Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Assasymphonie    25/07/2014    0 recensioni
« Kuromyu-sensei, guarda, sono stelle cadenti! Esprimi un desiderio! »
[ KuroFay - Horitsuba Gakuen!AU ]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo del capitolo: Shining like a starfall.
Personaggi: Kurogane / Fay D. Flourite
Rating: Giallo.
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Romantica / AU
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà del mangaka; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.Shining like a starfall.

« Kurogane-sensei, Kurogane-sensei, stia attento ai gradini! » La vocetta di Sakura, sempre troppo preoccupata e sempre troppo acuta, lo raggiunse come uno stiletto tra le orecchie ferendogli un cervello già mortalmente stanco. Le braccia frusciarono sotto il tessuto cerato della tuta e la presa su quelle quattro scatole si rinsaldò quanto bastava per permettergli di compiere l'ultimo, faticoso, tratto. Superò un gradino, poi un altro ancora e la brezza fredda della notte lo investì alle gambe su cui non si era premurato di mettere i pantaloni più lunghi. Notte estiva, certo, ma fredda e le gambe nude sotto ai bermuda non  lo aiutarono affatto nel posare le scatole al centro del tetto piatto della scuola.
Sollevò piano lo sguardo intercettando gli occhietti speranzosi dei suoi studenti, tutti accorsi come orsetti su un miele a vedere cosa il burbero docente avesse poggiato a terra. Syaoran fu il primo a sollevarne una e gli occhi castani brillarono di gioia, quella gioia della scoperta che solo un giovane può avere. « Allora Fay-sensei non ci ha presi in giro! Sono telescopi! »
Un brivido di eccitazione percorse gli alunni che, subito, si diedero da fare nella luce artificale creata dalla lampadina sopra le scale ad aprire gli scatoloni. Peccato che quella frase avesse fatto stringere la gola di Kurogane i cui occhi, acuti come spilli, non mancarono di intercettare un sorriso luminoso tanto da sostituire la luna assente. « Prendere in giro, huh? » « Kurostellina-sama, non arrabbiarti, gli ho detto la verità! »

Fay era partito prevenuto e, da sopra i jeans caldi e pesanti si innalzava un maglione bianco dalle maglie larghe, fatto apposta per le fredde serate d'estate; sul viso pulito troneggiavano le mani, poste a ripararlo da quel ringhio basso che già andava nascendo dalla gola di Kurogane anche mentre sollevava una scatola per buttargliela tra le mani. « Apri, dai il buon esempio. »
Il sorriso non venne dilavato dalle labbra di Fay, bensì acquistò una strana rigidità nel riversarsi sulla scatola che Kurogane aveva depositato con solita veemenza. Le palpebre sbatterono un paio di volte come se dovesse metterla a fuoco, prima di sedersi con le gambe incrociate e posare l'oggetto in mezzo a quest'ultime. « Come dice il mio Kurobuconero-sama! » L'angolo destro delle labbra di Kurogane tremò impercettibilmente ma si costrinse a guardarlo mentre con le dita lunghe separava il nastro da imballaggio dalla scatola, ne apriva i lembi ed estraeva il cavalletto, le istruzioni e il corpo vero e proprio di quel telescopio portatile. Fu difficile capire come Fay si ritrovò con la testa incastrata tra le gambe del cavalletto, fatto era che Kurogane venne costretto dal pigolio preoccupato di Sakura e gli strilli isterici di Watanuki per fortuna a due postazioni di distanza a dover tirare Fay per le spalle, con un coro di voci tutte attorno neppure stessero facendo il tifo per due gladiatori all'epoca romana.
« Kurogane-sensei, non tiri troppo forte! »
« Kurogane-sensei LA PREGO LA SMETTA!! »
« K-Kurogane-sensei è sicuro che sia il procedimento giusto...? »
« Kurobarbaro-sama, sei così bravo a farmi vedere le stelle senza telescopio, ahi~! »
« STATE ZITTI TUTTI QUANTI! » Un ultimo strappo e il telescopio riuscì a mettersi in posizione da solo, mentre Fay andava capendo che il suo sedere non è totalmente immune al morso del cemento.

_________

« Si stanno davvero divertendo, eeeh~? » Avevano rinunciato a continuare ad osservare il cielo, lasciando il telescopio ad una Tomoyo moderatamente entusiasta, preferendo di gran lunga sedersi sul bordo del tetto e lasciar ciondolare le gambe oltre il bordo. Era la prima volta che Kurogane si ritrovava in silenzio accanto al collega, senza scoppi di ira o strani movimenti delle braccia, mulinanti come per volerlo colpire direttamente in faccia. Le palpebre si socchiusero leggermente e non impedì al biondo di far strusciare la mano sul cemento ruvido fino a sfiorare con i polpastrelli morbidi e freschi le nocche nodose e callose del più scuro. « ... » L'aprire la bocca, cercando di parlare o di soffocare l'imbarazzo di quella situazione troppo calma, troppo intima per chiunque -figuriamoci per lui!-, fu interrotto sul più bello, proprio mentre le parole cominciarono a pizzicare sulla punta della lingua. « S-senti, io- » « WOOOAH, GUARDATE! »
Se fino ad un istante prima i loro corpi, i loro visi, erano in ombra in quel momento bastò la sorpresa sul viso di Fay a rischiarare quella piccola bolla, rischiando di farla scoppiare in un istante; il cielo piangeva piccole lacrime che scendevano verso terra, rintoccando nelle risate dei ragazzi, rilucendo negli occhi azzurri dei più turchesi di quell'uomo troppo luminoso per potergli rimanere accanto.
« Kuromyu-sensei, guarda, sono stelle cadenti! Esprimi un desiderio! »
Forse non avrebbe dovuto dirlo. Forse Kurogane non avrebbe dovuto mordersi il labbro inferiore, forse le sue dita non avrebbero dovuto cercare in tutti i modi di intrecciarsi a quelle dell'altro. Sicuramente la destra non sarebbe dovuta salire verso quel mento sottile in modo da stringerlo tra le dita e senza ombra di dubbio Kurogane non avrebbe mai, mai dovuto chinarsi per catturare il suo respiro. Si dice che le stelle rubino l'anima... e che i buchi neri rubino le stelle. « E' già realizzato. » Non vedere più nulla ma solo sentire la consistenza setosa e fresca di quelle labbra sottili, il percepire la spinta leggera di queste ultime e il sospiro con cui si schiusero bastò, a Kurogane. La mano lasciò il mento e scese, scese fino a stringere una spalla ossuta e rotonda tra le dita, il cuore altro non fece che cercare quello altrui in un sollevarsi dei petti: un bacio con la stessa forza di uno dei fenomeni più distruttivi di quell'universo sopra di loro.

Un'implosione.

.Fine.

________

Non posso che dedicarla a lei, per me come una stella cadente.
Una stella cadente un po' scema, ma stiamo lì.

   
 
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