto osare rovinare una così perfetta creatura per quello scopo orribile.
"Ma io non volevo vedere, non volevo sentire...Volevo solo lei. L'ultima sera che la vidi, nella sua stanza, fui attaccato da un esercito di vampiri. Allora non potevo più sfuggire dalla realtà." nitide erano le immagini del suo racconto nella mia mente...nitido il dolore..l'umiliazione...
"Ero forte, ma non così forte per sfuggire ad un esercito...Lei era li di fronte a me, mentre gli altri mi tenevano in modo che non potessi sfuggire. Non so come riuscì a farsi ubbidire da quei vampiri, non so nemmeno cosa promise loro in cambio...Mi disse il suo desiderio ed il suo intento. Mi aveva venduto ad una nobile famiglia del tempo...in cambio di qualche trancio della mia carne. Lei voleva l'immortalità, la bellezza eterna, l'unica cosa importante per lei. Mi disse che avrebbe mangiato le miei carni, che in questo modo avrebbe esaudito anche il mio desiderio, essere parte di lei per sempre. Capii che era pazza, che ero stato uno stupido a cercare qualcosa di così profondo come l'amore in una come lei. Ale, era così fredda...così vuota..." mi accarezzò il viso con le dita come faceva sempre, mi sottrarsi a quel gesto. Lui apparentemente sembrò non farci caso, ma sapevo di avergli fatto male...continuò il suo racconto.
"Mi fece rinchiudere nelle segrete del suo palazzo...quello fu il suo unico errore, piegai le sbarre di quella prigione. Avevo un solo desiderio, ucciderla..." ripensai ai miei sogni, le sbarre piegate, l'esercito di vampiri...combaciava tutto, ogni cosa.
"Rotornai nelle sue stanze, alla mia vista i suoi occhi si riempirono di paura, di terrore. E ne fui felice, perchè in qualche modo ero riuscito a fargliprovare almeno un'emozione...alla fine non fui in grado di ucciderla..."
"Ecco perchè non hai ucciso nemmeno me" era chiaro, non era riuscito ad uccidere lei, come poteva riuscirci con me, la sua copia perfetta...
Tese la mano come per accarezzarmi di nuovo il volto, ma la ritirò subito, sapendo che mi sarei sottratta di nuovo...
"La baciai un'ultima volta, cercando di trasmetterle tutto l'odio che avevo, tutto il ribrezzo...Me ne andai e non la rividi mai più. Ora so cosa le accadde..." guardò il monitor.
"L'unica cosa che seppi dopo essermene andato è che il suo esercito finì col distruggersi da solo, soltanto uno si salvò a quello scempio. Gli augurò di subire tutte le pene dell'inferno, gli promise che l'avrebbe perseguitata ovunque, in ongi vita, qualunque forma avesse assunto...lui l'avrebbe perseguitata...sarebbe stato la sua paura più grande..."
"Poi mi allontanai così tanto da quel luogo, da questo luogo, che lei per me non divenne altro che un amaro ricordo. Un ricordo nitido del mio orgoglio ferito, del mio cuore infranto...un ricordo che mi perseguitava ed al quale non potevo sottrarmi. La mia punizione per aver assaggiato il frutto proibito...
Poi decisi di tornare...ed è te che ho incontrato. Tu risvegliasti tutto quel dolore che mi sembrava di tenere sepolto. Tu eri identica a lei. To odiai per questo...ti odiai con tutte le mie forze. Inizialmente pensavo addirittura che tu fossi lei, che in qualche modo era riuscita a restare in vita. Io lo speravo..." mi chiedevo quanto ancora potessi sopportare, quanto ancora...Mi sentivo come se due forze contrapposte mi tirassero per le braccia. Avevo voglia di urlare BASTA, NON VEDETE CHE MI STO LACERANDO!!!
Da una parte c'era Natalie, dall'altra Wiliam. Ed io ero al centro, cercando da sola di mantenermi intera. Un passato non mio, un futuro buio, un amore non mio...Si possono perdere tante cose insieme?
"Ma tu non eri lei..."
"Già...io non sono nemmeno lontanamente paragonabile a lei..." sapevo che i miei occhi in quel momento dovevano essere terribili. Perchè avevo sempre saputo che i miei occhi, anche senza vederlo, rispecchiavano il mio stato d'animo...
"Già, non sei nemmeno lontanamente paragonabile a lei, per fortuna..."
Sbattei forte il pugno sulla scrivania, alzandomi e voltandogli le spalle. Mi tenevo la testa fra le mani. Aiuto...non ce la faccio, avrei voluto urlare.
"Decisi di seguirti..." continuò lui.
"E tu mi portasti qui, qui dove tutto era cominciato, decisi allora che qui anche tutto sarebbe finito. Ma tu non eri una normale ragazza di questa epoca..." infatti ero più stupida. Ancora non lo guardavo.
"Avvertisti subito la mia presenza e questo mi spaventò. Ma ormai avevo deciso...Tu mi avresti liberato da tutte le mie pene. Poi a tutto questo si aggiunse il tuo profumo, così dolce, così intenso...E' la ciliegina sulla torta, pensai. Sarebbe stato tutto più semplice. Naturale...io ero il vampiro, tu la preda. Ma i tuoi occhi, il tuo modo di fare...il dubbio cominciò a d insinuarsi nei miei pensieri. Tu non eri lei, mi sentii un mostro...eppure capii immediatamente di non essere più capace di allontanarmi da te. Tu eri una perfida illusione per me, l'illusione che Natalie fosse ancora li per me, che fosse diversa.."
In realtà era quella la ciliegina sulla torta, sulla mia torta.
Anche quando lo crederai vicino, anche quando penserai che è a te che sono rivolti quei sorrisi, lui in realtà apparterrà sempre e solo a me, e così sarà per l'eternità
Lui l'amava e quell'amore si era riflesso su di me. Strinsi forte i pugni.
"Il resto lo sai...non sapevo fosse tua parente..."
Cosa stava cercando di dirmi?! Che non sapeva di farsela con la bisnipote o la trisnipote o quello che diavolo ero??
Cosa si fa dopo che la verità che conoscevi da sempre e che inconsciamente tenevi nascosta, ti viene spiattellata in faccia in quel modo? Come fai quando l'unico che riusciva a tenere insieme i pezzi della tua anima, abbandona la presa? Cosa fai quando hai dentro di te una bomba ad orologeria che ha esaurito il conto alla rovescia?
Sull'orlo del baratro con alle spalle delle lame affilate decidevo quella che per me potesse essere la sorte migliore.
Oh Wiliam, perchè doveva succedere proprio a me...perchè proprio a noi...
Lo sentii sfiorarmi i capelli, mi voltai di scatto.
"Non toccarmi!" gli urlai contro. Poi tutto fu chiaro. Era la scelta migliore, per entrambi...
Lo presi per il colletto della camicia bianca, la stessa di quella maledetta sera.
"Avanti! Avanti! Fa quello per cui sei venuto quella dannata sera, mettiamo fine a questo stupido gioco!"
Lo incitavo a mordermi, tanto erano i pezzi in cui il mio cuore si era frantumato che preferivo la morte a quell'oblio!
"Mi stai chiedendo di ucciderti te ne rendi conto?"
"Ti sto solo chiedendo di rendere concreto ciò che in realtà hai già fatto!"
Sapevo che non poteva capirmi...perchè ero stata la sola ad essere incappata in quell'assurdo sentimento! Quello che non ti fa dormire, quello che ti fa piangere e ridere allo stesso tempo, quello che al momento era così assurdo da non poter essere nemmeno chiamato con il suo nome.
"Va bene! Se è ciò che vuoi farò ciò per cui venni quella sera!"
Lo guardai cupa, come chi sa di essere colpevole e vuole pagare la sua pena. Che egoista che ero! Pensavo solo al mio dolore senza considerare quello che la mia morte avrebbe causato. Mia madre...mio padre...la mia famiglia...
Le lacrime continuavano a scendere giù per le guance una dietro l'alatra, insistenti e senza fine come l'acqua di una fontana lasciata aperta in un parco dove ormai non passa più nessuno...
Inclinò la testa per avvicinare i denti affilati e candidi al mio collo, poi avvicinò le labbra alla clavicola esattamente come quella sera...Era la fine! Mi ero illusa che la storia di Bella potesse capitare anche ad una come me, ma i libri sono libri e restano tali. Non tutte le storie hanno il lieto fine, non in tutte le storie i protagonisti si amano incondizionatamente...era la fine di tutto, la fine della mia insulsa vita!
Sentivo il gelo delle sue labbra sul mio collo...non mi morse!
Mi baciò il collo e mi strinse forte a se.
"Era per questo che ero venuto quella sera...Non ti avrei mai morsa..."
Ancora una volta avrei preferito la morte a quelle parole, a quei gesti...Perchè sapevo che non erano per me, ma per quella ragazza che ormai non c'era più- Erano per lei tutte quelle parole dolci, quei sorrisi meravigliosi, io ero sono una bambola che lontanamente ne ricordava l'aspetto e che lo faceva vivere nell'illusione che lei ancora ci fosse, che ancora vivesse in qualche modo...ma tutto quello non era per me.
Lo spinsi lontano da me. Mi guardai intorno nervosamente. Quella era la stanza...quella era la stanza dove ogni notte...Non riuscii nemmeno a formularlo quel pensiero. Mi mancava l'aria...Mi stringevo forte le braccia intorno al petto, nel tentativo di tenermi in vita, ma chi ama ha il potere di distruggere...ed io ero stata distrutta...
"Ale..."
No! Non chiamarmi più, non cercarmi più...perchè sei entrato nella mia vita?
"Forse è meglio..."
"Si è meglio..." non lo lasciai nemmeno terminare la frase. Sapevo cosa voleva fare. Voleva lasciarmi sola...voltandomi feci solo in tempo a vederlo sparire al di la della finestra. Mi accasciai a terra tenendomi le ginocchia strette al petto. Sapevo che anche lui soffriva...ma sapevo che il suo dolore, per quanto forte, per quanto distruttivo era soltanto una piccola parte del mio...
Io non sapevo più chi ero...e riuscivo solo a vedere i mille pezzi della mia anima sparpagliati dal vento della mia sofferenza. Ma anche in quelle condizioni, lui mi mancava. Avrei voluto odiarlo. Lo avrei desiderato con tutte le mie forze, volevo odiarlo per essere entrato nella mia vita, odiarlo per avermi fatta innamorare in quel modo, per aver riportato alla luce quel passato, che era anche il mio...
Forse ne non fossi stata identica a Natalie, Wiliam nemmeno mi avrebbe guardata...forse avrei dovuto ringraziarla in fondo. Mi aveva fatto conoscere la felicità...me l'aveva anche tolta in tronco però.
Se la vita ti regala un sogno che supera ongi tua spettativa, non è giusto lamentarsi se alla fine poi finisce...
Eppure io l'amavo...non avrei mai smesso di amarlo.
Ti amo! Ti amo!
Il buio si materializzò dinanzi ai miei occhi. Era un buio, un vuoto che conoscevo. Era quello che aveo visto quando avevo stretto per la prima volta Wiliam a me. Vidi di nuovo anche quella luce, quella piccola e familiare luce bianca nell'anima vuota di Wiliam. Stavolta riuscii ad avvicinarmi. Fui travolta da ricordi, ricordi di cui io ero la protagonista.
C'ero io spaventata la prima sera che vidi Wiliam, c'ero io che sorridevo, che arrossivo, la notte precedente tra le sue braccia...c'era tutto!
In quella luce bianca c'eravamo noi due. Come ero potuta essere così cieca...io ero la luce di Wiliam, l'nica e flebile luce che illuminava il suo essere. Io ero importante per lui...
In quel momento non mi importava il perchè, se era grazie a Natalie o chi sa cos'altro. Anche lui soffriva come me, anche lui aveva combattuto per tenere insieme i pezzi della sua anima.
Io ero per lui ciò che lui era per me, il collante che tiene insieme il tutto...Wiliam scusami...
Ero stata un'egoista...Mi avvicinai alla finestra, pioveva a dirotto.
Avevo un unico desiderio, che lui tornasse.
Torna! Ti prego torna...perchè lo avevo mandato via...
"Torna..." singhiozzai senza nemmeno rendermene cotno.
"Torna...maledizione torna..." picchiettavo sulla finestra con i pugni chiusi, la testa china...le lacrime mi bagnavano il viso ed anche quella finestra, la sua...ma lui non c'era, a mandarlo via ero stata proprio io! Stavolta l'impulsività mi aveva fatto commettere l'errore più grande della mia vita. Avevo mandato via il mio amore più grande...
"Torna..." continuavo a ripetere pur sapendo che era tutto inutile, che non sarebbe tornato...
"Torna...è il mio ultimo desiderio..." mi accasciai sulle ginocchia.
"Me lo avevi promesso...il mio ultimo desiderio..."
"Già...devo mantenere la parola data..." sentii d'un tratto. Quando alzai la testa di scatto, lui era li, fuori la finestra, inzuppato fradicio per quel temporale improvviso ed incessante. Mi rialzai immediatamente, le mani e le gambe che tremavano...
Riaprii la finestra e non ebbi nemmeno il tempo di scusarmi o di pensare di farlo, perchè appena la finestra fu aperta lui mi prese ponendo la mano dietro la mia nuca e avvicinandomi veloce al suo viso, mi baciò.
Le sue labbra marmoree erano eprfette per le mie. Quello fu il mio primo bacio.
Cercavo il suo volto con le mani, ma tremavo e non riuscivo a muovermi. Sentivo solo le sue labbra sulle mie, il suo respiro....
Alla fine trovai il suo viso umido, i suoi capelli che mi bagnavano il viso mescolando pioggia a lacrime. Le sue mani tra i miei capelli. Non ero nemmeno sicura di respirare in quel momento. Poi le sue labbra si staccarono lentamente dalle mie. Mi prese il viso tra le mani.
"Perchè...perchè sei così..." mi disse in un sospiro...
"Così come..." ansimai.
"Così dannatamente dolce...e stupida..."
"Stupida...che romantico..."
"Ti amo..." ed io gli credevo!
Nascosi la testa nella sua spalla e lui mi strinse forte. Alla fine eravamo bagnati entrambi...
"Non ti da fastidio...il mio odore?"
Lo sentii ridacchiare.
"No...resisterò. Perchè ora tu sei più importante del mio istinto...tu sei più importante di tutto"
"Ti amo..." gli dissi. E lui mi sollevo da terra come fossi senza peso. Mi alzò in modo che fossi più alta di lui e mi baciò ancora.
Non avevo più paura del mio riflesso nei suoi occhi, anzi fui felice di perdemi in quello sguardo...
"Voglio che tu lo sappia...non sei come lei! Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato! Tu sei l'amore della mia eternità..."

  
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