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Autore: OurChildhood    25/07/2014    3 recensioni
[Storia incompleta]
Odio e Amore: due sentimenti che vanno al di là della comprensione umana.
Fino a che punto riusciranno Odio e Amore a stravolgere la vita di una persona? Quale dei due prevarrà alla fine di tutto?
Dal capitolo: "-…noi professori siamo lieti di annunciarvi che quest’anno verranno svolti “I Giochi della Memoria”-".
~
Amami, anche se io non ti amo.
Amami, anche se non merito l'amore.
Amami, anche se io non so amare
e amami anche se non esiste l'amore. (La nave dei folli)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Dopo la mia piccola rivincita alla partita di Quidditch, la settimana scorse piuttosto tranquillamente tra ripassi dell'ultimo minuto e partite interminabili di Spara Schiocco ma, soprattutto, genitori imbufaliti che ricordano ai figli dei due lunghi mesi trascorsi a fare nulla al posto di svolgere i compiti per le vacanze. Quest'ultimo era il caso di Albus, James e Fred Jr. che subivano le continue torture da parte di zia Ginny e zia Angelina, mentre i padri se la ridevano e solo in casi eccezionali entravano in soccorso dei figli come aveva dovuto fare zio Harry circa due giorni dopo il 'ritorno dei grandi' alla Tana. Zia Ginny, totalmente stanca di sentire il suo primogenito lagnarsi e inveire contro Merlino perché -testuali parole- non era nemmeno a metà dei compiti assegnati dalla 'vecchia gatta spelacchiata', si era infuriata a tal punto da sfoderare la bacchetta contro il malcapitato e appenderlo per i piedi al lampadario del salotto, sotto lo sguardo sconvolto di mamma e le risate di papà. A quel punto zio Harry, riemerso dalle risa, si era intenerito guardando il figlio che lentamente stava perdendo conoscenza e aveva calmato la moglie come solo lui sapeva fare. Una volta distratta zia Ginny, papà era scattato in piedi e, con una velocità che non credevo possedesse, aveva salvato James. Quest'ultimo non si era avvicinato alla madre per almeno tre ore di fila fino a quando, a cena, non le aveva mostrato tutte le pergamene dei compiti di Trasfigurazione ultimati.
Per Rox e Lily, invece, la settimana era trascorsa in maniera totalmente differente: se la spassavano a fare scherzi a tutti quelli che, non avendo la fortuna dalla loro parte, capitavano nella loro "Lista Speciale" (che, in conclusione, comprendeva ogni componente della famiglia). La maggior parte delle bravate compiute dalle giovani era commissionata da zio George al fine di brevettare nuovi scherzi da lanciare sul mercato e fare in modo che "Tiri vispi Weasley" fosse sempre al primo posto nelle classifiche mondiali come miglior negozio di scherzi magici. Ma le bravate più malefiche erano quelle partorite dalla mente delle stesse Lily o Rox oppure, ancor più perfide, erano quelle partorite dalle menti di Lily e Rox insieme: NESSUNO era stato risparmiato dalla perfidia delle due ragazze. Ad esempio papà, famoso per la sua fobia dei ragni, si era svegliato una mattina a metà settimana con una grossa Tarantola che gli camminava pigramente sul dorso della mano. Un urlo disumano aveva svegliato tutti gli abitanti della Tana e si era propagato per le colline del Westershire. Mamma aveva scacciato il povero aracnide, molto probabilmente più impaurito lui dell’uomo, e in seguito aveva strigliato per bene le due ragazze come solo Hermione sapeva fare. Ma le parole taglienti e le minacce di mamma non le avevano di certo intimorite, soprattutto se avevano a disposizione così tante vittime: nonna Molly aveva ritrovato dei bulbi oculari (finti) che galleggiavano come deliziose barchette all'interno della pentola della sua speciale zuppa di verdure; zio Harry si era svegliato anch'egli nel cuore della notte urlando testuali parole: "Il Basilisco è tornato! Vuole uccidere tutti!"; Albus era emerso un pomeriggio dalla sua stanza con la faccia totalmente ricoperta di inchiostro permanente in seguito all'improvvisa esplosione del suo materiale da scrittura. Perfino Scorpius non era sfuggito all'ondata di perfidia delle due canaglie: dopo un bel bagno rilassante era uscito dalla vasca e, suo malgrado, aveva scoperto di avere la pelle totalmente colorata di azzurro, ma non quel blu virile o un bel color Navy, un azzurrino chiaro, degno dei migliori abiti da principessa. A quel punto l'ennesimo grido disumano si era propagato per tutti i cinque piani della Tana seguito da parecchie imprecazioni contro Merlino e Morgana e anche una frase farfugliata, ma comunque udibile, che diceva: "Oh no! La mia bellissima faccia! Sembro un...un Paffo!".
Incuriositi da quell'uscita, io e Albus ci avvicinammo alla porta del bagno e quando vedemmo il perché della sua ira scoppiammo a ridere.
-Ti dona l'azzurro principessa, amico!- disse Al tentando malamente di soffocare le risate.
-Oh si! Mette in risalto i tuoi occhi!- dissi io, in preda a una crisi di risa.
-Non vedo l’ora che tocchi anche a te- disse Scorpius, gli occhi come due fessure e la voce tagliente come una lama e fredda come il ghiaccio.
-Non ne sarei così sicura. Domani è il primo di settembre e io sono l'unica superstite di questa casa! Mi sembra di aver vinto gli Hunger Games!-
-Gli Angar cosa?- chiese lui con sguardo confuso.
-Un romanzo babbano, non puoi capire- e detto questo mi voltai, richiamata dal buonissimo profumo proveniente dalla cucina ma, prima di scendere le scale, dissi: -E comunque è Puffo, non Paffo!-
 
La cena passò tra risate e prese in giro, tutte esclusivamente dedicate a Scorpius, ancora di colorito azzurrino. Dopo l'ultima partita di Spara Schiocco di famiglia, dove ovviamente vinsi io, genitori e zii ci cacciarono a letto, minacciandoci di obbligare la McGranitt a farci pulire la capanna di Hagrid per un mese intero se avessimo ritardato al binario il giorno dopo. Il sadismo dei genitori a volte è sconvolgente! Come ero solita fare ogni 31 di agosto, uscii dalla finestrella del bagno e mi arrampicai sulla scala di metallo che avvolgeva la casa e giunsi sul tetto. Fin da piccola, quando volevo rimanere completamente sola, mi rintanavo lassú di sera e osservavo le stelle: ammirare quell'immenso velo di seta nera sul quale erano ricamati scintillanti diamanti mi aveva sempre aiutata a sciogliere quel groviglio di pensieri che la mia mente riusciva a creare; mi aiutava a fare il punto della situazione e a mettere in ordine le idee. Il silenzio e la calma regnavano sovrani e i miliardi e miliardi di astri mi guardavano costantemente come per volermi suggerire la soluzione a tutti i miei problemi. E, in un modo o nell'altro, riuscivo sempre a trovare quella calma che nemmeno suonare per ore riusciva a darmi.
-Cosa avete da dirmi 'sta sera?- dissi sottovoce rivolgendomi al cielo stellato -penultimo anno...- lasciai la frase in sospeso e le ultime lettere vennero portate via dal vento some un sospiro. Mi rigirai tra le mani la spilletta da Caposcuola.
-Ora oltre che a considerarmi la 'rovina feste' sarò anche la bacchettona...-
In quei cinque (ormai sei) anni ad Hogwarts il mio carattere si era modificato a tal punto da sembrare quello di mamma: mai sgarrare, mai trasgredire, mai farsi trovare impreparata, ricordare, rispettare. Spesso e volentieri il mio 'lato Weasley' era stato lasciato da parte per accogliere a braccia aperte il mio 'lato Granger' e per i primi due anni interi le mie uniche amiche erano state le mie cugine. Piuttosto triste come cosa. Dal terzo anno, però, era arrivata Helen. Era la mia compagna di stanza sin dal primo anno ma non ci eravamo date molta importanza a vicenda: il nostro rapporto si basava sul salutarci e a sapere dell'esistenza dell'altra, ma un giorno di dicembre, al nostro terzo anno appunto, stavo vagando per il corridoio del quarto piano quando, nascosta dentro una nicchia, la trovai in preda a un pianto convulso. Vedendomi si tuffò tra le mie braccia e si sfogò del tutto. Non mi disse la causa delle sue lacrime ma ben presto, tra di noi, si creò un legame così potente da far sparire tutto il resto. Lei mi era sempre stata vicina quando gli altri mi chiamavano "acida"; mi era stata vicina quando il mio gatto, Grattastinchi II, era finito, per errore, a giocare troppo vicino al Platano Picchiatore e aveva esultato con me quando avevo fatto vincere per la prima volta la Coppa del Quidditch alla mia Casa. La ragione principale del mio ritorno ad Hogwarts, quindi, era lei: Helen Green. La seconda ragione per la quale adoravo Hogwarts era Connor Devis. Io ed Helen lo avevamo conosciuto al quarto anno quando, armato di una buona dose di coraggio, ci si era avvicinato chiedendomi se mio cugino Albus fosse single. Vedendo le nostre facce sconvolte la sua faccia si era tinta di una lieve sfumatura di rosso e, tra l'imbarazzo, aveva cominciato a balbettare frasi senza senso come "scu- scusa" o "dimen- dimentica quel- lo che ti ho det-to". Quel giorno io e Helen avevamo trovato un amico fantastico e un segreto da tenere nascosto. E mentre il pensiero vagava da Helen a Connor il silenzio mi avvolgeva le orecchie e creava una bolla di nulla assordante. Un leggero venticello proveniva dalle colline e mi dava un po’ di sollievo dall'afa che uccideva perfino le zanzare. C'era troppo silenzio, soprattutto se si vive in una casa abitata da venti persone. Dedussi che anche 'i grandi' di casa Weasley-Potter erano andati a dormire e a quel punto discesi la scaletta e rientrai in casa. Mi trascinai svogliatamente in camera per prendere i vestiti: immersa in quei pensieri avevo dimenticato di fare la doccia. Gettai il pigiama sul mobile del piccolo bagno e mi fiondai sotto il getto dell'acqua gelida, la tenda di plastica della doccia che disegnava strane ombre sul cubicolo. Dopo essermi sciacquata per bene uscii ma non trovai i miei vestiti.
-Rox, Lily...la pagherete...- sussurrai a denti stretti, sicura che quello scherzetto fosse opera delle mie cugine. Ecco spiegate le ombre.
Mi guardai intorno e constatai che l'unico asciugamano abbastanza grande mi arrivava poco sotto il sedere.
-Oh si, la pagherete molto cara...- sibilai mentre nella mia testa premeditavo un duplice omicidio. Legai stretto sopra il seno l'asciugamano (o il fazzoletto, dipende dai punti di vista) e aprii la porta, intenzionata a correre il più velocemente possibile verso la stanza che condividevo con le trditrici e Domi, la più lontana dal bagno. Quando però mi voltai, pronta a correre, sbattei il naso contro qualcosa e mi sbilanciai all'indietro. Quando ormai mi ero rassegnata ad una dolorosa botta sul fondoschiena, due braccia si chiusero intorno al mio bacino.
-Dovresti stare più attenta- disse una voce impastata e resa irriconoscibile dal sonno. 'Fa che non sia lui ti prego!', ma considerato che la fortuna non era MAI alla mia parte...
-Weasley! Cosa cosa ci fai ancora sveglia?- disse mollandomi improvvisamente a terra con un tonfo. Probabilmente si era accorto di chi aveva appena salvato da una caduta rovinosa.
-Potrei farti la stessa domanda, sottospecie di Puffo sbiadito!-
-Smettila con questa storia! Se fosse stato per me delle tue cugine non si vedrebbe nemmeno l'ombra! E se proprio vuoi saperlo quelle due carogne non avevano finito con me oggi pomeriggio: oltre che a tingermi di questo orribile color principessa, mi hanno riempito le lenzuola di polvere urticante!- disse lui con veemenza e con un tono di voce stridulo rispetto ai suoi standard.
-Mi dispiace che le mie 'adorate' cugine abbiano disturbato il tuo regale sonno. Comunque, come siamo isterici qui, la mammina non ti ha insegnato che non si parla in questo modo ad una donna?- chiesi con espressione falsamente imbronciata.
-Se per donna intendi te... No.- rispose lui acido.
-Un altro punto a te, Malfoy...- sussurrai dopo alcuni secondi di silenzio.
-Che cosa?-
-Niente Malfoy, niente.- Ci guardammo per alcuni minuti con disprezzo. Sembrava di essere in uno di quei film babbani di nonno Arthur nei quali i cowboy si fissano sfidandosi, la mano sulla fondina della pistola e gli avvoltoi che volano in cerchio sopra le loro teste. Posi fine a quel lancio di sguardi porgendo la mano a Scorpius.
-Che vuoi, Rossa?- disse sprezzante.
-Aiutami ad alzarmi.-
-Non è nelle mie intenzioni aiutarti- rispose risoluto.
-No, tu non hai capito: è un ordine.-
Mi aiutò imprecando sottovoce mentre io tenevo una mano stretta sul nodo dell'asciugamano.
-Come mai così pudica? Credi di essere l'unica che abbia mai visto nuda... O sul punto di esserlo?- mi sussurrò all'orecchio appoggiando una mano sul mio fianco e tirando appena verso il basso l'asciugamano. Alzai la testa, i nostri nasi si sfioravano e le nostre bocche erano ad una distanza millimetrica. Socchiusi gli occhi inspirando profondamente, lo sguardo penetrante per poi cambiare totalmente la temperatura del mio sguardo, rendendolo più freddo dell'effetto di un Dissennatore.
-A differenza di tutte le troiette che si fanno portare a letto da te, io ho un cervello e non mi ritengo alla tua altezza, o meglio, non ritengo te alla mia altezza- dissi acida, marcando particolarmente l'ultima frase. Dopodiché mi voltai sbattendogli i capelli ancora bagnati in faccia.
Prima di entrare in camera, però, mi girai nuovamente dicendo: -E comunque, se non sapessi che ti sei fatto tre quarti della popolazione femminile di Hogwarts non mi sarei stupita di un tuo possibile coming-out dopo la sfuriata di poco prima, decisamente poco consona alla tua "virilità".-
Poi entrai in camera e sbattei la porta soddisfatta.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao miei piccoli maghetti! Sono tornata!
Come avrete potuto vedere, il titolo e l’introduzione sono sempre gli stessi. Provvederò ad effettuare questi cambi nei prossimi due giorni (ricordo che il titolo sarà “I Giochi della Memoria”).
Ma ora passiamo al capitolo: manca solo un giorno al rientro a Hogwarts dei nostri protagonisti e manca solo un capitolo per capire cosa succederà di speciale.
Voglio anche informarvi che, il prima possibile, allegherò al capitolo le foto dei personaggi (o almeno le foto di chi ho scelto per interpretare i personaggi).
Beh, spero che il capitolo vi piaccia e recensite :D
Baci,
OurChildhood -I

 
   
 
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