*I love you*
“Ma che ho detto
di
male, eh?”
Selphie scosse il capo
rassegnata e in silenzio si diresse verso la cucina, seguita a ruota da
uno
Zell sempre più perplesso.
Prese la caffettiera
dallo scola-piatti e la riempì di polvere di
caffè. Dopo aver preso anche una
tazzina dallo stesso scompartimento, mise la caffettiera sul gas e lo
fece
riscaldare.
Intanto Zell la guardava
corrucciato appoggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate
sul
petto e una gamba davanti all’altra, incrociate.
Dopo aver lasciato che
per qualche secondo il rumore del caffè che bolliva
riempisse la stanza, disse,
in tono spazientito:
“Selphie, allora??
Perché Squall ha reagito a quel modo alle mie
parole?”
Selphie gli scoccò
un’occhiata torva prima di sbuffare e lasciarsi cadere su una
sedia vuota.
“Zell…ma possibile che
tu non ti ricordi mai niente?”
Il biondo assunse
un’aria stupita e offesa allo stesso tempo, ma la mora,
vedendogli socchiudere
le labbra per ribattere, lo anticipò.
“Per favore, abbi almeno
il buon gusto di tacere.”
I GF…forse…
Si ma Selphie non ha
questo problema…no?
Già…no.
“Ti ricordi l’ultima
guerra al Garden, tre anni fa?” Zell annuì, pronto
alla frecciatina imminente,
che puntualmente arrivò.“Allora siamo
già a un buon punto.”
Selphie si alzò,
beccandosi lei stavolta un’occhiata truce
dall’amico, e spense il gas. Prese la
caffettiera e versò un po’ del liquido nero e
fumante nella tazzina, infine si
risedette, soffiando leggermente sul caffè.
Si voltò verso Zell e
alzando un sopracciglio, chiese: “Non è affiorato
niente dalla tua testolina
bacata?”
“Stamattina sei più
odiosa del solito, Sel.” Ribattè Zell, ghignando.
“ Ma per mia sfortuna non
posso mandarti a quel paese subito, dato che devi rinfrescarmi la
memoria.”
“Per tua informazione,
caro Zelluccio, quello che io devo ricordarti non risale ad anni luce
fa,
perciò non sono obbligata a fare proprio niente.”
“Ma io devo saperlo…..Squall
è mio amico!”
“Beh se lo fosse davvero
ti ricorderesti perché ce l’ha tanto con Irvine,
allora!”
“Non dire stupidaggini,
Selphie, tu non sai che tipo di rapporto abbiamo, io e lui!”
“Certo che
non lo so.” Selphie bevve un sorso
facendo schioccare poi la lingua. “Ma è
perché non c’è nessun rapporto,
no?”
Il biondo sciolse le
braccia dal petto facendole scendere lungo i fianchi e chiudendo
pericolosamente le dita in due pugni.
“Non provocarmi,
Selphie.”
La mora bevve ancora un
po’ del suo caffè prima di posare la tazzina sul
tavolo e alzarsi.
“D’accordo, la finisco.
Ma tu prova a concentrarti un po’ di più quando si
parla. Chiaro?”
Zell fece schioccare la
lingua contro il palato e si voltò.
“Andiamo in salotto.”
Selphie lo seguì,
sedendosi poi sul divano lasciato vuoto proco prima da Squall, e Zell
di fronte
a lei.
“Allora…me lo dici
adesso?”
La mora prese una
sigaretta dal pacchetto aperto sul tavolo e, afferrando
l’accendino che Zell le
lanciò, la accese.
“Seifer, almeno lui te
lo ricordi? La causa di tutto è lui.”
“Come farei a
dimenticarmi di uno come…” Ma prima che finisse la
frase, Zell si fermò, spalancando
gli occhi.
“Seifer...” Mormorò con
un filo di voce che poteva significare tutto e niente.
Selphie annuì,
aspirando.
“Sì, proprio lui.”
Disse, sbuffando il fumo poco dopo. “E successo tutto durante
l’ultima guerra
nel garden. Stavamo combattendo nei pressi dell’ascensore,
quando Seifer, tra
lo stupore generale, prese in ostaggio Rinoa, minacciando di ucciderla
se
avessimo continuato a combattere.
Ovviamente tutti noi,
compreso Squall, abbassammo le armi, temendo qualche azione idiota da
parte sua,
che in quel periodo si era dimostrato capace di tutto.
Ma…qualcuno non gli badò.
E quel qualcuno
…”
“…fu Irvine.” Concluse
Zell.
Selphie annuì di nuovo,
mestamente.
“Già…invece di fare come
noi, sparì un colpo, uccidendo Seifer. E nel tempo in cui
noi restammo impalati
a guardare il corpo di Seifer senza vita, furiosi con lui ma anche con
Irvine
per aver rischiato così tanto che uccidesse Rinoa, lui la
portò via.”
“Ma la sua fuga non durò
molto.”
“Ti ricordi bene, Zell;
infatti riuscì a malapena uscire dal Garden e lasciare Rinoa
che si dimenava
tra le sue braccia, perché Squall li aveva rincorsi e
fermati proprio
all’entrata dell’edificio.”
“Ora…ora collego tutto.”
“Squall gli dichiarò
odio eterno dopo aver riportato Rinoa in salvo. E da quel giorno,
ovviamente,
Squall non lo vuole più vedere.”
Zell sbuffò,
mortificato.
“Sono uno stupido.”
“…e sbadato.” Aggiunse
Selphie, sorridendo tristemente.
Il biondo scosse il capo
e si alzò.
“Non posso permettere a
Squall di rovinarsi a causa mia.”
Selphie lo guardò con
sguardo interrogativo, incastrando la sigaretta tra due dita.
“Zell, che cosa vuoi
fare?”
Il bel ragazzo la
guardò, abbozzando un sorriso.
“Quello che dovrebbe
fare un vero amico.”
E così dicendo, uscì di
casa, lasciandosi alle spalle non solo la porta chiusa, ma anche una
Selphie
turbata e per niente tranquilla.
***
“Squall,
io…”
“Shhh…”
Sento il suo dito
premere sulle labbra. È caldo, maledettamente caldo.
“La colpa è mia, non
avrei dovuto mandarti da sola.”
La sua voce è morbida,
rassicurante.
Non
posso far a meno di amarlo. Non posso.
E mi perdo in quelle
gemme color del cielo, assaporando in tutto il loro sapore la sua pelle
chiara,
le sue labbra, i suoi capelli che scomposti gli cadono sulla fronte.
E’
semplicemente…bello.
E io…lo amo.
Tra le sue braccia, mi
sento al sicuro, protetta.
Colpa
mia….
No! La colpa
è mia,
mia, e solo mia!
Ci guardiamo fissi negli
occhi e il silenzio sale fino a farmi fischiare le orecchie.
Ho voglia di
baciarlo….quelle labbra così invitanti e
così tanto amate, non chiedono altro.
Ma non posso. Devo
spiegare….devo parlare…
Perché diamine è così
difficile, oggi?
Ma
ti sembra una domanda da fare, quando hai un
ragazzo del genere a un centimetro dal tuo naso e le sue mani sulle
tempie??
Vocina
bastarda…
Scuote il capo
sorridendomi.
Oh mio Dio….è un
miracolo se resto ferma sotto la stretta delle sue mani e non gli salto
addosso.
“Lo sai che sei ancora
più bella quando piangi?”
Squall….
Non trattarmi così bene,
sono una stronza….sono andata a letto con un
bastardo…con l’uomo che odi più di
quello che ha ucciso….
Squall…
Provo a rispondere
socchiudendo le labbra, ma lui mi anticipa, coprendole con le sue.
Ma come fa a baciarmi,
dopo quello che ho fatto?
Come fa?
….
No…Rinoa, basta
piangere…basta.…piangere…
L’amore è su ogni cosa,
il sentimento più forte che esista.
Amo te, il tuo corpo, i
tuoi occhi, il tuo dolce profumo, le tue labbra.
Amo te, quello che pur
di salvarmi e avermi, ha giurato odio a uno che un tempo era suo amico.
Mi tiene ancora il volto
tra le mani.
Restiamo un momento a
guardarci, mentre proviamo a tornare alla realtà
così come ce ne siamo
allontanati.
Quel maledetto suono
insistente che scopro essere il telefono, mi trapana i timpani quasi a
farmeli
scoppiare.
Decisamente, era meglio
il nostro silenzio.
Ma non voglio che
risponda.
Sento che le lacrime
scenderebbero di nuovo e io…non voglio più.
Gli prendo un polso, e voltando
la mano con il palmo verso di me, deposito un piccolo e dolce bacio
sulla sua
pelle chiara.
Il contatto con la sua
pelle mi ha fatto rinascere.
Il suo dolce profumo,
un’ effluvio che sa di limone, di ciliegio, di
fragola…di noi, ha stuzzicato le
mie narici, entrando con la forza di un uragano dentro di me e
rinnovando la
tempesta d’amore che già portavo dentro,
conservando il suo ricordo.
Di nuovo
Afferro la cornetta e
l’appoggio all’orecchio.
Respiro profondamente,
prima di rispondere.
“Sì?”
Ho la voce roca, ecco
cosa c’era che non andava.
Ma quello dall’altra
parte del cavo sembra non farci caso.
Anche perché…è Zell.
“Ri…Rinoa?”
Sorrido. Sì, ancora.
“Sì, sono io. ciao,
Zell.”
“Oh….ehm, ciao.”
Balbetta.
Come sottofondo sento il
rumore delle macchine. Dev’essere col cellulare.
“Vuoi dirmi….?”
“Stai bene?” Me lo
chiede con troppa foga, troppa energia.
“Sì, io sto bene…ma,
Zell, tu….?”
Un attimo di silenzio in
cui sento Squall avvicinarsi.
“Io….” Tentenna. Non va
bene. “..sì, sì, certo. Potresti
passarmi…Squall?”
Ecco cosa c’è. Squall.
Chissà perché, ma riesce sempre a mettere in
soggezione anche i suoi più cari
amici.
“Certo, Zell.”
Guardo Squall che mi
sorride, prendendo la cornetta. Non c’è bisogno
che disegni il contorno della
parola ‘Zell’ con le labbra, dopo averlo ripetuto
almeno due volte ad alta
voce, non ce ne sarebbe stato bisogno.
“Che succede?”
Dalla faccia di Squall
capisco che Zell gli sta dicendo le solite cose assurde, come al solito.
Ma poi…. sgrana gli
occhi. Sembra che non creda alle sue orecchie.
Che cosa gli ha detto
Zell di così strano?
Tento di capire
qualcosa, ma non sento nulla.
Poi faccio un passo indietro,
perchè a sorpresa Squall grida: “No, Zell!
No!”
Scuote il capo
nervosamente e si volta a guardarmi.
Gli occhi…gli luccicano.
“Zell vuole andare da lui.
Adesso.”
Salve a tutti! ^^ Ecco
qua il terzo e penultimo capitolo. Con il prossimo si
chiuderà la mia prima fic
(*___*) e spero vi sia piaciuta. Intanto, vi chiedo commenti su questo
capitolo, al prossimo c’è tempo xP
Baci a tutti, lettori e
non commentatori ^^