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Autore: Stateless    24/07/2014    0 recensioni
[...] La cosa bella dei pezzi è che, contrariamente a quanto le persone affermino, non torneranno mai al proprio posto se la forza di gravità non è così forte da scombussolare di nuovo la tua vita; e la forza di gravità non fungerà mai da collante per una vita a pezzi in un mondo già a pezzi.
Sarebbe troppo poco pratico.
Ma nemmeno una vita in cui in pezzi siano tornati a posto può essere definita perfetta.
Ci sono le cicatrici per quello [...]
1# La forza di gravità - Hermione Granger
2#L'albero degli impiccati - Pansy Parkinson
3#Is there somebody who can watch you - Ron Weasley
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Pansy, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Is there somebody who can watch you



(Ron Weasley)



I preferred it before, we should ring dad more 
Lost our house, hold me close 
I stopped by, just to wash my clothes

***

I know it's me that's supposed to love you 
And when I'm home you know I got you 

Is there somebody who can love you?


Per Risa



Ron Weasley non aveva mai pensato, nemmeno per un secondo, di poter essere la prima scelta di qualcuno. E se lo avesse fatto, probabilmente, ci avrebbe girato intorno come un cane che si morde la coda, ci avrebbe pensato profondamente, tanto che nella sua testa le parole non avrebbero avuto né senso né logica.
«Perché questo è un po' così per tutti, si diceva Ron, che quando vuoi nascondere qualcosa, parli come un fiume in piena, diventi paranoico, pensi troppo, insomma. Finché non ti fai male ed è finita. Quindi pensare a volte è stupido e dannoso.»
Insomma, Ron Weasley cercava di spegnere quella strana sensazione allo stomaco e quella tristezza patologica immaginando di essere felice così, a Hogwarts; che i suoi discorsi mai detti, ancora intrappolati nelle congetture del suo cervello, fossero troppo per un ragazzo che sta cercando la sua strada. Avrebbe dovuto affrontarli, ovviamente, ma così sarebbe caduto il castello di bicchieri su cui aveva costruito le sue certezze, l'amicizia con Harry e Hermione, la bolla in cui viveva. Quel patetico teatrino in cui si esibiva ogni giorno. Quelle luci fredde che lo colpivano sul palcoscenico ogni giorno: oh, sì, Ron Weasley non aveva mai avuto la "paura da palcoscenico", guardare le persone in faccia non lo spaventava, e quelle luci fredde gli rendevano tutto ancora più chiaro. Aveva sempre potuto vedere oltre quelle strane proiezioni, quelle infelici trasposizioni di vita quotidiana. Era tutta una bugia, lui, loro, Hogwarts, loro, lui, lei, ancora Harry, tutto, lui.  
E allora Ron fingeva, ma non avrebbe mai potuto immaginare della finzione altrui.
E allora indossava una maschera, - "meglio che fingere, no? Questo è un modo di fingere diverso" - ma non avrebbe mai immaginato delle maschere altrui. Tutti quanti, nessuno escluso, avevano commiserato Harry, lo avevano guardato con occhi compassionevoli, lo avevano ammirato. Insomma, Harry era un motivo in più per il Mondo Magico, quel povero ragazzino martoriato.
Questo aveva squarciato ogni cellula e ogni organo vitale di Ron fin dall'inizio, ma, in qualche modo, lui era ancora sano, camminava, parlava, pensava, andava a braccetto con Harry, aveva iniziato ad amare Hermione in un modo che lei non avrebbe mai capito, in un modo in cui lei non avrebbe mai amato. Lei non glielo avrebbe mai reso, mai.
Lei che lo guardava con aria più sorpresa che affascinata quando una delle sue risposte precedevano le sue, quando cacciava qualcosa che lei non avrebbe mai immaginato potesse uscire dalla bocca di Ron.
Questo è amore?
«Che c'è, Hermione, sono troppo stupido per te?»
Aveva percorso i corridoi di Hogwarts ogni giorno, insieme a loro, e ogni santissima volta la sensazione di poter guardare la sua vita dall'alto, di poter scorgere i fili bianchi del burattinaio lo contorceva dentro. La sensazione di non aver nulla in pugno, la sensazione di essere predestinato a trascorrere la sua esistenza con loro gli provocò dei conati di vomito. Non perché non volesse, ma perché sapeva che nessuno avrebbe mai notato i sentimenti di Ron Weasley, il coraggio di Ron Weasley, l'orgoglio di Ron Weasley, finché avrebbe camminato in mezzo a loro, oscurato, eclissato, in un modo che lo distruggeva da sempre.
Invisibile.
Silente l'aveva capito, ma in fin dei conti era stato Silente uno dei tanti a muovere i fili della sua vita. E Ron, questo, l'aveva sempre odiato. Si era chiesto come avessero fatto Harry e Hermione, così stranamente intelligenti e ammirati fino allo sfinimento, ad accettare una passività del genere.
Ma anche lui lo aveva fatto, anche lui non aveva reagito. Era uguale a loro. Schifosamente uguale a loro.
Ora schifosamente felice, dopo la Guerra. Ma finalmente era riuscito a sciogliere i pianti di Hermione, ad abbracciare sinceramente Harry, senza bugie, dopo avergli vomitato addosso la verità.
Schifosamente quello di prima.
Non cambierà mai nulla. Non ti muovere, Ron.


*****

Note dell'autrice:

Come sempre è un piacere pubblicare qui, e ringrazio chiunque sia riuscito ad arrivare vivo alle note.
Credo sia passato un anno e più dall'ultimo aggiornamento. In ogni caso, dedico questo stralcio di vita a Risa, lei sa benissimo perché. Grazie per le belle cose che mi stai dicendo ultimamente, non sai come mi hanno resa felice. Grazie davvero. E non te la dedico per questo, ma perché, perché l'ho fatto e basta. Non c'è nulla da spiegare. Certe cose si fanno perché le sentiamo dentro, no?
 ^_^
Okay, chiudo questa parentesi fluff, e non voglio spiegare nulla della flash perché credo che tutto sia più che chiaro, non c'è nulla da aggiungere, nulla da spiegare. Questo è Ron e basta. La sua essenza. Almeno dal mio punto di vista. Credo sia chiarissimo.
Le strofe della canzone appartengono alla canzone "Is there somebody who can watch you" dei "The 1975", uno dei miei gruppi preferiti. In qualche modo le strofe sono dedicate a Ron. L'uso dello "schifosamente" è ovviamente di Vasco Brondi, e la canzone è "Questo scontro tranquillo". «Ma ci sarò io, arriverò felice da fare schifo e libererò tutti i tuoi pianti trattenuti.»

Vi lancio un salutone,
Stateless

   
 
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