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Autore: ILoveItBaby    24/07/2014    1 recensioni
Quando gli angeli si chetano
Quando il ciel si rabbuia
Quando il sussurro del vento svanisce
Quando la terra smette di tremare
Quando tutto tace e c'è solo il silenzio di chi attende
è il momento di correre.
********************
Dal Capitolo 1:
"Era evidente che gli dolesse, ma il ragazzo smise di massaggiarle e fece segno di no, poi perfido disse “Non è che ti sei innamorata di me e tentavi di stare un po' sola con il sottoscritto. Mi spiace ma dovrai metterti in fila, anche se...per te potrei anche fare un'eccezione!”. Greys lo fisso con il suo sguardo da Bestia Incarognita®."
[...]
"Una lieve brezza le mosse i capelli rossi e lei rabbrividì. Draco le passò il braccio intorno alle spalle e la strinse per scaldarla, con grande stupore di Greys. Non si sarebbe mai aspettata di vedere quel ragazzo così romantico, o semplicemente gentile. Gli tolse la mano e si raddrizzò. Infatti, era troppo dolce, e sinceramente non ci credeva, stava tentando di farla diventare uno dei suoi trofei."
********************
Bhe............spero con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 20


«Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te.»
Edgar Allan Poe


PASSATO



Lentamente riaprì gli occhi. Le torce erano accese e brillanti, più del giorno prima. Esse erano l'unica cosa che scandivano il tempo, sincronizzandosi al sole della Terra.
C'erano molte affinità tra l'Inferno e il mondo terreno.
Si riscosse e osservò intorno a sé. Era ancora nella camera di Lux, abbracciata a lui.
Facendo più piano possibile si sciolse dalle sue braccia e scese dal letto. Era persino tenero vederlo immerso così nel sonno.
All'improvviso Greys si sentì molto vecchia e stanca, e una profonda tristezza la pervase, a causa di tutti gli avvenimenti accaduti da quando era stata mandata all'Inferno.
Era triste per Lucifero, ancora una volta venne schiacciata dal peso della conoscenza di quel terribile segreto, ma questa volta leggermente alleviato dalla consapevolezza che lei avrebbe potuto aiutarlo, anzi lo stava già facendo. Ora finalmente l'Angelo Caduto avrebbe potuto, almeno con lei, essere sé stesso.
Non sarebbe stato facile, anzi.
L'uomo, ancora disteso, si mosse e Greys sobbalzò. Decise che era troppo tesa così uscì dalla sua stanza per andare nella propria.
Sgusciò velocemente nella bianca camera e lì si decise a indossare qualcosa di più comodo, ma che fosse comunque elegante. Ci pensò un attimo.
Nell'armadio, come l'aveva avvertita Lux, apparvero esattamente gli indumenti da lei immaginati: un morbido vestito nero lungo fino al ginocchio, con la gonna di un leggero tessuto vagamente trasparente. Insieme al vestito vi erano anche due morbidi stivaletti a metà polpaccio in pelle nera senza tacchi.
Non aveva idea di quali fossero le occupazioni giornaliere dei diavoli, quindi tentò di trovare un accordo tra il suo stile e quello del luogo, e l'abito nero ne era il risultato.
Rimase un attimo a fissare la parete, sovrappensiero.
Senza nemmeno accorgersene si era legata i capelli rossi e ribelli in una bella coda di cavallo e aveva fatto qualche passo verso la porta.
Aveva ancora milioni di domande.
Milioni di dubbi.
Uscì e, con sua grande sorpresa, si ritrovò davanti una lunga tavola imbandita on cibi d'ogni sorta e provenienza, e al fondo di esso, immerso nel silenzio della solitudine, vi era Lux, intento a tagliare una torta dall'aspetto a dir poco delizioso.
E rimase lì ferma sullo stipite, anch'ella in silenzio, finché lui non alzò lo sguardo, incatenandolo col suo, invitandola implicitamente a sedersi.
Allora una domanda che le sembrò ovvia in quel momento le affiorò alla mente, trovando sfogo attraverso la sua bocca.
«Quindi noi...dobbiamo nutrirci come un essere umano, cioè, tutte le loro azioni umane?» chiese impacciata.
Lucifero la guardò un attimo, poi sorridendo disse «No, no...ora che sei qui non è cambiato nulla, non c'è bisogno di questi gesti tipicamente umani come mangiare, in realtà. I cibi che tu vedi qui non sono ciò, ma sono piuttosto come delle essenze dei gusti che donano questi pasti nel mondo terreno, la consistenza, i profumi. Come cambiarsi d'abito. Sono semplicemente azioni che riprendono il mondo terrestre, sono piaceri. Per questo noi le riproduciamo tanto minuziosamente.»
Posò il coltello e prese una fetta, avvicinandolesi con essa «Così come anche riproduciamo piaceri più profondi.»
Greys si immobilizzò, ogni suo muscolo si contrasse. Intendeva azioni come fare l'amore o simili, dedusse la ragazza che, imbarazzata divenne dello stesso colore dei suoi capelli di fuoco.
Quello era un argomento delicato. Lei era in ogni caso ancora un Angelo e non sapeva se come tale un piacere tanto terreno le fosse permesso.
Tentò di allontanare i pensieri scomodi, anche se la sua mente si era impuntata proprio su quell'argomento tanto difficile.
Il vecchio Angelo Caduto posò la fetta davanti a lei e tornò all'altro capo del tavolo e lì si sedette.
Il silenzio calò, ma era un tacito tormento per Greys. Domande su domande le torturavano la mente, urlando e strepitando, ripetendosi come un disco rotto.
Non voleva continuare a pensarci, sapeva già da sola di avere un dannato debole per quell'uomo, ma non poteva né voleva andare oltre!
Quali diamine di pensieri l'assalivano?! Era diventata completamente folle?!
Afferrò il tovagliolo e lo torse fino allo stremo, quando si strappò con un sonoro rumore.
Lux alzò lo sguardo, riemergendo dai propri pensieri e guardandola perplesso. Come diavolo faceva ad essere così calmo? Forse perché evidentemente non ricambiava minimamente quella strana attrazione.
In fondo lei era solamente uno stupido angelo ignaro che era stato condannato laggiù per l'eternità per fare compagnia al Signore degli Inferi, che tanto infernale poi non era.
E a quel punto, sotto la pressione dei pensieri e dello sguardo dell'uomo sbottò nella domanda più imbarazzante dell'universo: «Quindi ogni giorno prendi una ragazza, o demonessa, quel che è insomma, e te la porti in camera per...beh hai capito...per divertirti...?»
«Sì...più o meno è così. A volte anche più d'una per divertirsi nel più ampio concetto del termine.»
«Ti prego,» lo bloccò subito «Non aggiungere altro.»
Lux respirò a fondo. «Non è facile...non che non sia divertente...però...vorrei poter amare sul serio.»
Ecco. Altre informazioni non richieste.
«In...in che senso? Non puoi amare?»
Lo sguardo dell'Angelo si fece più intenso. «No.»
L'imbarazzo scomparve per lasciare spazio allo shock.
«M-ma...come...perché...insomma...» cominciò in maniera sconclusionata la rossa, non trovando una frase che avesse un senso logico in quel momento.
«Semplicemente perché per amare qualcuno questa deve essere per te indispensabile e io non ho bisogno né di Angeli, né di Demoni né tanto meno di esseri umani. Io DEVO non aver bisogno di nessuno, ti immagini cosa accadrebbe altrimenti? No, non puoi» si rispose da solo «Perché sarebbe catastrofico per qualsiasi equilibrio, di ogni mondo. Io non devo mai innamorarmi.»
Greys prese, come in catalessi una ciambella glassata che in quel momento aveva un aspetto meraviglioso.
«Sai,» riprese all'improvviso Lux, rompendo la patina di silenzio «Una volta non vi erano solamente Angeli, Demoni e umani, esisteva una quarta e potente razza, esseri che somigliavano incredibilmente agli umani, se non per il fatto che, più di ogni altri, riuscivano a utilizzare quell'energia interiore che è in ognuno, ma che oramai gli esseri umani non sono più capaci a trattare, riuscendosi ad avvicinare al cielo come nessun altro. Ma, così come erano riusciti ad elevarsi, alcuni di loro scelsero anche di divenire altro, di dare altra forma a quella città, al quel popolo. Vivevano in un'isola meravigliosa, dove le coste brillavano al sole. Ma si era insinuata morte e corruzione, le donne venivano stuprate e gli uomini torturati...» immerso nei ricordi si bloccò un secondo.
La rossa invece era lì, ad ascoltarlo pallida. Conosceva quell'isola era la sua isola.
Vari flashback le affiorarono nella mente. Suo fratello, suo padre, anche la sua migliore amica: Hankalaja, alta donna, con stupendi capelli biondi e coraggio di un leone. Una donna come poche, perspicace, dolce ma anche dura all'occorrenza, abile nella magia, sia umana che dell'energia, il potere usato da demoni e angeli. E quando questa le aveva detto di essersi innamorata, immediatamente Greys si era domandata quale uomo poteva rapirle il cuore, quale perla rara essi fosse. Purtroppo non aveva avuto tempo di scoprirlo e sicuramente anch'egli era già morto da molto tempo.
L'aveva persa troppo presto. Li aveva persi tutti troppo presto.
Addentò quasi con foga e ruppe la glassa della ciambella, ingoiando velocemente e con sguardo fissile.
Perché le stava raccontando quelle cose che tanto bene conosceva? Dove voleva arrivare? A farla impazzire dal dolore ancora orribilmente vivo?
L'uomo respirò profondamente.
«E i demoni vennero attratti da essa, come calamite, a centinaia, poiché c'era potere e orrore. Quale pasto migliore per loro? Io, allora da bravo Principe del Male mi recai lì. E fu forse l'errore più grande di tutta la mia esistenza poiché incontrai l'essere più bello d'ogni dove, una ragazza, una donna che mi prese il cuore. Atlantide, quale meraviglia! E la cosa più affascinante di tutte era ilo fatto che ogni abitante in sé conteneva ogni altro, riuscendo ad armonizzare il demone e l'angelo e l'imperfezione umana, rendendoli...diversi da chiunque altro. Rendendoli una debolezza, poiché ad essi nessuno poteva resistere. Nemmeno io. E forse se avuto più tempo sarei arrivato ad amare incondizionatamente quella donna. Si chiamava...non ricordo il suo nome, ma ricordo bene i capelli biondi.
Ma quella città non esiste più.»
Il mondo le crollò addosso.
Come era dunque possibile? Lui era stato lì secoli prima.
E all'improvviso volle sapere tutto.
«E...e sa perché venne distrutta?» domandò trattenendo la foga.
«So solo che è stato un Atlantideo stesso. Altro non so.»
Come poteva il diavolo non saperlo? Lui era Lucifero in persona!
Sbarrò gli occhi, con il bisogno di sapere, il dolore del passato e quello del presente che le riempiva il cuore quasi insopportabilmente.
«Come puoi non sapere altro?!» quasi urlò, sbattendo le mani sul tavolo e alzandosi in piedi impetuosamente.
Tremava.
Gli angeli l'avevano scelta per un motivo preciso? Perché era di Atlantide, di quel grande popolo scomparso? Ma perché era lì? Le sembrava ridicolo che fosse in quel luogo poiché era l'unica che avrebbe potuto fare la differenza nel cuore freddo di Lux, era illogico voler distruggere un equilibrio!
L'Angelo sgranò gli occhi perplesso, ma prima che questi parlasse Greys lo bloccò con un gesto.
Sentiva la bocca dello stomaco bruciargli, ogni suo organo interno andava a fuoco. Smise di respirare e si portò le mani alla gola, disperata. Non aveva mai avuto bisogno di respirare da angelo, perché ora stava succedendo quello?!
Ogni sua cellula le doleva e lampi le apparivano nel campo visivo.
Si piegò in due tanto erano fitte le fitte.
Lux accorse da lei, ma si fermò osservandola ad occhi sbarrati.
La sua pelle pulsava di nero, come un enorme cuore di cristallo oscuro, come il fuoco. E tutto fu nero, il nero si impossessò delle su volontà.
No, non poteva dargliela vinta! Giammai!
Greys decise di lottare contro quella bestiaccia che, non sapeva come, aveva preso piede nella sua anima.
Ruggì, in preda agli spasmi e, combattendo all'infinito, o forse per nemmeno un secondo la rossa riaprì gli occhi, sfiancata.
«L-lucifero,» sussurrò «C-cosa è successo...?» respirò affannosamente «F-forse il cibo qui n-non mi fa tanto bene.»
Cos'altro poteva essere? Era quello, sì.
L'uomo non rispose, in preda ai suoi pensieri più profondi e sconvolti.
«Non fa male a nessun essere d'oltremondo questo cibo...tu sei un Angelo no?»
Greys annuì. Era così. Il fatto che fosse di origine Atlantidea era un'altra storia...no?
«Greys.» richiamò la sua attenzione «Tu sei completamente angelica?»
L'Angelo era pallido come non mai.
Sbarrò gli occhi. Silenzio.
«No... non ci credo...» sussurrò Lux, tra lo sconcerto e la furia.
Non l'aveva ancora toccata, anzi non si era nemmeno avvicinato troppo, nonostante lei fosse in posizione fetale a terra, sulla gelida roccia. Aveva...paura di toccarla?
Ciò la ferì profondamente.
«Sei di origine umana! Come hanno potuto...come! Gli umani non sono abbastanza forti! Mi stupisce che tu sia ancora viva!»
Non lo corresse nemmeno una volta. Sapeva di stare mentendo, ma non voleva che fosse cacciata da lui se avesse scoperto la sua vera origine, lei voleva aiutarlo!
Socchiuse gli occhi stremata.
«Se sei di origine umana tutto cambia.» disse l'Angelo tenendosi la testa con una mano, invecchiando di anni e anni, mostrando quanto peso portasse addosso.
«Non ti basterà il nostro cibo, anzi è meglio che non te ne avvicini proprio.»
«M-ma...cosa mi è successo?»
Lucifero non rispose. Non lo sapeva nemmeno lui.
Era forse legato alla sua natura Atlantidea? Poiché in sé aveva anche una parte umana? E una demoniaca? Il cervello cominciò a lavorare al massimo per capire la situazione.
Rifletté su sé stessa e su ciò che le aveva detto Lux.
Forse strappando le ali che aveva acquistato sfruttando la sua parte angelica, erano entrati in vantaggio quella demoniaca e quella umana e, dato che il “cibo” che ingurgitavano laggiù all'Inferno era pericoloso per l'essere umano, si era avvelenata e il demone che era in lei aveva dominato su tutti, quasi trasformandola in un orrendo mostro.
Ma era riuscita a placarlo.
Avrebbe voluto chiedere a Lucifero di ascoltare la sua teoria, ma come poteva spiegargliela senza far ovviamente capire che non era una semplice umana trasformata in angelo? Non poteva.
Così semplicemente tacque, trattenendo l'orribile sensazione di essere un semplice mezzo per qualche cosa di più grande, architettato da molto tempo, di essere usata per quel gioco di cui non era certa nemmeno dell'esistenza.
«Credo sia meglio tu non tocchi più questo cibo... dovrò... dovrò portarti in superficie. Qui non troverai mai alimenti decenti.» rifletté freddamente l'uomo.
Si rabbuiò. «Non sarà così facile. Ma non posso lasciarti senza cibo. Voi umani morite senza.»
Si prendeva cura di lei, ciò la rallegrava e la faceva tremare allo stesso momento.
Cosa stava combinando?! Eppure era sempre stata una ragazza logica e sincera, cosa diavolo la spingeva a mentire a tal modo?
Invece annuì.
Lux si perse nuovamente nella sua mente tormentata, ferita ogni giorno dal mondo che lo circondava, sfiancante.
Veloce l'Angelo Caduto la prese dolcemente e la alzò da terra.
«Sei qui da pochissimo tempo e ti ho già portato nella tua camera in braccio ben due volte! Semi-Angelo stai sfidando non poco la mia pazienza di Re dei Demoni» rise calmo.
Aprì la porta con un calcio.
«Ehi, guarda che ce la faccio a camminare!» disse stizzita la ragazza.
«Certo, ma finiresti per inciampare da qualche parte e farti ancora più male! E poi altro che cure!»
rispose ironico lui.
Sapeva che Lux stava tentando di stemperare la situazione pesante, ma lei non era dell'umore giusto, affatto.
La posò sul letto.
«Dormi, hai delle occhiaie incredibili...come caspita fai ad avere le occhiaie se non hai nemmeno bisogno di dormire! Sei un Angelo santo cielo!»
Greys non ne aveva idea, sapeva solo di essere stanchissima. Forse stare laggiù non le faceva bene.
Si accoccolò in un angolino in posizione fetale.
«So che viver qui non è facile. Ti capirei se scegliessi di tentare di trovare una via d'uscita...» sussurrò.
Greys alzò lo sguardo.
«Io non ho scelta. Non l'ho mai avuta.»
E quella consapevolezza si concretizzò davvero in quell'istante solamente nella sua mente. Nulla aveva potuto contro a quelle fantomatiche forze superiori.
«Sono solo una schiava di voi altri!» la rabbia la inondò, montandole dentro non solamente astio, ma anche dolore e coscienza.
«Greys...»
«NO! “Greys”, basta! Ora. Basta.» disse tra i denti «Ho perso tutto e tutti, la mia famiglia, gli amici, sono stata trasformata in uno stupido angelo, facendomi privare della mia umanità, sono stata spedita quasi con la forza all'Inferno ad aiutare il Grande Angelo Cattivo a contenere la sua crisi esistenziale, perché» creò delle virgolette con le mani «lui è buono, ma deve mostrarsi cattivo e ciò lo rende tanto tanto addolorato, ma il dovere glielo impone... e così deve rovinare la vita anche a me! Ah, no, aspetta... QUALE VITA?!»
Si era alzata in piedi e, per la prima volta da molto, provava una vera e propria furia agitarsi dentro di lei.
Lucifero, scuro in volto, teneva lo sguardo basso, contenendo sé stesso.
«NEANCHE MI RISPONDI!» urlò, fuori da ogni grazia divina.
Cosa l'avesse sconvolta di preciso era difficile da stabilire, semplicemente aveva troppo dolore, che stava sfogando come chi non vuole mostrarsi debole attraverso la propria corazza costruita con delusioni e altra sofferenza, così la fa passare solo per rabbia, furia cieca.
Stava per esplodere, stava per lasciare libera la sua parte più nera, che lo aveva favorito nell'essere scelto come Principe delle Tenebre.
Sospirò profondamente, come solo chi ha pieno controllo di sé potrebbe tentare di fare, per calamarsi.
Greys sapeva di aver esagerato, solo in quel momento se ne era accorta, all'apice della disperazione, ricordando quanto maggiore fosse il dolore che Lux stesso aveva dovuto sopportare e si sentì profondamente in colpa. In colpa per ogni singola accusa a lui che, più di tutti, poteva comprendere la meschinità di quel sistema che li usava solo come marionette nelle mani di chi aveva disegnato un sistema assai più ampio.
Non ebbe il tempo di fiatare che l'uomo, scuro come una tempesta, si voltò ed uscì dal loro antro, planando su quelle sue ali dolorosamente martoriate.




























Angolino Autrice Sconvolta:

Halo!

E così, dopo mesi e mesi e mesi e mesi e […] mesi di assenza oso addirittura tornare qui... eheheheh
Che dire... è stato un parto di quelli che durano giorni e che finsicono sui giornali per la quantità di complicazioni ottenute.
Spero solo di non avervi deluse e che non vi siate dimenticate tutto tutto tutto.
Inoltre chiedo profondamente perdono.
Quando riaggiornerò? Se sono a tutti gli effetti tornata?
La risposta è NI. Non so quando riaggiornerò, di certo non con regolarità, anzi, sono estrem,amente cauta e diffidente della mia mente insana. Non posso promettere nulla purtroppo, so solo che non voglio abbandonare completamente questa storia.
Ringrazio tutti coloro che sono rimasti! E soprattutto Blacky <3 perché mi ha sostenuta più di chiunque altra!
Detyto questo vi saluto e mi auguro di rivederci quantomeno presto! ^_^
Se ci sono errori vi invito a segnalarmeli! :D
Grazie a tutte e tutti <3


-J. J.
   
 
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