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Autore: Aki_Saiko    25/07/2014    1 recensioni
Estate:
-Giugno: "Trovava stupido continuare a pensarci dal momento che l’unico effetto sortito era quello di aumentare la sua ansia, ma non riusciva ad impedirlo. La verità era che era solo tremendamente preoccupato per Silver." (PreciousMetalShipping) [SPOILER PER ADVENTURES: RF/VF E SMERALDO]
*
-Luglio: "Quando riemersero, si guardarono negli occhi per qualche secondo prima di scoppiare a ridere insieme." (FranticShipping) [AU]
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-Agosto: "Un ricordo vecchio di anni gli tornò in mente, come una lancia lo trafisse da parte a parte: lui, nel laboratorio del nonno Oak, che chiedeva quale libro stesse leggendo. (OriginalShipping) [AU NUZLOCKE CHALLENGE]
[Parte della serie "A Story to pass Time"]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gold, Green, Red, Ruby, Sapphire
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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Personaggi: Ruby, Sapphire
Contesto: AU estivo perché le Frantic nel mondo Pokémon non ci piacciono (wat)
Soundtrack: Coldplay- Swallowed in the Sea
Note: io...erano secoli che non scrivevo una roba così fluff. Sono stata indecisa fino all'ultimo, perchè con il prompt "mare" mi erano venuti in mente due possibili sviluppi... ma l'altro a questo punto penso me lo terrò per il futuro deheheh.
Ringrazio Tumblr perchè sa sempre(?) cosa farmi trovare per avere l'ispirazione e ringrazio anche la fretta di partire il mio vizio di procrastinare per non rendermi totalmente soddisfatta di questa shot. Anche se quei due sono l'amore cioè guardateli quanto sono belli ç______ç
Aki se ne va ammare giù nel sud(?) e spero che l'aria buona mi faccia venire qualche idea anche per i progetti di cui ho steso la bozza ma che non riesco a portare avanti oppure la fanfiction su Madoka che è ferma da Dicembre ups.

 
Swallowed in the Sea
 
 
 
Quando i genitori le avevano esposto la loro idea di vacanza in famiglia, Sapphire non ne era stata affatto felice: un villaggio turistico completo di animazione e gite organizzate non era certo il suo ideale di divertimento estivo. Aveva provato ad opporsi, certo, spingendo per qualcosa di un poco più avventuroso o alternativo come un campeggio o un’escursione per ammirare la barriera corallina, ma non c’era stato verso.
Così, volente o nolente, sul finire di luglio si era vista costretta a preparare i bagagli e partire “per il mare” –era piuttosto scettica riguardo al fatto che un posto del genere avesse un mare decente- alla volta di due allegre settimane in famiglia. Già, decisamente emozionante. L’unica nota positiva che un minimo la consolava era che per raggiungere la meta avrebbero dovuto prendere l’aereo e avrebbe potuto così risparmiarsi ore e ore ferma in macchina.
Nonostante ciò però aveva mantenuto il broncio per tutto il viaggio, e non aveva dato cenno di voler smettere nemmeno quando, una volta arrivati al resort, si vide costretta ad ammettere che –in fondo- la struttura non era poi così male.
I primi giorni erano strascorsi pacifici e soprattutto piatti, poiché la ragazza era combattuta tra la continua meraviglia che quel posto le suscitava e il suo orgoglio che non voleva assolutamente ammettere la sconfitta.
Verso la metà della prima settimana aveva trovato un compromesso decidendosi a provare il windsurf e il torneo di beach volley, ma una fastidiosa vocina la teneva lontana dal tiro con l’arco e dai trampolini dell’enorme piscina.
  Poi una sera, all’improvviso, senza che avesse avuto alcun modo di prepararsi, due ragazzi dello staff dell’animazione la trascinarono in un gruppo di suoi più o meno coetanei, dal quale non riuscì più a separarsi. Le sue ultime riserve caddero, e trascorse tutto il resto della prima settimana a ridere e scherzare con gli altri. C’era un ragazzo, in particolare, che aveva suscitato il suo interesse: si chiamava Ruby, e possedeva degli strani modi di fare. Per lo più battibeccavano per questioni idiote come quanto cibo la ragazza ingurgitasse o quanta crema solare lui si mettesse ad ogni ora del giorno, ma con il passare del tempo riuscirono a trovare una sorta di equilibrio fra le loro personalità così diverse. Equilibrio che, nonostante le numerose partenze avvenute alla conclusione della settimana e i relativi cambiamenti nel gruppo, si mantenne saldo per tutti i sette giorni successivi, trasformando il loro legame in qualcosa di più.
  L’ultima sera della seconda settimana, la compagnia si era organizzata per accendere un falò controllato sulla spiaggia e aspettare l’alba del mattino dopo; evento che Sapphire non si fece certo sfuggire. C’era però qualcosa che la turbava: una piccola parte di lei era in un certo senso impaziente di tornarsene a casa, ma la parte più grande desiderava che la vacanza non terminasse, e soprattutto, desiderava non separarsi da Ruby. Era sicura ci fosse qualcosa in lei –fra di loro- che si era mosso, che era cambiato, ma non sapeva definire cosa fosse esattamente.
Ad ogni modo, cercò di godersi al massimo la serata, trascorsa tra impacciati tentativi di creare un’atmosfera horror e storie di vita vissuta raccontate a turno da ciascuno dei partecipanti.
La notte avanzava, ma all’alba delle 4.00 Sapphire era rimasta una delle poche persone ancora sveglie, o comunque che ancora mostravano segni di attività. Decise che nemmeno quello l’avrebbe fermata  dal vivere appieno i suoi ultimi momenti lì, e si sedette affianco a Ruby per vedere se aveva voglia parlare. Non seppe perché, lo fece e basta.
«Hey» la salutò il ragazzo, visibilmente stanco ma non ancora troppo assonnato.
«Hey. È un peccato che quasi tutti si siano addormentati prima dell’alba, ti pare? In fondo eravamo qui per questo»
«Be’, di sicuro io non mi addormento. Il sole che sorge è uno spettacolo talmente magnifico... tutti dovrebbero vederlo almeno una volta nella vita»
Sapphire notò una sorta di luccichio nei suoi occhi mentre ne parlava.
Restarono in silenzio per un po’, prima che lei prendesse parola di nuovo:
«Sai... all’inizio non avevo la minima voglia venire qui. Pensavo che sarebbe stato un posto noioso pieno di famiglie con bambini piccoli e nient’altro. Col senno di poi sono stata veramente felice di scoprire che mi sbagliavo...anche se ai miei non ho detto nulla.» tossicchiò imbarazzata come per schiarirsi la voce.
«Sai»continuò Ruby «anche per me è stata più o meno la stessa cosa. Non mi andava proprio all’inizio, ma mi sono ricreduto in fretta: non penso di essermi mai divertito così tanto come in queste due settimane...e il merito è senz’altro della compagnia.»
La guardò negli occhi mentre lo diceva, colorandole leggermente le guance.
Una folata di vento, gelida e improvvisa, le scompigliò i capelli castani e le fece venire la pelle d’oca.
Sapphire balzò in piedi di colpo, guardando prima l’amico e poi il mare con estremo desiderio.
«Ti prego» chiese «è una cosa che ho sempre voluto fare, il bagno di notte. Ti prego, mi accompagni?»
Ed era così carina –così bambina- mentre lo chiedeva che Ruby, suo malgrado, non riuscì a rifiutare, benché l’idea non lo allettasse particolarmente.
«Dai, sarà divertente!» esclamò lei, entusiasta, trascinandolo fino al bagnasciuga e poi nell’acqua cristallina della riva.
«Stai scherzando, è gelida! Io rimango qui, vai tu se ci tieni» sibilò il ragazzo rabbrividendo dalla testa ai piedi.
«Non abbiamo neppure il cambio di vestiti. E se si rovinano con il sale? Oppure metti che ci ammaliamo» aggiunse vedendo che la ragazza non demordeva.
«Non si rovinano. E poi, abbiamo gli asciugamani e il falò»
«Ma l’acqua è fredda!»
«E tu non farci caso. Basta camminare e poi tuffarsi»
«Mh... »
«Dai, andiamo»
Sapphire prese per mano Ruby ed insieme proseguirono sempre più a largo nell’acqua che si alzava lentamente, quasi che il fondale fosse il pavimento di una gigantesca piscina.
«D-davvero, non ce la faccio» balbettò il ragazzo con le mani tremanti quando il mare ebbe raggiunto il livello della vita.
«Ma se il pezzo peggiore è superato! Ormai basta solo bagnarsi la pancia ed è fatta. Oppure ti butti direttamente sotto»
Vedendolo ancora titubante, la ragazza si accigliò. Lei voleva assolutamente fare il bagno e da sola non c’era gusto: se nemmeno così era riuscita a convincerlo, decise che avrebbe provato in un altro modo.
«A mali estremi... »
Il suo intento era di raccogliere dell’acqua e schizzargliela addosso, ma lo slancio fu evidentemente eccessivo e prima che se ne potessero rendere conto erano finiti entrambi in acqua.
«Tu sei pazza! » esclamò Ruby con estremo disappunto, stringendosi le braccia al corpo tremante.
«Dai che è stato divertente» rispose sogghignando la ragazza.
Poi si spinse nuovamente contro l’amico per fargli perdere l’equilibrio, ma questi a sorpresa la abbracciò e la trascinò sott’acqua con sé.
Era strano stare così vicini in quella situazione, dove i rumori erano attenuati e il tempo pareva rallentare insieme ai movimenti. Involontariamente Sapphire si strinse ancora di più contro il corpo dell’altro, per evitare di perdere la presa e di allontanarsi.
Quando riemersero, si guardarono negli occhi per qualche secondo prima di scoppiare a ridere insieme.
Con il corpo scosso dal freddo, i due ragazzi si allontanarono dal mare e tornarono verso il falò ormai spento, dove non era rimasto sveglio più nessuno.
Il cielo aveva da un pezzo iniziato a schiarirsi, e delle macchie di rosa si scorgevano a est.
Ruby prese il telo più grande che riuscì a rimediare e lo avvolse attorno a sé e a Sapphire, stringendo quest’ultima tra le braccia per tenerla più al caldo.
Passarono dieci, venti, quaranta minuti, e poi finalmente il lato di una piccola sfera rossa prese a salire lento nel cielo. Tutto lo spazio attorno ad esso venne gradualmente inondato di luce, di colori più chiari e vivaci fino a scacciare totalmente il buio della notte. I primi riflessi iniziarono ad apparire sulla superficie inquieta del mare, ancora deboli e sottili.
Sapphire si sistemò meglio in quell’abbraccio caldo e umido, che odorava di sale e di fumo. Si sentiva la persona più felice del mondo in quel momento, ma dovette ricredersi non appena Ruby le scostò delicatamente alcune ciocche di capelli dal volto arrossato, e prima la guardò negli occhi, poi la baciò accarezzandole la guancia con la mano.
  
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