Capitolo 1: On the Route 66
La macchina sfrecciava lungo la Route
66, ero quasi giunta a
destinazione. Il vento mi sfiorava la pelle diafana e mi faceva
rabbrividire a
tratti, volsi il viso verso destra e sorrisi avvistando la mia meta.
Parcheggiai la macchina di modo che non si potesse vedere dalla strada
e attesi
il calare della sera. Sospirai. Possibile che dopo anni di ricerche mi
ero
ritrovata davanti ad una stupida roccia con incisa una croce greca?
Come poteva
essere quella la risposta a tutte le mie domande nascoste? Avrei
trovato
veramente quello che cercavo o era solamente un altro buco
nell’acqua?
Finalmente il sole calò scesi dalla macchina e presi ad
arrampicarmi, munita
per ogni tipo di evenienza. Nonostante la mia goffaggine non rischiai
mai di
cadere. Arrivata davanti alla croce estrassi il piccone dalla tasca
laterale
dello zaino e mi aprii un varco nella roccia senza fare troppa fatica.
Lasciai
cadere lo zaino che atterrò con un tonfo non indiscreto e mi
infilai nel
cunicolo, dopo pochi metri passati a strisciare per terra mi alzai e mi
guardai
intorno. Il cunicolo si apriva su una stanza abbastanza spaziosa. Dal
soffitto
rocce appuntite e poco rassicuranti erano disposte sui lati mentre in
piano
piccole e grandi massi si alternavano fra loro. Sulla sinistra notai
una
strettoia, decisi di avvicinarmi e camminando rasente al muro la
percorsi fino
a quando non giunsi di fronte ad una porta in ferro battuto. Cosa ci
faceva una
porta li? Non rimasi a pormi tante domande, il cuore mi batteva a mille
e la
mia testa mi diceva di fare in fretta. Con non poca fatica riuscii ad
aprirla.
Congelai sul posto. Non era possibile! Estrassi dalla tasca la foto che ritraeva i miei genitori, ormai ingiallita dal tempo.
- Mamma? Papà? Siete voi?-
- Si tesoro, siamo noi?-
- Ma come..?-
- Purtroppo non abbiamo tempo di rispondere a tutte le tue domande, però puoi prendere questa chiave e aprire il cassetto della scrivania di tuo padre, li troverai tutte le risposte.-
- Non riesco a capire…voi dovevate essere morti! Mi avete abbandonata e ora invece siete qui davanti ai miei occhi e sembra quasi che per voi questi vent’anni non siano mai passati, com’è possibile?-
- Bambina mia. Vorremo avere il tempo per spiegarti tutto, ma purtroppo la nostra ora è arrivata nel momento in cui tu hai aperto la porta, nel momento in cui hai deciso di far avverare il tuo destino. –
- Ma di cosa stai parlando?-
Vidi i miei genitori sparire lentamente senza poter far nulla per impedirlo
- Ricordati che ti abbiamo pensato ogni giorno durante questi vent’anni. Ti amiamo e non ti avremmo mai abbandonata se non fossi stati rinchiusi qui dalle tre guardiane. Solo tu potevi venire a liberarci. Solo tu avevi il potere, ma purtroppo anche se siamo essere immortali siamo stati maledetti e nel momento in cui ci avresti visto avremmo iniziato a dissolverci. Ricorda che ti amiamo e lo faremo sempre. Addio Isabella-
- Mamma, papà. NO!-
Se solo li avessi trovati prima se solo non mi fossi intestardita sulla falsa pista dell’Alaska! Ma di cosa stavano parlando? Cosa intendevano con esseri immortali? Chi erano le tre guardiane? E come potrò trovare le risposte in un cassetto a casa Swan?
Sconsolata tornai sui miei passi. Salii in macchina e il rombo del motore mi tranquillizzò. Sfrecciai lungo la strada. Destinazione : Forks.