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Autore: Greg90_h    05/09/2008    2 recensioni
Parodia del primo libro... leggete e recensite!
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICETTE SEGRETE E GUARDANI GIGANTI

 

Erano passati undici anni da quando la signora Begonia A Pois aveva trovato uno strano pallone rosa sulla soglia di casa e aveva cacciato un urlo così acuto da aver rotto tutti i vetri del vicinato. L’aveva sentita anche il signor Verme Wurstel dall’ufficio al lavoro. A distanza di undici anni l’eco di quell’urlo risuonava ancora e i Wurstel avevano messo la scusa di un allarme impazzito… Quel giorno la signora Begonia bussò forte sulla porta della dispensa del sottoscala (svuotata per evitare che l’inquilino mangiasse tutte le scorte e non riuscisse più a passare dalla porta; il che già era un impresa complicata…).

«Sbrigati Harry, devi preparare la colazione!». Harry aprì gli occhi di colpo e si ricordò pari pari di un sogno che stava facendo; c’era una moto gigante che volava e un uomo barbuto che giocava a pallone e lui vedeva tutto dalla parte del pallone

«Cha sogno strano…» si disse prima di cercare di uscire dalla porta del sottoscala che si era stretta di nuovo…

Entrò in cucina e vide i suoi zii e suo cugino che parlavano

«Cosa? per il mio compleanno farete solo trentacinque portate?» urlava

«Tranquillo, dopo pranzo ti prenderemo due dolci cosi avrai trentasette portate!» disse Begonia. Harry fece in tempo a versare la colazione nei piatti quando suonò il campanello

«Vai ad aprire Lardino» disse Verme

«Manda Palla-Harry!»

«Vai Harry!»

Harry arrivò alla porta e prese la posta. Tra le tante lettere minatorie rivolte ai Wurstel c’era una busta di pergamena con un sigillo di cera lacca con un stemma rappresentante quattro piatti con dei simboli che Harry non riconobbe. Sulla lettera era scritto “Dispensa svuotata del sottoscala numero 4 di Privet Drive. Molto stupidamente portò la lettera in cucina dei suoi zii senza prima aprirla.

«Oh, ancora! – fece zio Verme  prendendo una delle lettere – l’FBI ci ricorda di spiegarli la nuova formula della orecchiette con le cime di rapa messa appunto nel nostro laboratorio alimentare segreto! Vuol dire che lo faremo assaggiare presto a Harry per assicurarci che non sia nocivo!» Harry annuì senza fiatare, l’attenzione tutta sulla sua lettera.

«Ehi, anche Harry ha ricevuto una lettera!» urlò Lardino e gli strappò la lettera di mano

«Ridammela è mia!» urlò Harry

«E chi mai ti scriverebbe?» disse zio Verme poi si soffocò con la colazione appena lesse l’indirizzo estremamente preciso sulla busta.

«Bambini, andate fuori a giocare!» disse tutto felice a suo figlio e a suo nipote.

«Io con lui non ci starei vicino neanche se mi pagassero!» disse Lardino

«Allora uscite separatamente senza guardarvi in faccia!» cercò di conciliare zio Verme

«Però esco prima io!» disse subito Lardino

«No io! Non è giusto perché sempre lui?!» si lamentò Harry

«Perché tu ti incastri sempre nella porta!!»

«BAAASTA!» disse zio Verme ficcando due dita nel naso del nipote lanciandolo e facendolo rotolare contro Lardy che uscì dalla porta della cucina travolto dalla mole del cugino.

I due ragazzi rotolarono fino dall’anziana signora Figg, una vecchietta  fissata coi gatti, che in quel momento era beatamente sdraiata sul sofà quando Harry le piombò sulla gamba bloccandole la circolazione facendogliela andare in cancrena…

«Che cosa dovremmo fare ora Verme?» stava dicendo intanto Begonia

«Non lo so…» disse lo zio

«Non dico a te, dico a lui! – disse zia Begonia indicando un verme sulla finestra – allora, te ne vai da solo o chiamo la disinfestazione?!» disse poi rivolta al verme. Dal canto suo l’insetto si girò e se andò disgustato dalla mancanza di ospitalità.

«Allora, Verme che facciamo?». Zio Verme continuava a guardare la lettera

«Prontooo!»

«Ah, dici a me, pensavo parlassi ancora col verme…»

«E che facciamo con la lettera?»

«Non so… e se non ci lasciassero più in pace? E se venissero a conoscenza della nostra ricetta segreta delle orecchiette?!»

«Ma sei fissato con queste orecchiette!! – disse Begonia – l’ultima volta che hai fatto assaggiare una tua creazione a Lardino è diventato tutto verde e grosso e ringhiava sempre! Lascia stare i tuoi esperimenti, David Banner! Fallo per tuo figlio Bruce!»

«Ma che diamine stai dicendo?!» fece zio Verme allibito

«No, niente e che la situazione mi ricordava la trama di Hulk…»

«Vabbè, comunque secondo il mio modesto parere l’unica cosa da fare è… Trasferirsi!»

«Trasferirsi?» fece zia Begonia senza capire

«Ma si andremo in un posto lontano da tutto e da tutti!! Voglio proprio vedere come ci trovano!»

«Se lo dici tu…»

Il giorno dopo tutti i Wurstel si caricarono in macchina

[«Bene, la scorta di Wurstel  sistemata!»] e partirono, non prima che zio Verme avesse avuto il tempo di prendere a legnate suo figlio perché si era attardato cercando di imballare il frigorifero nello zainetto di Winny Pooh…

Alla fine partirono. Viaggiarono senza sosta per ore. Alla fine arrivarono di fronte ad un’orribile catapecchia appollaiata su uno scoglio. Scesero dall’auto e si precipitarono nel mare ad evacuare…

«Molto bene! Non è uno splendore la nostra nuova casa?» disse zio Verme. Harry guardò la catapecchia che ricordava terribilmente la casa delle streghe e si disse che almeno lì non sarebbe stato rinchiuso nel sottoscala… Appena entrarono zio Verme lo rinchiuse in un ripostiglio… La serata trascorse monotona (soprattutto per Harry). Verso mezzanotte Harry sentì il rumore dell’orologio a cucù da polso di suo cugino e seppe che aveva appena compiuto 11 anni…

«Figo! – disse – non è da tutti compiere undici anni in un ripostiglio! Chissà se ho fatto qualche Guinness…» all’improvviso si sentì un forte rumore contro la porta d’ingresso: qualcuno stava bussando…

«Chi è il pirla che bussa a quest’ora?» urlò zio Verme. Si alzò per andare ad aprire proprio mentre l’individuo che bussava buttava giù la porta…

«Salve guajò!» disse lo straniero Harry spiò dalla toppa della porta del ripostiglio e vide la sagoma di un gigante.

«’ndò stà il ciccione con gli occhiali fuori moda?» chiese il gigante

«Non te lo dirò mai!» disse coraggiosamente zio Verme ancora schiacciato a terra dal peso della porta su cui stava in piedi il gigante

«Wè? Chi ha parlato?! – disse il gigante – ops, mi scusi dottò!» aggiunse quando si accorse dell’uomo che stava schiacciando sotto la porta.

«Sta bon, dottò?» disse il gigante alzando la porta e rivelando qualcosa che assomigliava vagamente a una forma umana

«Insomma…» disse zio Verme rialzandosi a fatica

«Vabbuò, ditemi ‘ndò sta u piccerell ch’ a cusì mi levo dai co…»

«No te lo dirò mai, ho detto!» urlò zio Verme

«Da Vermuccio, credo che faresti meglio a dirglielo…» fece timidamente zia Begonia.

«E va bene!» disse lo zio e corse ad aprire il ripostiglio. Harry, non più mantenuto dalla porta, rotolò per la stanza fino a fermarsi davanti ai piedi del gigante.

«Ah, eccoti qui! – fece contento il gigante – l’ultima volta che taggie vist eri tal’qual a ‘na enorme forma di cacio! Ora hai solo quadruplicato la grandezza!» Harry si alzò in piedi.

«Meh, iamme và! Funiculì funicolà!» fece il gigante. Zio Verme e zia Begonia si guardarono scioccati.

«Ehm, scusa, ma dove andiamo di preciso?» chiese Harry

«Com? tu nun sape chi a si?»

«In che senso?»

«Harry, tu sci nu mago! Nu sapiv?»

«Io… un mago? – disse Harry – è impossibile!»

«Si, eh? Nun t’è mai capitat de fa succed cose stran qunn si incacchiato?» disse il grand’uomo (grande solo di taglia, pero NdA). Harry ci pensò un po’ su… in effetti tutte le volte che si arrabbiava riusciva magicamente a finirsi tutto ciò che c’era nel frigo… se questa non era magia…

«E va bene vengo!» disse Harry tendendo le mani. Il gigante gli mise le manette e lo portò fuori.

Una volta fuori Harry iniziò a bombardare il gigante di domande

«Come ti chiami? Chi sei? Che fai nella vita? Stato sociale? Che e-mail hai? Che segno sei?»

«Chiano, chiano, iamm con ordine! Mi chiamo Rodeus Grassi e sono il guardiano delle chiave e dei luoghi ad Hogwàrts! Però me puoi chiamà solo Rodeus!»

«Veramente Rodeus è il nome e sul libro della Row ti chiamano tutti per cognome!» gli fece notare Harry

«Quella c’ha il cervello scassato! Na devi sta a sentì… comunque ind a sta fic il cognome me fa specie, quindi chiamame per nome!»

«Va bene… come sei arrivato fin qui?»

«Vuland… – rispose Rodeus – ma mo nun lu putim rifà… mi che stengo co’ te, dico…»

«Perché non puoi fare magie?» chiese Harry

«No pekkè vulà col tuo peso nun dev’esse affatt facile…»

 

 

Eccomi di nuovo qui! Non sono sicuro di come sia uscito questo chap ma spero che vi piaccia lo stesso… per quanto riguarda la fic di HP-FILES: VOGLIO CREDERCI, la devo continuare in questi giorni e vi assicuro che avrete molte sorprese! Ah, sono in provincia di foggia! Detto questo, vi aspetto al prox chap! Recensite!

  
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