Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: arangirl    27/07/2014    2 recensioni
*ATTENZIONE SPOILER per chi non ha letto "La Danza dei Draghi"*
Un AU/What if? in cui Arya Stark ha passato la sua adolescenza allenandosi nelle arti dell'assassinio nella Casa del Bianco e del Nero, diventando una delle migliori assassine in tutta Essos. Ormai la ragazza è diventata una spietata macchina da guerra, senza sentimenti e con pochi ricordi del doloroso passato e della sua famiglia. Ma all'improvviso un nuovo e inaspettato incarico sconvolge il suo mondo, catapultandola di nuovo in un universo che aveva a lungo dimenticato, facendo nascere nel suo cuore di nuovo dei sentimenti, facendole desiderare di tornare indietro.
Premetto che questo è il mio primo tentativo di ff, perciò non so cosa ne uscirà. La storia mi ronza in testa da un po', e prevedo che ci saranno parecchi capitoli! Consigli e commenti sono assolutamente bene accetti!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Arya Stark, Brienne di Tarth, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il vapore l'avvolgeva completamente, attaccandosi alla sua pelle, formando piccole goccioline che le colavano addosso, cadendo nell'acqua in cui era immersa. Arya si teneva le ginocchia al petto, circondandole con le braccia e cercando di rilassarsi mentre ogni fibra del suo corpo assaporava il calore. I capelli umidi che di solito teneva raccolti le ricadevano sulle spalle e Arya lasciò che un leggero sorriso le spuntasse in volto al ricordo di come Daenerys amasse giocare con le sue lunghe ciocche mentre stava per addormentarsi. Non avrebbe creduto possibile provare una mancanza così forte, così disperata per qualcuno che aveva conosciuto per un tempo così breve. Eppure ogni volta che si voltava si aspettava di trovarla lì, al suo fianco, pronta a ridere con lei o che semplicemente la guardava con sguardo assorto e felice. Il fatto di trovare accanto a se solo il nulla le lasciava un acre sapore di cenere tra le labbra e una fitta dolorosa al petto. Cercava di allontanare il suo ricordo meglio che poteva, pregando che un giorno si affievolisse per essere meno doloroso, ma in quel momento non aveva potuto fare a meno di rievocarlo nella sua mente. Non si trattava solo del fantasma del suo tocco, ma anche qualcos'altro, di molto più importante e decisivo. Si stava preparando ad incontrare i nobili del Nord che sembravano disposti ad unirsi alla loro causa, ora che tutti erano arrivati e lei era stata finalmente sistemata nel palazzo di lord Manderly. Inizialmente si era opposta a quella sistemazione, preferendo di gran lunga la locanda al pacchiano palazzo che le ricordava tristemente quello in cui aveva passato la sua infanzia, ma Brienne e il lord aveva insistito che sarebbe stato più sicuro, più consono alla sa posizione. Arya avrebbe voluto ridere di entrambe le affermazioni, ma si era piegata al loro volere, e ora si trovava in una delle tante camere del palazzo, cercando di prepararsi al meglio all'incontro che l'aspettava. 



Sentì un leggero bussare alla porta e Nymeria, ai piedi della vasca, si alzò per andare a controllare il nuovo venuto. "Avanti" disse Arya distendendo le gambe per quanto la tinozza lo consentisse, e Brienne oltrepassò la soglia, dando una leggera carezza alla testa della metalupa. "Hai trovato quello che ti ho chiesto?" Brienne alzò la mano, mostrando un insieme di stoffe che Arya non esitò a riconoscere come i vestiti che aveva chiesto a Brienne di procurarle "Grazie... Manderly non si aspetta davvero che vada alla mia inconorazione vestita come un confetto rosa." Agitò la testa verso il vestito appoggiato nel letto, che doveva essere appartenuto ad una delle figlie del lord, non solo palesemente frivolo, ma di misura sicuramente eccessiva per lei. 



"Io non penso che si aspettino che la loro futura regina si presenti con delle brache di pelle, vestita come un paggio." Brienne le sorrise, sapendo bene di essere l'ultima a poter parlare in quanto abbigliamento consono ad una donna. "Con così poco preavviso non si può nemmeno pretendere di trovare qualcosa di meglio. Sono stati loro a volermi per questo ruolo, non cambierò di certo per accontentarli. Possono trovarsi un altra Stark..." girò di nuovo lo sguardo verso il vestito, con aria divertita "A Sansa probabilmente sarebbe piaciuto. A questo proposito" la sua attenzione tornò a Brienne, in piedi accanto a lei "Ci sono delle condizioni che dovrò dare al concilio... cose sulle quali non posso transigere. Ho bisogno di sapere se sarai comunque al mio fianco" "Sempre, mia regina." la voce profonda di Brienne la interruppe e Arya lo guardò negli occhi "Non vuoi nemmeno sapere di cosa si tratta?" "Non mi serve saperlo; siete una donna assennata, sono sicura che saranno richieste sensate. Mi fido di voi." Arya si sentì scaldare il cuore a quella dimostrazione di fiducia "Grazie Brienne."




Entrando nella grande sala del concilio, Arya non riuscì a fare a meno di sentirsi in preda alla soggezione. Al grande tavolo centrale stavano seduti circa una ventina di uomini, e tutti si girarono a fissarla nel momento stesso in cui faceva il suo ingresso nella sala. Alcuni volti le erano famigliari, come richiamati da un antico passato più simile ad un sogno; altri le erano invece completamente sconosciuti, e le ci volle tutto il suo autocontrollo per avanzare a testa alta. Si alzarono al suo ingresso, in volto una cauta diffidenza mentre la esaminavano, cercando nel suo volto quello dell'uomo che una volta era il loro signore. Arya si diresse verso l'unica sedia vuota, accanto a lord Manderly e ad un uomo basso e magro, che al confronto con l'enorme lord di Porto Bianco sembrava un bambino. Sul tavolo, appoggiata davanti alla sua sedia, la corona di suo fratello sembrava risplendere di luce propria quando catturava le fiamme delle candele attorno a loro. Fece un respiro profondo, rassicurata solamente dalla solida figura di Brienne dietro di lei, aspettando che qualcuno prendesse parola. 



Evidentemente tutti gli altri si aspettavano esattamente la stessa cosa da parte sua, e la fissavano speranzosi. Peccato che lei non avesse la minima idea di cosa dire; non era mai stata brava in queste cose. "Gli assomigliate davvero" la leggera voce dell'uomo seduto accanto a lei ruppe il silenzio, e lei si girò per guardarlo negli occhi, di un verde quasi accecante "A vostro padre intendo..." il volto dell'uomo si addolcì in un sorrido, e Arya si sentì immediatamente più a suo agio mentre le sue labbra si piegavano leggermente a imitare quelle dell'uomo. "Howland Reed, per servirvi mia regina." L'uomo chinò leggermente il capo a quelle parole, e Arya ricambiò il gesto. Gli altri nobili, incoraggiati dal gesto del lord di Torre delle Acque Grigie, iniziarono a presentarsi. Mormont, Glover, Branch, Rodrik, Umber, Ryswell e altri ancora di cui Arya non riuscì a ricordare il nome, persino capoclan delle montagne del Nord. Quando il giro di presentazioni si concluse con lei, Arya aveva ritrovato la voce, e quando parlò non c'era esitazione nel suo tono "Benvenuti. Io sono Arya, della casa Stark. Non porto prove che supportino la mia identità, se non il mi aspetto e la mia metalupa, che mio padre mi donò anni fa. Molti di voi devono averci visto insieme a Grande Inverno. Spero che basti." 



"Mia signora, chiunque abbia conosciuto vostro padre e sua sorella può affermare la validità delle vostre parole. Siete identica a vostra zia Lyanna." Lord Manderly aveva parlato ad alta voce, e tutti annuirono a quelle parole. Rassicurata su quello, Arya andò avanti "Lord Manderly mi ha spiegato il motivo per cui ci troviamo qui quest'oggi, e spero sia chiaro anche per voi. Non è un gioco quello che ci apprestiamo a fare; ognuno di noi potrebbe essere impiccato per tradimento, e i vostri terreni, castelli, le vostre famiglie verrebbero spazzate via. Se non siete disposti a correre questo rischio, vi prego di parlare ora." Scese un silenzio tombale per quei secondi che Arya lasciò trascorrere prima di ricominciare. "Molto bene. Come forse lord Manderly vi ha informato, io manco da molto, e non sono a conoscenza della situazione qui nei Sette Regni... Sarei molto grata a chiunque potesse farmi un quadro della situazione generale." 



Fu Howland Reed a parlare più di tutti, mentre altri lord si limitavano ad aggiungere frasi quì e là. Da quando Stannis Baratheon era morto senza aver compiuto nulla, l'esercito di mercenari si era disperso e i suoi uomini erano tornati a Capo Tempesta battendo in ritirata, il Nord era tornato in mano ai Bolton. A Sud regnavano ancora i Lannister, e anche se di fatto Tommen Baratheon era re, la Fortezza Rossa era dilaniata da una guerra intestina tra Cersei Lannister e Margaery Tyrell, entrambe assetate di potere e vendicative. I Tyrell e i Lannister mantenevano il controllo di Westeros, mentre i Martell si tenevano isolati a Dorne. Euron Greyjoy comandava le Isole di Ferro, ma il suo potere si era alquanto indebolito dopo la morte del fratello Victarion, visto che gli uomini del defunto erano andati ad unirsi alla ribelle Asha Greyjoy, che però rimaneva isolata a Moat Catlin. Arya annuiva lentamente mentre le parole dei nobili le entravano in testa, lasciando la mente vagare su ogni possibile tattica da attuare in quelle circostanze. Non era mai stata una stratega nata, ma anni di pianificazione di omicidi non l'avevano lasciata senza una certa dose di strategia. 



"Avete detto che i vostri eserciti si stanno riunendo?" la voce di Arya era sicura e tranquilla, ma dentro sentiva il sangue pulsarle come non mai, era veramente giunto il momento della sua vendetta. "Diecimila uomini. Non sono sufficenti ad arrivare a Sud, ma basteranno per riprenderci il Nord; i Bolton si credono al sicuro, hanno pochi uomini al loro comando. Non dobbiamo fare altro che entrare a Grande Inverno e uccidere Roose e Ramsay, fatto questo, è probabile che i loro uomini si uniscano a noi di loro spontanea volontà." 
"Ci serve qualcuno che ripulisca le coste..." gli uomini si fecero silenziosi a quelle parole, e Arya sapeva benissimo il perché; nessuno di loro era un uomo di mare, non possedevano navi o marinai dall'adeguata esperienza. "Sembra che dovremo chiedere l'aiuto di un Greyjoy. Le navi saranno fondamentali anche per arrivare ad Approdo del Re" gli uomini annuirono in silenzio, consci del problema "Quale dei due? Asha o Euron?" Da parte sua era restia a fidarsi di chiunque portasse quel nome, memore delle azioni di Theon nei confronti della sua famiglia. Si chiese per un momento che fine avesse fatto quel ragazzo sbruffone che amava tanto ridere per qualsiasi cosa; non che a questo punto le importasse. 



"Ho sentito dire che Euron Greyjoy si è immischiato con la magia nera." Era stata Maege Mormont a parlare, e Arya si ritrovò a cercare nel viso della vecchia donna tracce di quello di Jorah Mormont, individuando qualcosa di simile nella piega amara delle labbra di entrambi. "I marinai dicevano possedesse un corno, capace di ammansire i draghi." A quelle parole però Arya si dimenticò completamente di Ser Jorah, e prese immediatamente la sua decisione "Asha. Non voglio avere nulla a che fare con quell'uomo, se non con la sua fine." se gli uomini rimasero sorpresi dalla sua scelta repentina, non lo diedero a vedere, accettando la sua decisione. Arya si sentiva a disagio al pensiero di aver ottento un tale potere in così poco tempo, e si chise se era per solo rispetto di suo padre e di suo fratello che erano disposti a seguirla; ma in quel momento non importava, non avrebbe mai scelto come alleato un uomo che aveva come obbiettivo strappare i draghi alla loro madre, mai. "Andrò personalmente a Moat Catlin a parlare con Asha. Se sarà disposta ad unirsi a noi, potremmo marciare verso Grande Inverno entro la fine del mese." Gli uomini annuirono sollevati, e si apprestarono a sciogliere l'incontro.
 


"Miei lord." La voce di Arya suonò chiara e limpida al di sopra del brusio che si era creato, e tutta l'attenzione tornò di nuovo su di lei. "Prima che le nostre strade si dividano, vorrei dire qualche parola." Prese in mano la corona ramata davanti a se, tenendola a debita distanza dal corpo, quasi timorosa dell'effetto che poteva farle. "Io, come tutti voi in questa stanza, ho visto la mia famiglia dilaniata dalla guerra, e dagli uomini che stiamo per combattere. Io esigo giustizia per i miei morti... ed è per questo, solo per questo che ho accettato di indossare questa corona. Non so se sono pronta ad affrontare le responsabilità che con essa derivano, le sfide che dovremmo affrontare in futuro. Ma mi sono presa questo fardello sulle spalle, e vi dò la mia parola d'onore, finché avrò respiro continuerò a combattere per risanare i torti che abbiamo subito, per riavere ciò che ci spetta. Lo giuro sull'anima di mio padre, avete la mia lealtà come io so di avere la vostra!" Il tono di Arya era andato in crescendo, e quell'ultima affermazione fu accolta da un boato voci che gridavano il loro assenso. "Ma prima che tutto ciò sia definitivo, ho due condizioni da porre."



Fece vagare lo sguardo nella grande sala, cercando gli occhi di ognugno dei lord presenti "La prima riguarda mia sorella Sansa. So che da tempo è creduta morta, ma fino a pochi giorni fa nessuno credeva che nemmeno io fossi viva, eppure eccomi qua. Lei è mia sorella maggiore, se un giorno dovesse tornare le offrirò tutto ciò che voi avete offerto a me. Se lo vorrà sarà lei ad essere regina." Attese un momento, temendo qualche protesta, ma nessuno aprì bocca. "La seconda ad alcuni potrà sembrare assurda, ma se mi volete come simbolo della vostra lotta, dovrà essere rispettata. Dae..." si bloccò di colpo, incapace per quanto lo desiderasse di finire quella frase. Non ci riusciva, non ancora. "La Madre dei Draghi sta per invadere i Sette Regni. Non so quanto a lungo ancora aspetterà per iniziare l'invasione, ma quando quel giorno arriverà io mi inginocchierò davanti a lei e la chiamerò regina. E così dovrete fare anche voi." Una cacofonia di proteste esplose a quelle parole, ma Arya rimase immobile, aspettando che gli animi si calmassero "Mia signora" riuscì infine a dire lord Reed "Draghi, Targaryen, Dothraki... Non possono essere vere le voci che circolano su questa donna." "E invece si. Io l'ho vista con i miei occhi. Ho visto l'ultima Targaeryen e il suo esercito, i suoi draghi... ho visto in lei un futuro per Westeros. Non possiamo competere con una forza del genere, nessuno può. Quando arriverà, e posso assicurarvi che quel giorno è vicino, dovremmo unirci a lei se non vogliamo bruciare nel fuoco dei suoi draghi." 



C'era ancora la luce del dubbio negli occhi di alcuni lord, ma Arya sapeva che si sarebbero ricreduti nel vedere con i loro occhi la furia fiammeggiante della dinastia del drago; le la sentiva ancora bruciare dentro. "Dunque è deciso" si alzò in piedi, tenedo con cautela la corona davanti a se "Sarò la vostra regina." Con un unico, fluido gesto si portò la corona al capo, mentre gli uomini intorno a lei si alzavano urlando il suo nome. Si sentiva leggera come in un sogno ora che era fatta, ora che non poteva più tornare indetro. Ogni lord della sala si inginocchiò ai suoi piedi per prestarle giuramento, e lei si sentì rincuorata dalle loro parole; non era più sola ad affrontare una vendetta impossibile. Guardò Brienne che sorrideva dietro di lei, e si sentì pronta ad affrontare qualsiasi cosa.





Note: Ciao a tutti! Volevo dirvi che nella mia mente questo capitolo sarebbe dovuto essere più lungo, ma visto che forse vado via e non mi sarà possibile aggiornare nei prossimi giorni ho preferito caricare almeno questa parte! Per farmi perdonare vi prometto grandi new entry nel prossimo capitolo, che non tarderà ad arrivare! Un bacione a tutti e grazie di continuare a seguirmi!  
  
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