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Autore: Doomsday_    26/07/2014    3 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolo Autrice: Salve a tutti! Allora per prima cosa, sappiate che l'unica cosa che mi piace di questo capitolo è il titolo u_u (tra l'altro preso da una citazione del buon vecchio Byron:"L'amicizia è Amore senza le sue ali") Si, lo so, lo so, mi sto sempre a lamentare! Ma che posso farci? Scrivere questo capitolo è stato un po' un mezzo parto. Non voleva proprio saperne di venir fuori, e ci ho messo davvero molto più tempo di quanto potessi immaginare. E a conti fatti non mi soddisfa poi tanto... ma lascio a voi l'ultima parola a riguardo!
Come sempre ringrazio Lulyx, love_is_everything, BekkaMalfoy, NarcissaBM e ehikatnijs per le vostre preziose e bellissime recensioni! Vi adoro <3
E ringrazio anche con tutto il cuore le 13 persone che hanno aggiunto la storia nelle preferite, le 27 che l'hanno aggiunta nelle seguite e le 5 nelle ricordate.
Un bacione a tutti,
Giuliii





Amore senza le sue ali.





Era ormai sera e la Sala Comune di Serpeverde iniziava ad essere affollata. C'era chi studiava all'ultimo minuto per la lezione del giorno seguente, chi scherzava bevendo una burrobirra davanti al caminetto, chi giocava agli scacchi magici o a gobbiglie.
Poi c'era Sean, da solo, seduto in un angolo della sala, lontano dai posti vicino al camino che solitamente occupava con Asteria. Lady Carmilla, acciambellata sulle sue gambe, era l'unica compagnia che aveva trovato.
Asteria non era più uscita dalla propria camera del dormitorio, e oramai Sean aveva consumato le proprie dita a furia di mordersi le pellicine, completamente preso dall'ansia.
Non poteva andare nel dormitorio delle ragazze a controllare di persona, così aveva provato a parlare con le compagne di stanza di Asteria, ma loro l'avevo ignorato come se invece del loro compagno di casata gli fosse passato davanti il Barone Sanguinario vaneggiando su morte, tradimenti e sangue.
Sean infossò la testa tra le spalle, conscio del fatto di quanto fosse inutile continuare a sperare che Asteria scendesse da un minuto all'altro.
Con espressione imbronciata, guardava Draco seduto su un divano dall'altra parte della sala. Accanto a lui, Daphne gli circondava un braccio, tenendo la testa poggiata sulla sua spalla. Tal volta si baciavano di sfuggita, senza troppe effusioni vistose che in genere le coppiette piaceva mettere in atto. Vicino a loro, Pansy Parkinson si affidava alla sua confezione di Cioccocalderoni, l'espressione un misto di afflizione e sconforto.
Sean continuò a fissare Draco con insistenza. Non si capacitava di come il ragazzo potesse essere l'espressione della tranquillità, senza mostrare il benché minimo turbamento. Si chiese come la stessa persona che dapprima non era riuscita a nascondere quanto fosse sconvolta, ora poteva apparire altrettanto calma e padrona di sé.
Solo dopo un po' Sean si rese conto di essere a sua volta guardato da Draco, il quale sembrava ben più che infastidito. Così decise che era giunta l'ora di levare le tende e si alzò, subendo per questo la zaffata di un'offesa Lady Carmilla.

Il mattino seguente Asteria si svegliò con un leggero mal di testa e un fastidioso ronzio nelle orecchie. Affondò il viso nel cuscino, desiderando di essere improvvisamente colpita da un incantesimo del sonno eterno pur di non doversi alzare e mettere il viso fuori dal dormitorio.
Considerò l'idea di darsi malata, ma avrebbe preferito di gran lunga affrontare il mondo esterno che restare un altro giorno da sola con sé stessa, costretta a rimuginare fino all'esasperazione.
L'unica consolazione fu pensare a Sean, che la stava sicuramente già aspettando per andare a fare colazione.
Entrando nella Sala Comune difatti lo trovò, come sempre davanti a un libro, ma questa volta con gli occhi persi nel vuoto.
« Buongiorno raggio di sole » la salutò, come faceva ogni mattina; un sorriso timido che gli addolciva lo sguardo preoccupato.
Asteria ricambiò il sorriso. « Andiamo, sto morendo di fame! ».

Giunti alla Sala Grande presero posto al tavolo dei Serpeverde. Sean notò con piacere che Asteria aveva davvero riacquistato l'appetito. Cercava di parlarle con la solita allegria, ben attento a non lasciarsi sfuggire riferimenti riguardo il giorno prima.
D'un tratto però trattenne il fiato nel veder Daphne e Draco sedersi alla parte opposta del tavolo non molto lontano da loro, ansioso di vedere come avrebbe reagito Asteria.
Daphne la salutò con un allegro cenno della mano, e Asteria rispose con il medesimo entusiasmo.
Sean la guardò, senza riuscire a mascherare la propria sorpresa. Ma di fronte lo sguardo interrogativo di lei, se ne pentì immediatamente. D'altronde Asteria non sarebbe mai uscita dalla sua stanza se non fosse stata sicura di potersi comportare come se non le fosse successo nulla.
Finita la colazione, i due si affrettarono verso l'aula di Trasfigurazione. La professoressa McGranitt già li aspettava sulla cattedra, in forma di animagus.
Quel giorno avrebbero provato a trasfigurare piccoli oggetti in uccellini.
Accanto a Sean, Asteria brontolò sonoramente tirando fuori la propria bacchetta « Non ho studiato per niente questo incantesimo ». L'espressione corrucciata fece sorridere Sean.
« È simile a Feraverto, soltanto al contrario » cercò di rassicurarla, mentre lei con sguardo ostile picchiettava il proprio oggetto con la punta della bacchetta, ripetendo determinata « Avifors... Avifors. Avifors! ».
L'uccellino creato da Sean già cinguettava sul banco, mentre lui la guardava divertito.
Asteria gli rivolse un'occhiataccia « Non ci trovo proprio nulla di divertente! » esclamò, tornando a colpire insistentemente il proprio oggetto, che non sembrava neanche lontanamente intenzionato a trasformarsi.

Seguirono la lezione di Erbologia e poi di Pozioni e la mattinata sembrò trascorrere più veloce del previsto. Asteria e Sean scherzavano, ridevano e chiacchieravano come in ogni altro giorno, e se un'ombra scendeva sul viso di Asteria, Sean fingeva di non accorgersene. Più volte si dovette mordere la lingua a quel proposito, ma sapeva ormai per esperienza che se Asteria avesse avuto bisogno di quel tipo di conforto, sarebbe stata lei a chiederlo.
Quando tornarono nella Sala Comune di Serpeverde per distendersi un po', dopo pranzo, tutte le poltrone e i divani erano occupati così dovettero sedersi a un tavolo lontano dal fuoco.
Sean, suo malgrado, tirò fuori gli scacchi magici. Qualche giorno fa si era predisposto di insegnare Asteria a giocarci, ma la ragazza si era dimostrata un vero asso, tanto da far rimpiangere a Sean il familiare Spara Schiocco.
Dopo un paio di partite agguerrite, dove Asteria ebbe la meglio come nel più delle volte, stavano per iniziare a fare i compiti quando Daphne sembrò saltare fuori dal nulla.
« Eccoti qui, finalmente! » esclamò comparendo dietro le spalle di Asteria, spaventandola. « Ieri sei scomparsa per tutto il giorno ».
« È vero, ma sai i compiti... » tentò di giustificarsi Asteria inutilmente, in quanto Daphne era già presa d'altro. Come spesso accadeva inondò la sorella con un fiume di parole, di cui spesso Sean perdeva il filo o rinunciava a priori di seguirlo.
Però egli non poté fare a meno di notare qualcosa che stonava nella naturalezza di Asteria, nell'attenzione che prestava a Daphne: quella disinvoltura in sé era strana, più premurosa del normale, più cauta.
« Oh ecco Draco! » strepitò Daphne, afferrando la mano di Asteria e trascinandola dietro di sé.
« Ma... io dovrei... » tentò invano di ribellarsi Asteria, indicando Sean e i libri che aveva già tirato fuori.
Draco era appena entrato nella Sala Comune e non sembrava affatto entusiasta di vedersi arrivare incontro le due sorelle Greengrass, assieme.
Ma se Sean era già rimasto sorpreso di quale naturalezza Asteria riuscisse a dimostrare nei riguardi della sorella, rimase del tutto sconvolto nel vedere con quale medesima semplicità si rivolgeva anche a Draco.
Egli rispondeva con gelida cortesia, nel probabile tentativo di non esibirsi in una plateale espressione sconcertata, non molto dissimile a quella di Sean.
Ma Asteria era troppo presa da Daphne, per accorgersi di alcunché. Guardava la sorella con un misto di affetto e angoscia; trasudando gentilezza e affabilità in ogni parola che le rivolgeva.
Sean allora si rese conto che Asteria si sentiva in colpa. Si tormentava per essere innamorata dello stesso ragazzo con cui stava sua sorella. La rabbia per quello che aveva fatto Draco era passata, ora era rimasta solo la vergogna per quello che provava, per i suoi sentimenti che contrastavano con il suo buon senso, e per tutte le bugie che aveva rivolto a Daphne.
E ora cercava redenzione, dedicandosi unicamente a sua sorella.
Mentre parlavano, Daphne si sporse per baciare Draco, il quale rispondeva con ben poco coinvolgimento; per poi allontanarsi velocemente dalle sorelle Greengrass, con la scusa di dover mettersi a studiare per i G.U.F.O.
Dopo poco anche Daphne si sedette al tavolo dove Draco aveva già iniziato a destreggiarsi tra i vari libri di testo.
Così Asteria, senza perdere tempo, si volse allontanandosi svelta.
Per un momento Sean pensò che stesse tornando da lui, poi si rese conto che invece puntava al passaggio nel ritratto. Così si frappose, afferrandola per un braccio, prima che lei potesse superarlo e raggiungere poi l'uscita.
« Non ti arrendere così. » Disse con voce abbastanza bassa da poter farla sentire soltanto a lei.
« Ti prego lasciami, Sean. Ho bisogno di uscire un attimo. Non respiro più » mormorò lei e a Sean fu facile leggere la tristezza in quegli occhi verdi.
Così agì d'impulso, senza un minimo di discernimento. Fu quasi un gesto involontario, fatto sta che fu l'unica cosa che in quel momento gli venne in mente di fare per aiutarla.
Sean si chinò a baciarla, la mano libera che andò a posarsi alla base della sua schiena per attirarla un po' più vicina a sé. Fu un bacio impacciato e ben poco passionale, ma soprattutto durò un breve momento. Asteria si tirò via subito, lo sguardo perso, quasi spaventato. Uno sguardo di chi vede una certezza inossidabile sgretolarsi davanti ai propri occhi.
Sean aveva un'espressione mortificata, di chi sa di aver fatto un grave errore proprio nel momento in cui lo sta compiendo.
« Ora ho davvero bisogno di andarmene » decretò la ragazza; ma, prima che potesse solo fare un passo, il secco rumore di una porta che si chiude risuonò alle loro spalle.
Quando si voltarono a guardare, Daphne era sola seduta al tavolo, e i suoi occhi sembravano voler incenerire Sean.

Si sentiva una sciocca, una persona orribile. Per mesi aveva parlato a Sean di Draco, come se nulla fosse, senza sapere. E ora cosa voleva intendere quel bacio?
Le veniva da piangere, ma alla fine non avrebbe avuto alcun senso farlo. "I Greengrass non piangono, o per lo meno non danno mai a vedere se lo fanno. Piangere è come dimostrare la tua debolezza più grande", ripeteva spesso Doron a lei e a Daphne quando, da piccole, le vedeva lagnarsi. Asteria non ricordava di aver mai visto versare una sola lacrima a Daphne, se non quando stava sola con lei.
Si trovava sulla torre di Astronomia, affacciata alla finestra a guardare le distese di prati, e più giù la Foresta Proibita. Di giorno non faceva così paura. Eppure, invece di essere baciata dal sole, Asteria in quel momento avrebbe preferito guardare le stelle, ripensando alle leggende che le aveva raccontato Draco una notte, che sembrava ormai appartenere ad un'altra vita.
Cos'avrebbe fatto se, oltre a Draco, ora avrebbe perso anche Sean? Un brivido le corse lungo la schiena. Non ci sarebbe mai stato un altro Sean, per lei. Lui la conosceva, sapeva ogni cosa: ciò che le piaceva mangiare, i suoi gusti in fatto di libri, i passatempi che amava. Ma soprattutto era capace di interpretare ogni più piccola sfumatura delle sue espressioni.
Se Sean si fosse allontanato da lei avrebbe lasciato un vuoto incolmabile, un'assenza di cui aveva paura e di cui era fin troppo consapevole. E lei non era in grado di immaginare neppure uno dei suoi giorni senza Sean.
Si costrinse per un attimo a guardalo in modo diverso. A vedere se stessa e lui, insieme come sempre, ma in un altro modo. Forse se fosse successo in un altro momento, se non si fosse avvicinata a Draco innamorandosi di lui; forse allora quella semplice coppia comparsa ora nei suoi pensieri sarebbe stata perfetta, felice e innamorata.
Avrebbe potuto amare Sean, in cuor suo lo aveva sempre amato, ma non era mai stato quel sentimento tale da innalzarsi in volo e brillare di passione.
Sentì dei passi che salivano le scale della torre. Il cuore di Asteria si strinse quando Sean le si affiancò, affacciandosi a sua volta alla finestra.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Poi Sean provò a rompere quella muta parete così ostile: « Asteria... », la voce un po' roca, preoccupata. Con un gesto lei lo costrinse al silenzio. Gli poggiò una mano sulla sua, quel contatto fece morire nella sua gola ogni altra parola.
Lei lo guardava fisso negli occhi, con una malinconia tale da indurlo a maledirsi ben più di quanto già stava facendo. Asteria aveva solo due strade dinanzi a sé da poter percorrere: scoprire a cosa avrebbe portato il loro affetto, oppure tentare di lasciar tutto immutato rischiando che lui si allontanasse da lei. Il primo le sembrava un errore, l'altro non avrebbe mai potuto sopportarlo.
« Sean... io », strinse le labbra, cercando le parole adatte « se io potessi decidere chi amare, sceglierei te. » La sua voce tremolò appena, mentre con timore cercava negli occhi di lui la delusione. « Tu... mi conosci. Tu sei parte di me. Ma non si possono controllare i sentimenti », le si spense la voce. "Se potessi controllare ciò che provo, chiuderei gli occhi su Draco per aprirli su di te" pensò, ma non ebbe la forza di dirlo.
Ma Draco... l'amore per Draco le incendiava il corpo, le consumava ogni energia. Era qualcosa che la faceva volare e la distruggeva al tempo stesso.
Sean sospirò, cingendo con un braccio le spalle di Asteria, rivolgendole un sorriso rassicurante « Quello che hai detto è... » le rivolse una piccola smorfia « davvero dolce ». Il tono di lui ora era più leggero. Persino i suoi occhi sembravano giocosi, seppure arrossì un poco quando confessò: « È stato come baciare mia sorella. »
Rise piano, nel vedere l'espressione di Asteria: un misto di incredulità e sollievo.
Distolse gli occhi, tornando a guardare il panorama dinanzi a loro « Sai, c'è stato un periodo in cui ti vedevo diversamente. In cui ho pensato di amarti. » Mentre parlava, con la coda dell'occhio Sean spiava la sua reazione, ma Asteria ascoltava con sguardo assorto e dal suo viso nessun pensiero trapelava. « Non mi fraintendere ora, lo sai che ti amo. Sei la persona più importante per me, insieme a Lauren: io ho solo voi due. »
Si scompigliò i capelli, già arruffati e si morse il labbro prima di continuare a parlare, come se non fosse sicuro se quel che era pronto a dire avrebbe fatto più bene o più male. « Tu forse non te ne rendi conto, ma Malfoy è geloso di te. Più di quanto cerca di nascondere. Era distrutto dopo la sfuriata che gli hai fatto in Sala Comune. E prima, quando ti ho vista annaspare pur di restare davanti a loro, e poi affogare piano, ho pensato che dovesse capire sulla sua pelle il modo in cui ti senti quando vedi lui e Daphne insieme. Così... io ehm »
« Mi hai baciata » completò Asteria per lui, annuendo.
Sean arrossì visibilmente « Lo, so. Sono un'idiota, non serve che mi guardi in quel modo » brontolò a voce bassa.
« Quindi non mi odi? » chiese con una voce strozzata.
La domanda lo colse alla sprovvista. Sean strabuzzò gli occhi: « Ma mi hai ascoltato? ».
Lei sorrise, annuendo con vigore, mentre grossi lacrimoni le rigavano le guance, facendo così impallidire Sean. « Stai... stai piangendo? Oh per Merlino, non sono pronto ad una Asteria che piange. »
Lei si lasciò andare contro il petto di Sean, il quale accarezzò con mani agitate la schiena della ragazza, mossa dai singhiozzi.
Che senso ha trattenere le lacrime, quando il cuore ti si gonfia tanto da togliere il respiro? Che senso ha nascondere il pianto davanti ad una persona che ti ama come se stessa? Perché nascondere la propria debolezza a qualcuno che conosce ogni tuo segreto?
Poi la mano di Sean fu sul suo viso e lo fece sollevare, mentre con il pollice asciugava paziente ogni lacrima.
« Ti preoccupi troppo, Asteria », mormorò con sguardo severo. « Per me, per Draco... per Daphne. Soprattutto per Daphne. Non c'è mai nulla di sbagliato nell'amore. Qualunque persona esso sia rivolto ».
Poi con un sospiro più esausto, Sean aggiunse « E ora smettila di piangere, o penso che mi verrà una crisi di panico. Davvero, non ho la minima idea di cosa fare se tu piangi. »
Restarono così per un tempo che parve indefinito, poi ridiscesero dalla torre di Astronomia insieme, mano nella mano.

   
 
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