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Autore: Dragon_Flame    23/07/2014    2 recensioni
Chris e Darya. Lui Allenatore, lei Domadraghi. Due realtà diverse, due persone diverse, che non si conoscono.
Poi c'è l'Ordine, un'organizzazione criminale che mira alla devastazione di Hoenn.
E c'è Rocco, il Campione, che si vede costretto a prendere in mano le redini del gioco per riportare la pace e l'armonia nella sua terra.
E c'è Vera, il suo amore mai rivelato, dall'altra parte, nelle terre occupate dai suoi nemici, che ha bisogno del suo aiuto.
E ci sono due sorelle, ciascuna col suo terribile segreto.
E ci sono due Team scioltisi anni prima che si riaffacciano alla vita con intenzioni poco chiare, indefinibili.
Due persone, Chris e Darya, così complementari, così discordanti fra loro, dovranno mettere le mani nella matassa per risolvere quest'intricata situazione e ripristinare l'equilibrio in Hoenn.
E chissà cosa succederà, se si metteranno in mezzo anche i Leggendari.
---
[AU! War][Presenza di OC][ RoccoxVera | Accenni VeraxBrendon | IvanxMax | AlicexAdriano ][Possibile OOC ]
Aggiornamenti molto irregolari.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Max, Nuovo personaggio, Rocco Petri, Vera
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Videogioco
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Capitolo 5


"Come possiamo organizzare la nostra fuga, ragazzi? Siamo praticamente circondati!" domandò innervosita Darya, facendo scorrere lo sguardo d'acciaio sui tre adolescenti che le stavano ai lati. Era preoccupata da morire.
"Dobbiamo inventarci qualcosa, ma è praticamente impossibile. Brendon è andato in ricognizione nel Bosco Petalo e si è fatto quasi vedere dai criminali che lo hanno già occupato e lo tengono d'occhio. Non possiamo passare per Bluruvia perché è già caduta in mano all'Ordine. Se proviamo a superare Petalipoli in direzione di Solarosa, forse verremo scoperti dall'Ordine, che quasi sicuramente ha invaso anche quella cittadina. Forse perfino Albanova è stata occupata. Come diavolo facciamo, Darya, secondo te? Ci riflettiamo con attenzione, punto e basta" la rimbeccò Vera.
"Non possiamo consegnarci" ricordò loro Amber, tacitamente rannicchiata in un angolo della piccola radura in cui erano andati a nascondersi per evitare di essere scoperti dai malintenzionati dell'Ordine in ricognizione per il Bosco Petalo.
I lunghi capelli dorati come grano maturo le ricadevano morbidamente sul dorso e sulle ginocchia incrociate, facendo pensare ad un'aurea cascata. I suoi occhi violetti osservavano preoccupati i tre amici riuniti in circolo davanti a lei.
"Lo sappiamo, Amber, ma è difficile elaborare una strategia per oltrepassare inosservati le zone invase." Brendon sospirò pesantemente. "Forse per noi è giunta davvero l'ora di farci catturare. Non usciremo mai di qui."
"Tira fuori le palle, Brando! Sei l'unico maschio tra di noi e al solo pensiero dell'Ordine tremi di paura più tu di un Dratini di fronte a un Vaporeon?" lo incitò la Domadraghi, lanciandogli un'occhiata severa.
"Mi chiamo Brendon, dannazione! E' così difficile per te memorizzare il mio nome?"
"Brando mi piace di più e già ti ci ho ribattezzato, quindi per me rimarrai sempre Brando."
"Basta, ragazzi! Non divaghiamo, pensiamo piuttosto a come riuscire a liberarci da questa situazione" s'intromise Vera con voce alterata, sedando così il battibecco tra i due compagni.
"Dunque dunque... che Pokémon avete con voi?" chiese ad un certo punto Darya, lasciando nello sconcerto il trio di amici.
"Darya, non mi sembra il momento opportuno per mettersi a discorrere di Pokémon" la rimbeccò Brendon lanciandole un'occhiata perplessa.
"No, aspetta un momento, Brendon. Che hai in mente?" la incalzò a proseguire Vera, negli occhi azzurri una grande curiosità.
"Io ho tre specie di Pokémon in grado di volare: un Salamence, un Flygon e un Charizard; e un Gyarados che può trasportarmi sull'acqua. Voi avete Pokémon in grado di trasportarvi per via aerea o marina?"
"Io ho un Pidgeot, un Lapras e un Mashtromp" mormorò l'Allenatrice.
"Tra i miei Pokémon, invece, ci sono Feraligatr e Tropius" le fece eco il Coordinatore.
"Io invece ho solo il mio Absol... non ho mai allenato Pokémon oltre a lui" disse Amber, arricciandosi con aria assorta i serici capelli dorati con un dito sottile.
"Stai per caso pensando di attraversare le zone occupate volando sul dorso dei nostri Pokémon o facendoci traghettare da loro? Ci scopriranno comunque" obiettò Vera.
"Non ho detto questo. Possiamo farlo nelle zone che non vengono controllate in maniera sufficiente" replicò prontamente la Domadraghi.
"E come pensi di fare, di grazia? Io non vedo soluzioni."
"Questo perché siete proprio voi i ricercati. Ma chi conosce me, che vengo da Johto e che ancora non sono stata vista in vostra compagnia da questi idioti criminali? Potrei facilmente infiltrarmi se arrivasse qualche altro contingente a Petalipoli o in qualche città qui vicino per rafforzare il controllo delle zone invase. Non mi ci vorrebbe molto. D'altronde, non è la prima volta che mi infiltro sotto copertura in un'organizzazione malavitosa."
Darya rivolse uno scaltro sorriso ai tre adolesenti, i quali replicarono con sommo stupore a quelle parole.
"Che vuol dire?" chiese Amber dopo qualche istante, dando voce alla muta domanda che aleggiava nell'aria.
La ragazza di Ebanopoli avvertiva su di sé le espressioni incuriosite del gruppo.
"Avete mai sentito parlare di Team Rocket?"
I tre giovani fecero un lieve segno di diniego con il capo.
"Ok. Comunque, si tratta di un'organizzazione criminale dedita a deplorevoli azioni illegali ai danni di Pokémon, cittadini onesti, governi regionali, città tranquille e imbelli. Due anni fa tentarono di conquistare la mia regione, ma Giovanni - il loro famigerato capo - e i suoi scagnozzi non riuscirono nel loro intento. Ripeterono un'azione simile a Kanto, ma anche lì fallirono miseramente. Poi il Team Rocket si sciolse e nulla più turbò la pace di Johto e Kanto. Io ero da poco fuggita di casa quando venni a conoscenza dell'ubicazione di una loro base vicino al Lago d'Ira, a due passi da Mogania. Lì avevano costruito un marchingegno in grado di forzare l'evoluzione dei Pokémon. Un piccolo Magikarp innocente era stato obbligato ad evolversi contro la sua volontà e si era quindi trasformato in un Gyarados cromatico." I cangianti occhi grigi di Darya ora erano lucidi di lacrime, persi nel ricordo dello sfortunato Gyarados rosso vittima di un'evoluzione forzata. "Ma la sua furia e la sua disperazione l'avevano fatto impazzire e perciò aveva cominciato a devastare le coste del Lago, minacciando la sicurezza dei suoi abitanti. Io ero capitata lì per caso: avevo da poco catturato il Gyarados con cui ancora oggi viaggio. Decisi di aiutare degli Allenatori molto in gamba a porre fine a quella crisi e collaborai con loro. Mi infiltrai perfino sotto copertura nel Team Rocket per scoprire qualcosa di più a proposito dei loro loschi piani. E' per questo che non dovete temere per me. L'ho già fatto e so cosa rischio, ma di conseguenza so anche come affrontarlo. Non dovete temere per me. Me la caverò."
"E se invece ti scoprissero? Ti ucciderebbero! Loro non tengono prigionieri. Loro fanno fuori qualsiasi sfortunato che capita nelle loro mani" l'ammonì Vera.
Nelle iridi azzurre splendeva una strana luce.
"Perché allora non hanno ucciso gli abitanti di Petalipoli? Non sono forse loro prigionieri?" obiettò la Domadraghi, arcuando un sottile sopracciglio castano.
"Sono prigionieri, ma non verrà loro torto un capello fino a quando se ne staranno buoni e non creeranno problemi" s'intromise Amber. Nella sua voce tremante c'era una strana nota di disperazione e terrore che Darya percepì nitidamente, avvertendo brividi di paura correrle rapidi e gelidi lungo la schiena. Quella quattordicenne non le pareva normale, non le sembrava normale. Non era una ragazzina. Era molto più adulta e corrotta di quanto poteva sembrare. Le incuteva un bizzarro timore. "L'Ordine mira a conquistare Hoenn, non a distruggerla completamente. E' vero che sta devastano grandi fette del suo territorio e non si risparmia spargimenti di sangue se trova opposizione, ma ciò succede solamente quando gli si oppone resistenza. E' per questo che vengono uccisi gli Allenatori che contrastano l'Ordine. E' per questo che tu rischi così tanto, Darya, se ti infiltrassi nell'organizzazione. E' per questo che... che il Conquistatore... ha da-dato ordine di... di distruggere... Fore-Forestopoli..."
La Domadraghi osservò Amber. La ragazzina tremava da capo a piedi come una foglia scossa dai refoli di brezza autunnale, mentre i suoi cupi occhi violetti erano lucidi di lacrime salate e guardavano verso il basso. Il pallore del suo volto era ancor più accentuato. Brendon le si fece vicino, cingendole le spalle esili con un braccio per trasmetterle il proprio sostegno.
Darya sospirò.
"Ditemi voi come possiamo fare, allora. Io non voglio né posso permettermi di farci catturare. Vi ho esposto le mie intenzioni perché penso che così, infiltrata nell'Ordine, potrei sapere con certezza in quali zone sarete al sicuro o per quali punti potrete fuggire senza farvi scoprire. Inoltre, se ci dovesse essere qualche membro della Resistenza - perché c'è qualcuno che si oppone all'Ordine, vero? - infiltrato tra i ranghi, potrei stabilire un contatto sicuro per permettervi di essere tratti in salvo. Io non vedo altre soluzioni."
"Lo so, Darya, ma temiamo per te" obiettò debolmente Amber, tirando su col naso.
"Amber..." mormorò la Domadraghi, che la cinse impulsivamente per abbracciarla. "Io non temo per me stessa. Temo per voi. Possono fare di me quello che vogliono, ma io so difendermi da sola con l'aiuto dei miei draghi. Ma voi? Voi rischiate molto più di me. Io non ho alcun collegamento con la Resistenza né tanto meno con voi, perciò potrei salvarmi la pelle, ma cosa sarà di te, Brando e Vera?"
"Mi chiamo Brendon" la corresse il diretto interessato con un tono stizzito e infastidito che, nonostante la gravità della situazione, scatenò l'ilarità del gruppo.
"Va bene, ti chiamerò Brendon, se questo ti fa piacere" lo rimbeccò la diciassettene, strappandogli un tirato sorrisetto di soddisfazione. "Comunque, ci state?"
"Se tu te la senti di rischiare così tanto, io non mi opporrò al tuo piano. E' l'unico modo per salvarci" concordò Vera.
La sedicenne con la bandana scarlatta le posò una mano sulla spalla, guardandola con un luccichìo di riconoscenza in fondo alle iridi azzurre come frammenti di cielo estivo.
"D'accordo. Ci sto" asserì Brendon con un sospiro carico di tensione.
"Sono costretta ad accettare, a quanto vedo" mormorò Amber, accennando ad un sì con un lieve tentennamento del capo.
"Bene!" esultò Darya, sfoderando un mezzo sorriso ottimista. "Ce la faremo ad uscire da questa situazione più spinosa di un Cacturne. Promesso!"


Rocco passeggiava nervosamente da un'estremità all'altra del suo ufficio, tormentandosi le mani raccolte dietro la schiena mentre fissava con aria afflitta e stravolta il pavimento lucido.
Christopher se ne stava appoggiato allo stipite della porta, accuratamente chiusa a chiave per evitare nuove interruzioni dopo le ultime tre che avevano scosso la vita del Campione di Hoenn. Rainey Reed, invece, se ne stava accomodata sulla sedia su cui si era seduta circa una mezz'ora prima, attendendo che il venticinquenne si riprendesse dallo stato di shock in cui era caduto. Con le lunghe gambe affusolate accavallate l'una sull'altra, il piede che oscillava furiosamente in tutte le direzioni e il cupo sguardo pregno di preoccupazione ed impazienza pareva completamente assorbita dal nervosismo di Rocco.
"Ora basta" esordì Chris ad un certo punto.
Il ragazzo era stanco di quel perpetuo andirivieni: quella tensione palpabile lo stava facendo impazzire.
"Che ne sai tu di cosa si prova quando la persona che ami è in pericolo?" gli ringhiò contro il grigio.
Il suo sguardo d'acciaio penetrò duramente nel verde delle iridi del ventunenne.
"Non posso certo capire ciò che provi, ma devi darti una calmata, Rocco. Ricordati che sei tu il capo della Resistenza. Il destino di Hoenn dipende da te, dalle tue decisioni, e devi ritrovare il controllo e tenere i nervi a bada, almeno per il momento. E poi c'è Rainey che sta ancora aspettando che tu ti degni di concederle un po' d'attenzione" lo avvertì l'amico, fronteggiando spavaldamente l'espressione fiammeggiante negli occhi del Campione e indicando la ragazza seduta che osservava la scena con una viva preoccupazione riflessa negli occhi purpurei.
Rocco sospirò pesantemente e a lungo, celando le iridi grigie al di sotto delle pallide palpebre orlate di sottili ciglia chiare. Si costrinse a rilassarsi.
"D'accordo."
Si udì un altro sospiro, poi Rocco riaprì gli occhi, rilucenti di fredda ed implacabile determinazione.
"Troveremo Vera, te lo assicuro. E poi lei sa cavarsela e sa difendersi. E sicuramente ci sarà con lei anche Brendon a proteggerla. Devi stare tranquillo" cercò di calmarlo l'amico.
"Ma non sappiamo niente su ciò che è successo loro" protestò debolmente il Maestro di Pokémon Acciaio.
"Proprio perché non sappiamo niente dobbiamo essere ottimisti. Forse hanno trovato il modo di sfuggire all'Ordine, oppure non sono stati catturati. E, anche se fosse... sono i figli di un Capopalestra e di un Professore e Ricercatore Pokémon. Sono, diciamo... ostaggi preziosi. Non credo che farebbero loro del male. In fondo il Conquistatore vuole la resa di Hoenn, e quale modo migliore c'è per poter perseguire il proprio scopo? Norman è un forte Allenatore. Se non si opponesse più, se lasciasse la Resistenza per evitare che possa essere fatto del male a sua figlia, l'Ordine avrebbe un nemico in meno da affrontare e la strada per conquistare la regione sarebbe più facile. Non faranno del male a Vera. Né tanto meno a Brendon. Non possono, se vogliono rendersi la conquista più semplice."
Quelle parole rincuorarono Rocco. Ragionando su quella possibilità, il venticinquenne si rese conto che doveva essere più positivo ed ottimista. Che doveva avere fiducia nel futuro, perché ancora la notizia di qualcosa di terribile che fosse accaduto alla sua Vera non era giunta al suo orecchio. Non tutto era perduto. Non ancora, almeno.
Le sue speranze e le sue illusioni s'infransero brutalmente di fronte al sorriso sgradevolmente sarcastico di Rainey. Negli occhi purpurei della diciannovenne Rocco non lesse niente di buono.
"Oh, fidatevi di me: esiste un modo migliore per poter accelerare la caduta di Hoenn. E, se Vera e Brendon dovessero essere con chi dico io, allora devono stare ancor più attenti, perché rischiano la vita perfino di più."
Rocco impallidì visibilmente a quelle parole. Il suo volto, già diafano, divenne bianco come uno straccio, mentre l'espressione trasfigurava, diventando tesa e disperata.
"Che intendi dire, Rainey? C'è la possibilità che facciano veramente del male a Vera?!" la aggredì, lasciandosi trasportare dall'emotività che così raramente  lo sopraffaceva.
Le si portò davanti, afferrandola con entrambe le mani per le spalle e scuotendola lievemente. Le sue iridi d'acciaio erano due pozzi di disperato terrore.
"Che diavolo intendi dire, insomma?! Perché la vita di Vera dovrebbe essere in pericolo? Di chi parli, eh? Rainey, esigo una risposta!" continuò Rocco, terminando la sua sfuriata con un sordo ringhio che vibrò nella voce e si sparse nella stanza come una singola, terrificante nota ferale che fece rabbrividire Christopher e la ragazza.
"Rocco, calmati" s'intromise il moro, posando su di lui uno sguardo sbigottito.
Chris non aveva mai visto il ragazzo infuriarsi così. Il suo sentimento d'amore per Vera doveva veramente essere profondo e radicato per farlo reagire così impulsivamente.
Respirando più lentamente e imponendosi di tranquillizzarsi, il Campione lasciò le spalle della mora, che ricadde seduta sulla poltroncina con un tonfo sordo, nelle pupille ancora dilatate per la paura uno strano luccichìo.
"Ebbene? Posso sapere cosa intendi dire? Io non riesco ad interpretare le tue parole" la incalzò Rocco, lanciandole un'occhiata severa.
La ragazza annuì con aria decisa, affrettandosi poi a raccontare brevemente ciò che era venuta a riferire al venticinquenne.
"Vera e Brendon, molto probabilmente, adesso si trovano con mia sorella Amber."
Gli occhi dei suoi due interlocutori quasi saltarono fuori dalle orbite oculari per la confusione che annebbiò le loro menti.
"Perché ne sei tanto sicura?" riuscì a chiedere Christopher, sebbene la sorpresa lo avesse lasciato ammutolito.
Rainey assunse un'aria contrita e combattuta. Era incerta se rivelare o meno il segreto che custodiva. Però doveva ritrovare Amber, la sua cara sorellina minore, nonché custode di un altro segreto altrettanto importante come quello che lei celava al mondo intero da ormai tre anni.
"Voi conoscete la leggenda di Kyogre, Groudon e Rayquaza?" domandò a sua volta la ragazza, evadendo la questione postale dal ventunenne.
Rocco s'accigliò.
"Ma certo. Che c'entra, però, con tutta questa storia?"
Rainey ignorò la sua insistenza.
"Sicuramente conoscete i fatti di tre anni fa, quando Hoenn fu minacciata dallo scontro tra il dominatore dei mari e il signore delle terre e e del magma. Ebbene, sorvolerò su quella parte, perché non è molto importante." La mora sospirò flebilmente. "Però sedetevi e preparatevi ad ascoltare con attenzione ciò che sto per rivelarvi, perché è di vitale importanza per la risoluzione del conflitto che sta dilaniando Hoenn. Vi rivelerò chi sono veramente io, chi è veramente Amber, che cosa c'entriamo noi con la guerra e perché l'Ordine dà la caccia ad entrambe. Poco fa mi avete promesso di portare con voi nella tomba il segreto che sto per svelarvi. E spero che manterrete la promessa."
***


N.d.A.
Buona serata a tutti! :)
Ebbene, eccomi qui dopo tempo immemore. Eh sì, alla fine sono riuscita a buttare giù un capitolo, seppur non così dinamico e pieno di novità.
Spero tuttavia che vi sia piaciuto e che la suspence che spero di aver creato con le ultime parole di Rainey a fine capitolo vi abbiano incuriosito abbastanza da voler seguire la storia.
Ringrazio ADS3_beatlemania is back che hanno recensito la storia e la seguono. E grazie anche a chi la legge.
Bon, ci si lege nuovamente con il prossimo capitolo - che chissà quando arriverà.
Bonne nuit ;)


Flame
  
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