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Autore: Shayla_the_angel    04/09/2008    7 recensioni
Questa è la fic originale che avrebbe dovuto intitolarsi I'm Bill Kaulitz, ma ovviamente ho dovuto cambiare il titolo...in ogni caso lei fa la cameriera in albergo...quella notte ci sono le stelle cadenti...un desiderio comune e uno scambio d'identità...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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E questo è l'ultimo capitolo...grazie mille a NICEGIRL, che ormai è una mia fan sfegatata (^^), a niky94, a Lollipop_CB, ad  Arumi_Chan, a Volturina, a Billa_4_ever, a Miky (che non può recensire, ma mi dice quel che pensa su msn ^_^) e a tutte le persone che hanno letto, ma che non hanno recensito (non fa niente!)...bene, grazie ancora e a tutte quelle che quest'anno andranno a scuola...beh, in bocca al lupo ragazze!!! Che questo sia l'anno scolastico migliore per tutte!!! Un grosso bacio!!!

10. Epilogo

 

La bevvi tutta d’un fiato, poi aiutai Clara.

“Senti, non possiamo riportarla su in albergo, quindi fai una cosa. Scrivi un messaggio ai tuoi amici, dicendo che dormi fuori, almeno se ti cercano…”disse Anna.

Annuii.

Scrissi il messaggio a Georg, poi andai a dormire. Ero tremendamente stanco.

Clara dormì accanto a me. Non sentii nemmeno Anna andarsene.

La mattina seguente, quando aprii gli occhi, mi guardai intorno. La camera era luminosa e faceva freddissimo. Le finestre erano aperte.

Ero nella suite!

Esultai. Ero tornato me stesso!

Mi guardai allo specchio e mi riconobbi.

Capelli neri, occhi nocciola. Il mio piercing al sopracciglio! Tutto apposto.

Andai in bagno, poi uscii di corsa e bussai alla porta di mio fratello. Volevo vederlo, volevo abbracciarlo.

“Chi cazzo è?”si sentì chiedere.

Non sapevo nemmeno che ore fossero.

Tom mi aprì.

Gli saltai letteralmente addosso.

“Bill, che cazzo vuoi?”mi chiese.

Gli sorrisi e lui ricambiò.

“Tom, mi dispiace aver litigato con te”

“E a me dispiace averti fatto incazzare”

Sorrisi ancora di più.

“Sai che ore sono?”chiesi.

“Sì…sono le sette…”disse.

“Allora ti lascio dormire ancora un po’”dissi.

“Ecco, bravo”mi rispose.

Tornai in camera e risi. Felice di essere tornato alla normalità.

*

“Mi dispiace dire una cosa del genere. Avrei preferito parlartene di persona piuttosto che lasciare un messaggio in segreteria, ma a quanto pare non sei a casa…come al solito. Sarai al lavoro…passi più tempo lì che con me…mi dispiace, ma non posso andare avanti così. Tra noi è finita Clara…per sempre”

Stranamente quelle parole non mi provocarono alcun dispiacere.

Daniel pretendeva troppo da me. Non potevo permettermi di lasciare il lavoro. Avevo bisogno di quei soldi per poter studiare.

La mia reazione all’essere tornata normale?

Avevo chiamato Anna, nonostante fossero le sei e mezza.

Mi vestii per andare al lavoro, per andare a trovare Bill.

Alle sette entrai in albergo.

“Ciao, allora hai trovato la cosa che ti eri dimenticata ieri?”. Tim, il mio collega che finiva il turno a quell’ora.

“Eh? Sì, certo. Grazie”risposi, non sapendo nemmeno di cosa stesse parlando.

Salii al quinto piano, poi bussai.

“Avanti”la voce di Bill. Quella voce che era stata mia per alcune ore.

“Ciao”dissi, sorridendogli.

“Clara! Sei tornata normale!”esclamò alzandosi in piedi.

“Pure tu!”dissi io, ridendo.

“Senti, a che ora finisci il turno?”

“Perché?”

“Dimmi a che ora finisci”

“Per le tre”

“Ok, allora fatti trovare nella hall per le tre e dieci”

Annuii, non sapendo cosa avesse in mente, poi tornai al mio lavoro.

Alle 15 e dieci, come promesso, andai nella hall.

Bill arrivò in compagnia di Georg.

“Georg, lei è la mia amica. Volevo presentartela”

Arrossii violentemente.

“Ti va di bere qualcosa?”mi domandò, mostrandomi il suo sorriso meraviglioso.

“Sì…”dissi io.

Bill mi mostrò un pollice alzato.

“Ci vediamo dopo”disse, allontanandosi.

Quel desiderio aveva scombussolato le nostre vite, ma alla fine aveva portato a qualcosa di buono.

Sorrisi, sedendomi accanto a Georg, potendo finalmente guardarlo.

“Grazie”pensai, senza saper bene a chi dirlo.

   
 
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