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Autore: Aeltanin    24/07/2014    5 recensioni
Emma Watson non sa ancora che la sua cerimonia di laurea le riserverà una sorpresa speciale e inaspettata.
E' una circostanza che ha il tempismo perfetto a giocare con il destino e a permetterle di realizzare il suo più grande sogno nascosto.
Ma c'è qualcuno a minacciare la felicità...
{Feltson {Tom/Emma
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Evanna Lynch, Rupert Grint, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Was It So Hard?

 

 

Non mi sono mai rassegnata del tutto al fatto di non essere ricambiata. E' come se il mio cuore non si fosse mai arreso a ragione all'amore di nessun altro che non fosse Tom. Probabilmente decreterete all'unanimità la mia insanità mentale, ma credetemi se vi dico che appena mi sono svegliata il giorno della mia laurea, una strana positività mi ha invasa. Non una positività data dal fatto di realtà di aver terminato il mio percorso di studi, ma una positività spirituale. Una positività che ho provato solo una volta nella mia vita in presenza del mio biondo manicomio personale. Un pensiero assolutamente patetico e balordo ha preso posto nella mia mente, non appena ho salito gli scalini del palco e ho ricevuto gli applausi del pubblico in fermento. Vorrei che lui fosse qui. Vorrei che il suo sguardo adorante si posasse su di me.  

Ho rivolto i miei occhi verso la mia mamma in prima fila e una volta scesa, ho lasciato che Matt mi sollevasse e mi stringesse a se. 

 

Matt è…era…un…il mio ragazzo. Non che non gli abbia voluto bene o che non abbia mai provato dell'affetto sincero per lui, ma…

Non sarebbe mai potuto essere lui, nessuno avrebbe mai potuto ragionevolmente sostituirlo. Non perchè io ne abbia fatto una sorta di mito, ma perchè il mio cuore ha sempre riconosciuto Tom come legittimo proprietario. 
C'è entrato 13 anni fa, l'ha monopolizzato con i suoi modi gentili e nonostante le abbia tentate davvero tutte per scolpirlo e modellarlo con diversa iniziale, la T ha sempre troneggiato spavalda. 
Ad un certo punto me ne sono fatta una ragione e ho convissuto quasi tranquillamente con quella triste e ineluttabile verità: non avrei mai potuto dimenticarlo. 
Temo che questa sia stata la pecca di ogni mio rapporto con l'altro sesso. Insomma, non mi sono mai lasciata andare del tutto, ero evidentemente frenata e credo di aver pronunciato una volta o due il nome di Tom durante…beh.

 

Mi rigiro irrequieta nel letto, afferrando goffamente la coperta leggera e tastando la parte vuota del materasso accanto a me. E' tiepida, ma vuota.
Milioni di pensieri si affollano nella mia mente, ma uno pulsa irriverente: Tom se n'è andato, ancora una vota. 
Sono sconvolta, il mio respiro non è affatto regolare e credo che per la prima volta nella mia vita sperimenterò l'attacco di panico.

Respira Emma.

Mi alzo incurante della luce accecante del sole che filtra dalle finestre e mi impedisce di mettere a fuoco il mio confortevole loft. Sbatto il ginocchio sulla poltrona di legno scuro vicina al letto e impreco non esattamente a bassa voce. Un chiazza rossastra comincia a espandersi lentamente sotto l'epidermide e, non curandomi affatto del dolore acuto, afferro il primo indumento che mi viene sottomano. Una camicia leggera di seta azzurra che mi copre a mala pena l'intimo. Bene

Il materasso era ancora caldo. Non se ne è andato da molto.

Apro la porta, sbattendola violentemente contro il muro, e mi precipito giù per le scale, chiamandolo a gran voce. 

Tom. Amore. Tom

Sento ritornare solo l'eco della mia voce, che rimbalza nell'atrio deserto. Avverto i legamenti delle gambe indebolirsi e spezzassi come dei rametti rinsecchiti. Scivolo di peso sul marmo freddo del pavimento, rabbrividendo impercettibilmente al contatto e lascio scivolare sul mio viso ciò che resta del mio dolore. Rimango in quella posizione per un paio di minuti, rimuginando sugli eventi straordinari delle ultime ventiquattro ore e mi sento decisamente una stupida.

Perchè Tom avrebbe dovuto lasciare Jade di punto in bianco e tornare da me? A che sono servite tante belle parole e una foto consunta? Ad ottenere una notte di passione con la ragazza che anni prima non è passata dal suo letto?

Fa male, fa così male che è difficile riuscire a percepire la propria presenza fisica in quello spazio così vuoto. Sono un fiore reciso malamente, annusato, e calpestato subito dopo. 

Usata, mi sono sentita usata. Perchè hai deciso di ferirmi mortalmente? Perchè sei sempre la causa del mio dolore, Tom?

 


***

 


Sto dormendo beatamente nel letto di Emma, quando quest'ultima comincia ad arrancare sul mio petto e tastare con forza punti del mio corpo poco consoni. Non che se ne sia accorta, visto che ha gli occhi chiusi e il respiro affannato, ma certamente qualcun'altro se ne è accorto e ha reagito alle sue "lusinghe". Ciò che mi destabilizza in questo momento tuttavia, non è tanto l'amico dei piani bassi che si è risvegliato, quanto il sudore sulla fronte di Emma e le lacrime che le inumidiscono il viso, mentre pronuncia il mio nome come una nenia.

« Tom…Tom…perchè, perchè mi hai lasciata di nuovo? » Mi puntello sui gomiti e mi sporgo lentamente verso di lei. E' stupenda, è una dea scesa in terra per allietarmi. I capelli sono distribuiti in modo
irregolare sul cuscino, mentre le braccia sono disposte intorno al viso, come a incorniciarlo. Le scosto una
ciocca fastidiosa dalla fronte, le accarezzo la guancia bagnata con la mano e sussurro il suo nome, cercando di rassicurarla.

« Emma, svegliati. Amore è solo un brutto sogno… ».

« E' tutta colpa mia se mi hai usata…come hai potuto farlo?! » Grida nel sonno tra i pianti. La scuoto con più forza, finché non vedo i suoi meravigliosi occhi dischiudersi e la bocca spalancarsi per lo
stupore. E' assolutamente divino il suo volto sconvolto, le sue ciglia scure umide a contornare le iridi 
ambrate. Mi faccio più vicino a lei, affondo il naso nella sua scapola e respiro l'odore di cui avrei
dovuto nutrirmi già molto tempo fa. Se penso che mi sono perso tutto questo per così tanto tempo...

« Tu…allora…non sei andato via… » constata incredula. Se non l'avessi conosciuta abbastanza da temere una sua reazione violenta, avrei riso dello stupore del suo volto.

« Perchè avrei dovuto farlo? Ho agognato a questo non sai per quanto tempo ». Alza titubante una mano e la appoggia gentilmente sul mio viso, sul quale compare un accenno di barba. Mi beo di quel calore
benefico e assecondo il movimento della sua mano. Chiudo gli occhi e attendo che quella carezza 
meravigliosa termini proprio sulle mie labbra, dove le dite di Emma si sono poggiate. Mi desto lentamente
e, prima che lei ritragga le falangi, le bacio una ad una. La vedo trattenere a stento un gemito e mordersi il labbro inferiore con i denti. Approfitto della sua temporanea interdizione, per ricominciare a 
parlare.

« Perchè stavi piangendo nel sogno? Cosa è successo? ». Il suo sguardo si oscura e i suoi occhi si spostano verso il basso, su un punto indefinito del materasso. Sta lottando con se stessa per trattenere le
lacrime, ma è sicuramente un macigno quello che ha dentro e che non le permette di ricacciarle indietro.

« Ho paura, Tom. Da morire. Non potrei…non posso sopportare che tu te ne vada. » La sento tornare finalmente a respirare, come se si fosse tolta un peso immane. Eccola la sua preoccupazione che si
riversa anche nel mondo onirico. Teme che la possa nuovamente respingere. Farò tutto il possibile per 
cancellare questa assurda convinzione dalla sua testa, nonostante in passato con il mio
comportamento, io non abbia fatto altro che alimentarla. Mi scosta bruscamente da se, mettendosi dapprima seduta sul letto e poi ergendosi in tutta la sua bellezza. Compie pochi passi in punta di piedi,
finché non 
raggiunge la porta dell'ampio bagno. In quella reazione leggo molte sfumature, non soltanto differenti, ma anche tra loro configgenti. Paura, rabbia, orgoglio, amore. Troppo, davvero tanto
amore. Come ho fatto a resistere tutto questo tempo? Mi fiondo verso di lei e con un movimento fulmineo la afferro 
sotto le gambe. Emma reprime un grido di stupore, poi affonda la testa sulla mia
spalla e la sento ridere di gusto. I suoi capelli mi solleticano la pelle del collo e risalgono poi sulla mandibola, finché quella scia asciutta viene sostituita dalle sue labbra idratate. Indugia sulla mia bocca
con calma e lentezza, 
ricamando ghirigori con la lingua ai bordi di essa, incrementando le soglie del mio desiderio indecentemente. La dolce tortura termina, quando sento le sue labbra posarsi
dolcemente sulle mie in un bacio fugace.

« Buongiorno amore mio ». Mi dice, sorridendo. Potrei fare qualsiasi cosa per questa donna!

« Noto che la tristezza è scomparsa. A cosa è dovuto questo repentino cambio di umore? » Chiedo, divertito.

« Signor Felton, faccia poco lo spiritoso! E mi rimetta subito a terra! »

« Non ci penso nemmeno, futura signora Felton. Adesso la farò divertire come solo io so fare ».

« Suona sconcio amore, te ne rendi conto? ».

« Ho forse detto che non lo è? » 

 


***

 

 

Non posso crederci. E' scappato senza neanche una spiegazione. O meglio, la spiegazione è arrivata dai giornali, che hanno subito pensato di mettermi in ridicolo. Tom ha deciso di fuggire da quella sciatta della Watson ed io non so davvero il perchè. Fino a ieri andava tutto bene e adesso mi ritrovo sola in camera da letto a cercare il motivo di un tale gesto. Forse

Forse avrei dovuto ascoltarlo di più, forse avrei dovuto capire le sue espressioni e le sue sensazioni. Ma è sempre tutto filato liscio fino ad ora. Se qualcosa non fosse andato bene, Tom me lo avrebbe detto no? No…?
Non posso permettergli di rovinare tutto quello che c'è stato tra noi, io lo amo e non ho assolutamente intenzione di perderlo.

Ma lui ti ama Jade? Te l'ha mai detto? Cerco di spegnere quella voce petulante dentro la mia testa e a studiare un piano per raggiungere il mio scopo.

Lo andrò a recuperare costi quel che costi e gli impedirò di commettere un errore irreparabile sposando la Watson. Siamo sempre stati invidiati da tutti, acclamati per la nostra bellezza insieme e per l'affiatamento. Come gli è saltato in mente da fuggire da lei per una semplice lite? 
Cioè una delle tante semplici liti…

All'improvviso un fulmine mi attraversa la mente e il ricordo del suo sguardo assente del giorno precedente mi spezza il respiro: la foto.
Quella dannatissima foto del cast che ogni tanto Tom ripesca dal cassetto non è semplice nostalgia, ma è quel qualcosa di più che ho sempre cercato e mai ottenuto. Quella attenzione che lui non ha mai avuto per me, quel sorriso al ricordo degli scherzi ad Emma, quel luccichio negli occhi chiari al ricordo della sua risata.

La riguarda per lei… 

Ma se non mi ama perchè è rimasto con me tutti questi anni? Mi ha solo presa in giro?

Mi deve molte spiegazioni. Nessuno può permettersi di mollarmi così di punto in bianco. Dove troverò un altro uomo incredibile a letto come lui? Non che io lo rivoglia indietro solo per questo motivo, ma…è una parte fondamentale del nostro rapporto il sesso. Però io lo amo davvero, lo giuro… Ne sei sicura Jade? 

« Smettila di importunarmi vocina stridula! Non si ruba ciò che è mio ».

 

 

***

 

 

« Tom devo preparare la colazione! » Emma cerca di alzarsi, ma la afferro velocemente, cingendole la vita con le braccia e sussurrandole sul collo:

« Resta a letto un altro po'. Mi sei mancata troppo ».

« Amore, ho un impegno » un bacio sull'avambraccio, uno sul braccio, l'altro sulla clavicola « Torno per pranzo e poi sarò tua per il resto della giornata. Lo giuro. » Si gira verso di me, strofina il naso sul
mio e a fior di labbra mi dice:

« Mi sei mancato da morire anche tu ». 

Quando esco dal bagno, la trovo indaffarata ai fornelli. Ha appuntato i capelli lisci sulla testa, qualche ciocca ricade sulle spalle e quella camicia leggerissima che la ricopre è davvero una minaccia per il mio autocontrollo. Mi avvicino con passo felino, cogliendola alla sprovvista e sottraendole una delle fragole dal meraviglioso piatto di pancakes che sta preparando. 

« Ei! Giù le mani dal mio capolavoro! » Si volta velocemente verso di me, tentando di sottrarmi il frutto dalle mani, ma io lo porto alla bocca. Mi guarda leggermente spaesata, ma noto una scintilla
maliziosa nei suoi occhi. Vedo il suo volto avvicinarsi lentamente al mio e addentare la fragola rimasta sospesa a 
metà tra le mie labbra. La morde lentamente, facendo ben attenzione a sfiorare
in modo indecente le mie labbra con le sue, assaporandone la dolcezza. Sta per allontanarsi, ma le afferro il viso, mosso da un istinto famelico, e mi fiondo su quelle labbra estremamente rosse e invitanti. Ci
siamo solo noi, i nostri 
corpi, le nostre labbra turgide, i nostri respiri affannati ed eccitati. Non pensavo che avrei potuto mai essere così felice, così sinceramente felice.
Sposto un attimo lo sguardo sul bancone della cucina e vengo attratto da una scodella ripiena di panna. Immergo l'indice in quel dolce paradiso e me lo porto alle labbra, facendo attenzione a non
distogliere mai i miei occhi da quelli di Emma. Ha le labbra dischiuse e lo sguardo attento ad ogni mia mossa, 
quasi fosse ipnotizzata da quel movimento peccaminoso. Mi afferra la mano istintivamente e
si porta la falange incriminata alla bocca. Succhia ciò che rimane della panna, ripetendo lo stesso gesto con le sue dita. Il mio autocontrollo è andato a farsi benedire di fronte alla semplice sensualità delle
dea che ho
davanti.

« Emma… ». Soffio, con voce roca, sulle sue labbra.

« Si…? » Sussurra a sua volta, immergendo l'indice nella scodella e strisciandomi la panna sulla bocca, sul collo e sul torace.

« Hai superato il limite lo sai? Non si scherza con me ». La tiro su rudemente per i fianchi e la faccio sedere sul granito del bancone. Le sfugge un gemito di disappunto per quella mossa azzardata,
immediatamente sostituito da una espressione languida e un sospiro rassegnato.

« Tom, sei sicuro che…con Jade sia tutto sistemato? » Sono leggermente infastidito da questa domanda impertinente, soprattutto per l'intimità del momento che stiamo condividendo. Ma ha ragione a
porsi il dubbio, dannatamente ragione. Che non mi importi di Jade è chiaro, che non provi niente per lei 
ancor di più, ma Emma che garanzie ha avuto da me? Devo chiarire con la ragazza che è a Londra,
per potermi dedicare anima e corpo alla donna che mi ha da sempre rubato il cuore. Mi scosto lentamente da lei, posandole un bacio leggero sulle labbra e sferzando l'eccitazione palpabile.

« Hai ragione Emma. Non è tutto sistemato ». Il suo sguardo di scurisce, perchè probabilmente deve aver frainteso le mie parole. « Ei amore, che hai capito? Intendo che non le ho lasciato neanche un
biglietto, sono partito di punto in bianco. Vorrà sicuramente una spiegazione da me. In fondo se la merita, 
dopo i nostri anni insieme ». Mi spinge leggermente il torace per allontanarmi e scende dal
bancone. Sono sicuro che le mie parole la abbiano ferita in qualche modo. Non deve essere stato facile per lei, ricordare il dolore che ha provato, e che forse tutt'ora prova, nel sapere di me e Jade insieme.

« Tesoro, ascoltami ». La raggiungo in bagno, le prendo le mani e le stringo tra le mie. « Non devi neanche pensare che tra me e lei ci sia ancora qualcosa. E ti assicuro che quel qualcosa che c'è stato molto
tempo fa e che è finito già da un pezzo, non potrà mai essere lontanamente importante e profondo come
 ciò che c'è fra noi ».

« Come faccio a crederti? Ci sei stato per sette anni… ». Le afferro il mento tra le dita e la costringo a guardarmi. Dobbiamo lavorare molto sul nostro rapporto. Emma non si fida di me, e la colpa è solo
mia.

« Perchè non ti fidi di me? Cosa devo fare, per farti capire che sei la ragione per cui vivo? » Sgrana gli occhi, che diventano immediatamente lucidi e mi getta le braccia al collo.

« Niente, non devi fare niente Tom. Volevo solo sentirtelo dire. Ed è bello, così tanto bello saperlo. Non pensavo che avrei davvero ascoltato queste parole un giorno ». Affonda la testa nel mio petto, sul
quale sento infrangersi il suo respiro tra la stoffa della maglietta e l'epidermide. Le accarezzo il capo, 
lasciandomi stringere la vita e permettendole di condividere con me il suo dolore.

« E' stata molto dura in questi anni, non è vero amore? ». Accenna affermativamente con il capo, la testa ancora nascosta nel mio petto, finché un brivido mi attraversa, quando sento il cotone della T-shirt
inumidirsi.

« Anche per me Emma, anche per me ». 

 Piangi piccola e sfoga le tue paure, io sono qui e non ti abbandonerò mai più.

 

 

***

 

 

Appena uscita dalla doccia, mi preparo per l'incontro con il produttore cinematografico. Il probabile ruolo che interpreterò mi piace parecchio e a dirla tutta spero che sceglieranno me. Infilo ai piedi le mie decoltè nere e mi avvicino a Tom.

« Come sto? » Gli chiedo, imbarazzata. 

« Sei incantevole ». 

« E se… »

« Avrai quella parte amore, ne sono sicuro. Sei la donna dell'anno, pur sempre la mia donna, ma tutti ti riconoscono come tale ormai. Come negarti di interpretare una principessa? » Avanza verso di me e
mi guarda con un ghigno. E' sempre il solito ragazzo possessivo.

« Tua? »

« Solo mia ».

« Augurami buona fortuna ». Mi stringe fino a farmi mancare il fiato e comincia a baciarmi. Assaggia le mie labbra morbide, le distrugge con i denti e finalmente la sua lingua richiede l'accesso. Non capisco
più nulla in quel momento, abbandonata all'estasi del suo meraviglioso sapore. Sono totalmente 
elettrizzata, il mio corpo vorrebbe di più e si inarca al suo tocco. Inserisco le mani tra i suoi capelli,
avvicinandolo sempre di più a me. So che non sto respirando da alcuni secondi, ma staccarmi da lui è una vera tortura. Ci pensa Tom a farlo, allentando la presa sui miei fianchi e dandomi un ultimo bacio
leggero.

« Wow, io… » Mi sorride con una buffa espressione sulla faccia.

« Buona fortuna Emma ».

Non ho il tempo di richiudermi la porta alle spalle, che una figura purtroppo conosciuta si appropinqua verso di me con una espressione poco rassicurante, che mi fa gelare il sorriso sulle labbra. E' pallida e smunta, forse ancor più magra di come la ricordavo, ma ha sempre il solito sguardo glaciale. Come ha potuto non accorgersene Tom? Ma soprattutto, come ha fatto a scoprire dove abito?

« Buongiorno Watson. Scopato bene con il mio fidanzato? » Mi chiede, sottolineando particolarmente l'ultima parola.

« Tom non è… »

« Oh andiamo! Non mi ha mica lasciata. Sta solo facendo una temporanea vacanza ».

« Certo. Ed è per questo che non ha comprato il biglietto di ritorno? » Le chiedo, sarcastica. La mia frase deve aver colpito nel segno, perchè la vedo corrucciare lo sguardo e contrarre la mandibola. E'
davvero inquietante
. Mi ricorda Helena Bonham Carter che interpreta Bellatrix. Solo la versione scadente e peggiore, molto peggiore. A dire il vero, è un insulto fare il paragone. Si trascina lentamente
verso di me, fermandosi ad un palmo di naso e puntandomi l'indice sul petto.

« Sei solo una puttana arrivista. Lo sanno tutti che ti sei scopata Hayman per avere l'aumento di stipendio…»

« Questo non è affatto vero! Fin dove ti spingerai per rovinargli la vita eh? Non ti sei ancora stancata?! » le grido, il viso una maschera di rabbia. Mi rendo conto di aver esagerato, nel momento in cui mi
afferra il braccio e mi strattona con tutta la cattiveria e la violenza che può osare.

« Lascia il mio Tom in pace. La sua casa è con me a Londra. Ti consiglio di assecondarmi tesoro, non hai idea di cosa io sia capace ».

« Non mi fai paura, Gordon. E adesso vattene da qui e non farti più vedere. Non voglio coinvolgere Tom in questa storia, che a quanto pare è tra te e me. Tom ha scelto ed io sono in ritardo ». La supero,
dandole una spallata e apro il portone d'ingresso. Non appena sto per scendere dal marciapiede, mi sento 
afferrare per le spalle e spingermi verso la strada. Tento di resistere all'attacco di Jade, cercando
contemporaneamente di non attirare l'attenzione.
E' piuttosto forte per essere così esile. Approfitto di un suo momento di distrazione per risalire sul marciapiede e spostare lei sulla strada. Adesso mi fa
davvero 
paura, è una furia, è fuori di se.

« Gordon ascoltami possiamo risolvere la cosa in altro modo… » cerco di persuaderla.

« No! Devi lasciarlo immediatamente! Tu non lo meriti Watson! E' mio!» Ha le lacrime agli occhi, il viso contratto e le dita sudate per lo sforzo. Mi farebbe persino pena, se non la conoscessi.
 Ha bisogno di un aiuto, questo è evidente. Rafforzo la presa sulle sue braccia nel tentativo di 
portarla sul marciapiede, ma nello steso momento lei allenta la presa e si lascia sbalzare sull'asfalto. E' un
attimo. Una macchina che sfreccia a velocità sostenuta non ha il tempo di frenare e le passa sopra, quasi senza accorgersene.

   Solo un grido, il mio e un sorriso sadico, il suo. L'ha fatto apposta e io non ho potuto fare niente. E' questo il limite al quale può arrivare: la morte.

 « Ho sentito urlare Emma, cosa… » Tom arriva alle mie spalle, ma non riesce a terminare la frase. Posa gli occhi sul corpo inerme di Jade adagiato sull'asfalto rovente e il mio viso si paralizza alla vista
della sua espressione sconcertata.

« Tom…io…» 

  Devi credermi Tom, non sono stata io.


 

***

 

Buonasera lettori!
Questa è nata come una OS, ma chiunque l'abbia letta, mi ha chiesto di continuarla e io l'ho fatto volentieri, anche se non sono pienamente convinta della riuscita del capitolo.
Ripeto che non ho nulla di personale nei confronti di Jade, nonostante non l'apprezzi particolarmente, e che quello che ho scritto è tutto frutto della mia immaginazione. 
Per la scena delle fragole, mi sono ispirata ad una scena di GG tra Nate e Serena che mi è piaciuta molto.
Spero che abbiate apprezzato :)

Erika AstoriaGM


 

 
   
 
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