Il rumore delle foglie cadute
Quanto tempo è passato dall'ultima volta
che ho posato i miei occhi su di te,
mentre eri ancora ancora addormentato
nel nostro letto, e ti lasciavi sfuggire qualche mormorio
a causa del vento che ti accarezzava le membra.
Allora ero solita sfiorarti la pelle con un solo dito,
e avvicinarmi quel tanto che bastava
per sentire la tua fragranza senza svegliarti.
Poi, senza troppa voglia, chiudevo le finestra
per paura che potessi prendere freddo
e in punta di piedi ritornavo al nostro amore silenzioso.
Ma tu eri già sveglio, con gli occhi chiusi,
e un sorriso sulle labbra. Mi stringevi e quel solo contatto
con te bastava a calmare ogni ombra che prima
mi aveva attraversato gli occhi.
Ora le foglie raggrinzite cadono a terra
e solo il loro tonfo popola il silenzio di questa casa.
Neanche lo sciabordio delle onde lontane
sa farmi compagnia.
Non ho saputo fermarti, non ho saputo dirti
tutte le parole che ora mi muoiono sulle labbra
perchè, anche se le sussurrassi a qualche grande quercia,
il vento non le porterebbe da te o tu non vorresti ascoltarle.
Mi giro spazientita e rassegnata,
osservo il solco di mille lacrime lasciate sul cuscino
come a segnare dei paletti per dirmi che quel posto
una volta era tuo e adesso è occupato solo dai miei
rimpianti e dal mio amore privo di luce.
Angolo dell'autrice
Un grazie a Cuore Malato che ha letto e recensito con bellissime parole la poesia precedente e che mi ha indotto a pubblicare questa in breve tempo. E un grazie anche a chi legge pur restando in silenzio, sperando che anche questa poesia possa colpirvi.