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Autore: itsharrysharibo    25/07/2014    5 recensioni
Durante il party di benvenuto dell'Alnwick College una studentessa scompare misteriosamente. Otto giovani metteranno a repentaglio la loro vita per scoprire cosa è capitato alla ragazza. Le loro vite cambieranno per sempre e i loro segreti più nascosti potrebbero essere svelati completamente.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TWO
PARTY
 

 
La sera del party, il tempo era insolitamente bello. Il cielo era sereno, nessuna nuvola sembrava volerlo coprire per quella notte.
<< Ehi, quanto dista ancora, Louis? >> gridò Niall.
<< Non lo so. >> Naturalmente Louis si era messo alla testa del gruppo e, una volta arrivato sulla riva del lago, aveva imboccato il vialetto a sinistra, che, come tutti sapevano bene, sbucava in un angusto sentiero sulla riva settentrionale, circa mezzo chilometro più in là.
<< Louis, e se arriviamo in ritardo? >> domandò di nuovo Niall.
Louis non rispose, limitandosi ad avanzare. Zayn ed Harry lo seguirono.
Quella era stata la giornata più calda dal loro arrivo alla valle. A mezzogiorno il termometro era salito fino a venti gradi e anche ora, di sera, l’aria non era molto più fredda.
Percorsero in silenzio il primo mezzo chilometro, finché la strada asfaltata non finì e si trasformò in un sentiero battuto che si snodava tra la foresta di abeti e di scarpata.
Il sole era basso sul lago, piatto come una tavola, e lo tingeva di una strana luce arancione.
Dopo un centinaio di metri, il sentiero s’inerpicava tra gli alberi e correva a una ventina di metri sopra la sponda.
In cima si stringeva notevolmente, perché sulla sinistra non era più delimitato dal bosco, bensì dalle rocce.
Un cartello avvertiva:
 
ATTENZIONE!
CADUTA MASSI
 
<< Ehi, qui c’è qualcosa! – urlò Harry – Forse è un segno che siamo sulla strada giusta. Che ne pensate? >>
Un nastro nero e liscio pendeva da un cespuglio che spuntava da una roccia. Niall superò gli altri e puntò la videocamera in quella direzione.
<< Potresti avere ragione. Non è qui da molto. Il tessuto non è né liso né sbiadito. >> ragionò Zayn.
<< Qui da qualche parte deve esserci qualcuno, dunque. Oppure chi ha lasciato il segno è stato ucciso da questo sasso. >> Niall indicò con fare teatrale una minuscola pietra sul terreno.
<< In questo caso, il cadavere dovrebbe essere laggiù. >> replicò Louis, accennando all’acqua.
<< Ancora caldo. >> aggiunse Niall.
<< Siete disgustosi! Andiamo, soffro di vertigini. >> Zayn si schiacciò contro la parete rocciosa e seguì il sentiero, che ora non era più largo di uno o due metri. Gli altri lo imitarono.
Harry si fissò per evitare di spostarsi troppo sulla destra. Non aveva mai sofferto di vertigini, ma si sentiva a disagio.
Un passo falso, e sarebbe precipitato giù per la china, spezzandosi le gambe. Come minimo.
Alla curva successiva si guardò indietro. Sebbene si fossero allontanati di almeno due chilometri, il massiccio profilo del college era ancora visibile tra gli alberi.
La luce del sole morente si rifletteva sulle vetrate.
Quindi udì un rumore d’acqua. Sgorgava dalla parte della roccia, cadendo quasi ad angolo retto.
<< Una cascata! Oh, mio Dio, come lo attraversiamo? >> Neppure la voce di Niall riusciva a sovrastare gli scrosci.
<< Laggiù c’è un ponte. – urlò Louis, rimettendosi alla testa del gruppo – Ma fate attenzione, alcune travi sono un po’ traballanti. >>
Il ponte dondolava leggermente e la ringhiera era pericolante. Non osarono toccarla.
Attraverso le fessure delle tavole si resero conto di quanto fosse profondo il precipizio.
<< Louis mi gira la testa! Non posso guardare giù! >> piagnucolò Niall.
<< Allora non farlo! >> lo apostrofò Harry, che camminava dietro Zayn.
<< Qui c’è un’altra biforcazione. >> annunciò Louis.
I ragazzi alzarono lo sguardo. Oltre il ponte la strada si diradava: a destra saliva bruscamente e continuava lungo il lago; a sinistra, invece, la parete rocciosa finiva e qualcuno aveva dipinto una freccia con la vernice nera.
<< Un altro segno, Louis? >> domandò Niall.
<< Perché chiedi sempre a me? >> ribatté l’altro, irritato.
<< Perché tu conosci la strada. >>
<< Io? No, io non ne ho la più pallida idea. >>
<< Non sai quanto sia lontano? –  insistette Niall – Allora perché stiamo seguendo te? >>
Louis si voltò. << Perché vi fidate di me. >>
<< Forse al college avremmo dovuto voltare a destra, dopo tutto è quella la strada principale. >>
<< Non ci sono molte alternative e il lago è rotondo, perciò prima o poi arriveremo. Infondo si tratta di una rimessa per le barche, dunque dev’essere vicino alla riva. >>
<< Potrebbero volerci ore per girare attorno al lago. >> obbiettò Zayn, meditabondo.
<< Non ho fretta! >> disse Louis, riavvicinandosi.
Lo seguirono lungo il sentiero, che si inoltrava nel bosco sfruttando ogni spazio libero tra i fitti abeti.
Dopo alcuni metri Louis si fermò all’improvviso.
<< Che cosa c’è? >> domandò Zayn.
Il ragazzo indicò una recinzione.
<< Non si può proseguire? >> Niall assunse il tono lamentoso che sapeva usare alla perfezione e che aveva utilizzato fino a prima. Forse bastava premere un tasto.
<< Ma laggiù c’è un altro segno. >> Harry additò un albero oltre lo steccato, dove qualcuno aveva appeso a un ramo un nastro nero.
Davanti ai ragazzi c’era però un cartello.
 
ZONA VIETATA
DIVIETO DI ACCESSO
 
<< Ho letto delle zone vietate intorno al lago. Il regolamento interno stabilisce che agli studenti è severamente proibito entrarvi. >> Zayn sembrava davvero a disagio.
<< Il regolamento interno stabilisce molte cose. – replicò Niall in tono canzonatorio – Pure che gli studenti devono essere negli appartamenti entro le undici. >>
<< Non capisco proprio cosa significhi. >> affermò Harry, guardando il recinto.
<< Io sì. Pura cattiveria. E’ un test. >> disse Zayn.
<< Oppure vogliono semplicemente tenerci lontani. >> mormorò Louis.
<< Da cosa? >> domandò Harry.
<< Dalla verità! >> bisbigliò Niall.
Harry udì un urlo e poi la voce acuta di Louis.
<< Santo cielo, Niall, piantala! >>
<< Non ho fatto niente! >>
<< Mi hai messo la mano sulla spalla! >>
<< Io? No! Devo tenere la videocamera e, in tutta onestà, la tua spalla non mi eccita granché. >>
<< Qualcuno mi ha toccato! >>
<< I mostri del bosco, forse? >> Niall rise.
<< Scavalchiamo. Non può mancare molto, ormai. >> decretò Louis.
<< Pensavo non conoscessi la strada. >> disse Zayn, irritato.
Harry alzò la mano. << Zitti. Lo sentite? >>
Tutti tesero le orecchie.
Risate attutite ruppero il silenzio. Una musica in lontananza.
Louis si guardò intorno. << Se ci arrampichiamo su quel vecchio ceppo, ce la facciamo tranquillamente. –  Saltò sul tronco coperto di muschio, s’issò sulla rete e scavalcò con scioltezza – E’ facilissimo, venite! >>
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Zona vietata oppure no, erano arrivati fin là e ora volevano sapere cosa si nascondesse dietro quella faccenda.
Harry e Zayn scavalcarono per primi, Niall fu l’ultimo che passò delicatamente la videocamera a Louis.
<< Cavolo! – urlò afferrando la rete – Credo che questa parte sia elettrificata. Ho preso la scossa. >>
<< Sono stati i mostri del bosco. >> dissero all’unisono Harry e Zayn, ridendo come matti.
 
La rimessa sorgeva in una piccola insenatura e aveva un aspetto fatiscente. Era chiaro che da anni nessuno si occupava più della manutenzione.
Il tetto di legno e le pareti esterne erano pieni di buchi. La vernice verde era scrostata in più punti, e coperta di graffiti.
Sopra la porta, in cui la lastra di vetro era crepata, campeggiava una scritta in grandi lettere rosse: WE ARE THE CHAMPIONS.
Il prato era disseminato di lattine e involucri di patatine, bottigliette ricoperte di cera e vecchi barattoli in marmellata.
Qualcuno si era dato molto da fare per il party.
 Avevano appeso dei lampioncini e dei palloncini di vario colore lungo la veranda, pochi metri più in la c’era la console del deejay affiancata da due casse enormi e avevano persino allestito una pista da ballo, dove gli studenti erano già stipati come sardine.
<< Wow! La mia canzone preferita! – Gae si mise a cantare a squarciagola – Dai balliamo! >> trascinò via Niall, che cercò aiuto gettando un’ occhiata a Rose.
La ragazza sorrise divertita e poco dopo posò il suo sguardo sulla ragazza accanto a lei.
Era straordinario come avessero legato tutti in quelle poche ore.
Amy si era mostrata come una ragazza davvero splendida, gentile e intelligente. Anche Alice sembrava più cordiale quella sera.
I ragazzi li avevano conosciuti quella sera, grazie ad Amy e suo fratello Harry, anche se qualcuno sembrava già conoscersi.
<< Vieni anche tu? >> domandò Rose, guardandosi intorno.
<< Non ora. >> rispose Amy.
<< Ehi, guarda, là c’è Harry. >> Zayn indicò la riva del lago dove Amy distinse un pontile di legno che si allungava sull’acqua.
La ragazza urlò a gran voce il nome di suo fratello cercando di sovrastare la musica assordante.
Quando Harry si girò a guardarla, la ragazza gli fece cenno di avvicinarsi così il riccio raggiunse la sorella e Zayn.
<< Non credevo saresti venuto. >>
Harry non era il tipo di ragazzo che partecipava ad eventi come quello, Amy era sempre stata abituata a vederlo chiuso in camera con un libro in mano.
<< Alla fine i ragazzi mi hanno convinto a venire. >> Harry rivolse un sorriso complice a Zayn.
Per fortuna nessuno aveva osato accennare alla notte precedente, quando Harry stava per svegliare mezzo dormitorio.
Harry non avrebbe retto alla frustrazione.
Alice e Niall li raggiunsero ridendo di gusto, lasciando sul volto dei tre ragazzi un’espressione confusa.
<< Ragazzi, non sapete quanto sia duro ballare con Gae. – disse Niall tra le risate – Per fortuna c’era Alice. >> tutti quanti scoppiarono a ridere notando Gae, in pista, ballare da sola.
Harry osservò Alice notando in lei un viso familiare e quando lei si accorse degli sguardi insistenti del ragazzo le porse la mano.
<< Piacere, Harry. >>
La mora lo fissò per qualche secondo poi gli strinse la mano.
 << Alice. >> lo guardò attentamente, come se anche lei avesse intuito qualcosa.
<< Avete fame? >> Rose si materializzò davanti a loro e allungò il piatto pieno di dolciumi.
Era una di quelle persone che potevano mangiare in continuazione senza mettere su neppure un grammo.
<< Oh, ma che gentile! Grazie! >> Louis raggiunse il gruppo e rubò un muffin al cioccolato.
<< Ehi, non era per te! >> Rose gli diede una sberla sulla mano.
<< Come hanno fatto a portare qui cibo e bevande? >> domandò Alice guardandosi intorno.
<< Non lo so, ma deve essere stata una fatica non indifferente, visto che doveva essere un segreto. Hanno persino portato un impianto hi-fi. –  Zayn sorrise e porse un bicchiere ad Amy – Ne vuoi un po’? >>
<< C’è dell’alcool? >>
<< Direi piuttosto che c’è anche della Coca Cola. Se vuoi ne vado a prendere uno anche per te, oppure puoi tenere il mio. >>
<< No, grazie. >>
<< Dai, Amy, non fare la guastafeste! – Gae, che aveva appena lasciato la pista da ballo, aveva il fiatone – Festeggiamo! Ormai siamo al college, finalmente siamo cresciuti e ci siamo liberati una volta per tutte dei nostri genitori. >>
Sì, sì, sì. Aveva ragione e Amy si era ripromessa che si sarebbe divertita.
Guardò per una volta il viso di Zayn che le sorrideva infondendole sicurezza.
<< D’accordo. >> disse, ridendo.
Poco dopo, il ragazzo tornò e porse a loro due bicchieri di plastica pieni fino all’orlo. << Brindiamo alla nostra nuova vita! >>
<< Alla nostra nuova vita. >> ripeterono tutti all’unisono, bevendo il primo sorso.
L’alcool gli diede subito alla testa a Rose. Un po’ più rilassata, si guardò intorno e lesse lo stesso sentimento sui volti degli altri: la speranza di essere arrivati.
Un altro bicchiere e all’improvviso c’erano solo visi allegri.
 
Il sole era sempre più basso e sul lago sembrava voler passare una nuvola giallognola, come se si fosse persa.
Alice ripensò a un altro lago del suo passato. Quante volte era andata a nuotare con Logan nel laghetto a pochi chilometri da casa.
Quasi sempre di sera, verso quell’ora. Quando le famiglie mettevano via i barbecue e le bottiglie di birra e finalmente tornavano a casa con le loro salsicce arrostite e i loro bambini chiassosi, e i ragazzi s’impadronivano della riva.
Poi accendevano un falò, suonavano la chitarra e facevano il bagno nudi.
Alice sentì un brivido di piacere lungo la schiena. L’acqua era così delicata che sembrava fondersi con la pelle.
Benché la situazione paresse quasi identica – un lago, un party, l’alcool – era tutto molto diverso. E sapeva anche perché.
Dipendeva dal silenzio. Era difficile da spiegare ma, nonostante la musica, le risate e gli schiamazzi, mancava qualcosa.
Il cinguettio degli uccelli, il ronzio degli insetti, il fruscio dei rami. Anche la nuvola nel cielo sembrava immobile, come se la natura fosse in stand-by.
Sotto il pontile, lunghi fili d’erba e piante aggrovigliate avevano formato un fitto tappeto verde da cui spuntava il ramo morto di un pino.
Assomigliava a un osso meticolosamente spolpato e sbatteva a ritmo regolare contro il palo di destra.
Là sotto qualcosa doveva farlo muovere.
Il lago era piatto come una tavola, non c’erano onde e nemmeno un alito di vento che increspasse sulla superficie, eppure il ramo si agitava nella palude sotto le tavole.
Alice chiuse gli occhi e, per una frazione di secondo, capì come doveva sentirsi Logan quando aveva una delle sue “visioni”, come le chiamava lui.
Si domandò che cosa avrebbe pensato lui in quel momento, sicuramente avrebbe fatto una deduzione intelligente che spiegasse il comportamento del lago e poi avrebbe terminato con una delle sue citazioni sul senso della vita.
Chissà come sarebbero state diverse le cose se lui fosse li con lei.
<< A volte, il lago sembra morto. Non ci sono pesci là sotto. >>
Alice riconobbe la voce di Harry e trasalì. Cominciava a credere che la seguisse. Non si voltò.
<< Ne hai le prove? >> domandò, scettica.
<< No, lo so e basta. >>
<< Io torno alla festa. >> senza degnarlo di uno sguardo, Alice si avviò verso la rimessa.
Il ragazzo la seguì. Lei allungò il passo, nervosa.
Alla fine del pontile, tuttavia, si bloccò di colpo e si girò.
<< Dì un po’, mi stai seguendo per caso? >>
<< Ti piacerebbe? >> Harry inarcò le sopracciglia con espressione interrogativa.
Chi era quel tipo, e cosa voleva da lei?
<< Vorrei solo che mi lasciassi in pace, okay? >>
<< Ti ho forse fatto qualcosa? >> Harry alzò le mani.
Alice aveva la risposta sulla punta della lingua. Avrebbe voluto dirgli che la disorientava, che la innervosiva, ma forse era proprio quello che lui voleva sentire.
<< No. >> mormorò.
<< Non potrei mai farti del male, Alice. >>
Santo cielo, quei maledetti occhi verdi tanto simili ai suoi. Erano come quei paesaggi intrappolati nelle palle di vetro con la neve, che contenevano un intero mondo, un caleidoscopio di possibilità.
Alice non seppe cos’altro fare se non fuggire da quel mondo,che prendeva vita solo quando qualcuno lo scuoteva.
Tornò alla rimessa, insieme a tutti gli altri. Harry la raggiunse.
Alice poteva sentire lo sguardo perforante del ragazzo forarle la pelle.
Rubò un bicchiere dalla mano di Gae e se lo bevve tutto d’un sorso mentre Rose e Amy la osservavano preoccupate.
Si voltò un’ultima verso Harry che stava continuando a guardarla.
Forse, per quella sera, sarebbe stato meglio se non si fossero più parlati.
 
Per quella sera, Zayn fu la salvezza di Amy. Non sapeva perché all’inizio le sue pose da bravo ragazzo l’avessero irritata.
Non rappresentava una minaccia, lo sentiva istintivamente.
Lo trovò su uno dei vecchissimi sofà logori vicino alla rimessa.
<< Dov’è Rose? >> gli domandò.
Lui gli indicò la pista da ballo.
Rose e Gae si stavano scatenando al centro della pista. Con i suoi tacchi Gae, la superava di due teste e i movimenti armonici di Rose erano in netto contrasto con quelli sgraziati della bionda.
<< Vieni a sederti. >> la invitò Zayn.
Amy si lasciò cadere sul divano, talmente sfondato che quasi toccava il pavimento. Il tessuto mélange rosso e nero puzzava di muffa e si era strappato in alcuni punti, da cui usciva la gommapiuma.
Zayn appoggiò la testa, chiuse gli occhi e domandò esitante: << Perché sei qui? >>
<< Io… perché sono qui? >>
<< Sì. >>
<< Beh, il party è stato organizzato per… >>
<< Non intendevo questo. >>
<< Che cosa, allora? >>
<< Perché sei venuta all’Alnwick? >>
Per favore, non chiedermelo, così non sarò costretta a mentire, pensò Amy. << E’ un ottimo college, no? Riservato a studenti molto dotati, fucina di dirigenti e così via. >>
Zayn aprì gli occhi, inclinò la testa e la guardò con aria pensosa. << Ti ci hanno spedito i tuoi genitori? >>
 << I miei genitori? >>
<< Sì, i tuoi vecchi, i tuoi procreatori, le tue cellule genetiche primordiali, chiamali come vuoi. Un mattino si sono forse piazzati davanti al tuo letto dicendo allegramente: “A proposito ti abbiamo iscritto all’esame di ammissione dell’Alnwick College. E’ in culo al mondo, ma ha un ottima fama.”? >>
Amy rise e per la prima volta vide ridere anche Zayn. Si sentiva libera.
Bevve un lungo sorso dal bicchiere ancora mezzo pieno. << No. >> mormorò.
Oddio, sentì il bisogno impellente di ridacchiare. Cavolo, quel cocktail era una bomba, come se le avessero iniettato l’alcool direttamente nelle vene.
<< “No” cosa? >>
<< Non… non hanno detto che era in culo al mondo. >>
<< Allora ti hanno mentito. >>
La risata di Amy suonò tanto sciocca quanto complice. Il suo sguardo volò verso il cielo.
La nuvola grigia e gialla era in una posizione sbagliata, come se avesse perso l’equilibrio.
Ehi, le urlò mentalmente Amy, nessuno ti ha invitata. Sparisci e non rovinarci la festa.
<< Guarda il nostro Mr Sapientone, come lo chiama sempre Louis. >> Zayn indicò Liam, che andava su e giù per il pontile parlando al telefono.
<< Dottor Sapientone, prego. >> lo corresse Amy, immaginando ancora Liam col camice bianco e coi capelli fonati.
<< A ogni modo non hai risposto alla mia domanda. >> domandò Zayn senza toglierle gli occhi di dosso.
<< Che cosa intendi? >>
<< I tuoi genitori volevano sbarazzarsi di te? >>
Per Amy non fu difficile rispondere. << Certo, tutti i genitori vorrebbero congelare i figli adolescenti e scongelarli quando sono adulti. Poiché non è possibile, nel frattempo ci mandano qui. >>
<< Raccontami qualcosa te, Amy. >>
<< Che cosa? >> chiese Amy curiosa.
<< Da dove vieni, per esempio. >>
Merda, Zayn era gentile, troppo gentile per i suoi gusti. Ma perché non la piantava con le domande?
<< Da nessuna parte. I miei genitori… ecco… ci siamo trasferiti spesso. Credo che io e mio fratello non abbiamo mai frequentato la stessa scuola per più di un anno. >>
<< Sembra faticoso. >>
<< E tu? >>
<< Io ho sempre vissuto in Inghilterra. Finché non ho deciso di sostenere il test di ammissione del college. >>
<< In Inghilterra? In una di quelle grandi città? >>
<< A Bradford, è a qualche chilometro da Manchester. >>
<< E allora perché sei venuto in questa valle sperduta? Perché non sei andato in un college di Londra o Oxford? >>
Zayn si incupì per un attimo, quindi disse: << Ho bisogno di riflettere. >>
<< Riflettere? >>
<< Sì. >>
Rise, ma Amy capì che non era una battuta. Sapeva cosa significava non poter dire ciò che si provava.
D’un tratto Zayn sollevò il bicchiere nella sua direzione. << Salute, Amy. Brindiamo alla speranza di lasciare questa valle tra quattro anni ed essere adulti. >>
Di lì a quattro anni non sarebbe più stata là. << Salute. >>
Amy vuotò il bicchiere e glielo tese.
<< Ne vuoi un altro? >> domandò lui.
<< Sì, grazie! >>
<< Sei sicura? >>
<< No. >>
Zayn prese il bicchiere, si alzò e guardò la nuvola che incombeva minacciosa sulle montagne. << Credo che scoppierà un temporale. >>




Ed eccomi qui con il secondo capitolo, spero vi piaccia. All'inizio abbiamo una parte tutta al maschile, ma la mia preferita è la seconda dove finalmente sono tutti insieme. Poi ci sono Harry e Alice e Zayn e Amy. So che in molti hanno notato questo carattere strano di Harry e in questo secondo capitolo si vede un Zayn socievole e allegro, ma come avevo già detto in questa storia vedrete gli One Direction con caratteri che non avete mai visto, si noterà di più nel prossimo capitolo. Come al solito volevo ringraziarvi per tutte le recensioni che mi avete lasciato e sono felice di vedere che la storia vi piace. Ora vi lascio visto che non so mai cosa scrivere in questi spazi autrice, oggi sono stata anche troppo brava. Spero non ci siano errori. Al prossimo venerdì :)



 
THREE
SHOCK

La musica si fermò e i tre ragazzi fecero un inchino. Prima che gli studenti applaudissero, risuonò un urlo.



 


 
 




 
  
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