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Autore: monsters_are_inside_us    26/07/2014    1 recensioni
Vivere o morire.
Distruzione o pace.
Luce o Oscurità.
Amore o Oblio.
Cosa sei disposto a sacrificare per la persona che ami?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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“Ragazzi,prendete qualcosa?”

Dice la signora,ormai piuttosto anziana,che trasporta il carrello del cibo per i corridoi dell’Hogwarts Express,porgendoci un pacchetto di cioccorane.

“No,grazie.”

La liquido gentilmente,con un sorriso. Harry invece si riempie le tasche e le porge un mazzetto di banconote. Dopo di questo,lei va avanti e noi chiudiamo le porta dello scomparto.

“Mangi troppo,Harry.”

Ridacchia Hermione tra i baffi.

“Sono nervoso,ok?”

Risponde lui,abbuffandosi.

Le  vacanze di Natale sono arrivate : Hermione tornerà dai suoi,Ron alla Tana e io da mio padre,a Londra. Harry era destinato a un periodo natalizio monotono e solitario,tra i corridoi vuoi ti Hogwarts, e ho deciso di invitarlo a stare da me. Portavo spesso a casa Draco,per le vacanze. Lui raccontava a suo padre che sarebbe rimasto a scuola e invece passava il suo tempo con un babbano e una mezzosangue. Mio padre era sempre stato felice di riceverlo,lo considerava un bravo ragazzo.
 
“Vado un attimo fuori,qua si soffoca.”
 
Dico,alzandomi e scuotendo i vestiti dalla polvere accumulatasi sul seggiolino. Apro lo sportello e mi ritrovo in mezzo a un passaggio trafficato, pieno zeppo di persone saltellanti e gioiose. Tra la folla scorgo anche un taglio biondo platino,non molto comune,che riconosco immediatamente. Draco. Eppure non mi importa,mi sono arresa. Si,perché alle fine succede così. Fino a un certo punto  puoi provare, combattere, sperare, addirittura crederci. E poi,semplicemente,dici basta. Esaurisci le forze e la pazienza. La voglia e il desiderio stesso di migliorare le cose. Ho deciso di andarmene,per percorrere la mia strada,senza di lui.
Mi dirigo  verso il agno,per darmi una sciacquata alla faccia,quando sento l’altoparlante annunciare l’arrivo alla stazione. Perciò torno indietro,recuperando le valigie e soprattutto un Harry ancora più nervoso al pensiero dell’incombente incontro con mio padre.
Scesi dal treno salutiamo Hermione e Ron,che vengono accolti tra le braccia dei loro genitori. Poi attraversiamo la buffa entrata del binario 9 e tre quarti e vediamo papà con la schiena appoggiata a una colonna,una sigaretta tra le dita. Ha i capelli lucidi,ricoperti di brillantina,biondo scuro e tagliati accuratamente appena sopraa le orecchie. Gli occhi invece sono azzurri e persi nel vuoto,esattamente come i miei. Aspira il fumo e lo libera lentamente dalla bocca.

“Ciao,papà.”

Lo saluto agitando leggermente la mano. Si gira distrattamente e squadra inizialmente me,per poi passare ad Harry,con uno sguardo decisamente più interessato.

“Glare. Spero abbiate fatto buon viaggio. Il giovanotto è…? Draco?”

“Lui si chiama Harry,Draco non è potuto venire. Ti spiego meglio in macchina.”

Annuisce e si avvia verso l’automobile. Saliamo tutti e tre,sedendoci sui soffici seggiolini che ancora,dopo tutti questi anni,profumano della mamma,di cannella e di the verde. Papà accende il motore e parte verso casa.
***
“Hai intenzione di raccontarmi cos’è successo a Draco?”

Sibila mio padre,con evidente nervosismo.

“Io e Draco non siamo più amici da un po’,ormai.”

La macchina si fer,a bruscamente,in mezzo a una via deserta della campagna londinese.

“Draco.”

L’uomo,che momentaneamente non riconosco, si gira e mi guarda infuriato.

“Era l’unica persona dannatamente seria che ti volesse bene,Glare. L’hai lasciato andare così? Nel nulla? Senza DIRE nulla?”

“E’ cambiato. E’ diventato crudele.”

Sono stufa,stufa di sentirlo parlare a vanvera e sputaresentenza senza sapere la verità.
Lui ridacchia.

“E’ un serpeverde,no? Anche tu la sei,dovresti essere più cattiva. “

“Scusa?”

Mi sporgo verso di lui : la cintura mi tira sul petto e riesco a sentire il nauseante odore di tabacco provenire dalla sua bocca. Lui si rigira,sospirando,appoggia le mani sul volante e mette in moto.

“Sai perché la gente ti tratta sempre male? Sa che tu ci sarai sempre, in ogni caso. Non sei abbastanza coraggisa per lasciare le persone. In fondo…non sei nemmeno una Grifondoro,no?”

“Dio,come ti odio.”

Apro la portiera ed esco dalla macchina ancora ferma,cominciando a camminare.

“Salta su,Glare. A piedi impiegherai ore.”

“Bene,meno tempo passato con te. Vai al diavolo.”

“Come comanda.”

E poi sfreccia via,spingendo il piede sull’accelleratore e portandosi via Harry,che resta a guardarmi implorante dal finestrino.
 
 
*Harry*
 
“Allora,figliolo.”
 
Deglutisco. Quest’uomo mi fa paura.

“Come hai conosciuto la testa di legno?”

“Se mi permette,signore,non trovo affatto che sua figlia sia una tes…”

“Non mi importa di quello che pensi.”

Mi interrompe lui,tranquillamente,con gli occhi fissi sulla strada, e l’indice che batte ripetutamente sulla pelle che riveste la cima del cambio.

“In realtà,non mi importa nemmeno che tu sia qui. Non ti ho invitato,non ti conosco. Mi sembri anche abbastanza stupido,dalla faccia."
Si gira verso di me,con un’espressione di disprezzo. Decido di non ribattere. Saranno delle lunghe vacanze.

*Glare*
 
“Passami l’arrosto,tesoro.”

Dice tranquillamente mio padre.

“Spero ti vada di traverso.”

Sussurro,mettendo il piatto da portata nelle sua mani.

“Sempre gentile.”

Lo fulmino con gli occhi.

“Sempre,papà.”

“Credo sia il momento che tu smetta di chiamarmi in questo modo.”

Rido,sonoramente.

“Avrei altri bellissimi appellativi da affibbiarti.”

“Che senso ha chiamare ‘papà’ chi non è davvero tuo padre?”

Sputo un pezzo di carne nel piatto,il resto mi va di traverso e comincio a tossire. Harry mi offre dell’acqua.

“Cos’hai detto?!”

Dico con un tono molto alto,rispetto al normale.

“Devi sapere,Glare cara,che ho incontrato tua madre quando era già incinta. Era bella,davvero,una bomba,e valeva la pena averti tra i piedi.”

Mi rendo conto in qualche secondo che sto trattenendo il fiato.

“E chi diavolo…chi è mio padre?”

“Tua madre aveva avuto un’avventura di una notte con un certo Mark,o qualcosa del genere. Un tipo inquietante,devo ammetterlo. Capelli neri,occhi scuri e profondi. Ti parlava con assoluta calma e faceva ancora più paura.”

Già cerco di immaginarlo,nonostante lo shock. Una reazione non controllata.

“Mi scusi,signor Darkside.”

Harry interrompe il silenzio,il ronzio o lo scorrere di pensieri,o qualunque altra cosa sia,che mi riempie la testa.

“E’ sicuro di ricordare che il suo nome fosse Mark? Il ritratto che ha fatto mi sembra piuttosto familiare.”

E’ quasi terrorizzato,glielo leggo negli occhi,anche se non ne vedo la ragione.

“Dubito,ragazzo. Si faceva chiamare in giro con un’abbreviazione del secondo nome,forse. Marv? Credo sia giusto.”

Harry scatta in piedi,portandosi le mani ad entrambi i lati della testa,scuotendola,come per negare ciò che mio padre ha appena detto.

“Cosa c’è Harry?”

“So chi è.”

Si sveglia dalla sua trance e si allontana da me.

“Si chiama Tom,Tom Marvolo Riddle.”

“Potrei contattarlo.”

Propongo,sorridente. Magari,il mio vero padre mi amerebbe.

“No,Glare,non capisci. Non puoi.”

“Come mai?”

Questo ragazzo mi confonde da morire.

“L’anagramma del suo nome. Io l’ho incontrato più di una volta e…non è una bella persona,te lo assicuro.”

Penso alle lettere che compongono il nome,ma mi si confondono in testa.

“Non riesco.”

“I am Lord Voldemort. E’ questo l’anagramma.”

Le mie mani hanno un tremito. Un brivido,forse due,forse migliaia mi percorrono.
***
 
 
 
“Mamma,mamma!”

“Dimmi,tesoro.”

Il ricordo è vivido. Mi accarezza i capelli dolcemente ,mentre ci dondoliamo abbracciate sull’amaca.

“Come mai mi ha chiamato proprio Glare?”

Avrò avuto circa 6 anni,con quel vestitino a fiori e i piedi scalzi.

“Perché nei momenti più bui della tua vita,potessi sempre trovare un bagliore,una luca di speranza.”

Annuisco,giocherellando con il mio braccialetto di perline. La sento sussurrare : “Spero che riuscirai a scacciare l’oscurità,amore mio.”
***
 
“Dio! Promettimi che le starai a fianco,promettilo!”

“Non ho niente da promettere,soprattutto a te.”

I miei genitori stanno urlando in cucina,uno verso l’altro. Non voglio sentirli.

“E’ tua figlia,George,ti prego.”

Si getta in ginocchio e gli prende la mano.

“Lei non è nulla per me. Nulla.”

Si libera dalla sua presa e si dirige fuori dalla porta. Mia madre si alza,si prende la testa tra le mani e piange.
***
 
 
 
“Piccola mia,sai cavartela da sola,vero?”

Mi sorride,con quel suo sorriso caldo,che mi riscalda il cuore.

“Certo mamma.”

Siamo a King’s Cross,per il mio primo viaggio verso Hogwarts. Mamma sarebbe morta a breve,nelle vacanze di Natale di quello stesso anno.

“Non metterti nei guai.”

Mi abbraccia,più stretta che può. Non vuole lasciarmi andare.

“E se succedesse? Se succedesse qualcosa di brutto?”

Sospira e mi allontana delicatamente,per guardarmi negli occhi.

“Se hai qualcuno scommetto che ti salvi.”

“E se non ho nessuno?”

“Ti salvi da sola.”

“Nessuno si salva da solo,mamma.”

Lei sorride ancora,poi mi fa cenno di salire sul treno. Dal finestrino la vedo agitare la mano,per salutarmi. Mentre il treno parte la vedo versare una lacrima e,forse dalle sua labbra,leggo la frase :

“Dovrai imparare a farlo”
 
 
 
 
 
  
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