Arrivammo al bar, da fuori sembrava piccolino ma dentro era enorme, tavolini ovunque, un enorme bancone dove c’erano diverse bottiglie di alcool dai molteplici colori, da un angolo c’era anche un mini palcoscenico le luci erano colorate tipo quelle della discoteca ma il sole passava attraverso le finestre.
Arrivò una cameriera bionda con la divisa nera, sulla maglia in rosso c’era scritto bar 101,le maniche erano corte ma le copriva comunque le spalle, i pantaloni anche essi neri le calzavano fino alle caviglie stretti sulle sue gambe, era strano essere li.
Chanel ordinò per se un caffè, io una birra.
una volta che la barista si allontanò  misi i piedi sul bordo del tavolino, cosa che imbarazzò parecchio la mia amica, ma non mi smossi, solo una volta arrivata la mia birra decisi di berla seduta come una normale persona, cosa di cui Cha ne fu molto contenta.
 
Non si era più toccato il discorso, io a stento sapevo cosa fosse una lesbica, come diavolo poteva pensare ciò di me Marco? Dovevo chiarire con lei, non volevo che le ansie di Marco influissero su la nostra amicizia, dato che lui provava a farle capire che praticamente l’avrei potuta violentare in qualsiasi momento della giornata, roba da pazzi.
Non sapendo bene cosa dire iniziai a balbettare: -em, io, em, Cha tu mi conosci, io non potrei mai stare con una ragazza, insomma amo troppo Fabio- dissi imbarazzata
Lei sorrise, vorrei tanto capire perché sorride, non c’è nulla di cui essere sollevate o felici, disse: Sonia, chi meglio di me ti conosce? Praticamente eravamo in culla assieme, abbiamo sempre superato tutto assieme, avvolte ti capisco ancora prima che lo fai con te stessa, io non voglio insinuare nulla tesoro, ma se lo fossi, quale sarebbe il problema? Non ascoltare Marco,  lui è un ignorante, ma io e te siamo anni luce da uno come lui- non l’avevo mai vista cosi naturale nel dire qualcosa di veramente grande.
 decisi che era meglio lasciare il discorso cosi, quando dalla porta entrò una ragazza timidamente, si guardava attorno alla ricerca di un posto dove sedersi, quasi tutti i tavoli erano liberi ma lei non voleva comunque mettersi dove poteva dar fastidio, la riconobbi subito dai suoi capelli inconfondibili, dai suoi occhi sorridenti, era estate eppure aveva una maglia con le maniche lunghe, era bianca come il latte, indossava dei jeans scuri e dei sandali, nonostante quella maglia la faceva sembrare con parecchi kg in più per me era stupenda, tanto da interrompere la mia seconda birra.
Si avvicinò al balcone e chiese gentilmente alla barista una aranciata, poi una volta servita le chiese dove poteva sedersi e lei le indico un tavolo alla cavolo, sembrava che sapeva che qualsiasi risposta l’avrebbe messa in crisi se a scegliere fosse stata lei, quindi sorrise e si avvicino al tavolo indicato, sedendosi, con i miei occhi ancora su di lei.
Chanel notò tutto e con un enorme sorriso disse: - vai tu o devo fare tutto io?- tornai a guardare la mia amica e cercai di cambiare discorso cosa che la fece alzare dalla sedia e andare a sedersi vicino a quell’altra ragazza, non ero mai stata in un imbarazzo cosi, eppure era una ragazza come me, cosa stavo temendo? Rimasi li in ansia, non sapevo cosa aspettarmi, dopo qualche chiacchera Cha mi fece segno di andare da loro, le gambe mi tremavano cosi tanto che mi chiesi se potevano reggermi.