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Autore: the_demon    24/07/2014    1 recensioni
Il mondo abitato dai personaggi è perfetto, in superficie. Il 99,9% della popolazione mondiale è convinta di vivere felice, quando in realtà tutto è minacciato dai demoni. Arrivati da un'altra dimensione, erano stati sconfitti, ma sono tornati.
Hikari e la sua squadra, la A-1, sono dei cacciatori di demoni. Nessuno di loro ha dubbi sulla correttezza del loro operato, ma l’incontro di Hikari con un demone che sembra saperne più di lei sull’Organizzazione comincerà a farla ricredere sulle sue azioni. Aiutata da Jasper, il membro più intelligente della squadra, cercherà di svelare i misteri che si celano dietro l’Organizzazione e i demoni. Ma qualcuno, nei ranghi alti, si accorge di tutto questo, e sguinzaglia contro la A-1 una squadra di uomini, per ucciderli.
Avrà nelle mani il destino del mondo, come lo gestirà?
Mi chiamò Hikari, che significa “luce”. Ironico: ho sempre amato il buio.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Quid pro quo
 
Mi sveglio con la testa appoggiata alle gambe di Jasper, ancora sulla ringhiera.
-Stavi per cadere.- si difende lui, mentre io mi rimetto in piedi e passeggio un po’ sulla ringhiera. Lui mi guarda con terrore.
Salto giù e raggiungo Anne, che sta scendendo per andare a colazione. Dietro di noi sento i passi goffi e veloci di Jasper.
Ci sediamo al tavolo di Victor e Drake, e noto con uno sbuffo ironico la nostra prevedibilità. Noi, che viviamo una vita di rischi, di battaglie, non riusciamo a cambiare i posti a tavola, né l’ordine dei turni di guardia, a meno che qualcuno non abbia voglia di dormire.
Bevo del caffè e mangio una montagna di fette biscottate con la marmellata, perché la notte quasi insonne mi ha lasciata morta di fame.
Anne sgranocchia biscotti al cioccolato, mentre Jasper si abbuffa di muffin come se non ci fosse un domani.
-Ti vanno tutti nel cervello.- commenta Victor, costringendolo a fermarsi, pieno di sensi di colpa.
-Fai silenzio.- intima Drake scherzoso, con davanti un piatto di frittelle. Non è esattamente da duri, ma le frittelle sono il suo unico vizio. Oltre ai gilet uniti a magliette dei concerti rock.
Finiamo di mangiare con calma, ognuno chiuso nei suoi pensieri, soprattutto perché nessuno vuole affrontare l’argomento che viene ora.
-Cosa facciamo adesso?- azzarda Anne guardandoci tutti in volto uno per uno –Cacciare demoni non ha molto senso.
-Potremmo…- comincia a proporre Victor, ma poi sta zitto senza sapere cosa dire.
-Potremmo capire quello che succede.- conclude Jasper al suo posto, con un’espressione serissima che gli ho visto raramente. Tutti gli rivolgiamo sguardi interrogativi, quindi lui si volta e mi chiede il foglietto.
-Abbiamo trovato dei file su di noi, nell’archivio. Ma questa parte la sapete già.- mi viene in mente una cosa, quindi gli strappo il voglio dalle mani e fisso Victor intensamente. Lui risponde da dietro il computer con uno sguardo interrogativo.
-Victor, puoi rintracciare qualunque cosa collegata a questo codice? 01-2995.- lui annuisce, fa una smorfia e si mette a picchettare sul computer a velocità immane.
-Noi che facciamo?- chiede Drake sporgendosi in avanti.
-Voi…- non faccio in tempo a finire che Victor esulta, quindi ci fiondiamo attorno a lui.
-Sono riuscito a entrare nel database dell’Organizzazione. Sono stupidi, hanno usato un livello di protezione bassissimo…- sghignazza, ma noi gli diciamo di muoversi.
-Che c’è scritto?- chiede Anne a bassa voce, come se da dietro uno schermo potessero spiarci.
Ma al posto di qualche schermata semplice e pulita, appare uno sfondo nero pieno di codici blu.
-Interessante.- mormora Victor, l’unico in grado di leggerlo. Scorre la pagina leggendola con avidità.
-Allora?- lo incalzo, mentre lui si carezza la barba di qualche giorno.
-Mmmm.. è una città, penso. O forse una regione. Più probabile città.
-Dove?- continua Drake, tirando fuori il suo palmare.
-Boh.- sta continuando a leggere, ma a un certo punto sobbalza.
-Cosa?- chiede Jasper sobbalzando a sua volta.
-È la città delle tenebre.- ammutoliamo tutti.
La città delle tenebre. La città dove fu aperto il varco e dove è aperto tuttora. Nessuno sa dove si trovi, ma cosa ha a che fare con me?
Rimaniamo a guardarci per un po’, ognuno chiuso nel suo silenzio, ancora una volta.
Poi, qualcuno parla. Sono io, che mi faccio coraggio.
-Io propongo di cercarla.- dico.
-Come?- dice Victor –Qui non dice nulla.
-Dovete solo farmi addormentare.
 
Sono distesa a letto, e tutti mi guardano come se dal mio sonno dipendesse la vita dell’umanità.
-Ehm… se usciste tutto sarebbe più facile.- dico. Tutti quanti si alzano e vanno via, tranne Jasper che rimane sulla porta, con in mano un bicchiere.
-Se non ti da fastidio io rimango.- si siede ai piedi del letto e io afferro il bicchiere che mi porge.  
Si toglie gli occhiali e li posa sul comodino accanto a sé.
Non ho mai visto senza, o forse non l’avevo semplicemente mai osservato bene. Perde un bel po’ della sua aria da genio, di cui rimane solo quella luce brillante infondo agli occhi. Mi sembra bello. Non dovrei dirlo, lo so, non dovrei pensare nemmeno a lui in quel modo, ma mentre mi guarda con curiosità dal fondo di quegli occhi scuri, mentre mi studia, come fa con tutto, non posso fare a meno di notare che ha il naso dritto e squadrato, i capelli si indovinano morbidi e le spalle larghe sembrano calde e confortanti.
Bevo tutto d’un sorso il sonnifero, e mi addormento costringendomi ad osservare il soffitto piuttosto che Jasper.
 
Sono sempre sulla luna.
Guardo giù, e c’è Kaden che mi guarda, e sembra un po’ triste.
-Hikari.- mi saluta.
-Kaden.- rispondo. China leggermente il capo, come un inchino, e mi sento in dovere di ricambiare.
-Perché sei qui?- mi chiede come se non lo sapesse. Ma alla fine sa sempre tutto, ha sempre saputo tutto.
-Dov’è la città delle tenebre?- chiedo schietta, ottenendo l’effetto desiderato: si è incuriosito.
-Quid pro quod.- dice lui invece –Che mi dai in cambio?
Io rifletto un po’, rimasta con un palmo di naso. Balbetto qualcosa.
-Tu cosa vuoi?- chiedo infine, terrorizzata dalle possibili risposte.
-Io… non lo so. Facciamo che mi devi un favore.- sorride, e scorgo solo un’ombra di malignità in quegli occhi. In ogni caso, non mi piace affatto.
-Va bene.- rispondo, e respiro profondamente.
-La Città delle Tenebre è in Francia, nella Provenza. È un piccolo paesino, Gordes. Un piccolo paesino ora ridotto in macerie…- aggrotta lo sguardo, poi si volta e comincia ad allontanarsi.
Questa volta non c’è bisogno che dica nulla, sento da me il rumore, e mi fiondo giù, atterrando piegando le gambe. Rotolo a terra per riprendere la mobilità dei piedi che mi formicolano, e mi rimetto a correre.
 
Mi sveglio di soprassalto, come sempre, e Jasper mi posa una mano sulla spalla per aiutarmi a controllare il respiro affannato.
-Provenza.- mormoro –Borges.
-Capisco.- dice lui con un sorriso.
Sono dannatamente tentata di abbracciarlo. Non so se perché sia Jasper, o perché ho un disperato bisogno di un abbraccio.
-Posso chiederti un favore?- gli chiedo arrossendo.
-Se posso aiutarti…- mi risponde con una strana smorfia.
-Posso… abbracciarti?- ci rimane un po’ di stucco. Balbetta un po’, poi distinguo un “Certo”, ma alla fine mi abbraccia lui stesso.
Ha le mani fredde, ma il suo tocco sulla schiena è rassicurante.
-Andrà tutto bene, vedrai.- mi dice, poi mi addormento ancora: non ho smaltito tutti i sonniferi.

 
***Angolo dell'autrice***
Hey! Eccomi qui! Mi scuso per i capitoli piccoli ma da ora in poi saranno così... Ho molta difficoltà a scriverne di più lunghi :) In compenso aggiornerò più frequentemente :D eeee.... non frega a nessuno.
Alla prossima,
the_demon
   
 
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