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Autore: _coldwinter_    27/07/2014    8 recensioni
L'adolescenza è sempre piena di problemi, ma quella di Lola è davvero un casino. Ha grossi problemi in famiglia che non sa come risolvere, e questi influiscono molto sul suo carattere e sulla sua vita. Se questo non bastasse, i problemi li ha anche a scuola. Si trova sempre in contrasto con Luke Hemmings, un ragazzo popolare ma allo stesso tempo evitato nella scuola per il suo caratteraccio. Litigando con lui Lola lo conosce meglio, senza neanche volerlo, e scopre di avere molte più cose in comune con il ragazzo di quante potesse immaginare. Scopre che le reazioni del biondo con cui litiga sempre sono dovute al suo passato, non meno complicato di quello di Lola.
Genere: Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Lola, possiamo parlare un attimo?" mi chiese mio padre appena Luke fu uscito di casa.
"Certo."
Andammo in cucina e ci sedemmo uno davanti all'altro su due sgabelli vicino all'isola.
"Che succede?" gli chiesi.
Intrecciò le mani e le appoggiò sul tavolo.
"Vorrei proporti una cosa."
"Ossia?"
"Sai, ho visto che nonostante gli sforzi da parte di entrambi sta comunque andando tutto a rotoli e non voglio che tu abbia un'adolescenza troppo complicata e piena di problemi, e vedo che non sei felice come io e tua madre abbiamo sempre sperato."
"Mm e quindi?"
"Beh, vedi, io e tua madre avevamo degli amici in America e quando hanno saputo cosa è successo ci hanno proposto di andare a vivere là. In America riuscirei a trovare lavoro più facilmente, avremmo una casa bellissima, mi hanno mandato delle foto della casa che vendono ed è davvero stupenda, sono sicuro che ti piacerebbe molto. Inoltre studieresti in un college di cui mi hanno parlato molto bene. Penso che lì potremmo ricominciare da capo e lasciarci alle spalle tutto quello che è successo, no?"
"Mi stai dicendo che andremo a vivere in America?"
"Se a te fa piacere penso che sarebbe la cosa migliore."
"E quando partiremmo?"
"Tra una o due settimane."
Una o due settimane. Così poco tempo per decidere, per organizzare la mia mente, per dire addio a tutto e tutti, per preparare le valige e andare incontro a una nuova vita. Una o due settimane. Troppo poco per una decisione del genere.
"Se... Se tu devi ancora decidere io preferirei pensarci un attimo, ti dispiace?" gli chiesi mentre mi alzavo dallo sgabello e mi dirigevo verso la mia camera.
"Certo tesoro." mi rispose, e la conversazione finì lì.
Appena entrata in camera mia mi sdraiai sul letto a peso morto e chiusi gli occhi.
Sarebbe stato stupendo ricominciare tutto da capo, vita nuova, casa nuova, scuola nuova, amici nuovi, ma chi glielo diceva a Luke che lo abbandonavo così all'improvviso? Lui era l'unica ragione per cui ancora rimanevo a Sydney, non ce la facevo a lasciarlo però, forse, sarebbe stata la cosa migliore. Avrei potuto cancellare tutto, strappare la pagina dal libro e ricominciare a scrivere la mia vita da capo. Mi sarei allontanata dai ricordi di mia madre che continuavo a vedere in continuazione. Ovunque mi girassi i ricordi di quella donna mi saltavano addosso, e io cercavo di farli rimbalzare contro la bolla che mi ero creata per allontanare tristezza e dolore, ma Luke, come facevo a lasciarlo? Io che gli avevo sempre detto che poteva contare su di me, io che gli avevo sempre detto che qualsiasi cosa fosse accaduta gli sarei stata accanto, io che gli avevo sempre detto che non me ne sarei mai andata.



24.02.14  7:23
Vieni a scuola oggi? Lola xx

Inviai il messaggio a Luke e sentii subito il telefono vibrare, segno che mi aveva risposto.

24.02.14  7:23
Perché?

Non aveva intenzione di venire, se no mi avrebbe dato direttamente la risposta, lo conoscevo.

24.02.14  7:24
Devo parlarti, è importante.

Aspettai la risposta che non arrivava, così ne frattempo ricominciai a prepararmi per uscire.
Il telefono vibrò nella tasca posteriore dei miei jeans.

24.02.14  7:26
D'accordo, ci vediamo al muretto.

Finii di prepararmi per andare a scuola, e cercai di arrivare con un po' di anticipo. Quando mi fermai davanti al cancello della scuola Luke era già lì, seduto con Mike, Cal e Ash.
"Buongiorno." mi salutarono quando mi videro, e io ricambiai.
"Luke, vieni un attimo?"
Annuì e scese dal muretto. Ci dirigemmo del cortile della scuola, e il biondo si appoggiò con la schiena al tronco di un albero.
"Che succede?" mi chiese quando vide che non parlavo.
"Non so come dirtelo." scossi lentamente la testa. "Tra una settimana parto per l'America." andai dritta al sodo, senza troppi giri di parole.
"Figo, quando torni?"
"Luke" non aveva capito cosa intendevo, o forse non voleva capirlo.
"Mh?"
"Vado, ma non torno più."
A quelle parole vidi i suoi occhi spegnersi, le labbra incurvarsi all'ingiù e schiudersi appena.
"Ma... Ma è già tutto deciso?"
Mi sbrigai a scuotere la testa. "No, no, ancora no. Mio padre prima vorrebbe sapere se per me va bene, ma io vorrei sapere cosa ne pensi tu."


*LUKE'S POV*
E cosa dovrei pensarne io? Dovrei essere d'accordo? Forse sì, per la sua felicità, ma come cazzo faccio a convincermi che lasciarla andare sia la cosa giusta?
Che poi, in questi casi, ci si fanno sempre tutte quelle promesse “ci terremo in contatto”, “non mi dimenticherò mai di te”, “faremo di tutto per incontrarci”, però si sa, che quando uno ci si ritrova dentro nella nuova vita, tutte quelle promesse vanno a farsi fottere.
Se lei parte io come faccio ad attraversare tutto l'Oceano per poterla vedere?
Ma d'altronde la vita continua a essere la sua, può anche chiedermi un consiglio, e io posso anche darglielo, ma poi è a lei che spetta decidere e io chi sono per impedirle di avere una vita migliore? Anzi, sarebbe anche cattivo da parte mia sapere che in America vivrebbe meglio ma non lasciarla partire perché la voglio accanto a me.
"Luke, ci sei?" mi distrasse dai miei pensieri.
"Mh? Ah sì, sì."
"Luke io non voglio andarmene."
"Perché no? Non sei felice di ricostruirti una vita?"
Scosse la testa. "Non se è senza di te."
"Non voglio impedirti di avere una vita migliore."
"Luke sei l'unica ragione per cui voglio rimanere qua."
"Lola non dirmi così. Non voglio essere io a impedirti di vivere una vita più tranquilla, senza tutti i problemi che hai qua. Hai questa possibilità, devi coglierla al volo. In America vivrai molto meglio, avrai amici migliori, che non si drogano, che non perdono il controllo per una qualsiasi cazzata, che ti staranno accanto e che ti tratteranno come meriti. Lola, pensaci bene perché è una possibilità unica, non dovresti lasciartela sfuggire."
"Possibile che non capisci? Luke, tu sei l'unico amico che voglio avere, l'unica persona di tutta Sydney che non voglio lasciare, l'unica persona da cui voglio ricevere attenzioni, mi dici come faccio ad allontanarmi da te?"
"Non devi rovinarti la vita a causa mia."
"Non sei d'aiuto così. Tu vuoi che me ne vada quindi?"
"Ovvio che non lo voglio, io ti vorrei accanto a me finché non sarò sotto tre metri di terra, ma so di per certo che in America ti troveresti molto meglio."
"Chiedimi di restare e io resto."
"Vorrei, ma non posso. Non posso essere io a decidere della tua vita, del tuo futuro e soprattutto della tua felicità."
"Quindi dovrei partire secondo te?"
"Devi fare quello che senti sia meglio per te Lol."
A quelle parole mi abbracciò, non feci neanche in tempo ad accorgermene che già avevo le sue braccia intorno e la sua testa appoggiata sul mio petto. Come avrei fatto senza i suoi abbracci?
"Io entro." disse indicando la scuola accanto a noi.
"No, io no. Poi... Beh... Fammi sapere che decidi."
"Puoi contarci. Sarai il primo a cui lo dirò." poi si girò e si diresse verso l'edificio. E io rimasi lì da solo, come meritavo di stare, evidentemente.


Due giorni dopo ci demmo appuntamento davanti al parco, sempre il solito, quello accanto al locale. Quella mattina non ci eravamo visti, lei era andata a scuola, non capivo come facesse ad andarci quando non le andava. Io ci andavo una volta sì e cinque no, e fortunatamente nessuno si accorgeva di nulla, in quella scuola di dementi. La aspettai seduto sullo scalino davanti al pub mentre giocavo con il fumo della sigaretta che tenevo tra le labbra. Guardai l'ora sul telefono, erano appena le tre e mezza. La avvistai da lontano mentre arrivava, il passo lento, sul viso un'espressione triste, desolata.
"Ciao Lol." la salutai con un sorriso sulle labbra cercando di tirare un po' su il morale.
"Lukey" ricambiò il saluto fingendo un sorriso.
"Come va?" ma sapevo già la risposta. Come doveva andare?
Si limitò ad un'alzata di spalle.
"Voglio portarti un un posto oggi." cambiai argomento.
"Dove?" chiese curiosa.
"Mm.. Sulla spiaggia, ma fidati di me se ti dico che è un posto incredibile. Però ti ci porto solo se mi fai un bel sorriso."
"Non è aria, forse dopo."
"Come mai? C'è qualcosa che non va?"
"La partenza. Non sono sicura di volermene andare."
Non sapevo come reagire, se dovevo essere contento perché aveva voglia di rimanere o se fare di tutto per convincerla a partire. Sapevo che qualsiasi fosse stata la sua scelta mi sarei sentito in colpa. Con quale coraggio potevo impedirle di andare verso la sua nuova e migliore vita? Però, con quale forza potevo consigliarle di partire e di lasciarmi a rimpiangere la sua lontananza e il vuoto che mi sarebbe rimasto?
"Voglio vedere se non ridi adesso." dissi nell'istante in cui cominciai a farle il solletico sulla pancia. La strinsi con le braccia per intrappolarla e continuare a farle il solletico, e lei rideva, rideva in un modo fantastico. Si sentiva solo quel suono meraviglioso, e avrei voluto che non finisse mai.
In qualche modo riuscì a divincolarsi dalla mia stretta e si allontanò di un paio di metri da me correndo e continuando a ridere.
"Comincia a correre che quando ti prendo sono guai." le urlai mentre si girava con la risata sulle labbra.
Cominciò a correre, e io subito dopo la seguii.
"Sempre se mi prendi!" urlò lei in risposta.
Riuscivo perfettamente a stare al passo, avevo le gambe più lunghe delle sue, facevo passi più grandi e veloci, ma a volte rallentavo per farle riacquistare distanza, non volevo che il "gioco" finisse troppo presto.
Dopo un po' però cominciò a rallentare per via del fiatone, e avrei fatto la figura dell'imbecille se non l'avessi presa, così l'afferrai da dietro e ripresi a farle il solletico sulla pancia, e lei ricominciò a ridere, e si piegò a metà dalle risate.
Urlò, sempre continuando a ridere, cose come "lasciami, ti odio, smettila, me la pagherai" e ridevo a tutte quelle che sarebbero dovute essere minacce di morte. Eppure anche mentre mi minacciava era così bella, con quel sorriso così dolce, quella risata così contagiosa, quegli occhi così vivi. Non osai neanche immaginare cosa avrei fatto senza di lei, mi rifiutai di pensarci, non potevo rovinare quel momento così perfetto, che forse non sarebbe tornato mai più.
Smisi di farle il solletico e la presi per mano, cominciai a correre dicendole "Vieni, ti faccio vedere un posto." e corremmo finché non arrivammo davanti alla spiaggia, quella spiaggia. Era sempre deserta, così silenziosa e così rumorosa, così rilassante e così piena di pensieri, e così bella che volevo condividerla con Lola. Sempre lì andavo quando avevo bisogno di pensare, di stare solo. Mi sedevo sulla sabbia e guardavo l'Oceano che si incontrava con il cielo, le onde che si infrangevano sulla spiaggia come i pensieri nella mia testa.




NOTE DELL'AUTRICE :)
Buonaseraa c: sono tornata lol
Che ve ne pare del capitolo? È più corto degli altri (?) però spero che vi piaccia lo stesso. Povera Lola combattuta tra una vita migliore e l'amicizia con Luke, aiut.
Non so davvero che dire sta volta hahaha
Boh grazie mille a Sofy_Dini_Directioner, holaholinas, jennygigioli, S_V_A_G, Layla, eminem5soslove, Ashton_dimples e Sniix per le recensioni, e mi scuso con tutte visto che vi aspettavate un bacio lol vabbe portate pazienza che prima o poi qualcosa ci sarà ahahah
Ora che ho finito di annoiarvi vi dico che spero di trovare delle vostre recensioni sotto al capitolo per sapere come vi sembra e buh basta ahaha
Alla prossimaa
~Vic


Ps: omg il primo capitolo ha superato le 1500 letture, io vi amo
  
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