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Autore: nickdelnord    26/07/2014    1 recensioni
Storia partecipante al contest "Tre è il numero perfetto!" indetto da Ayumu7 sul forum di EFP
"Voleva rivederlo...ma chi dei due?!" Questa domanda le fluttuava in testa da molti giorni, ormai non sapeva più che pesci pigliare: non riusciva a distinguere ciò che gli diceva la testa da ciò che gli diceva il cuore. Una cosa la sapeva: quei due l'avevano travolta, l'avevano incantata con i loro modi, anche se ad essere sinceri, Sasuke era stato assai ambiguo nei suoi comportamenti. Perché dimostrava desiderio nei suoi confronti, e poi non la badava più? 
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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Cap 2: Dannatamente giusto


I raggi del sole fecero capolino dalle tende chiare che ornavano le finestre della sua camera, l'aria pesante della notte trascorsa era stata sostituita da una leggere brezza autunnale che sapeva di rugiada. Hinata non ne voleva sapere di andarsene da quel letto, pieno di quell'profumo, pieno di lui...

Si voltò per cercare il suo guardo, ma vide solo la sua schiena vestita del solito kimono, in piedi, pronto ad andarsene...

H:-dove vai?-

Parole al vento, di una ragazza che pensava al suo cuore, dimenticandosi della persona che aveva davanti, fredda e cinica. Non la degnò di uno sguardo o di una risposta: si limitò ad uscire dalla finestra, mentre un senso di colpa misto a rabbia si insinuò nella mente della giovane Hyuga, conscia di tutto l'egoismo di cui era stata capace in quei giorni, da quando era andata al villaggio della sabbia.


"Voleva rivederlo...ma chi dei due?!" Questa domanda le fluttuava in testa da molti giorni, ormai non sapeva più che pesci pigliare: non riusciva a distinguere ciò che gli diceva la testa da ciò che gli diceva il cuore. Una cosa la sapeva: quei due l'avevano travolta, l'avevano incantata con i loro modi, anche se ad essere sinceri, Sasuke era stato assai ambiguo nei suoi comportamenti. Perché dimostrava desiderio nei suoi confronti, e poi non la badava più? 

Stava camminando per le vie della città, era sera inoltrata e c'erano veramente poche persone in giro; il cielo era buio ma allo stesso tempo non ancora del tutto nero, poiché dal precedente tramonto si intravedevano ancora dei raggi che tentavano invano di tenerlo chiaro. Una mano sulla sua spalla, troppo familiare per non conoscerla...

N:- Ehi Hinata, ho una sorpresa per te!!!-

H;- N-naruto-kun-

Hinata si voltò e per poco non prese un colpo: affianco al suo vecchio amore c'era proprio lui, Gaara.

N:- Penso che io qui abbia finito! Mi raccomando Gaara trattamela bene!-

L'hokage fece un occhiolino fin troppo malizioso e vistoso in direzione del kaze, il quale, dopo essere diventato rosso come un pomodoro, cercò con la sua sabbia di strangolarlo, ma non ci riuscì perché in un lampo il biondo sparì.

Senza rendersene conto la ragazza era scoppiata a ridere vedendo quella scena: era troppo buffo in quelle situazioni.


La serata passò in maniera fluida, quasi surreale per la giovane Hyuga, la quale si sentiva completamente a suo agio in sua presenza, si lasciava trascinare dalla sua voce bassa e pacata, e anche la giornata sembrava sorriderle: la luna piena pian piano si stava conquistando il cielo creando una serata lucente, e la mancanza di vento rendeva il clima mite e gradevole. Senza rendersene conto i due erano arrivati ai campi di allenamento di Konoa ed entrambi risero del fatto che, immersi nella loro conversazione, non si erano accorti della direzione che la loro passeggiata aveva preso...

G:- Andiamo a sederci da qualche parte? Penso che a quest'ora i campi d'allenamento siano vuoti!-

Tutta questa audacia non gli s'addiceva, ma al contempo, confuso dai suoi sentimenti, voleva mettere alla prova se stesso, voleva scoprire quanto il suo cuore si era legato a quella giovane ragazza dagli occhi bianchi..

H:- C-certo Gaara-kun!!!-

I due si inoltrarono nel secondo campo e dopo qualche minuto di ricerca trovarono un piccolo spiazzo dove si sedettero per terra e continuarono le loro chiacchierate. La loro posizione fece si che le mani dei due, appoggiate al terreno dietro la schiena per sorreggerli, si erano involontariamente toccate, creando non poco imbarazzo: a Gaara gli si infiammò il viso, mentre Hinata, fece per svenire, evitando di battere la testa a terra grazie alle braccia pronte di lui...

G:- Tutto bene...Hinata??-

I loro visi erano talmente vicini che anche l'aria avrebbe faticato a passare tra le loro labbra. La luna, ormai alta e dominatrice, rendeva gli occhi della kunoichi molto più lucenti, incantevoli; Era ammaliato da tutta quella bellezza, non trovava delle imperfezione in quella dea che per lui ormai era diventata. Ormai aveva capito che nel suo cuore non c'era che spazio per lei, era il suo tutto, il suo io. L'aria fresca non riusciva a raffreddare il calore che c'era dentro di lui, era un fuoco indomabile, infinito, persistente. La natura intorno a loro emetteva dei suoni, ma nella loro testa non era altro che dolce musica, qualcosa di surreale, che rendeva solo più magico quel loro momento. Interminabili secondi, un alternarsi di respiri corti, cuori martellanti."Io devo essere forte", questo pensava Hinata, si rendeva conto che il suo futuro poteva essere li davanti a lei, in quel cespuglio di capelli rossi e in quegli occhi color ghiaccio. Nella sua mente una voce provava a farsi spazio, provando a dirle qualcosa, ma non riguardava lui, non riguardava quel momento. Ora voleva affondare in quel vortice che le si parava di fronte, voleva affondare in quella tempesta di emozioni che le stavano stringendo il cuore.

Chiuse gli occhi e azzerò quella poca distanza tra loro,ormai divenuta un baratro inaccettabile, e dolcemente si beò delle sue labbra morbide, della sua lingua, che con calma chiese il permesso di entrare; Le mani di lei si infilarono tra i suoi capelli, scoprendoli morbidi e setosi, mentre quelle di lui si appoggiarono sulle sue guance, sentendo sotto il suo palmo la morbidezza della sua pelle, come un cuscino di piume.

Ormai lì il tempo non c'entrava più, abbandonati all'infinità dei loro sentimenti....


H:- Come faremo? Vivi in un villaggio lontano...ma io voglio vederti sempre!-

Questa angoscia la stava logorando, sentiva che se si fosse staccata da lui le sarebbe mancato qualcosa, come se gli strappassero un organo dal corpo. Ma il ragazzo invece non era dello stesso avviso: era sereno, calmo, sorrideva...

G:- Grazie alla tecnica di Naruto abbiamo creato un portale tra i due villaggi; io posso venire quando voglio e nel frattempo un mio clone di sabbia svolge le mie mansioni al villaggio. Per ora mi sembra una buona soluzione non trovi???-

Hinata si sentiva il petto esplodere, non credeva a tutta quella dolcezza, a tutto quello che le stava accadendo. E non si fece pregare, saltando in men che non si dica al collo del kage, stampandole un bacio in bocca di puro ringraziamento.

G:- Ora però dobbiamo andare, si è fatto tardi-

I due si alzarono e per mano, camminarono verso il paese, più esattamente il palazzo dell'hokage dove c'era il suo portale che lo avrebbe riportato a casa, ignari che qualcuno, nascosto tra i rami di un albero li stesse spiando....

??:- Quindi è così che stanno le cose?!-


Erano le due passate quando Hinata rientrò in casa, la sua villa dava un idea molto tetra di notte, nella sua immensa magnificenza, ma allo stesso tempo teatro di abusi di potere e lotte interne. Il suo clan non era mai stato molto degno di stima, se non per la loro abilità innata. Ma non era a questo che pensava la giovane ninja, bensì alla voce nella sua testa che aveva provato ad interrompere il momento più bello della sua giornata: quella vocina continuava a ripetere il nome di Sasuke. Se da una parte la Hyuga era completamente persa del ninja della sabbia, non poteva non pensare a quello che era successo con l'Uchiha, e questo le creava non poco desiderio, ma al contempo vergogna per come si era comportata; non doveva più succedere, ora c'era Gaara e doveva metterselo bene in testa.

Salì le scale che l'avrebbero portata alla sua camera, saltando prontamente il quinto gradino che sapeva benissimo avrebbe scricchiolato e magari svegliato qualcuno. Entrò a testa bassa nella stanza e chiuse la porta, ma quando si voltò quello che vide non era proprio ciò che si aspettava: li in piedi che guardava fuori dalla finestra c'era Sasuke, il quale non degnò nemmeno di uno sguardo la giovane, come se il fatto che lui si trovasse lì fosse la cosa più naturale del mondo. La ragazza notò come i raggi lunari rendessero la sua pelle olivastra luminosa, e i suoi occhi neri sembravano pozzi senza fine dove nemmeno la luce si poteva riflettere...

S:- Forse non sono stato abbastanza chiaro!!-

Hinata spalancò gli occhi, ignara completamente del senso del discorso che aveva intrapreso il ninja ma, anche se titubante sul da farsi, prese coraggio e chiese una delucidazione...

H:- D-di cosa stai parlando S-sasuke-kun???-

Finalmente aveva la sua attenzione, il suo sguardo si poggiò su di lei, la squadrò, creando non poco imbarazzo alla giovane che subito abbasso il suo, incapace di mantenerlo. Era arrabbiato, anzi forse no, era seccato, ma presto si trasformò in un mezzo sorriso. Senza che se ne rendesse conto, se lo ritrovò davanti, le prese il mento come aveva fatto la prima volta costringendola a guardarlo negli occhi. Lei v

oleva allontanarlo, scappare da quella situazione che stava prendendo la piega sbagliata, ma il suo profumo era come ecstasy, era droga per il suo corpo, per la sua mente. I suo occhi, come incantatori di serpenti, l'avevano catturata, come in una ragnatela e lei non poteva più niente ormai...

H:- I-Io n-non...-

Le parole non le uscivano dalla bocca, leggermente aperta, anche se tra quelle labbra non passava aria, era pura apnea, in balia completa dell'uomo che aveva davanti, aspettando qualcosa, aspettando lui...

S:- Tu sei mia!!-

Fu come un ondata d'aria nei polmoni, le loro bocche cominciarono a "mangiarsi" voraci, come se tutto il tempo passato dall'ultima volta fossero state li ad aspettarsi, la testa di lei completamente in tilt, il cuore che batteva ad una velocità incalcolabile, e i loro vestiti, un ignobile peso e ingombro da eliminare subito. Le lenzuola sapevano di lui, tutto in quella stanza sapeva di lui: lei non aveva più aperto bocca se non per emettere il suo piacere o per invocare il suo nome, era tutto ciò che voleva, il suo corpo si sentiva drogato di Sasuke, e non poté fare a meno di crogiolarsi con lui tra le lenzuola.


Hinata aprì gli occhi, non del tutto volontariamente, visto come le girava la testa e lo stato confusionale nel quale si trovava, notando che era mattina inoltrata. Accanto a lei non c'era nessuno, era sola nel grande letto al centro della sua camera e questo le creò non poco sconforto: appena la sua mente fu abbastanza lucida per pensare, si fiondò sulla notte appena passata. La giovane ninja si sentiva completa, ma allo stesso tempo uno stato di impurezza le invadeva l'anima: chi era lei? Che fine aveva fatto la vecchia Hinata, quella di sani principi??? Si sentiva una poco di buono, ma non poteva nascondere a se stessa che tutto questo le era piaciuta, infinitamente. Dopo essersi fatta una doccia si incamminò verso il centro del paese, dove si sarebbe incontrata con Gaara.


I giorni passarono, e la giovane Hyuga ormai si era abituata alla relazione con il kage della sabbia, anche se non poteva fare a meno di pensare alle due avventure avute con sasuke. Solo due purtroppo, visto che dopo quell'ultima, non lo aveva più visto. Aveva passato notti intere insonne pensando a lui, a quanto era bello finché le diceva che lei era solo sua, a quanto facilmente aveva abbattuto le sue difese. Ma allo stesso tempo si era messa in testa che tra loro non c'era niente, solo un capriccio dell'Uchiha che vedeva in lei una bambola dove sfogare il suo malessere interiore. Quel giorno il giovane della sabbia non aveva potuto vederla perché a detta di lui, aveva un impegno che non poteva compiere la propria copia. Hinata si riscoprì stranamente arrabbiata della cosa, era talmente abituata a vederlo ogni giorno che si era indispettita, restando chiusa nella sua stanza offesa dall'accaduto. Ma come spesso accade, i mali non vengono mai da soli, e il fato quel giorno aveva deciso di “abbattersi” proprio nella casa della giovane ninja: appoggiato alla finestra, con il suo solito c'era Sasuke.

Hinata non era stupita più di tanto della cosa, non ammattendo però che il suo cuore si sentiva più libero in sua presenza...


...ipocrita...


A piccoli passi si avvicinò a lei, ormai non c'era più bisogno di creare l'atmosfera, o di futili parole, solo gesti meccanici, desideri esauditi, labbra che si cercano: era un bacio aspettato, bramato, cercato. Le loro mani andarono ad infilarsi nei capelli del altro, cercando quasi di divorarsi, di unirsi a tal punto da non potersi poi più staccare. Ma quel rumore, quel mazzo di fiori caduto a terra, quei petali sparsi sul pavimento di quella stanza, nido di peccati troppo grandi per essere celati, non poté che dividerli, per permettere loro di guardare negli occhi la persona che era entrate nella stanza.

Gaara stava lì, impietrito, incapace di pensare a qualsiasi cosa di razionale. Temari glielo aveva detto una volta, probabilmente per scherzo:

-Mai fare una sorpresa al proprio partner! Non sai mai che sorpresa potresti trovare tu...-

Mai cosa più giusta fu detta da sua sorella.

Hinata aveva gli occhi sgranati, non riusciva a capire come si era potuti arrivare a quella situazione, rendendosi conto a poco a poco che la colpa era solo sua, e ora ne pagava il prezzo.

Il ninja fece per colpire Sasuke con una lama di sabbia, ma l'Uchiha fu rapido ad estrarre la sua katana e parò il colpo...

H:-VI PREGO FERMIII!!!!-

I due abbassarono le armi e la guardarono, in attese di una spiegazione che l'avrebbe consegnata ad uno dei due, ma la confusione nella giovane era totale, li aveva lì, davanti a lei, e stava capendo quanto li amasse entrambi, e allo stesso tempo quanto li avrebbe fatti soffrire se non avesse preso una decisione..

H:- I-io...vi amo, vi amo con tutta me stessa, sono entrata in una cosa più grande di me, e sono consapevole del fatto che è interamente colpa mia se siamo arrivati a questo...-

S:- Dovrai scegliere!!! E quando sarò io, spaccherò il culo a questo spaccone della sabbia-

G:- Ne sei veramente convinto? Ultimo Uchiha???-

L'atmosfera era incandescente, ormai lo scontro stava per ri-inescarsi, e l'unica che poteva fermare tutto questo era Hinata. Col dolore negli occhi e nell'anima, formulò quella frase che mai avrebbe voluto dire, ma soprattutto che mai si sarebbe aspettata nella sua vita..

H:- D-datemi una settimana di tempo...poi deciderò chi di voi due è la persona che amo-

I due, senza regalarle nemmeno un ultimo sguardo si divisero e si incamminarono da dove erano venuti: Sasuke verso la finestra e Gaara verso la porta. Quasi all'unisono pronunciarono le loro ultime parole..

S&G:- A presto Hinata!-

La lasciarono lì, a crogiolarsi nel suo dolore, mentre un pianto tenuto dentro per troppo tempo invase il suo viso, riempiendo la stanza dei suoi singhiozzi...



Era una menzogna, un orribile bugia, lei li amava tutti e due, e questo lo sapeva bene. Hinata non ne poteva più di quell'orribile settimana, il suo dubbio la stava distruggendo: il suo corpo aveva perso ormai tre o quattro chili, aveva le occhiaie molto in vista e praticamente non mangiava niente.

L'idea di dover rinunciare a uno dei suoi amanti era per lei angosciante: avrebbe perso una parte di se stessa e questo ormai lo aveva accettato.

Restava solo una domanda: Gaara o Sasuke???

Egoisticamente si ritrovò a pensare ad un sistema per tenerli tutti e due, ma sapeva benissimo che non era possibile.

Doveva sgranchirsi le gambe, forse una passeggiata le sarebbe stata rivelatrice.

Uscì di casa e notò come ormai l'autunno avesse spazzato via il caldo rimasto. Aveva freddo, ma questo le sembrava una pena sopportabile visti gli ultimi trascorsi.

Il punto della situazione le era chiaro: da una parte c'era Gaara, dolce, affine, che aveva dimostrato dei fortissimi sentimenti per lei e le aveva fatto toccare il cielo con un dito; Dall'altra Sasuke, freddo, cinico, passionale che non l'aveva degnato di nessuna dolcezza, anche se a modo suo con la sua passione l'aveva travolta. La dolcezza contro la lussuria, caldo contro freddo, rosso contro nero.

Si, la scelta giusta non poteva che essere quella, ciò di cui aveva veramente bisogno era lui, colui che le teneva occupata la mente, quello che le scaldava sempre l'anima.

Lei avrebbe scelto....

Una sirena altissima bloccò i suoi pensieri: era l'allarme del villaggio, significava adunata dei ninja sotto il palazzo dell'hokage. Non ci pensò due volte e la giovane Hyuga, saltando di tetto in tetto, si precipitò verso il luogo designato in caso di queste emergenze.

Fu una delle ultime ad arrivare, notando che praticamente tutti erano lì che aspettavano una parola da parte di Sakura, la quale faceva le veci di Naruto, impegnato in una missione diplomatica: spiegò a tutti che il villaggio della sabbia era stato attaccato da un gruppo di criminali e il villaggio della foglia sarebbe andato a dare una difesa ulteriore a Suuna. Senza tanti giri di parole, tutti i ninja usarono il portale ideato da Naruto per Gaara e si ritrovarono dall'altro capo: quello che videro era indescrivibile.

Il villaggio era ormai un lontano ricordo, distrutta da fiamme e colpi degli invasori, e la foglia si buttò a capofitto nella battaglia che pareva tutto tranne che conclusa.

L'odore del sangue, il rischio, l'adrenalina... Hinata si rese conto di quanto gli mancasse tutto questo e di come facesse scivolare via i suoi pensieri. Ogni colpo infierito ad un avversario era una ventata di ossigeno, un peso in meno da portare. Ma alle spalle quell'uomo proprio non lo aveva visto, era troppo tardi: la giovane chiuse gli occhi, conscia del suo errore...

Il traditore fu colpito da una palla di fuoco suprema e da un gigantesco pugno di sabbia, facendolo ruzzolare al suolo privo di sensi. Gaara e Sasuke si ergevano davanti a lei in tutta la loro possenza e determinazione...

G:- Nessuno la può toccare!!!!-

S:- Tsk, cerca di stare più attenta, ho altro da fare che proteggerti!-

La ragazza continuò a guardare le loro schiene senza proferire parola, finché calde lacrime non cominciarono a solcare il suo viso, un pianto silenzioso di quegli occhi color della luna che di dolore ormai non ne potevano più.

I due si stavano per rigettare in battaglia ma un urlo straziato li colpì entrambi, seppur in modo diverso...

H:- SAS'KEEEEE!!!!!!!........- attimi di silenzio, sudore freddo, pelle d'oca, tensione, paura, - t-ti prego...t-torna sano e salvo!-

Lei non le poteva vedere, le loro espressioni, i loro sguardi, non poteva sentire, capire le loro emozioni. Poteva solo immaginarle, ma quando provò a parlare di nuovo, non ci riuscì...

G:- Non serve che dici niente...-

Amarezza, sconforto, tristezza...la su voce non era mai stata così distrutta dal dolore. Senza che lei potesse più fare niente, tornarono sul campo di battaglia, e in cuor suo sapeva che ora nemmeno quella cruente lotta avrebbe potuto lavar via l'enorme peccato che aveva commesso.


Lo scontro stava degenerando, gli avversari erano troppi, cominciavano ad essere innumerevoli i caduti, tutti ormai aspettavano l'arrivo di Naruto il quale avrebbe potuto spostare l'ago della bilancia dalla loro parte. Hinata osservava nascosta dietro ad un rudere, poiché era ferita ad una gamba e non era più in grado di combattere. Osservava l'Uchiha, destreggiarsi tra molti nemici, infilzandoli con la sua katana “impregnata” dei suoi fulmini, ma anche il kage, che con la sua sabbia riusciva a proteggere molti ninja feriti. Un urlo di gioia squarciò il campo di battaglia: Naruto era arrivato, aveva scatenato tutto il suo potere, ora la battaglia si poteva vincere.

Un colpo al cuore colpì la debole Hinata, un orribile senso di vuoto la opprimeva. Immediatamente cercò con lo sguardo i “suoi” due ragazzi: Gaara stava difendendo due civili da un ninja nemico e Sasuke...

La Hyuga sbarrò gli occhi, sentì il suo cuore andare in mille pezzi, frantumarsi, distruggersi: nessuna parola riusciva ad uscire dalla sua bocca, o forse semplicemente non udiva le sue urla; La sua testa era vuota, deserta come quell'orribile posto nel quale si trovava. Non potè che accasciarsi a terra, resasi conto di essere talmente ferita da non potere camminare, obbligata a guardare il suo volto a terra, cosi lontano dal suo corpo accasciato molto più lontano. Il suo sguardo per la prima volta, non era inespressivo, voleva dire qualcosa, voleva dirLE qualcosa...

...mi dispiace...




Quel cimitero era incredibilmente silenzioso, quel giorno. Tutti erano preparati a dire qualche parola per i loro defunti, ma nessuno riusciva a farlo: quell'ondata di morte era arrivata all'improvviso, come un soffio di vento. Lei stava lì, a guardare la sua bara, nera, ma non abbastanza da eguagliare i suoi occhi. Non si capacitava ancora di come poteva essere accaduto, o forse cercava di nascondere il fatto che probabilmente lei era stata la sua distrazione, la causa della sua morte. Non ci riusciva più a stare lì in mezzo a tutte quelle persone, li odiava tutti!!! Se fossero stati più forte, Sasuke sarebbe ancora vivo, sarebbe lì accanto a lei, le riempirebbe il cuore come era sempre riuscito a fare, la isolerebbe da tutto il suo dolore. Alzando la testa si accorse che ai limiti del bosco c'era una persona che di nascosto osservava il funerale. Naruto aveva preso la parola per fare un discorso, ma lei di voglia di sentirlo non ne aveva proprio: era lui il maggior responsabile, se fosse arrivato prima...

Corse verso la figura misteriosa, che per lei tanto non lo era: quei capelli rossi li avrebbe riconosciuti ovunque da qualsiasi distanza. I loro sguardi si incrociarono, nessuno disse una parola, ma erano come due libri aperti che si guardavano, i loro pensieri formavano un dialogo che non aveva bisogno di bocca e orecchie per essere fatto...



Ti prego non andartene...

Resta con me...

Sono stato ore

...seduto

...fuori da casa tua

...Quante volte l'ho fatto per te

So che ho scelto lui...

ma ora lui non c'è...

e tu sei qui...


Un lamento continuo, frasi che ormai sono andate, sparite, non hanno più senso per lui...


Ti aspettavi...

di essere il solo per me...

non è vero?!

Mettiti l'anima in pace...

quei giorni sono finiti ormai


Una leggera nebbia stava prendendo possesso di quel luogo, forse per nascondere ciò che c'era tra loro ora, dopo quello che invece c'era stato


Di te ricorderò

solo i momenti più dolci...

il mio cuore si aggrapperà

a questo


Lo guardò sparire in una leggera nube di sabbia, scoppiando in un pianto isterico, qualcosa che da anni non era più abituata a fare. Il suo mondo stava andando a puttane, era andato a puttane. Tutto ciò a cui teneva, lo aveva perso, così, in un giorno, nello stesso tempo in cui li aveva trovati.

Alzò gli occhi al cielo, Hinata, la sua domanda più grande da rivolgere a qualcuno lassù, a sua madre, a suo padre, a Dio...chiunque volesse ascoltarla...


Perché? E' tutta la vita che aspetto un po' di correttezza, quando amavo Naruto alla follia e lui non aveva che occhi per la persona che lo trattava come uno zerbino...dov'eri in quel momento??? E ora che avevo bisogno di un'ingiustizia, ora che volevo fare una cosa sbagliata, amare due persone, ti fai vivo e me li porti via entrambi??? Questo è il tuo senso di giustizia???


Aspettò invano diversi minuti, come fosse in attesa di una qualche risposta, che come ben sapeva non arrivò mai. Un triste sorriso prese posto sul suo viso, mentre ancora fissava l'immenso azzurro, con in testa un unico pensiero...


dannatamente giusto!

  
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